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La svolta del cultural turn nell‟analisi della stratificazione sociale e delle classi

II. Stratificazione sociale e analisi di classe nella società contemporanea:

1. Lo studio delle classi sociali nel pensiero sociologico: dai classici ad alcune recent

1.4 La svolta del cultural turn nell‟analisi della stratificazione sociale e delle classi

Attenzione all‟aspetto culturale presente nell‟analisi della stratificazione sociale e delle classi vi è stata anche prima della grande influenza dell‟opera di Bourdieu. In ambito anglosassone, infatti, a partire dagli anni „60 in poi, si è sviluppato un approccio all‟analisi della classe in cui maggiore rilievo è assunto dalla dimensione culturale, cui ci si riferisce in termini di cultural turn nell‟analisi di classe (Savage 2000; Devine et

al. 2005; Atkinson 2010).

Tale attenzione agli aspetti culturali della classe si può rinvenire, secondo Savage (2000), in tre principali correnti accademiche separate tra loro ma talvolta inter-relate47. Una prima corrente va individuata nella sociologia industriale neo-weberiana, sviluppatasi nel corso degli anni 50-60 in Gran Bretagna. I sociologi e gli studiosi afferenti a tale corrente, tra cui si ricorda soprattutto David Lockwood (1958), si sono occupati principalmente di individuare misure oggettive della classe sociale. La riflessione di Lockwood risulta essere particolarmente importante poiché intende sottolineare come sia possibile scorgere l‟emergere di diversi valori e norme in base alle diverse posizioni occupate nella struttura sociale(cfr. Savage 2000).

Una seconda corrente è rappresentata dagli studi di storia sociale, in modo particolare i lavori di Edward Thompson (1963), a cui si deve attribuire il merito di aver sottolineato come la classe sociale deve essere vista e interpretata come un processo culturale dinamico, storicamente mutevole (cfr. Savage 2000).

La terza corrente, infine, è rappresentata dai cultural studies, disciplina emersa nel corso degli anni Sessanta in Gran Bretagna, con l‟influente opera di Richard Hoggart (1956) e Raymond Williams (1956; 1958; 1975) e gli altri studiosi afferenti al Centre

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Per un approfondimento sulle specificità delle varie correnti e una lettura critica dei principali aspetti problematici delle elaborazioni teoriche da loro portate avanti cfr. Savage 2000.

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for Contemporary Cultural Studies (Marshall et al. 1988). Le loro analisi della classe,

seppur interessanti e utili per la comprensione dei processi in atto nella società inglese, sono però caratterizzate da una narrazione nostalgica e collettivista delle culture di classe, non riuscendo così a spiegare bene il rapporto tra cultura di classe e processo di individualizzazione, rendendo quindi le loro analisi difficili da usare nell‟investigazione di “nuovi” fenomeni sociali.

La proposta di Savage si propone quindi di andare oltre i limiti di queste tre correnti di studio che avevano iniziato a portare attenzione sulla cultura nell‟analisi di classe, in direzione quindi di una vera e propria cultural analysis della classe sociale.

Savage, sociologo inglese che nel corso degli ultimi anni si è molto occupato di classe nel contesto britannico, non solo richiama l‟attenzione sull‟evidenza empirica del perdurante ruolo della classe sociale nella strutturazione delle disuguaglianze, ma arriva a suggerire un nuovo modello di analisi di classe, in cui i confini tra differenti classi sociali siano definiti in maniera induttiva, osservando la individuale allocazione di risorse economiche, sociali e culturali (Savage 2013).

Secondo Savage, sebbene da un lato vi siano molti autori che affermano la morte del concetto di classe, dall‟altro lato sono ancora molti gli studiosi che vi fanno riferimento per mostrare le divisioni e disuguaglianze sociali. Egli nota, però, come il concetto di classe appare essere molto legato a quello di classe operaia, e questo aspetto, per via delle trasformazioni della società fordista in post-fordista, rende problematica e dubbia la valenza euristica del concetto di classe. Ciò tuttavia, secondo l‟Autore, non implica necessariamente affermare l‟inutilità del concetto stesso di classe, ciò che è necessario fare è ripensare gli obiettivi e la natura dell‟analisi di classe (ivi, p. VIII). Inoltre, si assiste oggi ad una sorta di “paradosso della classe”: «l‟importanza strutturale della classe nelle vite delle persone sembra non essere riconosciuta dalle persone stesse» (ivi, p. xii, trad.mia). In altre parole, mentre da un punto di vista culturale la classe non sembra più essere un principio di identificazione collettiva, da un punto di vista strutturale essa influisce ancora molto sulla configurazione delle chances di vita delle persone.

