Il disagio mentale nell’esercito alla vigilia del Primo Conflitto Mondiale (1909-1914)
3. Il “mal di caserma” a Racconigi tra statistica e diagnostica
Se il “mal di caserma” non appare tra le problematiche prese esplicitamente in esame dai medici di Racconigi negli anni precedenti la guerra, ciò non significa necessariamente che il fenomeno passò inosservato. La complessità delle singole vicende, il contesto sociale e politico, l’orizzonte ideologico e la formazione, oltre che la sensibilità dei singoli medici, sono soltanto alcune delle componenti in gioco nella definizione della questione. Alla luce di questa premessa appare necessario abbandonare le ipotesi definitive e le affermazioni risolutive. Più produttivo è cercare di catturare le lente trasformazioni cui andò incontro il fenomeno attraverso una serie di segnali diversi, meno espliciti ma ugualmente in grado di rendere conto degli elementi di discontinuità all’interno di un ordine apparentemente immobile e continuo. Tra questi c’è l’adozione, sempre più rilevante, di categorie diagnostiche stabilite, quali lo «stato confusionale»393, anche nella sue declinazioni di «accesso confusionale» e di «stato confusionale allucinatorio», e l’«esaltamento maniaco». Queste ultime due categorie vengono utilizzate anche nelle diagnosi iniziali – quelle del periodo d’osservazione – per alcuni dei soggetti successivamente dichiarati «guariti»394 o «non di
competenza manicomiale»395.
Più nello specifico possiamo notare che l’unico soldato ricoverato nel 1909, secondo la
documentazione clinica, soffre di “problemi mentali”396 evidenziati in caserma, in particolare uno
«stato di viva agitazione» che lo rende pericoloso a sé e agli altri397. La diagnosi finale è di «stato maniacale» che, secondo Leonardo Bianchi398, medico-alienista, politico e rettore dell’Università di Napoli tra il 1902-1903 e tra il 1911 e il 1913, nonché autore di un celebre Trattato di psichiatria399
dell’epoca, «è caratterizzata da un’anomala situazione affettiva intonata ad allegria, al piacere, alla gioia, al benessere. Una tale intonazione dell’umore dell’animo induce una depressione dei poteri inibitori e un più facile corso di idee, un esaltamento più o meno sensibile della memoria, un più agevole ed incontrastato risolversi delle idee e delle intuizioni motrici negli atti correlativi»400. La condizione di “passaggio all’atto”, presente tra gli elementi sintomatici, l’allegria e lo stato di alterazione dell’umore contraddistingue diversi militari “maniaci” che finiscono in manicomio dopo qualche gesto particolarmente eclatante o proprio per la condizione di esaltazione in cui versano.
Nello specifico la «mania acuta» di cui soffre il soldato ricoverato nel 1909 viene inquadrata a Racconigi tra le «psicosi periodiche», un gruppo entro cui figurano le “frenosi maniaco-depressive”, le “manie” e le “melanconie”, secondo la tassonomia di Kraepelin che, nel suo celebre Trattato di psichiatria, scritto nel 1883,401 ritiene che tali patologie debbano «esser comprese sotto un’unica
denominazione, e considerate come un’entità morbosa che assume forme diverse»402. Bisogna
precisare che la ripartizione diagnostica operata dagli alienisti nei diversi manicomi italiani non seguiva un ordine rigidamente stabilito e gli schemi utilizzati erano più legati alla sensibilità, alla cultura e all’ideologia del direttore che all’uso di una piattaforma condivisa. Così non sorprende che Enrico Toselli, il primo direttore a Racconigi – dopo la breve parentesi del dott. Lombard –, organizzi la follia secondo 6 categorie diagnostiche, divise in “mania”, “monomania”, “melanconia”,
393 ASONR, Archivio sanitario, cat.9 - classe 2. c.c. matr. n.: 8034, 8375, 8550, 8600, 8632,8719, 8745, 8771, 8875. 394 ASONR, Archivio sanitario, cat.9 - classe 2. c.c. matr. n. 7548: «stato maniacale».
