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L A S TRUTTURA G IURIDICO – I STITUZIONALE DELLE F ORZE A RMATE I RACHENE

4. Il Servizio antiterrorismo iracheno

4.2 Lo sviluppo del CTS

I leader statunitensi volevano che l’ISOF fosse un’organizzazione autosufficiente e con una struttura di comando che la collegasse, in parte, ai ministeri iracheni: l’intento era quello di puntare al mantenimento della struttura, cosicché l’Iraq potesse continuare a contare sul suo operato anche in seguito alla partenza degli Stati Uniti. Successivamente rinominato Counter Terrorism Service (CTS), l’organo sarebbe stato separato dai ministeri iracheni, come nel caso del Ministero della Difesa o dell’Interno, dovendo svolgere un ruolo di consulenza diretta per il Primo ministro in materia di antiterrorismo e relative politiche. Tuttavia, l’originale disegno immaginato da Washington è poi mutato tra il 2006 – 07, in seguito all’emissione di alcuni ordini esecutivi, da parte dell’allora Primo ministro, Nūrī al-Mālikī, che posero il CTS al di sotto del Capo del governo rendendolo, dunque, un’organizzazione di livello quasi – ministeriale. Le ragioni che spinsero all’adozione di questa decisione sono, ancora oggi, poco chiare, certo è che sollevarono numerose critiche: in particolare, emerse una forte opposizione in seno al Ministero della Difesa e al Parlamento iracheno, laddove si ritenne che il CTS così strutturato avrebbe attribuito troppo potere al Primo ministro, il quale stava forse pensando alla costruzione di una forza per attaccare i suoi rivali politici. In risposta alle numerose critiche, nonché nel tentativo di dare maggiore legittimità al CTS, l’ufficio del Primo ministro elaborò una legge, nel settembre del 2007, ai sensi della quale il CTS sarebbe stato codificato come un’organizzazione di livello ministeriale e avente poteri adeguati alla trattazione del delicato dossier dell’antiterrorismo. Successivamente, nel settembre del 2008, il progetto di legge fu presentato al Parlamento senza essere, tuttavia, mai approvato.96

4.2.1 La composizione

Al di là della specifica organizzazione del CTS e dei diversi uffici di cui esso è costituito, un aspetto interessante su cui vale la pena soffermarsi, anche alla luce delle complesse dinamiche che attraversano la società irachena, è la composizione del CTS, che fu inizialmente concepito come un’organizzazione avente un’identità centrale non settaria ma, anzi, rappresentativa

95 Ibidem, p. 8. 96 Ibidem, pp. 10-11.

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proporzionalmente di tutta la società irachena, tanto che, nel settembre 2008, dei 4.160 membri della Brigata ISOF, il 61% erano sciiti, il 24% sunniti e il 12% curdi, con un restante tre percento destinato ad altre minoranze. Ciò nonostante, ex consiglieri hanno affermato che vi siano stati casi di riassegnazioni punitive, in particolare nei confronti di ufficiali che si erano orientati etnicamente, così come nel caso di capi che sono stati sostituiti, senza alcun motivo preciso, da comandanti assegnati, invece, in ragione della loro lealtà al Primo ministro. Inoltre, quest’ultimo ha nominato funzionari CTS di alto livello sulla base dell’affiliazione di partito, oltrepassando l’approvazione del Parlamento ed agendo, in tal modo, in violazione della legge irachena. Quanto detto costituisce un chiaro esempio della corruzione a cui ci si è riferiti di frequente nei precedenti paragrafi e che, come già ribadito, coinvolge l’intero apparato statale dell’Iraq: pertanto, lo stesso CTS, che aveva tentato di rispecchiare le composizioni etniche e confessionali di tutta la società irachena, al fine di impedirne la disgregazione, è rimasto vittima della cultura del nepotismo, minandone in parte l’operato.97