La proposta formulata da Savage ruota attorno a tre punti fondamentali. In primo luogo, richiamandosi a Bourdieu, secondo Savage l‟analisi della classe dovrebbe essere

culturale. Il modello di Bourdieu, tuttavia, non sembra affrontare in maniera

sufficientemente adeguata la questione delle risorse che storicamente sono state attribuite alla cultura working class e popolare, per lo meno per quanto riguarda il

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contesto della Gran Bretagna. Savage pertanto riafferma quanto già messo in evidenza da Thompson, riguardo l‟importanza del riconoscimento del ruolo formativo svolto dalla cultura working class nella creazione della cultura britannica.

Savage, inoltre, cerca di tematizzare la relazione esistente tra relazioni di classe e processi di individualizzazione. Mentre per Beck (1992) e Giddens (1991) il processo di individualizzazione ha contributo alla rottura delle culture di classe intese in senso collettivo, secondo Savage le culture di classe sono ancora potenti, e devono essere individuate nelle loro espressioni differenti e storicamente specifiche. Pertanto, è necessario andare oltre l‟idea che la classe sia necessariamente un agente collettivo. Quello che Beck e Giddens vedono come il declino delle culture di classe e il sorgere dell‟individualizzazione, Savage lo interpreta come uno spostamento tra modalità di individualizzazione tipiche della working class, storicamente orientate a valori collettivi, a modalità tipiche della middle-class, storicamente orientata a valori individuali.

Infine, egli ri-afferma la necessità di considerare il ruolo svolto dalle organizzazioni e dai processi organizzativi nel determinare le relazioni di classe, riprendendo quanto già affermato da E.O. Wright (1985). L‟analisi di classe si è sempre basata sulla relazione tra occupazione svolta e proprietà, ma oggigiorno alla base delle nuove relazioni sociali sono da individuare anche nuovi processi organizzativi. Uno degli scopi dell‟analisi e delle ricerche portate avanti da Savage consiste quindi nel dimostrare come i nuovi processi organizzativi abbiano contribuito a ridefinire i confini tra working e middle class. Egli afferma infatti: «è nella revisione culturale delle organizzazioni, e in particolare nei diversi modi in cui le persone sono legate alle posizioni organizzative che, credo, si è verificato il cambiamento più profondo» (Savage 2013, p. 145, trad. mia).

Recentemente, l‟autore insieme ad altri studiosi (Savage et al. 2013), propone un nuovo modello di classe sociale, applicato empiricamente al contesto britannico, in cui siano combinate insieme misure economiche e misure relative al capitale culturale e sociale. La proposta, elaborata a partire dai dati della BBC‟s Great British Class Survey (GBCS)48, oltre a individuare nuove possibili categorie di classe, richiama l‟attenzione su alcuni aspetti da tenere generalmente in considerazione nell‟analisi di classe.

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La BBC‟s Great British Class Survey (GBCS), disegnata per sviluppare una misurazione dettagliata del capitale economico, sociale e culturale, è composta da una websurvey, somministrata nel gennaio 2011 (161.400 rispondenti), e una survey nazionale basata su un campione rappresentativo della popolazione britannica (1.026 rispondenti). Le due indagini, in cui sono state somministrate le stesse domande, oltre a raccogliere informazioni sulla composizione del nucleo famigliare, sul livello educativo,

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In relazione al primo aspetto, le categorie individuate sono le seguenti, illustrate schematicamente in tabella (Tab.7).

Relativamente al secondo punto, è utile richiamare alcuni aspetti a valenza generale emergenti dalla ricerca di Savage et al. (2013).

Innanzitutto, piuttosto che cercare di individuare e classificare le classi in base a gruppi simili di posizioni lavorative svolte, sembra essere più conveniente intraprendere

Tab. 7. Classificazione delle classi nella BBC‟s Great British Class Survey (Savage

et al. 2013)

Classe Descrizione Principali occupazioni presenti all‟interno

della classe

Elite

Capitale economico molto elevato

(sopratutto risparmi), capitale

sociale elevato, capitale culturale intellettuale molto elevato

amministratori delegati, direttori settori IT e telecomunicazioni, direttori marketing e

vendite, avvocati e giudici, manager

finanziari, dentisti, direttori pubblicità e PR

Classe media affermata (established middle class)

Elevato capitale economico, status elevato dei contatti,elevato capitale culturale intellettuale ed emergente