395 ASONR, Archivio sanitario, cat.9 - classe 2. c.c. matr. n.: 9140: «accesso di mania acuta»; 9141: «mania acuta». 396 ASONR, Archivio sanitario, cat.9 - classe 2. c.c. matr. n.. 7548.
397 ASONR, matr. n. 7548, tabella nosografica: anamnesi.
398 Cfr. M. Santoro-E. Gencarelli, Leonardo Bianchi in Dizionario Biografico degli italiani
[http://www.treccani.it/enciclopedia/leonardo-bianchi_(Dizionario-Biografico)/]
399 Cfr. L. Bianchi, Trattato di psichiatria, casa editrice Cav. Dott. V. Pasquale, Napoli 1905. 400 Ivi, p. 507.
401 Cfr. E. Kraepelin, Trattato di psichiatria, trad. dott. Guido Guidi; sotto la direzione del prof. A. Tamburini, F. Vallardi, Milano 1907
[1883].
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“demenza”, “pazzia epilettica” e “pazzia paralitica”403. Il dot. Giovanni Rossi invece, medico facente funzione vicaria nel periodo tra l’abbandono del direttore Enrico Toselli e la conclusione del concorso che attraverso cui assume la direzione Oscar Giacchi, quindi nel 1879, utilizzi 18 tipologie diagnostiche404, dimostrando, così facendo, di seguire la nota classificazione di Andrea Verga405, medico e primo presidente della «Società Freniatrica Italiana». Il successivo direttore, Oscar Giacchi, organizza la ripartizione in 22 categorie406 divise tra frenastenie, “frenosi congenite”, “frenosi acquisite”, “frenosi semplici” e “complicate”407 e, dunque, si dimostra più vicino a Cesare Lombroso che separa le “alienazioni congenite” (cretinismo, idiozia, imbecillità e mattoidismo), le “alienazioni acquisite” (mania, melanconia, monomania, pazzia circolare e demenza), le “alienazioni unite a nevrosi” (paralisi generale, epilessia, isterismo) e infine le “alienazioni da intossicazione” (alcolismo, absintismo, pellagra)408. Il direttore Cesare Rossi, in carica dal settembre del 1908, dopo le dimissioni di Vitige Tirelli409, organizza la sua tassonomia in 14 categorie, così divise: “frenastenie” (idiozia, imbecillità, cretinismo), “degenerazioni psichiche” (pazzia morale, psicopatie sessuali, paranoia originaria), “psicosi nevrasteniche” (idee fisse), “psicosi epilettiche”, “psicosi periodiche” (frenosi maniaco-depressiva, mania, melanconia), “demenza primitiva” (demenza precoce, frenesia sensoria, cronica, etc.), “paranoia cronica”, “psicosi senili” (melanconia evolutiva, demenza senile, etc.), “demenza paraletica”, “demenze da altre encefalopatie organiche”, “alcolismo” (forme acute e croniche), “psicosi pellagrosa”, “amenza” (confusione mentale primitiva”, frenosi sensoria acuta, psicosi allucinatoria), “delirio acuto”. In alcuni casi, vista la natura flessibile della ripartizione diagnostica, può accadere che una condizione sintomatica si ritrovi a cavallo tra due categorie utilizzate – è il caso del soldato affetto da «mania acuta» con passato da alcolista»410 –, più in generale comunque tutti i soldati trattati prima del conflitto vengono inquadrati all’interno di una delle categorie adottate dalla direzione sanitaria, senza che vi sia un particolare riconoscimento per lo status di militare e per le cause scatenanti del delirio. Però, nonostante il “mal di caserma” non appaia tra le categorie utilizzate, in maniera lenta e sotterranea, esso comincia ad avere uno spazio implicito nella considerazione dei medici di Racconigi, soprattutto nei termini di un insieme di diagnosi che vengono sempre più utilizzate per designare il disagio mentale sofferto dai militare. Più che una patologia, dunque, si può parlare di una ermeneutica diagnostica trasversale che fa riferimento a una condizione di vita ben precisa e a uno status.
