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Quando si parla di servizio militare grande attenzione va prestata ai toni, molto spesso enfatici. In Brasile, come in quasi tutti i Paesi sud americani siamo in presenza di un sistema misto di arruolamento basato su volontari e coscritti. Prima dell’approvazione della END, le forze armate

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stavano progressivamente aumentando il numero di truppe professionali riducendo il numero di coscritti ma, inspiegabilmente, nel 2008 è stato dato, dal governo, un contrordine perentorio, si legge, infatti, sulla END: “le forze armate limiteranno e invertiranno la tendenza di diminuire la proporzione di reclute ed espandere la proporzione di soldati professionali”213. L’Esercito, una

volta soddisfatta la necessita di esperti, dovrà continuare ed anzi aumentare il numero di soldati di leva; per Marina ed Aviazione si prevede un sistema di pesi e contrappesi, al fianco degli esperti, necessari per operare in forze armate sempre più tecnologiche, si dovranno mantenere aperti tutti i canali per il reclutamento. La selezione per l’arruolamento si basa su due principi:

 combinare forza fisica e capacità analitica, misurata indipendentemente dal livello culturale a cui la recluta ha avuto accesso;

 rappresentare tutte le classi sociali e le regioni del Paese.

Viene, inoltre, istituito il Servizio Civile come alternativa a quello militare obbligatorio. Ad esso potranno accedere tutti i giovani che non sono stati incorporati dalla forze armate. Esso darà una formazione, in base al livello culturale ed alle qualificazione, per partecipare a lavori socialmente utili; mentre il servizio civile dovrà essere effettuato fuori dalla regione di appartenenza il servizio militare obbligatorio può essere svolto nella zona in cui si risiede. I partecipanti riceveranno, inoltre, una formazione militare base che permetterà loro di accedere alla riserva nazionale che viene mobilitata in caso di emergenza. Affinché si creino le condizioni necessarie per istituire pienamente il Servizio Civile, le Forze Armate negozieranno con i sindaci dei vari paesi la riattivazione dei c.d. “Tiri di Guerra (Tiros de Guerra)”214.

Tutta questa confusione fatta tra Servizio Civile e Militare, di solito uno è complementare all’altro risulta abbastanza incomprensibile. Non si capisce, infatti, come mai da una parte il governo centrale sia alle prese con la riduzione dei costi del personale e dall’altro aumenti a dismisura la quota di coscritti. Va ricordato che seguendo questa strada si ottiene un esercito di massa forte in quantità ma scarso in qualità; inoltre, più aumentano i costi per il personale meno saranno i fondi a disposizione per finanziare i vasti programmi di ammodernamento delle forze armate. Questa confusione nell’arruolamento diverrà ancora più chiara quando si analizzerà, nei prossimi capitoli, l’andamento dei programmi per l’acquisizione di sistemi d’arma.

Il sistema di mobilitazione nazionale è un insieme di attività pianificate e svolte dallo Stato per realizzare azioni strategiche nel campo della difesa nazionale. Nel 2007, per compiere queste operazioni è stato creato il Sistema Nazionale di Mobilitazione (SINAMOB) formato da organi che attuano in forma ordinata ed integrata, con l’obiettivo di pianificare e realizzare, tutte le fasi di mobilitazione e smobilitazione. Il potere esecutivo deve specificare l’area geografica del territorio nazionale interessata dalle operazioni e le misure necessarie per la sua esecuzione, tra cui:

 la convocazione degli enti federali per integrare lo sforzo della mobilitazione nazionale;  l’orientamento della produzione, la commercializzazione ed il consumo di beni e

l’utilizzazione dei servizi;

 l’intervento nei fattori di produzione pubblici e privati;  la requisizione di beni e servizi;

 la convocazione di civili e militari.

Tutto questo è previsto per incrementare l’elasticità delle forze armate definita come: “la capacità di aumentare rapidamente i mezzi umani e materiali a disposizione della difesa”215

; alla luce di questo concetto, per il governo, è essenziale avere un servizio militare obbligatorio.

213Estrategia Nacional de Defensa, Brasilia 2008, pag.34

214I tiri di guerra sono organizzazioni di formazione della riserva, propri dell’esercito, che permettono ai convocati di

effettuare, inizialmente, il servizio militare nella municipalità di residenza.

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Le Forze Armate.

Per la conduzione delle forze armate è prevista una chiara linea gerarchica che vede:  il Presidente della Repubblica;

 il Ministro della Difesa;  il Consiglio Militare di Difesa;

 il Capo di Stato Maggiore della Difesa;  il Comandante dei Comandi Operativi.

Il Presidente della Repubblica è il comandate supremo delle forse armate, consigliato dal ministro e dal consiglio militare di difesa, è responsabile per l’impiego dei mezzi militari e per la conduzione strategica.

Per svolgere al meglio le proprie attività, il ministro è coadiuvato da vari organi tra cui uno dei più importanti è lo Stato Maggiore Congiunto delle Forze Armate (SMCFA). A seconda della situazione sono stati previsti due macro scenari per l’utilizzo delle forze armate in operazioni congiunte.

In tempo di pace le strutture militari saranno articolate per conciliare l’attenzione alle ipotesi d’impiego con la necessità di ottimizzare i costi di manutenzione e per realizzare l’addestramento. Saranno mantenute le attività d’intelligence per monitorare situazione e seguire soggetti che possono rappresentare una potenziale minaccia ed eventualmente allertare precocemente le forze armate.

In caso di crisi, il comandante supremo delle forze armate, consulta il Consiglio Militare di Difesa, ed attiva una struttura per la gestione della crisi con la partecipazione dei rappresentati del ministero della difesa, dei comandanti di esercito, marina ed aviazione e, se necessario, con i rappresentanti di altri dicasteri. L’impiego delle forze armate sarà singolo o congiunto e l’attività d’intelligence sarà intensificata.

D’innanzi ad una guerra il Presidente approva un piano strategico d’impiego e designa i comandanti dei comandi operativi e ad ognuno di essi verrà attribuita un’area di responsabilità corrispondente ad uno spazio geografico (teatro d’operazione). All’interno di quest’ultimo i comandanti potranno condurre le operazioni militari per raggiungere i loro obiettivi. I comandanti operativi presentano, al ministro della difesa, i piani per la conduzione delle operazioni e la richiesta dei mezzi militari di cui necessitano; una volta approvati, i comandanti delle forze armate forniranno tutti i sistemi d’arma richiesti ed il supporto logistico. Se il conflitto si estende, verranno attivate le zone di difesa, aree in cui sono dispiegate truppe in servizio attivo e riservisti, inclusi coloro che sono impegnati nei “tiros de guerra”, per la difesa interna del Paese. Ultimo passo, in caso di grave conflitto armato è il decreto di mobilitazione generale. In questo caso, il Paese dispiega il suo intero potenziale bellico coinvolgendo tutte le sue risorse materiali ed umane. Una volta terminato il conflitto ha inizio una lenta ma costante riduzione delle risorse non più necessarie.