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L A S TRUTTURA G IURIDICO – I STITUZIONALE DELLE F ORZE A RMATE I RACHENE

3. L’esercito iracheno

3.3 Possibili prospettive future dell’esercito iracheno

In seguito alla disfatta militare dell’esercito iracheno contro Dāʿesh, è stata avviata l’operazione multinazionale “Inherent Resolve”, finalizzata allo sradicamento territoriale del gruppo terrorista di matrice jihadista e all’addestramento delle forze armate irachene, in particolare dei Peshmerga del Kurdistan iracheno. L’intervento della coalizione internazionale ha, quindi, riportato gli Stati Uniti sul territorio iracheno, dove stanno operando, congiuntamente alle forze dei vari Paesi che aderiscono alla Coalizione, ai sensi dell’art. 51 della Carta delle Nazioni Unite, nonché delle Risoluzioni n. 2170 (2014) del 15 agosto 2014 e n. 2178 (2014) del 27 settembre 2014, sulla base della richiesta di soccorso presentata in data 20 settembre 2014 dal Rappresentante Permanente dell’Iraq presso l’Onu al Presidente del Consiglio di Sicurezza. Tuttavia, è lecito domandarsi quali prospettive future possa avere l’esercito regolare iracheno. A tal proposito, è bene sottolineare che l’Iraq deve continuare a rafforzare le istituzioni di cui già dispone, infatti il

82 Ibidem.

83 A partire dal mese di giugno del 2014, è stata avviata in Iraq e Siria un’operazione militare a guida statunitense,

denominata “Inherent Resolve”, con lo scopo di combattere il terrorismo jihadista di Dāʿesh infiltratosi in quei territori. La coalizione multinazionale annovera settantanove Paesi e cinque Organizzazioni Internazionali, tra cui figura anche l’Italia che contribuisce, dal 14 ottobre 2014, con l’operazione Prima Parthica. In particolare, secondo i dati forniti dal Ministero della Difesa nel mese di maggio del 2019, del contingente militare italiano coinvolto nella missione Prima Parthica, sono circa 500 i soldati impegnati, in Iraq, nella conduzione e nel proseguimento delle attività addestrative delle Forze di sicurezza Peshmerga al servizio del Governo Regionale curdo a Erbil, così come delle Forze speciali irachene nell’area di Baghdad. Il valore aggiunto della missione italiana è rinvenibile nella natura poliedrica delle operazioni di addestramento fino ad ora condotte, con le quali non ci si è semplicemente posti l’obiettivo di addestrare i soldati locali al fine di rafforzare la loro capacità militare nella guerra contro Dāʿesh, ma ci si è posti anche il problema del post – riconquista, addestrando quindi gli agenti della Iraqi Federal Police destinati ad operare nei territori liberati, affinché non si incorra nel pericoloso vuoto di potere che, generalmente, segue la fase dei combattimenti e che costituisce, tuttavia, terreno fertile per la riorganizzazione dei gruppi terroristici. Maggiori informazioni reperibili al link: http://www.esercito.difesa.it/operazioni/operazioni_oltremare/Pagine/Iraq-Operazione-Prima-Parthica.aspx.

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Ministero della Difesa è l’istituzione giusta per gestire le forze armate del Paese, mentre il Ministero dell’Interno è adatto per il coordinamento delle forze di polizia: entrambe le istituzioni dovrebbero poi disporre di forze di riserva, che sarebbero smobilitate durante periodi di crisi e in tempo di guerra, come avviene in buona parte degli altri Stati nel mondo.84

3.3.1 La necessità di una rinnovata leadership politica e militare

Al centro di tutte le debolezze delle forze di sicurezza irachene vi è il fallimento collettivo della leadership militare e della conduzione della SSR da parte degli Stati Uniti, considerata incompleta e mancante di importanti requisiti. In particolare, i capi politici iracheni hanno fallito, insieme ai loro omologhi statunitensi, nella conduzione di una graduale riduzione del sostegno militare degli Stati Uniti all’apparato di difesa e sicurezza iracheno, che all’epoca era stato solo parzialmente completato. A ciò, si sono poi aggiunte le pratiche di corruzione, avallate ed incoraggiate dagli stessi politici iracheni, i quali hanno permesso nomine di alto comando nonostante si trattasse di candidati considerati inqualificabili. È evidente che qualunque sforzo di rimodulazione della SSR non può prescindere da un rinnovamento, soprattutto in termini morali ed etici, della leadership politica e militare dell’Iraq: è necessario un gruppo dirigente forte ed intelligente, capace di collaborare con i partner internazionali in materia di sicurezza, ma in grado anche di porsi alla guida di un processo di risanamento della struttura militare del Paese.85