Durante il 1909 a Racconigi ci sono 221411 casi di “psicosi periodiche”, tra di essi viene annoverata la “mania acuta” diagnosticata all’unico soldato ricoverato. Va sottolineato che tra le diverse “frenopatie” presenti questo dato è il più consistente, a dimostrazione di un dispositivo diagnostico frequente, probabilmente condizionato dalla “pericolosità sociale” dimostrata da molti degli internati sofferenti di “psicosi periodiche”.
Nel 1910 i soldati ricoverati sono 3, due vengono riconosciuti «non alienati»412 e uno affetto da
«demenza precoce»413. Solo quest’ultimo, vista la gravità della condizione, rimarrà in manicomio
fino al 18 Dicembre 1915. Gli altri due vengono invece rapidamente dimessi. Risulta interessante notare che la “demenza precoce”, inserita nel gruppo delle “demenze primitive”, è nel 1910 la
403 APCN, ACP di Cuneo 1874…cit., p. 97. 404 APCN, ACP di Cuneo 1879…cit., pp. 107-112.
405 Cfr. S. Zago-C. Randazzo, Andrea Verga (1811-1895) in «Journal of Neurology», 253, (2006), pp. 1115-1116. 406 APCN, Relazione dell’annata 1886-1887…cit., p. 19.
407 Cfr. L. Berardo, Un manicomio provinciale nell’età del “grande internamento” (1871-1914)…cit., p. 73. 408 Cfr. C. Lombroso, Delitto, genio, follia…cit., p. 27.
409 APCN, Relazione sull’andamento dell’annata 1908-1909 in ACP di Cuneo 1909…cit., p. 172. 410 ASONR, Archivio sanitario, cat.9 - classe 2. c.c. matr. n. 7548.
411 APCN, Quadro del movimento dei ricoverati divisi secondo le frenopatie, in ACP di Cuneo 1910, Tipografia Cooperativa, Cuneo
1911, p. 198.
412 ASONR, Archivio sanitario, cat.9 - classe 2. c.c. matr. n. 7655 e 7631. 413 ASONR, Archivio sanitario, cat.9 - classe 2. c.c. matr. n. 7837.
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seconda causa di internamento, dopo le “psicosi periodiche”. Nel 1911 i soldati ricoverati sono 6, tra di loro uno “stato confusionale” su sfondo frenastenico414, due risultati «non di competenza manicomiale»415, uno guarito durante il periodo d’osservazione416, uno internato a causa di «esaltamento maniaco»417 e uno morto a causa di «enterite cronica»418. Tra di loro il caso più interessante è quello di «stato confusionale», che è il quadro di riferimento più spesso diagnosticato per i soldati, soprattutto durante il conflitto. La presenza, anche prima della guerra, di soldati che pur non essendo impegnati in battaglia, tra bombardamenti, morti e feriti, giungono in manicomio in condizione di “confusione mentale” è uno degli indizi che possono far ipotizzare quel lento ripetersi di diagnosi ristrette a carico dei militari cui abbiamo fatto cenno. La condizione viene inscritta all’interno della più ampia diagnosi di «amenza» che comprende la “confusione mentale primitiva”, la “frenosi sensoria acuta” e le “psicosi allucinatorie”. La “confusione mentale”, in particolare, nonostante venga sovente diagnosticata come patologia, rappresenta una di quelle costellazioni sintomatiche dietro cui è possibile scorgere il “mal di caserma” e questo perché, come riconosciuto da Leonardo Bianchi che se n’è occupato durante il conflitto mondiale, non rimanda a «una malattia a sé, è un sintomo secondario»419. In altre parole, il sintagma clinico di “confusione mentale” svolge la funzione di un vero e proprio simulacro che identifica un certo numero di sintomi, lasciando sullo sfondo le cause. Come sottolinea Leonardo Bianchi: «la dissociazione, la incoerenza,
le impulsioni illogiche dei dementi acuti»420 altro non sono che «formazioni paranoidi secondarie».