4.2.2 Le controversie in merito al CTS

Fin dalla sua creazione, il CTS ha generato molti malumori sia tra gli iracheni che tra gli attori esterni, e ciò fu dovuto, per lo più, dal suo status di élite e dalle sue capacità operative e di intelligence, tutti elementi che rafforzavano l’enorme potenziale insito nella nuova organizzazione, la quale avrebbe potuto essere impiegata per un uso improprio: alla luce della storia dell’Iraq, vi era una notevole preoccupazione che un Primo ministro autoritario potesse impiegarla contro i suoi rivali politici, ma a ciò si aggiunsero anche dispute e dubbi che attenevano anche agli aspetti legali del CTS. Infatti, i principali oppositori hanno definito illegale il CTS, poiché istituito in assenza dell’approvazione da parte del Parlamento iracheno, tanto che gli stessi membri dell’aula arrivarono a chiedere lo scioglimento del CTS, affermando che non vi era alcuna base per legittimare l’operato di un’organizzazione militare che agiva al di fuori del controllo del Ministero delle Difesa o del Parlamento. Ovviamente, quanti si dichiararono in aperto contrasto con il CTS e le sue attività furono poi accusati di voler sostenere il terrorismo, ma, al di là delle accuse reciproche, è bene sottolineare in questo contesto la complessità e le tensioni che derivano dall’imposizione di un’organizzazione nell’impianto istituzionale di un Paese da parte di attori esterni, in questo caso gli Stati Uniti.98

Indipendentemente dallo status giuridico, il CTS non era regolamentato ed era privo dei tradizionali sistemi di controllo che, in genere, governano la maggior parte delle forze militari: il

97 Ibidem, p. 16. 98 Ibidem, p. 17.

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Parlamento non poteva esercitare alcuna influenza sul CTS ed era poco informato in merito alle attività condotte, risultando responsabile per il suo operato solo il Primo ministro. Il legame con quest’ultimo era tale che molti iracheni erano convinti che si trattasse di una forza messa proprio a disposizione del Capo del governo, alimentando commenti tra i critici che lo definivano “private

army” di al-Mālikī, che lo impiegava per attaccare gli oppositori ed intimidire, in generale, i

sunniti. In particolare, il Primo ministro controllava il CTS attraverso un ufficio che lavorava per lui ed era composto da ufficiali a lui fedeli, i quali condussero talvolta un’agenda marcatamente settaria, prendendo di mira i sunniti e rimuovendo gli ufficiali che agivano contro le milizie sciite. In effetti, nel corso degli anni, il CTS è stato coinvolto in diversi casi di targeting politico, alcuni anche particolarmente controversi e sospetti, tanto che gli Stati Uniti, a fronte del susseguirsi di diversi incidenti, presero in considerazione l’eventualità di bloccare ogni tipo di supporto all’organizzazione.99

4.2.2.1 La posizione statunitense

La forte vicinanza e collaborazione tra il CTS e i consulenti statunitensi, che erano presenti ad ogni livello dell’organizzazione, ha portato gli Stati Uniti a respingere buona parte delle accuse avanzate in merito alle irregolarità insite nel CTS, poiché ritenute false e sostenute da politici ostili. Pertanto, i consiglieri statunitensi hanno sempre sostenuto che l’organizzazione nel suo insieme, e l’ISOF in particolare, fosse altamente professionale ed operasse svincolata da logiche settarie, anche perché la stretta sorveglianza operata da Washington impediva un uso improprio della forza. Tuttavia, questa situazione ha condotto alla strutturazione di un’organizzazione che un critico descrisse come segue: “a deadly, elite, covert unit, fully fitted with American equipment, that would

operate for years under U.S. command and be unaccountable to Iraqi ministries and the normal political process.”. 100

Il ritiro completo delle truppe e dei consiglieri militari statunitensi, avvenuto nel mese di dicembre del 2011, ha condotto ad uno scenario ben diverso rispetto a quello che i capi di entrambe le parti, Iraq e Stati Uniti, avevano prefigurato, tenuto conto del fatto che la speranza era quella di vedere approvato dal Parlamento iracheno un nuovo SOFA, al fine di fornire l’immunità legale per la presenza continua di diecimila militari statunitensi, i quali avrebbero protratto le attività di supporto e di addestramento in favore delle forze armate irachene. Tuttavia, si è detto che i negoziati per un nuovo SOFA fallirono e la partenza di tutti i contingenti statunitensi, così come era stata inizialmente pattuita, rimase inalterata. In effetti, qualora le trattazioni si fossero concluse con

99 Ibidem, pp. 17-18.

100 Tra gli iracheni, l’idea più diffusa era che il CTS e l’unità ISOF fosse un’organizzazione irachena ma, di fatto,

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esito positivo, una delle principali missioni sarebbe stata quella di addestrare ulteriormente il CTS, in modo tale da perfezionare la preparazione tecnica dell’unità speciale nella conduzione delle operazioni antiterrorismo, a maggior ragione alla luce del fatto che nessun’altra forza armata irachena disponeva dei requisiti per questo tipo di attività.101