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Le nozioni di “esperto”, “inferenza tecnica” e “concetto tecnico”

CAPITOLO II: TESTIMONI ED ESPERTI

3. Due tipi di deferenza epistemica

3.5. Le nozioni di “esperto”, “inferenza tecnica” e “concetto tecnico”

Utilizzerò qui le locuzioni “esperto” e “inferenza tecnica” con significati strettamente correlati: l’una è definita mediante l’altra. Le considerazioni che in questo lavoro riferirò agli “esperti” credo possano essere estese a tutte le figure operanti nel diritto positivo che siano riconducibili a questa definizione:

gli esperti sono persone in grado di compiere inferenze che il giudice o le parti non sono in grado di compiere (inferenze tecniche) e che in virtù di questo assumono un ruolo all’interno del processo127.

All’interno di questa generica definizione rientrano figure processuali di vario tipo, variamente classificate negli ordinamenti giuridici: consulenti tecnici del giudice, delle parti, periti, expert witnesses, amici curiae o addirittura membri specializzati di alcuni collegi giudicanti (si pensi ad esempio ai giudici non togati, esperti in psicologia infantile o psichiatria pediatrica, che in Italia operano nei collegi giudicanti competenti in materia di reati commessi da minorenni).

I sociologi della scienza Collins ed Evans sottolineano che quando si tenta di definire l’expertise è fondamentale fare una distinzione concettuale: quella tra una nozione relazionale e una nozione reale di expertise:

Gli approcci relazionali considerano l’expertise come un fatto riguardante la relazione degli esperti con gli altri. L’idea che l’expertise sia solo un’“attribuzione” – l’assegnazione spesso retroattiva di un’etichetta – è un esempio di teoria relazionale. L’approccio realista […] è diverso. Muove dall’idea che l’expertise sia il possesso reale ed effettivo di un gruppo di esperti e che gli individui acquisiscano reale ed effettiva expertise attraverso la loro appartenenza a tali gruppi. […] L’acquisizione di expertise […] è più dell’attribuzione di una qualifica da parte di un gruppo sociale, anche se l’acquisizione dell’expertise è un processo sociale.[…] Degli individui possono possedere expertise o meno indipendentemente dal fatto di essere riconosciuti dagli altri come esperti. Per fare un esempio, in Francia tutti parlano francese, anche i bambini piccoli e questa non è considerata una forma di expertise. Al contrario in Gran Bretagna una persona che parla correntemente in francese è considerata esperta e può, per esempio, ottenere una

127 A prima vista, potrebbe sembrare che gli esperti di alcune particolari discipline non possano essere fatti rientrare in

questa definizione: in particolare, il caso dello storico sembrerebbe offrire un buon controesempio. Lo storico sembrerebbe essere un esperto solo in virtù della sua conoscenza di fatti particolari: i particolari eventi storici appresi nel corso della sua formazione. Questa obiezione però si fonda su una concezione falsata della scienza storica, ridotta a una mera elencazione acritica di fatti. In realtà, la ragione per cui attribuiamo anche agli storici la qualità di esperti è la loro capacità di vagliare criticamente le fonti storiche e interpretare e classificare gli eventi di un certo periodo in modo sistematico e significativo. Di questo abbiamo conferma se osserviamo la funzione giocata dalla deposizione degli storici nel ragionamento probatorio quando sono chiamati a operare come periti in concrete vicende giudiziarie. Di fatto, anche il perito storico ha un ruolo nel processo in virtù della sua conoscenza di proposizioni del tipo “Per ogni x, se x ha la

proprietà f, allora x ha la proprietà y”. Nel noto processo a carico di Erich Priebke per esempio “per escludere

l’operatività dello stato di necessità, disciplinato dall’art. 54 c.p., i giudici fanno propria la massima d’esperienza che [gli storici] Pezzino e Gentile forniscono loro, secondo la quale non risulta provato neppure un caso di uccisione di soldati nazisti che si fossero rifiutati di eseguire gli ordini” [Rosoni, 2009, p. 191]. L’autorità epistemica dello storico viene utilizzata per argomentare la fondatezza del giudizio generale per cui “Per ogni x, se x è un ufficiale delle S.S. operante della Germania del Terzo Reich, è improbabile che x venga giustiziato per non avere eseguito un ordine”.

