L A C OSTITUZIONE DELLA R EPUBBLICA D ’I RAQ
1. La fase costituente
1.2 Verso la Costituzione permanente
La CPA rimase alla guida dell’Iraq fino al 24 giugno 2004, giorno in cui si sciolse in seguito all’insediamento di un governo iracheno ad interim e si proseguì, nel processo costituzionale, con le elezioni parlamentari del 30 gennaio 2005 per la composizione dell’Assemblea Nazionale, la quale, secondo le procedure previste dal TAL, avrebbe dovuto predisporre il testo della nuova Costituzione irachena permanente. Una forte criticità che emerse, fin da subito, circa la composizione della nascente assemblea, fu in merito alla quasi totale assenza di delegati arabi sunniti: sebbene la percentuale nazionale dei votanti raggiunse il 58% - mostrando, comunque, la presenza di un 42% dell’elettorato che non si recò alle urne -, in diverse aree, anche a predominanza sunnita, i risultati del ballottaggio furono incredibilmente bassi. Le ragioni di questo risultato sono da rinvenire nella presa di posizione assunta dalla comunità sunnita che, essenzialmente, decise di boicottare le elezioni.14 Ciò, peraltro, confermò i timori che uno studioso americano, Larry Diamond, aveva avanzato nelle settimane che precedettero le elezioni, quando mise in luce le
12 FELDMAN N. E MARTINEZ R., op. cit., p. 896. 13 Ibidem.
14 ISTRABADI F.A., A Constitution Without Constitutionalism: Reflections on Iraq’s Failed Constitutional Process, in
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possibili conseguenze derivanti dell’assenza della rappresentanza sunnita in seno all’Assemblea Nazionale, delineando il rischio di un incremento della polarizzazione politica e della violenza.15
Un primo problema che la commissione costituzionale16 dovette affrontare riguardò le scadenze previste dal TAL, nel quale era stabilita la predisposizione della bozza finale del testo entro il 15 agosto 2005. Tale data generò non poche tensioni, dovute al fatto che il capo della commissione, conscio del notevole ritardo dei lavori di redazione del testo, fece richiesta per un’estensione del termine fissato, iniziativa che per altro trovò il sostegno della stessa Organizzazione delle Nazioni Unite, ma che si scontrò duramente con il volere di Washington, intenzionato ad assicurare il referendum entro la data prevista dal TAL. Quest’ultima posizione trovò, poi, il sostegno delle élite clericali convinte, erroneamente, che una nuova costituzione avrebbe alleviato le tensioni nel Paese e condotto ad un rafforzamento della sicurezza nazionale.17 Conseguentemente, il processo costituzionale non fu esteso ma seguì lo scioglimento della commissione all’inizio di agosto 2005 e a fronte di un’Assemblea Nazionale totalmente impossibilitata ad esprimere le proprie opinioni sul processo fino ad allora condotto o a dibattere circa i contenuti del testo.18 Senza che fosse reso noto a buona parte dell’opinione pubblica, molte delle sezioni più importanti del testo costituzionale furono totalmente revisionate, a porte chiuse, da parte di ufficiali tra i quali vi erano numerosi esponenti appartenenti all’ambasciata americana, il cui ruolo fu talmente controverso da intaccare il principio di sovranità stessa dell’Iraq. Gli iracheni riuscirono, scarsamente, a leggere la bozza della Costituzione preliminarmente, poiché il testo ufficiale venne trasmesso ad un numero ristretto di persone e soltanto ad un mese dalla scadenza referendaria.19
Come previsto dal TAL, il 15 ottobre 2005 si tenne il referendum e la Costituzione fu approvata da quasi l’80% della popolazione irachena20: in particolare, i dati rilevati rivelano che il voto espresso seguì criteri fortemente etnico – religiosi, con le comunità curde e sciite tendenzialmente a favore del testo, a cui si contrapposero i sunniti che quasi unanimemente
15 DIAMOND L., How a Vote Could Derail Democracy, in New York Times, 9 gennaio 2005.
16 In seguito ad un lungo dibattito sulla modalità di conduzione del processo di stesura della costituzione, si optò per la
predisposizione di una commissione costituzionale i cui membri, scelti tra coloro che erano stati eletti nell’Assemblea Nazionale, avrebbero dovuto negoziare e, successivamente, scrivere il testo della nuova costituzione, sebbene ufficialmente solo l’Assemblea avrebbe potuto, in ultima analisi, approvare la bozza che sarebbe poi stata destinata alla prova del referendum. La commissione venne formata solo 10 maggio 2005, in notevole ritardo rispetto alle scadenze previste e disponendo, così, di soli tre mesi per l’intero processo di discussione e stesura del testo.
17 ZAID AL-ALI, op. cit., pp. 86-87.
18 Per meglio comprendere la trasformazione che la bozza costituzionale ha subito nel corso della stesura, si consiglia la
lettura dell’analisi comparata, condotta da Zaid al-Ali, tra il testo redatto dalla commissione costituzionale e quello dell’IGC. ZAID AL-ALI, op. cit., p. 90 e segg.