Dunque, è auspicabile un lavoro congiunto per la promozione di vere riforme anticorruzione e l’applicazione uniforme e corretta delle leggi in ambito militare, ma soprattutto ciò deve avvenire nel quadro istituzionale già esistente, rifuggendo quindi dalle pressioni esercitate per la creazione di nuove istituzioni, le quali comporterebbero un inutile spreco di denaro e di energie. La guerra contro Dāʿesh, pur essendosi esaurita dal punto di vista del controllo territoriale, non è ancora data totalmente per vinta e, anzi, andrebbe combattuta in modo tale da sostenere anche la riconciliazione nazionale, ricorrendo a strumenti come il decentramento del processo decisionale e il reclutamento di forze di sicurezza locali. L’Iraq è quindi a un bivio: da un lato, può scegliere di intraprendere un percorso di rinnovamento interno, al fine di condurre il Paese sotto la guida di persone ed autorità qualificate e responsabili; mentre, dall’altro lato, può optare per il mantenimento dello status quo, contribuendo ulteriormente all’opera di deterioramento della stabilità politica dell’Iraq, nonché del disfacimento della sua unità nazionale.86

84 KNIGHTS M., op. cit., p. 37. 85 Ibidem.

161 3.3.2 La riforma dei ministeri e delle istituzioni per la sicurezza civile

Dall’analisi della Costituzione dell’Iraq del 2005 e della normativa in materia di forze armate era emerso di frequente il principio del controllo civile, al quale sarebbero sottoposte le forze armate del Paese. Dal punto di vista strutturale, è necessario che le riforme attraversino dapprima l’impianto istituzionale del settore della sicurezza, a partire dal Consiglio per la Sicurezza Nazionale87, il quale deve essere indirizzato verso la formulazione di strategie più aggiornate, che prevedano un aumento della capacità di deterrenza dell’Iraq da minacce e conflitti a media intensità alla contro insurrezione nei confronti di attori più grandi. Il Comitato parlamentare per la sicurezza e la difesa, congiuntamente ai consigli equivalenti disposti nelle province, deve svolgere un ruolo di supervisione rafforzato, il tutto inserito in una più ampia operazione di monitoraggio dei bilanci in materia di sicurezza. L’aspetto più importante, dal quale non è possibile prescindere, è che i ministeri e le istituzioni competenti devono essere riformati e rafforzati nelle loro competenze prima che le riforme siano estese anche alle forze armate, le quali non potranno mai operare efficacemente senza un rinnovamento ai vertici della struttura.88

Il sistema ministeriale iracheno è stato frettolosamente costruito e, poi, lasciato libero dal controllo e dal sostegno degli Stati Uniti in una fase considerata ancora troppo precoce. Su tutto ciò grava poi la stessa organizzazione interna, contrassegnata da un processo decisionale eccessivamente centralizzato, che ricorre alla firma del Ministro anche per questioni di minore rilevanza, fino alle stesse procedure ministeriali, ancora prevalentemente cartacee e non informatizzate, comprendenti però ogni aspetto dell’organizzazione di difesa, dalla pianificazione all’impostazione del budget, dall’esecuzione al supporto degli appaltatori, fino ai vari obblighi di ispezione. Così come è stato per la gerarchia militare, anche negli ambiti civili e ministeriali il favoritismo politico e il clientelismo hanno portato alla nomina di esponenti con scarse qualità, motivo per cui sarebbe necessaria un’importante riqualificazione di tutto il personale.89

I sistemi ministeriali per la pianificazione, la programmazione e il bilancio sono quelli che richiedono maggiore attenzione. Infatti, dopo il ritiro delle truppe statunitensi, è cessato il finanziamento diretto e l’amministrazione dei settori della difesa armata irachena da parte di Washington, elemento che ha portato ad una notevole riduzione dei progetti di investimento e

87 Il Consiglio per la Sicurezza Nazionale (National Security Advisory), istituito nel 2004, è un organo incaricato di

coordinare le diverse strategie in materia di sicurezza nazionale dell’Iraq, intelligence e politica estera. La legge istitutiva è da rinvenire, anche in questo caso, in una delle disposizioni (orders) emanate dall’Autorità Provvisoria della Coalizione, nello specifico la n. 68 del 4 aprile 2004. L’organo, guidato dal Primo ministro, include tra i suoi membri i Ministri della difesa, interni, affari esteri, giustizia e finanza: lo scopo, si dichiara, è quello di sviluppare strategie per la sicurezza nazionale quanto più ampie e complete, affinché sia raggiunta l’unita di politiche e strategie tali da condurre l’Iraq e il suo popolo verso la stabilità e la prosperità. CPA Order n. 68, 4 aprile 2004. Maggiori informazioni reperibili al link: https://www.nsa.gov.iq/.

88 KNIGHTS M., op. cit., p. 38. 89 Ibidem, p. 39.

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sviluppo. I ministeri iracheni non sono mai riusciti a adottare veri e propri piani di spesa pluriennali, capaci di sviluppare forze militari efficaci, e pertanto, alla luce di ciò, l’Iraq avrebbe bisogno di un organo in grado di sviluppare un piano di 3-5 anni per l’approvvigionamento, la spesa e il mantenimento delle forze armate irachene. Inizialmente, questo sforzo può includere un ampio sostegno internazionale, tramite il coinvolgimento di Stati partner.90 Nei precedenti paragrafi ci si è riferiti alla struttura militare irachena come ad una piramide rovesciata, ma, affinché la SSR sia condotta con successo, è necessario che ci si focalizzi dapprima sui livelli di comando più alti, poiché sono quelli più intaccati dalla corruzione: un buon funzionamento del vertice militare è necessario per la buona riuscita delle operazioni che sono poi condotte dai ranghi medio – bassi dell’apparato di difesa.