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Aspetti caratteristici della ricerca non-standard longitudinale

IV. Percorsi abitativi diseguali dei giovani: un’analisi in prospettiva

2. Aspetti caratteristici della ricerca non-standard longitudinale

La ricerca longitudinale non è solamente una “nuova” metodologia di indagine, ma rappresenta un vero e proprio orientamento teorico sulle modalità di comprensione del mondo sociale, pur non costituendo ancora un vero e proprio paradigma (Neale e Flowerdew 2003; Saldana 2003; Thomson e Holland 2003).

Una ricerca può essere definita longitudinale quando viene condotta in relazione o

attraverso il tempo, cui fanno riferimento le metafore spesso utilizzate quali percorsi, traiettorie, transizioni, o, recentemente, come timescapes, ovvero “orizzonti

temporali”84

. Attraverso il tempo possiamo comprendere come cambia la vita sociale,

quali sono le strategie che gli individui attuano per gestire il mutamento nelle loro vite, e in che modi il cambiamento strutturale impatta sulle vite delle persone. Il tempo, quindi, rappresenta un modo per connettere agency e struttura, personale e sociale, micro e macro (Neale e Flowerdew 2003, p. 190).

In letteratura si è soliti distinguere tra cinque dimensioni intersecanti del tempo (Neale e Flowerdew 2003):

La prima dimensione fa riferimento alla cornice temporale micro-meso-macro: si può vedere l‟aspetto micro del tempo attraverso i life journey o l‟analisi dei corsi di vita, osservando le traiettorie, le transizioni e i turning point85. In questo caso la ricerca

qualitativa longitudinale (d‟ora in avanti, QL) ha come scopo quello di capire perché tali “viaggi” vengano intrapresi. La dimensione macro invece osserva la dimensione della storia, ovvero come le persone collochino se stessi nelle diverse epoche. Per capire la relazione tra micro e macro, ovvero tra biografie individuali e eventi storici occorre analizzare la dimensione meso, ovvero collocare le vite degli individui nel contesto sociale collettivo, analizzando quindi le relazioni, e non il soggetto isolato. Morgan (1996) ricorda a questo proposito come si possa distinguere tra un tempo situazionale e un tempo spaziale: ovvero, come gli individui usino il tempo per strutturare le loro vite, e come il loro tempo sia strutturato dall‟azione dei livelli locali e istituzionali (Morgan 1996). Gli individui pertanto andranno seguiti e osservati nel contesto famigliare, quello

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Non esiste una traduzione letterale in italiano per il termine timescapes, che dà il titolo ad un vasto progetto di ricerca sviluppato in ambito britannico da un team di ricercatori di varie università, e coordinato dalla prof. Bren Neale (http://www.timescapes.leeds.ac.uk/index.html; ultimo accesso 29/09/2014). Se il termine landscape significa “panorama”, ovvero veduta di una porzione di territorio, di un paesaggio, il termine timescape può essere tradotto con “orizzonti temporali”, in cui si rappresenta l‟atto di osservare, vedere, scrutare una porzione temporale della vita degli individui, paesaggi dai confini temporali e spaziali definiti entro cui l‟attore sociale agisce.

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Sul concetto di turning point, si veda Hareven 1988; Saraceno 1993; Abbott 1997; Thomson et al. 2002; Bonica e Cardano 2008.

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scolastico, quello lavorativo, all‟interno delle diverse sub-culture di gruppo, oppure in un ottica intergenerazionale.

La seconda dimensione fa riferimento al rapporto tra passato, presente e futuro. Nei progetti di ricerca che si interessano a questa dimensione, si cerca di analizzare il passato delle persone, la loro comprensione del presente e le aspirazioni e orientamenti future.

La terza dimensione, quella dello spazio-tempo, analizza in particolare l‟intersezione tra dove e quando, come meccanismo chiave per carpire il significato più profondo degli eventi.

La quarta dimensione, invece, prende come oggetto di analisi gli aspetti relativi alla

intensità-estensione (intensity-extensity): questa dimensione viene analizzata in

particolare per comprendere come gli individui sostengano gli eventi e se i loro orizzonti temporali siano più o meno lunghi.

Infine, la quinta dimensione fa riferimento all‟aspetto della continuità-discontinuità, e riguarda la sincronicità del tempo, il timing di eventi storici e biografici e di come questi si intreccino nelle vite degli individui, cercando di vedere in che modo il tempo rappresenti un continuum o, al contrario, se sia possibile individuare particolari momenti di rottura.

Le ricerche longitudinali possono essere condotte sia con metodi quantitativi, che hanno finora “dominato” questo campo, sia qualitativi. Ciò che caratterizza la ricerca qualitativa però è il focus su “time and texture”, il tempo e la trama, l‟ordito, ovvero l‟intreccio delle dimensioni culturali e temporali nella vita sociale (Neale e Flowerdew 2003) e nel corso di vita delle persone.

Una ricerca qualitativa longitudinale può essere condotta sia con disegni di ricerca

prospettici sia restrospettivi, oppure combinando entrambi gli approcci. Nei primi, gli

individui vengono seguiti nel corso del tempo, tramite interviste ripetute ad intervalli prestabiliti o tramite osservazione partecipante. Nei disegni retrospettivi, invece, il tempo passato e la soggettività individuale vengono rivisitati attraverso le lenti del tempo presente, ricorrendo allo strumento delle life histories.

La ricerca QL produce un grande ammontare di dati, specie se sono presenti più

waves di interviste, e l‟analisi si presenta pertanto di complessa gestione. Tale

complessità può essere tenuta sotto controllo organizzando il materiale empirico raccolto secondo tre principi: per casi, per waves, per temi. Un utile strumento per condensare le informazioni raccolte è rappresentato dal case history (Henderson et.al.

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2012) oppure si può ricorrere alle cosiddette. framework grids. Il primo strumento (Tab. 15), basato sulla metodologia del caso di studio (Byrne e Ragin 2009; Yin 2009), mira ad osservare il caso individuale all‟interno di uno specifico contesto culturale e storico, come “chiave” per svelare il mondo sociale (Thomson 2009). Utile dispositivo di lavoro è rappresentato dal “profilo di caso”, nei quali vengono archiviati e raccolti i materiali, punto di partenza per arrivare poi alla “storia di caso”, dove tutto il materiale raccolto viene trasformato in un singolo racconto narrativo analitico, in cui gli eventi vengono solitamente raccontati dal ricercatore seguendo l‟ordine cronologico.

Tab. 15. Esempio di case history

Case history: Nome/pseudonimo dell‟intervistato

Wave: 1

Tema: rapporto con i genitori

Per quanto riguarda le framework grids (Tab. 16), si tratta sostanzialmente di tabelle organizzate per temi in cui vengono riportate sintesi dei ricercatori, o veri e propri stralci delle interviste.

Tab. 16. Esempio di framework grids per tema e per caso

Tema: Rapporto con i genitori

Nome intervistato Wave 1 Wave 2 Wave 3

Walter Matteo Massimo

Caso: Nome intervistato

Tema Wave 1 Wave 2 Wave 3

Rapporto con genitori Opinioni

sull‟indipendenza Essere adulti

Nella ricerca oggetto di questa tesi dottorale, ai giovani coinvolti nell‟indagine e ai loro genitori, viene non solo viene chiesto di ricostruire le loro biografie, ma viene chiesto anche di riflettere sia sul passato, nello specifico al momento della transizione abitativa (qualora essa sia avvenuta), sia sul presente (qualunque sia la loro

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sistemazione abitativa attuale) ed infine anche sul futuro, cercando di capire come essi si immaginano che sia.

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