L’utilizzo di un sintomo elevato al rango diagnosi può essere spiegato come un tentativo di non prendere parola sulle cause e l’origine della condizione patologica. Come vedremo questa politica diagnostica ha una sua ragion d’essere se correlata con il proposito di evitare contrasti e frizioni con le autorità militari, fermamente contrarie al riconoscimento della natura patogena della vita in caserma.
Nel 1912 i soldati ricoverati sono 7, tra le loro diagnosi riscontriamo: un “evitamento psicomotorio da alcolismo”421, un “evitamento maniaco”422, due “confusioni allucinatorie”423, una
“demenza precoce”424, una condizione non diagnosticata425 e un «non di competenza
manicomiale»426. A parte le due diagnosi di “confusione allucinatoria” che vanno nella direzione indicata, abbastanza interessante è la “frenosi alcolica”, diagnosi che vede il soldato colpito accomunato ad altri 37 internati (28 uomini e 9 donne), indice di una pratica collettiva fortemente radicata negli usi del territorio e, più in generale – come vedremo – del mondo contadino. L’abuso di alcool nelle caserme, invece, risultava essere una delle strategie più semplici e diffuse per sopportare lo stile di vita e gli abusi correlati; i medici, anche sulla base dello stigma morale che pesava sull’identità di “bevitore”, tendevano a ricollegare l’abitudine a una condizione di “degenerazione” familiare, solitamente verificata in sede di anamnesi.
Nel 1913 i soldati ricoverati sono 8 e la maggior parte di essi vengono internati con la diagnosi di «accesso confusionale»427, ad ulteriore dimostrazione che i sintomi presentati dai soldati più di
414 ASONR, Archivio sanitario, cat.9 - classe 2. c.c. matr. n. 8034. 415 ASONR, Archivio sanitario, cat.9 - classe 2. c.c. matr. n. 8165 e 8226. 416 ASONR, Archivio sanitario, cat.9 - classe 2. c.c. matr. n. 8179. 417 ASONR, Archivio sanitario, cat.9 - classe 2. c.c. matr. n. 8188. 418 ASONR, Archivio sanitario, cat.9 - classe 2. c.c. matr. n. 8205. 419 Cfr. L. Bianchi, Trattato di psichiatria…cit., p. 583.
420 Ibidem.
421 ASONR, Archivio sanitario, cat.9 - classe 2. c.c. matr. n. 8336. 422 ASONR, Archivio sanitario, cat.9 - classe 2. c.c. matr. n. 8357. 423 ASONR, Archivio sanitario, cat.9 - classe 2. c.c. matr. n.: 8375 e 8550. 424 ASONR, Archivio sanitario, cat.9 - classe 2. c.c. matr. n. 8397. 425 ASONR, Archivio sanitario, cat.9 - classe 2. c.c. matr. n. 8458. 426 ASONR, Archivio sanitario, cat.9 - classe 2. c.c. matr. n. 8515.
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frequente riguardano i disordini sensoriali, quasi sempre accompagnati da agitazioni psicomotorie. Per il resto c’è un caso di «lipemania»428, e due di «demenza precoce»429. Di questi ultimi due uno muore nel corso dell’internamento a causa di una sopraggiunta tubercolosi polmonare430, il secondo, originario di Mazara del Vallo, viene trasferito presso il manicomio di Palermo, competente territorialmente, dopo il periodo di osservazione431. Entrambi i casi colpiscono sia per la durata dell’internamento – in un caso il soldato muore nel 1923 in manicomio –, sia perché la diagnosi di «demenza precoce», tra i soldati, è più frequente di quanto ci si potrebbe aspettare. Viene inserita nel gruppo delle “demenze primitive” che, nel 1913, riguardano 245 internati, l’insieme più consistente dell’annata. La “demenza precoce” era ritenuta al tempo contigua alle patologie con «inizio allucinatorio acuto evidentissimo»432, tanto che il già citato Leonardo Bianchi, affrontandola, pone una serie di questioni che riguarda la sua eziologia, le cause, i sintomi che gli sono connaturati, concludendo che «la discussione che facciamo intorno a questo gruppo di malattie, non è oziosa, e non è una semplice questione di parole. […] Questa quistione ha la sua importanza per la patologia, e per la tendenza alla localizzazione dei fenomeni psichici. […] Tali sindromi, per quanto variano, somigliano in tutto agli stati consecutivi agli attacchi acuti di frenosi sensoria433. La differenza più evidente rispetto al gruppo delle patologie allucinatorie riguarda l’insorgenza in giovane età e anche per questo, quando veniva diagnosticata ai militari, spesso era correlata a tare degenerative familiari che rendevano la guarigione particolarmente difficile e l’esito sfavorevole. L’internamento per lunghi periodi, il trasferimento nei manicomi di riferimento e il provvedimento di riforma dal servizio militare, era sovente il destino che riguardava questi soldati. Per loro, più che per altre categorie di militari, valeva quanto sostenuto più in generale da Placido Consiglio con l’affermazione di «zona grigia della possibilità anormale»434. Questi soggetti, essendo costitutivamente malati, venivano ritenuti biologicamente incompleti e, dunque, inadattabili alla vita militare e ai doveri da questa richiesti. Il recupero sociale era considerato difficile, se non impossibile, e per questo la riforma e l’internamento molto frequenti.
