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Principali implicazioni metodologiche dell’intersectionality

IV. Percorsi abitativi diseguali dei giovani: un’analisi in prospettiva

3. Principali implicazioni metodologiche dell’intersectionality

Data la pluralità delle dimensioni (economiche, sociali e culturali) che concorrono nel determinare l‟importante ruolo svolto dalla casa nella vita delle persone e l‟intreccio tra fattori di diseguaglianza di vario genere (età, genere, classe sociale, ecc.) che caratterizzano la condizione di svantaggio di alcuni gruppi di giovani oggi, appare opportuno ricorrere ad una prospettiva analitica che tanto teoricamente quanto metodologicamente riconosca tale complessità. L‟adozione di una prospettiva intersezionale (si veda il cap. II) può aumentare la capacità euristica del progetto di ricerca.

L‟intersezionalità, infatti, mira ad analizzare l‟intreccio tra variabili strutturali e fattori individuali nei loro punti di intersezione, e come questi agiscano in maniera combinata, guardando al loro esito finale non come una semplice somma dei vari effetti prodotti dall‟azione di ciascuna variabile, ma come risultato dell‟interazione tra tutte le variabili. Vale a dire che la teoria intersezionale può essere utile per smascherare come essere giovani, con una specifica identità di genere, collocati in una specifica classe

sociale e abitare in uno specifico luogo, può influenzare, nel nostro caso, la transizione

all‟autonomia abitativa.

L‟ottica intersezionale inoltre può contribuire a tematizzare la specificità di ciascuna disuguaglianza sociale, ed anche la loro non-equivalenza. In altre parole, può aiutare a capire quali disuguaglianze siano più “gravi”, abbiano un maggiore effetto negativo sulle vite dei giovani.

Come evidenziato da McCall (2005) (si veda cap. II), in letteratura si è soliti distinguere tra diversi approcci metodologici nell‟ambito dell‟intersectionality:

anticategorico, intercategorico e intracategorico. Mentre il primo mira alla

decostruzione delle categorie analitiche esistenti, nel secondo approccio queste vengono temporaneamente adottate, al fine di documentare le disuguaglianze esistenti e giungere eventualmente ad una loro ridefinizione. Il terzo approccio, invece, mantiene una distanza critica dalle categorie esplicative, cercando di concentrare la propria attenzione allo studio dei gruppi in ambiti di indagine trascurati.

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Rispetto ai fini analitici che ci si pone in questa tesi, è parso appropriato ricorrere ad un approccio intercategorico, andando così a scegliere categorie analitiche esistenti attraverso le quali indagare le disuguaglianze abitative. In questo caso, si è scelto di concentrarsi sulle categorie della classe sociale, dell‟età, del genere, e del luogo di residenza.

L‟adozione della prospettiva intersezionale intercategorica, può quindi contribuire ad evidenziare l‟esistenza tanto di diversi profili di giovani, quanto di particolari configurazioni locali dei meccanismi di riproduzione delle disuguaglianze.

Le sfide che l‟approccio intersezionale pone dal punto di vista metodologico non sono poche, e non vi è ancora, in letteratura, una univoca soluzione (Simien 2007; Bilge 2009).

Applicare un‟ottica intersezionale dal punto di vista empirico, significa indirizzare le domande ai partecipanti tenendo ben in mente che si tratta di individui inseriti in contesti specifici, che ricoprono differenti posizioni e che hanno differenti identità (McDermott 2011). Gli intervistati, infatti, possono essere maschi o femmine, giovani o adulti, rivestire il ruolo di figlio o di genitore, essere figli unici o avere fratelli o sorelle, e così via. Nel corso dell‟intervista è quindi opportuno tenere a mente queste differenze e la loro intersezione per procedere ad una contestualizzazione di ciascuna intervista, ed essere pronti anche a modificare, indirizzare e declinare le domande secondo il profilo dell‟intervistato.

Adottare un approccio intersezionale, inoltre, significa che l‟intersectionality deve essere considerata anche in relazione alle strategie di campionamento, pensandola come parte del processo stesso di campionamento (McDermott 2011). Come afferma McDermott (ivi), la chiave per migliorare l‟intersezionalità delle tecniche di campionamento sta nella questione delle categorie e delle classificazioni, questione di cui si è cercato di tenere conto nel corso dello sviluppo della strategia di campionamento e delle definizioni operative adottate in questa ricerca86.

