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La settorializzazione degli studi pedagogici e didattic

La lunga e tormentata storia dei settori scientifico-disciplinari, e conseguentemente delle regole di reclutamento dei docenti e dei ricercatori universitari, ha determinato nel corso del tempo una nuova articolazione della comunità pedagogica italiana, producendo uno sviluppo identitario delle pedagogie e delle didattiche; ciò ha corrisposto ad una tensione autonomistica che ha prodotto una nuova configurazione della ricerca educativa.

I settori si sono trasformati in subcomunità regolate da criteri, da principi e da oggetti di studio specifici, costituendo un perimetro spesso rigido ed impermeabile, ed assumendo una determinata identità in alcuni casi confliggente o alternativa a quella di altri settori disciplinari di area pedagogica.

In termini generali, se la ricerca pedagogica dovrebbe caratterizzarsi, in maniera naturale, per una presenza di diverse articolazioni dei suoi indirizzi, i settori scientifico-disciplinari, assumendo la responsabilità del reclutamento e della selezione dei docenti, sono apparsi troppo spesso come corpi autonomi ed autosufficienti alla continua ricerca di un proprio spazio distinto dalle altre pedagogie e, in qualche caso, antagonista ad altri settori pedagogici e didattici.

La declaratoria definita dal Decreto Ministeriale del 4 ottobre 20008 ha descritto con chiarezza

8 Decreto Ministeriale 4 ottobre 2000. Pubblicato nella

Gazzetta Ufficiale del 24 ottobre 2000 n. 249 -

gli ambiti della ricerca di ogni settore pedagogico, evidenziandone le necessarie connessioni. Il documento ministeriale, oltre a definire e a chiarire i confini dei settori pedagogici, ha messo in evidenza la loro interdipendenza epistemologica, avvalorando una perimetrazione che appare solo virtuale e che manifesta esplicitamente una relativa autonomia di ciascun settore rispetto all’altro. Il settore di Pedagogia generale e sociale, che dovrebbe comprendere due ambiti di ricerca, uno di carattere «teoretico-fondativo ed epistemologico-metodologico» 9 e l’altro relativo ai «bisogni educativi e formativi nella società e nelle organizzazioni e alle attività educative connesse ai cambiamenti culturali e degli stili di vita e sulle implicazioni educative dei nuovi fenomeni sociali e interculturali»10, appare naturalmente connesso ai settori pedagogici.

In particolare, l’ambito della Pedagogia generale e sociale, comprendente l’educazione permanente e degli adulti 11 , richiama la complessità della sua declinazione didattica «sia in ambito scolastico sia nel più vasto contesto della formazione»12, mettendo in gioco anche i temi didattici dell’«inserimento [e del] trattamento pedagogico della differenza»13. Risulta evidente come, nel primo e nel secondo ambito, sia naturale una dimensione didattica e sperimentale della ricerca pedagogica, necessariamente collegata all’area delle supplemento ordinario n. 175. Settori scientifico-

disciplinari.

9 Decreto Ministeriale 4 ottobre 2000, Allegato B

“Declaratorie dei settori”.

10 Ibidem.

11 P. Federighi (ed.), Glossario dell'educazione degli

adulti in Europa, Quaderni Eurydice, Paretti Grafiche,

Firenze 2000; V. Sarracino, L’educazione degli adulti

oggi. Riflessioni teorico-epistemologiche su un sapere emergente e complesso, in P. Orefice – A. Cunti (eds.), Multieda. Dimensioni dell’educare in età adulta: prospettive di ricerca e di intervento. Liguori, Napoli

2005, pp. 113-124; A. Alberici – P. Orefice (eds.), Le

nuove figure professionali della formazione in età adulta. Profili e formazione universitaria, Franco

Angeli, Milano 2007; P. Federighi, PhD: Internazionalizzazione e globalizzazione nell'alta formazione, in Pedagogia Oggi. La via europea del Dottorato alla qualità all'internazionalizzazione e all'occupabilità, 2014, pp. 28-43.

12 Decreto Ministeriale 4 ottobre 2000, Allegato B, op.

cit.

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«ricerche a carattere applicativo ed empirico,

con impostazione sperimentale»14. Anche il secondo campo di ricerca della Pedagogia generale e sociale, ponendo l’attenzione ai bisogni educativi e formativi, mette in gioco specifiche conoscenze e competenze sperimentali riferibili più in generale alla «valutazione dei processi di formazione»15; questi ultimi costituiscono gli strumenti e le metodologie di indagine che consentono di individuare e di definire i bisogni educativi e formativi. La matrice scientifica della Pedagogia generale e sociale implica, inoltre, ricerche sulle «attività educative connesse ai cambiamenti culturali” 16 inscindibili dall’ambito storico della Pedagogia che comprende, nella sua specifica declaratoria, “la ricostruzione dello sviluppo storico della riflessione e della ricerca pedagogica [...] delle pratiche educative»17. In questa chiave si configura una pedagogia che può essere intesa come un particolare «codice linguistico che interpreta (diagnosi) ed orienta (prognosi- terapia) gli specifici codici linguistici ed extra- linguistici di un peculiare evento storico (educazione)»18.