19 Ibidem, pp. 88-90.
20 l totale dei votanti è stato del 63% degli aventi diritto, andando oltre il 58% raggiunto alle elezioni del 30 gennaio
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votarono contro. Alcuni hanno intravisto, in questo risultato, l’assenza di un reale senso di appartenenza e unione nazionale all’interno del Paese; altri, invece, hanno additato al processo costituzionale stesso, e alle violenze che lo attraversarono, l’incremento del conflitto religioso.21 In effetti, sebbene si supponga che una costituzione sia il risultato di un processo costituente condotto dai rappresentanti eletti direttamente dal popolo, nel caso iracheno si trattò, nella realtà, di un documento finalizzato da un ristretto gruppo di individui autonominati e tramite il ricorso a numerose negoziazioni che si svolsero in segreto e, in ogni caso, al di fuori dell’Assemblea eletta. Il risultato è, dunque, un testo che costituisce il raggiungimento di un accordo raggiunto tra tre principali partiti politici, i quali, pur non essendo rappresentativi del multiforme scenario tribale iracheno, hanno “de-islamizzato” la Costituzione secondo criteri che non rispondevano alle intenzioni di coloro che erano stati eletti a rappresentanza del popolo, prevedendo, inoltre, una forma di Stato federale che poco si concilia con la corrente maggioritaria dell’opinione pubblica.22
2. Il testo costituzionale
La Costituzione della Repubblica d’Iraq del 2005, entrata in vigore in seguito all’esito positivo del referendum, si apre con un Preambolo, notevolmente più breve di quello della Costituzione iraniana, a cui seguono 144 articoli contenuti in sei differenti sezioni.23 Il testo costituzionale iracheno abbraccia principi cardine quali l’Islam, la democrazia, i diritti umani, il pluralismo e, appunto, il federalismo: tutti elementi sui quali le diverse parti, dai partiti di opposizione all’IGC, si trovarono tendenzialmente d’accordo, mentre contribuirono ad alimentare il dibattito politico tutti quegli aspetti determinanti nei meccanismi di funzionamento delle istituzioni.24
2.1 Il Preambolo
La Costituzione irachena si apre con una sezione introduttiva, appunto il Preambolo, che in primo luogo si rivolge a Dio, non discostandosi in questo senso dall’incipit del testo iraniano.25 Seguono poi brevi riferimenti alla storia del Paese, di cui è sottolineata la centralità in quanto luogo
21 Ibidem, p. 90. 22 Ibidem, p. 84.
23 La Costituzione della Repubblica d’Iraq è così suddivisa: Preambolo; Sez. I: I principi fondamentali; Sez. II: Diritti e
libertà; Sez. III: Poteri federali; Sez. IV: Poteri del governo federale; Sez. V: Poteri delle regioni; Sez. VI: Disposizioni finali e transitorie.
24 FELDMAN N. E MARTINEZ R., op. cit., p. 901.
25 La Costituzione d’Iraq si apre con la formula “In the name of God, the Most merciful, the Most compassionate”;
similmente, il testo iraniano recita “In the Name of Allah, the Compassionate, the Merciful”. Costituzione della Repubblica d’Iraq, 2005, Preambolo e Costituzione della Repubblica islamica dell’Iran, 1979 (rev. 1989), Preambolo.
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di origine delle più importanti figure religiose e culturali della storia del mondo, definendo chiaramente la stretta relazione con il territorio tramite l’espressione “We, the people of
Mesopotamia”.26 Il ruolo della religione è maggiormente enfatizzato all’interno del Preambolo che in tutto l’intero testo costituzionale, tanto che si riconosce espressamente la sovranità divina sul popolo27, a cui segue un paragrafo nel quale si ripercorrono i tragici momenti della storia irachena recente, mettendo il luce i caratteri oppressivi del precedente regime autocratico e le conseguenze che ciò ha avuto sulle diverse comunità etniche e confessionali del Paese, alcune delle quali sono state vittime di “tragedies” come nel caso degli sciiti e dei curdi.28
A fronte delle divisioni che hanno attraversato il Paese per così tanti anni, il popolo d’Iraq si dice pronto a creare “the Iraq of the future”, un luogo libero dal razzismo, dalla discriminazione e dall’esclusione, nel quale condurre un progetto unitario che porti al consolidamento di un sistema repubblicano, federale, democratico e pluralista, tale da assicurare il rispetto della “rule of law” e dei principi di giustizia: è quindi necessario apprendere dagli insegnamenti offerti dal passato, purtroppo burrascoso, al fine di plasmare un domani che trovi compimento nella cultura della diversità.29 Infine, è particolarmente interessante, alla luce degli avvenimenti che hanno attraversato e scosso l’Iraq negli ultimi anni, il riferimento esplicito al rifiuto del terrorismo.