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L’attività al servizio dell’Episcopato

L’attività professionale di Antonio da Borgonuovo

3. L’attività al servizio dell’Episcopato

Più marginale appare l’attività di Antonio per i vescovi di Trento; poco più di dieci documenti, di cui un paio redatti per conto di Georg Liechtenstein e undici per conto del suo successore Alessandro di Masovia, si sono conservati a testimoniare la collaborazione occasionale del notaio con tali enti.

Il primo documento redatto da ser Antonio per il Liechtenstein è una donazione datata 3 agosto 1405 nota unicamente grazie a una notizia sul Codice clesiano48 che,

come noto, trasmette in larga misura investiture e atti negoziali promossi dall’auto- rità vescovile49. Null’altro si è conservato relativamente a quel periodo. Se infatti si

considera che l’attuale conformazione dell’Archivio principesco vescovile di Trento risulta depauperata di buona parte della documentazione prodotta fra medioevo ed età moderna, oltre al fatto che molti documenti furono trasferiti ad Innsbruck già in occasione del sacco subito dalla città dalle truppe tirolesi nel 1409, e che per gli anni precedenti al 1423-1424 non si hanno a disposizione i registri su cui il notaio potrebbe aver steso documentazione commissionata dal vescovo, si deve ipotizzare che quanto rimasto per gli anni dell’episcopato Liechtenstein non sia che una minima traccia della sua attività per l’ente. Scorrendo le carte del Codice clesiano si nota infatti come Antonio fu presente, come testimone, alla rogazione di un certo numero di documenti del vescovo fra il 1388 e il 139250. Il registro

Instrumenta capitularia 8 trasmette inoltre un ulteriore documento redatto per conto

del vescovo il 14 gennaio 140751. Pochi giorni prima i canonici avevano esaminato

costringere Bartolomeo del fu Sicco olim canonico cittadino di Trento di rispondere se è erede di suo padre e se completamente o in parte, e se in parte per quale parte, e se per testamento o intestato, in quanto intende agire contro gli eredi e i beni del fu Siccone a motivo di un affi tto di 4 ducati d’oro non pagato da molti anni. Cfr. anche ADTn, ACap, Instrumenta capitularia 8, n. 689b; ADTn, ACap, capsa 32, n. 241.1 (1413 novembre 27); ASTn, ACD, n. 546, documento rogato dal notaio Graziadeo del fu ser Antonio fu ser Biagio da Castel Terlago (1414 aprile 27); ivi, nn. 564.1 e 564.2 e 751 procuratore del Capitolo e del canonico Giovanni Anhang.

47 L. Santifaller (a cura di), Urkunden und Forschungen zur Geschichte des Trientner Domkapitels im Mittelalter, I (1147-1500), Universum, Wien 1948 (Veröffentlichungen des Instituts für Österreic-

hischer Geschichtforschung, 6), p. 166.

48 Codicis Clesiani, cit., pp. 346-347 (IV, cc. 247v-248v).

49 Il secondo volume contiene i documenti prodotti fra il 1363 e il 1390 su iniziativa del vescovo Alberto di Ortenburg; il terzo volume i documenti prodotti sempre su iniziativa del vescovo Alberto di Ortenburg fra il 1380 ed il 1388; il IV volume i documenti prodotti fra il 1390 e il 1419 dal vescovo Georg Liechtenstein; il V volume i documenti prodotti su iniziativa del vescovo Alessandro di Masovia fra il 1424 e il 1444.

50 Codicis Clesiani, cit., p. 233 (III, c. 72, 1388 dicembre 28; c. 73, 1387 agosto 4; c. 76, 1387 maggio 23; c. 80, 1388 gennaio 15; c. 86, 1388 febbraio 13; c. 94, 1388 maggio 20. Vol. IV, cc. 98r-v; cc. 182r-v; cc. 206r-207v).

Stefano Malfatti

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fascicoli per procedere poi alla trascrizione sul proprio registro degli estesi, ovvero in Instrumenta capitularia 8bis40.

