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Nei primi mesi del 2011 gli indicatori finanziari continuato a rivelare segnali sempre più allarmanti, si diffonde così tra gli esecutivi europei la volontà di assumere dei provvedimenti che possano «rassicurare i mercati circa la solvibilità dei debiti sovrani»268. Alla luce di tali premesse i capi di Stato e di governo della

zona euro, riunitisi il 24 e 25 marzo 2011, hanno adottato il "Patto per l'euro" (atto che viene poi fatto proprio dal Consiglio europeo del 20 aprile 2011 con il nome di

Patto Euro Plus269).

Le finalità generali del provvedimento sono «consolidare il pilastro economico dell'unione monetaria, fare un salto di qualità nel coordinamento delle

266 L'intervallo di tempo riservato alle Camere per la discussione è stato considerato eccessivamente

ridotto, come osservato da G.RIVOSECCHI,ult. op. cit., p. 9.

267 G.RIZZONI,ult. op. cit., p. 10. Apprezzamento viene espresso anche per il coinvolgimento della

Conferenza permanente per il coordinamento della finanza pubblica, chiamata ad esprime un parere sul DEF e sulla nota di aggiornamento. La condivisibilità di queste affermazioni sarà trattata nella parte conclusiva di questo lavoro.

268 Così F. CORONIDI, La costituzionalizzazione dei vincoli di bilancio prima e dopo il patto

Europlus, in federalismi.it, 5/2012, p. 2.

269 Al patto, pur non facendo parte dell'Unione Monetaria, aderiscono anche Bulgaria, Danimarca,

Celestino Carlo Locci, Governance economica europea e decisione di bilancio, Dottorato in Scienze Giuridiche, Università degli Studi di Sassari

77 politiche economiche nella zona euro, migliorare la competitività e, quindi, aumentare il livello di convergenza»270. Esse, inoltre, vengono ulteriormente

declinate in degli obiettivi più specifici.

In primo luogo i paesi membri vengono chiamati a stimolare la competitività per garantire la crescita europea consentendo, nel medio-lungo periodo, la salvaguardia dello stato sociale e l'aumento del reddito dei cittadini271. A tal fine

(quasi paradossalmente) si suggeriscono interventi sugli accordi salariali, sia nel settore pubblico che in quello privato. Per quanto riguarda, invece, l'incentivo all'occupazione si prevede, tra l'altro, che le azioni di riforma siano indirizzate verso la realizzazione del modello della "flessicurezza".

Inoltre il Patto, al fine di garantire una maggiore stabilità finanziaria, prevede, tra l'altro, l'introduzione di una specifica disciplina per il settore bancario e l'attuazione di stress test nei confronti delle banche.

Infine, per migliorare la sostenibilità delle finanze pubbliche, si prescrive ai paesi membri di prestare «la massima attenzione» circa «sostenibilità di pensioni, assistenza sanitaria e prestazioni sociali»272. Ma vi è di più. Con la sottoscrizione

dell'accordo, infatti, i partecipanti si impegnano a riformare le proprie regole di bilancio recependo, nel diritto interno, le regole del Patto di stabilità273. Nel fare

questo i legislatori nazionali vengono lasciati liberi di individuare la formula e lo strumento al quale ricorrere purché sia garantito il rispetto delle regole contabili in tutti i livelli di governo. Inoltre, ferme le prerogative parlamentari, è previsto che tale processo possa svolgersi con l'ausilio della Commissione, la quale appunto potrà essere consultata per l'individuazione delle disposizioni da adottare. Inoltre, i

270 Conclusioni dei Capi di Stato o di governo della zona euro dell'11 marzo 2011, Allegato I, Patto

per l'euro. Un coordinamento più stretto delle politiche economiche per competitività e la convergenza, p. 5.

271 G.NAPOLITANO,La crisi del debito sovrano e il rafforzamento della governance economia

europea, cit., p. 413.

272 Merita di essere messo in luce il fatto che il Patto indichi quali potrebbero essere le misure in

grado di garantire la sostenibilità, ossia l'allineamento del sistema pensionistico alla situazione demografica del paese, limitare il regime di pensionamento anticipato e ricorrere a incentivi per il reinserimento dei lavoratori anziani nel mercato del lavoro.

273 L’Accordo, insomma, richiede la ridefinizione del modello normativo statale in materia di

Celestino Carlo Locci, Governance economica europea e decisione di bilancio, Dottorato in Scienze Giuridiche, Università degli Studi di Sassari

78 sottoscrittori si obbligano a consultarsi reciprocamente prima di promuovere «qualsiasi grande riforma economica», mentre viene affidato ai capi di Stato e governo della zona euro una funzione di «controllo politico» sull'attuazione dell'accordo.

La disciplina ora illustrata ha suscitato particolare attenzione per due motivi.

In primis perché essa incide, dall'esterno, su dei settori di politica nazionale sui

quali l'opinione pubblica ha da sempre dimostrato grande sensibilità; L'altra ragione è che per la prima volta, nel contesto dell'Unione, viene prospetta la trasposizione nell'ordinamento interno delle regole di bilancio proprie del diritto unionale: esso rappresenta quindi una «spinta in avanti»274 verso il processo di revisione

costituzionale che ha interessato alcuni stati europei.

Per concludere sul punto non si può fare a meno di notare che per quanto il Patto Euro Plus non abbia valore vincolante per gli Stati che lo hanno sottoscritto275,

esso ha comunque un notevole rilievo politico, dalla sua analisi infatti è possibile capire quale sia l'indirizzo, il solco, nel quale matureranno le decisioni di maggior rilievo tanto nell'Unione, quanto negli Stati membri276. Dalla lettura dell’Accordo,

in modo particolare, parrebbe che gli interventi necessari per superare la crisi seguano due direzioni: il contenimento degli interventi di finanza funzionale e l’irrigidimento del framework normativo in materia di bilancio; non sembra quindi azzardato riconoscere nell’impostazione del Patto un’ispirazione “liberista – buchaniana”.

274 L'espressione è di F. CORONIDI, ult. op. cit., p. 3, l'autore inoltre, riferendosi alle riforme

costituzionali in materia, definisce il Patto come una «sorta di base giuridica pattizia».

275 Sul punto si veda A.VITERBO,R.CISOTTA,La crisi del debito sovrano e gli intervernti dell'UE:

dai primi strumenti finanziari al Fiscal Compact, cit., web. Dello stesso avviso G.M.RUOTOLO,La costituzione economica dell'Unione europea al tempo della crisi globale, in Studi integrazione europea, 7/2012, p. 447. L'autore ritiene che il carattere di «intesa meramente politica» dell'accordo

possa ricavarsi dal suo testo, dove appunto si afferma che «ciascun paese conserverà la competenza di scegliere gli interventi politici specifici che si riveleranno necessari per conseguire gli obiettivi comuni» e sarà responsabile «del controllo politico sui progressi verso la realizzazione degli obiettivi comuni».

276 Nella letteratura il Patto Euro Plus è stato infatti collocato tra le decisioni che hanno caratterizzato

il processo di riforma della governance economica europea, si veda W.CERFEDA,La dis-Unione Europea e il Patto Euro Plus, in Sociol. dir., 3/2011, p. 89.

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5. La riforma del Patto di stabilità e crescita.