retribuzione per lavorare come interprete o traduttore. Nell’analisi realista/sostanziale dell’expertise, invece, il livello di expertise nella padronanza di una lingua è costante indipendentemente dal paese in cui si parla la lingua [Collins ed Evans, 2007, pp. 2-3, traduzione mia128]

Quella che qui ho adottato è una definizione che compenetra un elemento relazionale e uno reale. Parlo di esperti per indicare coloro che sono considerati tali nell’ambito del processo. D’altro canto, è parte della nozione di esperto per come l’abbiamo definita il fatto che essa si fondi su un dato reale: l’effettiva capacità dell’esperto di compiere inferenze corrette, che i soggetti deferenti non sono in grado di compiere, quelle che abbiamo chiamato “inferenze tecniche”.

Un elemento importante delle inferenze tecniche degli esperti, su cui torneremo nei capitoli seguenti, sta nel fatto che, normalmente, esse non sono esprimibili servendosi di termini laici: la loro formulazione richiede termini particolari assenti nel lessico delle persone comuni, o associati nel lessico delle persone comuni a concetti diversi e non specialistici. Nella regola “per ogni x, se x ha la proprietà f, allora x ha la proprietà y”, normalmente, o la proprietà f o la proprietà y, o entrambe, sono espresse con termini tecnici e associate a concetti che nel linguaggio delle persone comuni non hanno nome. In altre parole, normalmente, solo in virtù della loro capacità di sussumere determinati fenomeni in categorie specialistiche, in particolari concetti tecnici, gli esperti sono in grado di formulare inferenze tecniche. Se l’entomologa C non avesse posseduto il concetto di calliphora vomitoria, non sarebbe stata in grado di dire alcunché circa le larve presenti nel cadavere di Chiara né sul tempo del decesso. Se il medico non fosse stato in grado di sussumere la condizione del paziente nel concetto tecnico di “artrite”, difficilmente sarebbe riuscito a dire alcunché di rilevante

128 Testo originale:

“Relational approaches take expertise to be a matter of experts’ relations with others. The notion that expertise is only an “attribution”—the, often retrospective, assignment of a label—is an example of a relational theory. The realist approach […] is different. It starts from the view that expertise is the real and substantive possession of groups of experts and that individuals acquire real and substantive expertise through their membership of those groups. […] Acquiring expertise is […] more than attribution by a social group even though acquiring it is a social process […]. [I]ndividuals may or may not possess expertise independently of whether others think they possess expertise. To give a simple example, in France everyone can speak French, “even the little children,” and it is not thought of as an expertise. On the other hand, in Britain a person who is fluent in French is thought of as an expert and can, for example, command a salary as a translator or teacher. It’s the opposite way round in France, where it is speaking English that counts as the useful expertise. In a purely relational theory the expertise involved in speaking French and English is no more nor less than that attributed to speakers of the languages in their respective countries. In a realist/substantive analysis, on the other hand, the degree of expertise in speaking a language remains the same in whichever country the language is spoken”.

sul suo stato di salute. E così via. In altre parole, la capacità degli esperti di formulare particolari inferenze è spesso inseparabile dalla loro capacità di organizzare concettualmente e linguisticamente il mondo in un determinato modo129.

Ciò spiega una caratteristica tipica del linguaggio degli esperti: la sua incomprensibilità. Mentre nel linguaggio comune il criterio di adeguatezza che ci porta a qualificare un determinato oggetto come rientrante nel dominio concettuale assegnato a un determinato termine è prevalentemente sociolinguistico (ci preme adottare la definizione condivisa di un termine perché le persone ci comprendano quando utilizziamo quel termine), nel linguaggio tecnico il criterio di adeguatezza è l’utilità del concetto associato al termine nella formulazione di inferenze tecniche valide (all’esperto preme adottare la definizione del termine tecnico che renda vera la regola inferenziale impiegata). L’uso corretto di un termine in un dominio tecnico è un problema che trascende quello del suo significato corrente. Per esempio, che una determinata definizione di calliphora vomitoria sia corretta non dipende da una mera convenzione tra i biologi, ma dal fatto che tale definizione rispetta criteri che consentono di trarre informazioni utili sui singoli esemplari che rientrano in essa, tra cui per esempio l’informazione circa la durata del loro ciclo di sviluppo impiegata dall’entomologa nell’esempio che abbiamo discusso130.