Analogo procedimento sembrò seguire il notaio quando, nel 1430, registrò la sentenza emessa «in episcopali palacio, ad banchum ubi ius civile redditur consue- te» dal giudice arbitro Vigilio de Trahugis da Povo41. Senza entrare nel merito del

contenuto della causa, si può constatare come, anche in quell’occasione, Antonio da Borgonuovo pose in margine al testo steso nel suo registro una nota relativa a una precedente redazione della sentenza: «Relevata ex foliis ubi primitus fuit notata».

Fra le attività riconducibili al palazzo vescovile c’era anche quella del giudice delle tutele che, come ricordato, aveva il compito di affi dare gli orfani a dei tutori, dopo aver ricevuto notifi ca della morte dei genitori. Il 7 maggio 143042 Antonio da

Borgonuovo, che aveva ricoperto analoga carica nel 1423 e nel 1426, fu chiamato dal giudice delle tutele, il notaio Martino del fu Francesco da Volano, a registrare la nomina di Marco da Lusiana, quale tutore di Guglielma, fi glia del fu Nicolò

Sardagnole, che era morto nelle Giudicarie durante la guerra fra Paride Lodron e

Alessandro di Masovia. Marco procedette quindi al giuramento dinanzi al giudice e al notaio impegnandosi anche a redigere un inventario dei beni dell’orfana. Il 18 settembre successivo43 il tutore presentò l’inventario al vicario vescovile Gioacchino

Mezzasoma e Antonio da Borgonuovo fu chiamato a metterlo per iscritto44.

Fra gli incarichi svolti dal professionista presso il palazzo vescovile va ri- cordato anche quella di procuratore, che aveva il compito di presentare davanti al giudice le istanze di una delle parti in causa. Tale mansione è documentata in modo preciso e dettagliato anche attraverso un piccolo registro cartaceo, composto da diversi fascicoli di provenienza eterogenea45, il primo dei quali trasmette le più

antiche registrazioni di cause in giudizio relative agli anni 1414-1417, con estratti di verbali redatti dalla mano del notaio Nicolò da Arco. Si tratta di un vero e proprio registro di acta, dove un unico notaio predispose in ordine cronologico i verbali di più procedimenti; il codice 2544 rappresenta pertanto un unicum, poiché dalla lettura di questi fascicoli è talvolta possibile ricostruire l’intero procedimento giudiziario, altrimenti frammentato fra le carte – in larga misura oggi disperse – dei notai chiamati di volta in volta a prenderne nota.

Ampiamente attestata è l’attività di ser Antonio come procuratore al servizio del Capitolo della cattedrale46; con le costituzioni sinodali emanate nel 1336 dal

40 La rubrica di mano del notaio che precede il documento recita: Processus factus per dominum nostrum contra ferarinos in valis Solis pretextu decime petite cum sententia ex inde lata ut infra, relevatus ex quibusdam foliis ubi notatus erat per me etc. La rubrica è preceduta dalla nota relativa

all’estrazione del mundum: Facta extra cum sententia in uno rodulo et data in castro etc. Il documento su pergamena presso l’Archivio del Principato vescovile non è di mano del notaio Antonio da Borgo- nuovo; si tratta di copia non autenticata di mano coeva che reca pure la sottoscrizione di Antonio (ma non di sua mano) con due sigilli pendenti da fi li serici. L’inventario di Ippoliti e Zatelli presenta alla Capsa 66 in APV, Sezione latina (mineralia) anche un documento n. 3 uguale al precedente n. 2 ma oggi mancante; poteva trattarsi dell’originale del notaio Antonio da Borgonuovo.

41 ADTn, ACap, Instrumenta capitularia 8bis, cc. 167v-168r, n. 438. 42 Ivi, n. 386.

43 Ivi, n. 387.

44 Il 9 marzo 1431 il notaio fu chiamato inoltre a stendere un’additio inventarii (ivi, n. 387a). 45 BCTn, BCT1, n. 2544.

46 Fra i molti esempi, cfr. ADTn, ACap, Instrumenta capitularia 8, n. 675b (senza data): di fronte a Giovanni Anhang in iure canonicus peritus, canonico e vicario in spiritualibus di Alessandro vescovo di Trento e duca di Masovia, il notaio Antonio di ser Bartolasio procuratore del Capitolo chiede di

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vescovo Enrico di Metz, infatti, il Capitolo fu invitato a scegliere dei procuratori, salariati, «ad petendum, exigendum et recipiendum et bona possessiones et iura Capituli perdita, alienata illicite et distracta recuperandum cum clausolis opportu- nis»47; tale funzione, che veniva affi data a uomini di fi ducia, comportava quindi un

ulteriore guadagno per il procuratore, che aveva il compito di rappresentare l’ente presso il tribunale vescovile.

