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I ‘sabotaggi’ teatrali di Clodio: invasioni ed occupazioni del teatro nel 57 a.C da parte del principale oppositore di Cicerone

IL TEATRO DI GN POMPEO MAGNO E LA TEATRALITÀ DELLA POLITICA NEL SECOLO DELLA RIVOLUZIONE ROMANA

9. Il primo triumvirato

9.5. I ‘sabotaggi’ teatrali di Clodio: invasioni ed occupazioni del teatro nel 57 a.C da parte del principale oppositore di Cicerone

Se fino all’inizio di luglio le manifestazioni della cittadinanza erano sembrate a favore di Cicerone e in aperta ostilità con Clodio, con un’escalation di violenza quest’ultimo raccolse un gran numero di manifestanti durante alcune feste, la prima delle quali fu quella dei Ludi Apollinares del 57, che avrebbero dovuto svolgersi nel Campo Marzio sia in considerazione della disponibilità di spazio, sia della prossimità del tempio di Apollo. A questo proposito è estremamente suggestiva l’ipotesi che le gesta di Clodio si fossero verificate proprio nel teatro di M. Emilio Scauro, eretto nel 58 a.C. e forse sfruttabile ancora per poco, secondo quanto riferisce Plinio: “Durante l’edilità di Marco Scauro si assistette, nel silenzio delle leggi, al trasporto a Roma di 360 colonne per la scena di un teatro provvisorio destinato a durare appena un mese“195. In tali circostanze, presentendo imminente il rientro di Cicerone (che tornò all’inizio agosto dello stesso anno), Clodio fece ricorso a tutte le occasioni possibili per coinvolgere ampi strati sociali attraverso una potente propaganda filo popolare che, con accuse specifiche, mettesse in difficoltà l’immagine dell’avversario prima che questi arrivasse e, soprattutto, prima che allacciasse legami con le voci più autorevoli della corrente di opinione sorta in suo sostegno durante l’esilio.

La sicurezza della propria posizione lo spinse a sfidare sia l’immagine del nemico, Cicerone, sia quella del principale difensore di quest’ultimo, Pompeo, minacciando di demolire la casa rostrata ed invadendo anche il teatro, due autentici banchi di prova del sostegno consolidato. Tuttavia il clamore che successivamente accolse l’Arpinate dimostrò quanto fosse difficile combattere con la propaganda di Cicerone, per nulla intaccato né dalle accuse né dalle attribuzioni di responsabilità nella crisi granaria.

194 CIC. Sest. 58, 124: “tantus est ex omnibus spectaculis usque a Capitolio, tantus ex fori cancellis plausus

excitatus, ut numquam maior consensio aut apertior populi Romani universi fuisse ulla in causa diceretur.” 195 PLIN. nat. XXXVI 5: «dicat fortassis aliquis: non enim invehebantur. id quidem falso. CCCLX columnas M.

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Il primo colpo di mano, durante i ludi organizzati dal pretore L. Cecilio Rufo196 nel 57 a.C., è testimoniato da Asconio: ”Cecilio Rufo, del quale si parla, era pretore nel consolato di P. Lentulo Sfintere e Q. Metello Nepote (57 a.C.), nell’anno in cui Cicerone fu richiamato (dall’esilio). Mentre costui portava in scena i giochi di Apollo una folla raccogliticcia e volubile protestò per gli alti prezzi del grano a tal punto che tutti quelli che avevano occupato un posto nel teatro per assistere agli spettacoli ne fuggirono fuori. Non ho mai sentito nulla riguardo ad un assedio dentro la città, tuttavia Pompeo, mentre difendeva Milone di fronte al popolo da Clodio che l’accusava de vi, lo incolpò, così come si legge in Tirone, liberto di Cicerone, nel IV libro della sua vita, di aver aggredito il pretore L. Cecilio”197. E’ estremamente chiaro il commentatore nell’indicare la causa che determinò lo svuotamento dei Ludi Apollinares, giochi solitamente affollatissimi e che si svolgevano nella prima metà di luglio: essi infatti si sarebbero spopolati improvvisamente per effetto dei disordini correlati con la carestia (‘annona caritate’) che affliggeva la città. Come si è detto, la crisi era provocata dal rincaro del grano, tuttavia sembra che tale situazione non fosse così critica e che perdurasse già da prima che Cicerone partisse da Roma. Il prezzo delle materie prime alimentari non fluttuava solo in conseguenza delle condizioni climatiche e della consistenza dei raccolti, ma anche per effetto di speculazioni economiche degli stessi importatori198. Sebbene la crisi annonaria di luglio sia ampiamente documentata da Cicerone, solo il resoconto di Asconio associa a queste circostanze la fugace descrizione di un assalto al teatro, ad opera di un’‘infirma coacta moltitudo’, evidentemente strumentalizzata diffondendo voci allarmanti199.