Il carattere tecnico del linguaggio degli esperti è un aspetto di cruciale importanza. Dobbiamo tenerlo presente quando ci proponiamo di determinare quale sia il grado di comprensione di una perizia che il giudice deve raggiungere per fondare su di essa il proprio convincimento. La ragione per cui dipendiamo dagli esperti (la loro capacità di fare inferenze tecniche, che noi non siamo in grado di fare) è causalmente correlata con la ragione per cui molte volte non siamo in grado di comprendere

129 Sono immaginabili casi di inferenze tecniche che operino in assenza di concetti tecnici? Non sono comuni ma sono

possibili. Pensiamo al caso di uno storico della letteratura chiamato a verificare l’autenticità di un diario del poeta Carlo Porta. L’inferenza la cui conoscenza qualifica l’esperto come tale potrebbe essere di questo tenore:

Se uno scritto contiene l’espressione X tipica del dialetto milanese del settecento e in particolare del lessico famigliare di Carlo Porta, allora è probabile che sia stato scritto da Carlo Porta.

In questo diario ricorre l’espressione X.

Allora è probabile che il diario sia stato scritto da Carlo Porta.

130 Nell’ambito della classificazione binomiale degli esseri viventi in biologia, si ritiene che le partizioni concettuali in

gruppi tassonomici debbano essere compiute secondo un albero filogenetico, ossia un diagramma che espliciti le relazioni di discendenza comune tra di essi. Ciò perché è noto che le caratteristiche studiate dalla biologia si tramandano geneticamente e quindi una classificazione basata su questo tipo di relazioni consente una più razionale organizzazione delle informazioni e attribuisce ai termini un maggior potere esplicativo.

le loro parole (in particolare, il loro uso di termini associati a concetti tecnici). Se vogliamo beneficiare delle competenze degli esperti, senza sopportare gli oneri (epistemici, temporali, economici…) necessari per diventare a nostra volta esperti, dobbiamo rassegnarci ad accettare come corretti dei ragionamenti che noi stessi non siamo in grado, non solo di compiere in modo autonomo, ma nemmeno di comprendere esattamente131.

Prendiamo l’inferenza compiuta dall’entomologa, che come abbiamo visto può essere schematizzata nel seguente sillogismo.

Se in un cadavere umano si sono sviluppate larve di calliphora vomitoria, allora significa che probabilmente il soggetto è deceduto da una settimana.

Nel cadavere di Chiara si sono sviluppate larve di calliphora vomitoria. Probabilmente Chiara è morta almeno da una settimana.

Il fatto che il giudice abbia bisogno dell’esperto per ricavare l’informazione che figura nella conclusione del sillogismo è strettamente correlato al fatto che il giudice non possiede il concetto di calliphora vomitoria con cui è rappresentato il termine medio e pertanto non è in grado di acquisire il contenuto proposizionale associato agli enunciati che costituiscono le premesse maggiore e minore. L’esperto dunque può sostituire il giudice nel compimento di inferenze che il giudice non solo non è in grado di compiere in modo autonomo ma nemmeno, di regola, di comprendere. Certo il giudice potrebbe sospendere il processo per fare un corso accelerato di entomologia per apprendere a distinguere in modo autonomo la calliphora vomitoria dalla chrysomya megacephala e acquisire una conoscenza critica della letteratura rilevante circa la durata dello stadio larvale dei ditteri. Ma se il legislatore processuale ammettesse tutto questo ciò chiaramente rappresenterebbe una allocazione irrazionale di risorse.

131 Alcune interessanti considerazioni sull’uso di termini incomprensibili da parte del teste esperto nel corso dell’esame

4. La rilevanza giuridica come limite alla deferenza del giudice