Ingegneri elettronici, terapisti occupazionali, professionisti dell‟ambiente, ufficiali di polizia, casalinghe, professionisti controllo qualità funzionari urbanistici, professionisti dell‟insegnamento per persone con bisogni educativi speciali

Classe media tecnica (technical middle class)

Capitale economico elevato, media di contatti sociali molto alta, anche se relativamente pochi, capitale culturale moderato

Tecnici radiografi, piloti aerei, farmacisti,

insegnanti nell‟istruzione superiore,

professionisti delle scienze naturali e sociali, scienziati fisici, professionisti più anziani in istituzioni/enti formative, posizioni nelle

ricerche di mercato e posizioni

amministrative „nuovi

benestanti‟ (New affluent

workers)

Capitale economico moderatamente buono, media di contatti sociali mediamente bassa, anche se la gamma di contatti è molto vasta,

posatori di quadri elettrici, impiegati postali, cassieri in esercizi commerciali di vendita al dettaglio, idraulici, assistenti di vendita, agenti del settore immobiliare, assistenti di

mobilità sociale e orientamenti politici, hanno indagato diverse dimensioni tra cui: - capitale economico: reddito famigliare, risparmi, valore dell‟immobile di proprietà;

- capitale sociale: misurato il range dei legami sociali dei rispondenti, chiedendo loro se conoscessero persone impiegate in 37 diverse occupazioni, in linea con la definizione di capitale sociale sviluppata da Lin (2001);

- capitale culturale: preferenze musicali, culinarie, uso dei media, attività svolte nel tempo libero e vacanze (cfr. le ricerche di Bennet et al. 2008; Prieur e Savage 2011).

In relazione al capitale culturale, è stata condotta una ACM su ventisette variabili culturali, che ha permesso di individuare l‟esistenza di due tipi di capitale culturale, uno definito intellettuale (“highbrown

cultural capital”; preferenza per musica jazz o classica, alta cucina, musei, mostre) e uno definito emergente (“emerging cultural capital”; preferenze per videogiochi, social network, musica rap o rock,

televisione).

L‟individuazione dei gruppi in classi sociali è stata ottenuta tramite una latent class analysis. Per ulteriori approfondimenti, cfr. Savage et al. 2013.

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cucina e al catering, tecnici controllo qualità.

Classe operaia tradizionale

Capitale economico mediamente basso, anche se con case di valore

ragguardevole, pochi contatti

sociali, basso capitale culturale intellettuale ed emergente

Segretarie in studi medici, segretarie in studi

legali, tecnici elettricisti, lavoratori

nell‟ambito della cura della persona, addetti alle pulizie, autisti di camion, elettricisti

lavoratori dei servizi emergenti (Emergent service workers)

Capitale economico moderatamente povero, anche se con redditi famigliari ragguardevoli, contatti sociali moderati, capitale culturale emergente alto (ma scarso quello intellettuale)

Baristi, chef, assistenti infermieri,

assemblatori e operatori con mansioni di routine, impiegati nella cura alla persona, magazzinieri, addetti all‟assistenza client, musicisti.

Precariato (precariat)

Capitale economico povero,

punteggio più basso su tutti gli altri criteri

Addetti alle pulizie, autisti di camion, carpentieri e falegnami, badanti, occupazioni nel settore dell‟industria del divertimento e dei viaggi, negozianti e proprietari di piccole attività, cassieri nella vendita al dettaglio (mia elaborazione e trad., cfr. Savage et al. 2013, pp. 230 e 231-233)

una prospettiva di analisi multidimensionale, in cui medesime occupazioni possono essere presenti, sebbene non uniformemente, tra classi sociali diverse.

In secondo luogo, l‟indagine rileva la presenza di gruppi posti all‟estremo, ovvero da un lato troviamo le cosidette elitès, e dall‟altro il precariat. Questo aspetto contribuisce a ricordarci il fatto che gli approcci di analisi della classe convenzionali hanno spesso ostacolato il riconoscimento dell‟esistenza di questi due estremi.

In terzo luogo, emergono nuove categorie di classi, che evidenziano come i confini tra middle e working class siano diventati labili e frammentari, e che sottolineano ancora una volta la necessità di un approccio allo studio delle classi e della stratificazione più “fluido”.

Infine, l‟indagine svolta nel contesto britannico mette in luce la nascita di nuove classi sociali che, pur non avendo grandi stock di capitale culturale o sociale, sono comunque riuscite ad ottenere livelli di capitale economico ragguardevoli.

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