196 F. MÜNZER, RE III 1 (19702), s.v. Caecilius (110) c. 1232; MRR II 200, s.v. L. Caecilius Rufus (110); BENNER 1987, 98 e 111-113; LINTOTT 214; MARSHALL 1985, 72, 200; NOWAK 1973, 131-132; NICOLET 1976, 486; VANDERBROECK 1987, 247, nr. 55.

197 ASC. Mil. Fr. 48C: ”... L. Caecilius Rufus de quo dicitur fuit praetor P. Lentulo Spinthere Q. Metello Nepote

coss., quo anno Cicero restitutus est. Is cum faceret ludos Apollinares, ita infima coacta multitudo annonae caritate tumultuata est ut omnes qui in theatro spectandi causa consederant pellerentur. De oppugnata domo nusquam adhuc legi; Pompeius tamen cum defenderet Milonem apud populum, de vi accusante Clodio, obiecit ei, ut legimus apud Tironem libertum Ciceronis in libro IIII de vita eius, oppressum L. Caecilium pretore.”

198 CIC. dom. 5, 11; cfr. RICKMAN 1980, 52: “…but there is little doubt that part of the truble was that the corn traders themselves were for some reason not willing to bring their cargoes to Rome, or release their stocks except at exorbitant prices.” GARNSEY 1983, 59.

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Da sottolineare è anche il fatto che la nostra fonte non parli espressamente di un leader dei manifestanti ma si limiti a espressioni generiche e a indizi secondari, che tuttavia lasciano intravedere la mano di Clodio, concordemente riconosciuto dalla critica come l’organizzatore o l’ispiratore dell’occupazione del teatro200.

Fra le ragioni valide a riconoscere il sobillatore in Clodio, oltre alle critiche che costui aveva raccolto in teatro poco tempo prima, hanno un certo peso i motivi personali di inimicizia con coloro che si erano adoperati per il rientro di Cicerone a Roma, da identificare con il pretore L. Cecilio Rufo201 - come riferisce Asconio – per questo motivo aggredito dal tribuno202 e con Pompeo Magno.

Non è chiaro se lo storico abbia confuso Ludi Apollinares (6-12 luglio) e Ludi Romani (4-12 settembre), o se la crisi realmente si sia protratta con alti e bassi per due mesi, con una recrudescenza all’inizio di settembre203. Un’ultima occasione di violenza, che interessò sia il teatro sia il Campidoglio, e su cui siamo meglio informati da Cicerone, si verificò dopo il suo ritorno in città, a cavallo fra 5 e 8 settembre204. Nuovamente, Clodio avrebbe svolto un rapido reclutamento notturno fra la plebe cittadina, si sarebbe diretto verso il teatro, quindi sul Campidoglio205, con la collaborazione dei suoi duces armati206 Sergio e Lollio

200 LINTOTT 1968, 214; VANDERBROECK 1987, 247, nr.55; GARNSEY 1988, 206. 201 VANDERBROECK 1987, 247, nr.55.

202 ASC. Mil. Fr. 48C. Sul tema: MARSHALL 1985, 200, 48.18- 48.20.

203 MARSHALL 1985, 200, 48.20 ritiene di dover identificare le due rivolte in una sola a settembre, VANDERBROECK 1987, 249- 251, nr. 60 invece le considera separatamente.

204 Cic. Att. IV 1,6 (scritta il 10 settembre del 57); epist. V, 17, 12; dom. 15-16.

205 CIC. dom. 6-7: “Ego vero neque veni et domo me tenui quam diu turbulentum tempus fuit, cum servos tuos,

a te iam pridem ad bonorum caedem paratos, cum illa tua consceleratorum ac perditorum manu armatos in Capitolium tecum venisse constabat; quod cum mihi nuntiaretur, scito me domi mansisse et tibi et gladiatoribus tuis instaurandae caedis potestatem non fecisse. Postea quam mihi nuntiatum est populum Romanum in Capitolium propter metum atque inopiam rei frumentariae convenisse, ministros autem scelerum tuorum perterritos partim amissis gladiis, partim ereptis diffugisse, veni non solum sine ullis copiis ac manu, verum etiam cum paucis amicis. An ego, cum P. Lentulus consul optime de me ac de re publica meritus, cum Q. Metellus, qui cum meus inimicus esset, frater tuus, et dissensioni nostrae et precibus tuis salutem ac dignitatem meam praetulisset, me arcesserent in senatum, cum tanta multitudo civium tam recenti officio suo me ad referendam gratiam nominatim vocaret, non venirem, cum praesertim te iam illinc cum tua fugitivorum manu discessisse constaret? Hic tu me etiam, custodem defensoremque Capitoli templorumque omnium, 'hostem Capitolinum' appellare ausus es, quod, cum in Capitolio senatum duo consules haberent, eo venerim? Vtrum est tempus aliquod quo in senatum venisse turpe sit, an ea res erat illa de qua agebatur ut rem ipsam repudiare et eos qui agebant condemnare deberem?”