La Storia della Pedagogia riassume, dunque, una funzione ricostruttiva sul piano scientifico della riflessione e della ricerca pedagogica, comprendendo sia la scuola che le altre istituzioni educative, nonché le «pratiche educative viste nel contesto socio- culturale di appartenenza» 19 . Questa preziosa funzione ricostruttiva investe necessariamente non solo lo studio sull’evoluzione delle teorie sull’educazione, proprie degli studi di Pedagogia generale, ma anche la raccolta, l’analisi e la sistematizzazione delle teorie dell’insegnamento e delle pratiche, che la declaratoria riferisce di competenza della Didattica, ovvero delle «ricerche a carattere applicativo e pragmatico che riguardano la didattica, le tecniche e le tecnologie educative sia in ambito scolastico sia nel più vasto contesto della formazione»20.

14 Ibidem. 15 Ibidem. 16 Ibidem. 17 Ibidem.

18 M. Corsi, Il coraggio di educare: il valore della

testimonianza, Vita e Pensiero, Milano 2003, p. 55.

19 Decreto Ministeriale 4 ottobre 2000, Allegato B, op.

cit.

20 Ibidem.

Gli studi sulla Storia della Pedagogia appaiono, pertanto, come un giacimento che si offre alla Pedagogia generale e sociale, alla Didattica ed alla Pedagogia sociale ed alla Pedagogia sperimentale, presupposto conoscitivo che indirizza la specificità di ogni linea di ricerca che, a sua volta, si legittima nella sua tradizione, nella sua evoluzione e nel suo sviluppo.

Il settore della Didattica e della Pedagogia speciale comprende l’area della Didattica generale, che implica lo studio delle tecniche e delle tecnologie educative, nonché la Pedagogia e la Didattica speciale, ovvero gli studi sull’attività «di sostegno e di recupero, all'inserimento e all'integrazione e, in generale, al trattamento pedagogico della differenza»21. Appare evidente che ogni studio riferibile alla Didattica generale si fonda sulle teorie dell’educazione e, dunque, su studi riconducibili alla Pedagogia generale, costituendo una «teoria per la prassi»22. Questo terreno di coltura organizza i suoi frutti in ragione di una ricostruzione in grado di rendere funzionale l’evoluzione e lo sviluppo della ricerca pedagogica in una chiave avvalorabile nella sequenza di eventi storici.

Anche la Pedagogia speciale, come la Didattica generale e speciale, richiede un forte ancoraggio teoretico, storico e sperimentale, che consenta di corroborare i significati di insegnamento, di didattica, di integrazione, di inclusione e di differenza. Una scissione tra studi della Didattica e studi sull’educazione, tra progettazione, valutazione e insegnamento, tra formazione, educazione, integrazione/inclusione implicherebbe una disarticolazione della ricerca pedagogica, relegando la Didattica in uno spazio angusto, che riduce e che rende rigidi ed inefficaci i suoi confini epistemologici. La Didattica e la Pedagogia speciale sono fondative e si alimentano nel terreno degli studi pedagogici, i cui spazi non possono essere resi asfittici dai confini settoriali, contravvenendo agli attuali approcci della ricerca avvalorati in tutto il panorama internazionale.

Infine, se la Pedagogia sperimentale si riferisce all’ambito delle ricerche pedagogiche a carattere “applicativo ed empirico, con

21 Ibidem.

22 Cfr. M. Corsi, Il coraggio di educare: il valore della

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impostazione sperimentale”23, richiamando la

necessità di “competenze metodologiche necessarie alla ricerca didattica”24, appare evidente la necessaria presenza di uno sfondo teorico che definisca le teorie dell’insegnamento, la loro evoluzione storica ed il rapporto tra didattica ed educazione nei sistemi scolastici e, più in generale, nei contesti formativi.

La relazione tra didattica ed individuazione di specifiche esigenze educative, tra didattica speciale e modalità, metodologie e tecniche per fare emergere ed apprezzare i bisogni educativi speciali, tra lo studio, la scelta e l’efficace utilizzazione delle tecniche e delle tecnologie dell’educazione e la loro valutazione, riportano ad un’interdipendenza tra Pedagogia sperimentale e Didattica e Pedagogia speciale sul piano della ricerca.

La sostenibilità di una area comune di

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