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Principali attori delle politiche abitative: enti pubblici e stakeholders privati

III. I giovani e le politiche per la casa in Italia: un vuoto da colmare

4. Principali attori delle politiche abitative: enti pubblici e stakeholders privati

parlare degli attori, istituzionali e non, che operano in questo ambito, quali compiti essi abbiano e quali prerogative esercitino. Inizieremo quindi dagli attori pubblici, di livello nazionale, regionale e locale, per poi passare ai vari stakeholders che cooperano nel settore, ciascuno portatore di specifici interessi.

Per quanto riguarda lo stato centrale, nel 2014, sotto la XXVII Legislatura e il Governo Renzi, le politiche abitative sono di competenza del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit). Nello specifico, è il Dipartimento per le

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Infrastrutture, i Sistemi informativi e Statistici ad avere responsabilità in materia. Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 11 febbraio 2014, n. 72, G.U. n. 105 dell‟8.5.2014, stabilisce infatti che questo dipartimento abbia le competenze in materia di edilizia residenziale, edilizia demaniale, politiche abitative e dell‟edilizia, concernenti anche il sistema delle città e delle aree metropolitane; programmi di riqualificazione urbana e repressione dell‟abusivismo. Il Dipartimento poi ha internamente delegato il compito a due Direzioni Generali, la Direzione Generale per l‟edilizia statale e gli interventi speciali e la Direzione Generale per la condizione abitativa.

La Direzione Generale dell‟Edilizia statale e degli interventi speciali svolge le funzioni di competenza del ministero nei seguenti ambiti:

a) opere pubbliche di competenza statale, compresi gli interventi di edilizia giudiziaria, penitenziaria, demaniale di competenza statale, di edilizia per le Forze Armate e di Polizia e dei Vigili del fuoco, per la messa in sicurezza degli edifici scolastici;

b) attività tecnico-amministrative per l‟espletamento delle funzioni statali di competenza del Ministero, funzionali alla definizione dei criteri per individuare le zone sismiche e delle norme tecniche per le costruzioni, su proposta del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici;

c) interventi per la ricostruzione di territori terremotati; d) interventi di competenza statale per Roma Capitale: e) interventi previsti da leggi speciali e grandi eventi; f) eliminazione delle barriere architettoniche;

g) attività per la salvaguardia di Venezia.

La DG è articolata, seguendo il D.M. n. 346/2014, in quattro uffici dirigenziali, chiamati Divisioni, ognuna con compiti specifici:

▪ Divisione 1, Affari generali, coordinamento legislativo e contenzioso; ▪ Divisione 2, Opere pubbliche di competenza statale;

▪ Divisione 3, Edilizia antisismica, interventi di ricostruzione, contenzioso e gestione stralcio ex Agensud;

▪ Divisione 4, Ufficio tecnico per l‟edilizia demaniale e per gli interventi di edilizia non demaniale previsti da leggi speciali.

La Direzione Generale per la Condizione Abitativa ha invece competenza in materia di (d.p.c.m. n. 72/2014):

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 edilizia residenziale, agevolata, sovvenzionata e cooperative edilizie;  disciplina delle locazioni;

 iniziative sociali e comunitarie in materia di accesso all‟abitazione;  monitoraggio del fenomeno dell‟abusivismo edilizio;

 supporto agli enti locali e alle regioni nella individuazione e repressione dell‟abusivismo edilizio;

 repressione delle violazioni urbanistiche e coordinamento dell‟attività delle commissioni per l‟uso della forza pubblica;

 osservatorio nazionale della condizione abitativa.

Anche questa DG è suddivisa internamente in cinque Divisioni, ciascuna con propri compiti:

▪ Divisione 1, Affari generali, coordinamento legislativo; ▪ Divisione 2, Cooperative edilizie e contenzioso;

▪ Divisione 3, Programmi speciali di edilizia sociale e indirizzi per l‟edilizia abitativa; ▪ Divisione 4, Programmi e strumenti per la riduzione del disagio abitativo e per

l‟accesso alle abitazioni in locazione;

▪ Divisione 5, Abusivismo edilizio, osservatorio e contenzioso.

Prima del d.lgs. n. 112/1998, che aveva delegato le competenze in materia di casa alla burocrazia ministeriale69, molti dei compiti sopra elencati facevano capo al Cer, il Comitato per l‟edilizia residenziale, organo misto Stato-Regioni, a cui partecipavano tutti i ministeri (Minelli 2004).

Come si è avuto modo di dire in precedenza, la riforma del Titolo V della Cost. ha contribuito a ridisegnare l‟assetto delle competenze tra stato e regioni. Il d.lgs. 112/1998 ha ridefinito le competenze in materia di politica abitativa: le regioni devono rilevare le esigenze abitative, ripartire le risorse tra i comuni, devono fare una ricognizione delle aree edificabili nonché determinare le soglie per l‟accesso all‟edilizia residenziale pubblica.