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che coinvolsero tabernarii e liberti a sollevarsi contro Cicerone, indicato come responsabile dell’innalzamento del prezzo del grano207.

Proprio il 7 settembre Cicerone tenne un discorso per proporre l’affidamento della questione annonaria a Pompeo, come riferisce anche Cassio Dione208, che fornisce elementi coerenti con la tradizione ciceroniana. Il tempio della Concordia, dove il Senato discuteva di tale argomento209, fu a sua volta punto di arrivo di una violenta protesta, articolata non solo con grida minacciose contro l’Arpinate ma anche col lancio di sassi verso i senatori.

Al di là delle descrizioni di Cicerone è difficile precisare la composizione sociale del gruppo che fece irruzione e quella degli spettatori presenti nel teatro210. Tuttavia, come ha rilevato P. J.J. Vanderbroeck, l’obiettivo dell’azione di Clodio era dimostrare il controllo sui sentimenti collettivi e il forte ascendente sulla folla, un ingrediente che gli permetteva di convertire rapidamente in azione, nottetempo, le aspirazioni frustrate del popolo211.

207 CIC. Att. IV 1, 6: ”…postridie in senatu qui fuit dies Nonarum Septembr. senatui gratias egimus. eo biduo

cum esset annonae summa caritas et homines ad theatrum primo, deinde ad senatum concurrissent, impulsu Clodi mea opera frumenti inopiam esse clamarent.”

208 DIO XLIX 9, 2-3: ”…λιμοῦ γὰρ ἐν τῆ πόλει ἰσχυροῦ γενομένου, καὶ τοῦ ὁμίλου παντὸς ἔς τε τὸ θέατρον (οἵῳ δὲ δὴ καὶ τότε ἔτι θεάτρῳ ἐς τὰς πανηγύρεις ἐχρ῵ντο) καὶ μετὰ τοῦτο καὶ ἐς τὸ Καπιτώλιον ἐπὶ τοὺς βουλευτὰς συνεδρεύοντας ἐσπηδήσαντος, καὶ τοτὲ μὲν ἐν χερσὶν αὐτοὺς ἀποσφάξειν τοτὲ δὲ καὶ καταπρήσειν σὺν αὐτοῖς τοῖς ναοῖς ἀπειλοῦντος, ἔπεισέ σφας ἐπιμελητὴν τοῦ σίτου τὸν Πομπήιον προχειρίσασθαι, καὶ διὰ τοῦτο καὶ ἀρχὴν αὐτῶ ἀνθυπάτου καὶ ἐν τῆ Ἰταλίᾳ καὶ ἔξω ἐπὶ πέντε ἔτη δοῦναι. καὶ ὁ μέν, ὥσπερ ἐπὶ τοῖς καταποντισταῖς πρότερον, οὕτω καὶ τότε ἐπὶ τῶ <σίτῳ> πάσης αὖθις τ῅ς οἰκουμένης τ῅ς ὑπὸ τοῖς Ῥωμαίοις τότε οὔσης ἄρξειν ἔμελλε.”

209 CIC. dom. 11: “Frumentum provinciae frumentariae partim non habebant, partim in alias terras, credo,

propter avaritiam venditorum miserant, partim, quo gratius esset tum cum in ipsa fame subvenissent, custodiis suis clausum continebant, ut subito novum mitterent. Res erat non in opinione dubia, sed in praesenti atque ante oculos proposito periculo, neque id coniectura prospiciebamus, sed iam experti videbamus. Nam cum ingravesceret annona, ut iam plane inopia ac fames non caritas timeretur, concursus est ad templum Concordiae factus, senatum illuc vocante Metello consule. Qui si verus fuit ex dolore hominum et fame, certe consules causam suscipere, certe senatus aliquid consili capere potuit; sin causa fuit annona, seditionis quidem instimulator et concitator tu fuisti, nonne id agendum nobis omnibus fuit ut materiem subtraheremus furori tuo?“

210 SCHACKLETON BAILEY 1965-1968, 167; LINTOTT 1969, 214; NOWAK 1973, 133-134; NICOLET 19792 , 274-276; RICKMAN 1980, 173-174; GARNSEY 1983, 59; BENNER 1987, 98; VANDERBROECK 1987, 249-251, nr. 59; GARNSEY 1988, 201.

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