Un ultimo aspetto da trattare riguarda l‟applicazione della teoria intersezionale negli strumenti di indagine. In relazione a ciò, occorre innanzitutto evidenziare come le teoriche femministe e dell‟intersectionality abbiano fatto prevalentemente ricorso a metodologie di ricerca qualitativa, basandosi sull‟utilizzo dell‟intervista in profondità, considerata lo strumento più idoneo alla raccolta delle voci e delle esperienze personali,

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Agli aspetti relativi al campionamento e alle definizioni operative usate per individuare le unità di analisi sono dedicati rispettivamente il par. 5 e 6 di questo capitolo.

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in grado di catturare il significato che gli individui danno agli eventi che accadono nelle loro vite (Cuadraz e Uttal 1999).

L‟utilizzo delle interviste in profondità in ricerche intersezionali però pone il ricercatore davanti a tre “dilemmi”:

1) come è possibile rispondere a questioni inerenti la struttura sociale se il campione non include sub-campioni per fare comparazioni?

2) come è possibile parlare di alcune dimensioni (ad esempio, la classe) qualora gli intervistati non riescano esplicitamente ad articolarle nelle loro narrazioni?

3) come è possibile analizzare simultaneamente molteplici dimensioni delle biografie individuali e strutture sociali?

Secondo quanto affermato da Cuadraz e Uttal (1999), per rispondere a questi dilemmi è necessario tenere in mente due concetti: la nozione di “interlocking

oppressions” (Collins 1995, 2000) e quella di intersectionality. Con la prima nozione si

fa riferimento alle connessioni a livello macro, che collegano i diversi sistemi di oppressione (Fig. 3).

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Questo concetto fa quindi riferimento alle strutture sociali che creano le diverse posizioni sociali. La nozione di intersectionality, invece, si riferisce al livello micro, ovvero al modo in cui gli individui o alcuni gruppi occupano una determinata posizione sociale all‟interno del più ampio sistema di interlocking oppressions (Fig. 4). Vale a dire, in che modo l‟esperienza individuale è connessa alla struttura sociale? (Cuadraz e Uttal 1999).

Per quanto riguarda quindi il primo “dilemma”, quello del campionamento, occorre ricordare nella ricerca qualitativa sono centrali la qualità dell‟analisi e il modo in cui essa ci permette di scoprire processi e significati attribuiti dalle persone stesse agli eventi che accadono. È importante quindi evitare sovra-interpretazioni delle narrazioni individuali, cercando il più possibile di descrivere quanto espresso dagli intervistati, senza decontestualizzare la voce del soggetto. Bisogna quindi prima chiedere al soggetto la sua opinione sul tema oggetto di indagine, e poi chiedersi come queste risposte siano eventualmente influenzate dalla sua posizione sociale.

Fig. 4. Micro livello: intersectionality e l‟azione combinata dell‟intreccio tra variabili strutturali e fattori individuali nei loro punti di intersezione. Un esempio 87.

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L‟esempio riportato nello schema della Fig. 4, Luisa, è totalmente inventato da chi scrive per illustrare l‟azione tra variabili strutturali e fattori individuali. Ogni riferimento a fatti o persone realmente esistenti è quindi frutto del caso. Inoltre, non viene Ciclaminota nessuna normativa sulla privacy e sulla garanzia dell‟anonimato, non trattandosi di persone coinvolta nella presente ricerca.

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Analiticamente, il ricercatore deve analizzare ciascuna dimensione (classe, età, genere, ecc.) presa in esame prima separatamente, e poi simultaneamente. In primo luogo si deve quindi osservare quali siano le caratteristiche di ciascuna esperienza individuale, per poi passare in un secondo momento a indagare come l‟esperienza individuale sia correlata e interagisca con le diverse forme di disuguaglianza. Occorre infine prestare attenzione ad eventuali contraddizioni emergenti (Cuadraz e Uttal 1999).

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