Vi è poi il livello comunale, cruciale per il ruolo svolto nella determinazione dei piani regolatori, nella concessione dei permessi e nella realizzazione delle opere di urbanizzazione necessarie per l‟abitabilità di un luogo. Spetta inoltre ai Comuni redigere le graduatorie per l‟assegnazione degli alloggi pubblici, individuare le aree degradate o di pregio per il calcolo dell‟equo canone, fissare le aliquote delle imposte locali sulla casa e le addizionali Irpef (Minelli 2004). I Comuni sono attori importanti anche a

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Per ragioni di spazio è stata presentata e descritta solo l‟attuale struttura burocratica ministeriale competente in materia, così com‟è al momento della scrittura di questa tesi (2014).

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livello di pressione politica sull‟orientamento da seguire nella programmazione delle politiche abitative, sia tramite i partiti di cui fanno parte gli amministratori locali, sia attraverso l‟operato dell‟Anci, l‟Associazione nazionale dei comuni italiani, tra i cui organi vi è anche una specifica Consulta per la casa70.

Un ruolo sicuramente di primo piano a livello istituzionale è svolto dagli ex Iacp, nelle loro nuove denominazioni (Acer in Emilia-Romagna, ad esempio).

Altro importante ruolo amministrativo è svolto dal catasto urbano, i cui compiti sono mappare il territorio, individuare le unità immobiliare e definire le tariffe d‟estimo, ovvero la redditività di tali unità (Minelli 2004). L‟attività catastale è attualmente svolta dall‟Agenzia delle Entrate, nelle sue sedi regionali e provinciali, che fa riferimento a sua volta (insieme all‟Agenzia del Demanio e a quella delle dogane e dei monopoli) al Dipartimento delle Finanze, Ministero dell‟Economia e delle Finanze.

Sono inoltre da ricordare, tra gli attori istituzionali, la magistratura e l‟Alta corte, per il ruolo nelle procedure di esecuzione degli sfratti e le sentenze in materia. Vi sono inoltre questori e prefetti, che decidono se concedere o meno forze dell‟ordine per procedere all‟esecuzione degli stessi.

Infine, un ruolo di non poco conto per il contributo al dibattito sulla politica abitativa, è svolto dal Cnel, ovvero Il Consiglio Nazionale dell‟Economia e del Lavoro, previsto dall‟art. 99 della Costituzione della Repubblica Italiana.

Gli attori non istituzionali che operano nel settore delle abitazioni sono molteplici, e sono distinguibili in base agli interessi e le categorie che rappresentano.

Sono sicuramente da ricordare come attori i costruttori edili, di cui l‟Associazione dei costruttori è rappresentante nazionale. L‟Ance71

, costituita nel maggio del 1946, aderente a Confindustria, è costituita oggi da circa 20mila imprese private, specializzate non solo in opere pubbliche ed edilizia abitativa, commerciale e industriale, ma anche nella tutela ambientale, promozione edilizia e lavorazioni specialistiche.

Un altro importantissimo attore del settore è rappresentato dalle cooperative di abitazione, a cui lo Stato ha, nel corso degli anni, riservato benefici e incentivi come, ad esempio, canali di finanziamento e accesso al credito particolari, nonché aree edificabili, precluse ad altri imprenditori (l. n. 167, cfr. Minelli 2004). È importante, a questo punto, sottolineare la distinzione tra cooperative edilizie/di abitazione e cooperative edili, quest‟ultime essendo una forma societaria che le imprese del settore possono assumere.

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Presieduta da un membro dell‟Anci, identificato al momento in cui si scrive in Alessandro Bolis, Sindaco del Comune di Carmignano di Brenta (Padova).

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Le cooperative edilizie, invece, sono particolari società che rispettano requisiti come un numero minimo di soci, avere organi rappresentativi e decisionali, assenza di fini di lucro. Un‟ulteriore distinzione va fatta per le cooperative a proprietà indivisa, le quali, alla fine della costruzione, mantengono la proprietà degli edifici e gestiscono l‟assegnazione degli alloggi. Come ben evidenzia Minelli (2004), «il ruolo delle cooperative edilizie come forma di raccolta di risparmio e come stazioni appaltanti di edilizia agevolata e convenzionata, è stato ed è rilevante nella fase di implementazione» (ivi, p. 142).

Non vanno poi naturalmente dimenticate, tra gli attori del settore casa, i piccoli

proprietari e le associazioni che li rappresentano. Le associazioni sono varie, tra cui

ricordiamo Uppi, Anpe-Federcasa, Confappi, Ape, Confappi, Confabitare, Appc, Asppi. Queste sono impegnate a fornire servizi a chi si rivolge a loro, assistendo dal punto di vista normativo e legale, nella stipula dei contratti o in altri contenziosi e questioni inerenti la casa.

Oltre ai proprietari di case, vi sono poi gli inquilini e le associazioni a loro dedicate. Solitamente, all‟interno di ciascun sindacato vi è un settore casa, tra cui particolarmente presente è il Sunia, afferente alla Cgil, che rappresenta anche gli assegnatari degli alloggi pubblici.

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