Nel 1914 i soldati ricoverati sono 5, tra di loro due vengono riconosciuti «non alienati»435 e uno
«non di competenza manicomiale»436; entrambe le diciture troveranno larghissimo uso durante la
guerra, quando si cercherà di rispedire al fronte quanta più gente possibile. C’è poi un caso di «confusione allucinatoria»437 e un «accesso lipemaniaco da alcolismo»438. Per quello che riguarda la situazione generale non ci sono novità rilevanti, con il gruppo delle “demenze primitive” (257 casi) e delle “psicosi periodiche” (197 casi) a rappresentare le maggiori cause di internamento in un contesto che letteralmente “scoppia” visto che i ricoverati presenti al 30 Giugno 1914 ammontano alla cifra di 967, un numero che la direzione sanitaria, ancora a guerra iniziata, così commenta: «E’ da augurarsi che questo forte aumento di popolazione costituisca un fatto isolato, di carattere transitorio; diversamente le previsioni sul progressivo aumento dei ricoverati acquisterebbero un
significato grave ed inquietante»439. Lo sviluppo degli avvenimenti avrebbe palesato proprio quella
dimensione «grave e inquietante» che la direzione sanitaria tanto temeva e che ancora nel 1914 era difficile immaginare.
428 ASONR, Archivio sanitario, cat.9 - classe 2. c.c. matr. n. 8681. 429 ASONR, Archivio sanitario, cat.9 - classe 2. c.c. matr. n.: 8747 e 8819.
430 ASONR, Archivio sanitario, cat.9 - classe 2. c.c. matr. n. 8747, decesso avvenuto il 22/02/1923. 431 ASONR, Archivio sanitario, cat.9 - classe 2. c.c. matr. n. 8819, trasferito il 6 Luglio 1914. 432 Cfr. L. Bianchi, Trattato di psichiatria…cit., p. 559.
433 Ivi, pp. 559-563.
434 Cfr. P. Consiglio, Studi di psichiatria militare in RSF, 1912, p. 370 435 ASONR, Archivio sanitario, cat.9 - classe 2. c.c. matr. n.: 9106 e 9141. 436 ASONR, Archivio sanitario, cat.9 - classe 2. c.c. matr. n. 9140. 437 ASONR, Archivio sanitario, cat.9 - classe 2. c.c. matr. n. 8875. 438 ASONR, Archivio sanitario, cat.9 - classe 2. c.c. matr. n. 8938.
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Capitolo IV.
Storia di soldati alienati nel manicomio prima della Grande Guerra
Esiste, in altri termini, nella massa degli individui che la mobilitazione ha chiamato sotto le armi,
una gradazione infinita di predisposizioni, di squilibri più o meno latenti, di psicosi anche già superate in passato e soggette tanto a riacutizzarsi sotto cause non belliche.
A. Morselli, Il reparto neuro-psichiatrico dell’ospedale
da campo di 100 letti 032 (III Armata), 1915.