3. L’attività al servizio dell’Episcopato

Più marginale appare l’attività di Antonio per i vescovi di Trento; poco più di dieci documenti, di cui un paio redatti per conto di Georg Liechtenstein e undici per conto del suo successore Alessandro di Masovia, si sono conservati a testimoniare la collaborazione occasionale del notaio con tali enti.

Il primo documento redatto da ser Antonio per il Liechtenstein è una donazione datata 3 agosto 1405 nota unicamente grazie a una notizia sul Codice clesiano48 che,

come noto, trasmette in larga misura investiture e atti negoziali promossi dall’auto- rità vescovile49. Null’altro si è conservato relativamente a quel periodo. Se infatti si

considera che l’attuale conformazione dell’Archivio principesco vescovile di Trento risulta depauperata di buona parte della documentazione prodotta fra medioevo ed età moderna, oltre al fatto che molti documenti furono trasferiti ad Innsbruck già in occasione del sacco subito dalla città dalle truppe tirolesi nel 1409, e che per gli anni precedenti al 1423-1424 non si hanno a disposizione i registri su cui il notaio potrebbe aver steso documentazione commissionata dal vescovo, si deve ipotizzare che quanto rimasto per gli anni dell’episcopato Liechtenstein non sia che una minima traccia della sua attività per l’ente. Scorrendo le carte del Codice clesiano si nota infatti come Antonio fu presente, come testimone, alla rogazione di un certo numero di documenti del vescovo fra il 1388 e il 139250. Il registro

Instrumenta capitularia 8 trasmette inoltre un ulteriore documento redatto per conto

del vescovo il 14 gennaio 140751. Pochi giorni prima i canonici avevano esaminato

costringere Bartolomeo del fu Sicco olim canonico cittadino di Trento di rispondere se è erede di suo padre e se completamente o in parte, e se in parte per quale parte, e se per testamento o intestato, in quanto intende agire contro gli eredi e i beni del fu Siccone a motivo di un affi tto di 4 ducati d’oro non pagato da molti anni. Cfr. anche ADTn, ACap, Instrumenta capitularia 8, n. 689b; ADTn, ACap, capsa 32, n. 241.1 (1413 novembre 27); ASTn, ACD, n. 546, documento rogato dal notaio Graziadeo del fu ser Antonio fu ser Biagio da Castel Terlago (1414 aprile 27); ivi, nn. 564.1 e 564.2 e 751 procuratore del Capitolo e del canonico Giovanni Anhang.

47 L. Santifaller (a cura di), Urkunden und Forschungen zur Geschichte des Trientner Domkapitels im Mittelalter, I (1147-1500), Universum, Wien 1948 (Veröffentlichungen des Instituts für Österreic-

hischer Geschichtforschung, 6), p. 166.

48 Codicis Clesiani, cit., pp. 346-347 (IV, cc. 247v-248v).

49 Il secondo volume contiene i documenti prodotti fra il 1363 e il 1390 su iniziativa del vescovo Alberto di Ortenburg; il terzo volume i documenti prodotti sempre su iniziativa del vescovo Alberto di Ortenburg fra il 1380 ed il 1388; il IV volume i documenti prodotti fra il 1390 e il 1419 dal vescovo Georg Liechtenstein; il V volume i documenti prodotti su iniziativa del vescovo Alessandro di Masovia fra il 1424 e il 1444.

50 Codicis Clesiani, cit., p. 233 (III, c. 72, 1388 dicembre 28; c. 73, 1387 agosto 4; c. 76, 1387 maggio 23; c. 80, 1388 gennaio 15; c. 86, 1388 febbraio 13; c. 94, 1388 maggio 20. Vol. IV, cc. 98r-v; cc. 182r-v; cc. 206r-207v).

51 ADTn, ACap, Instrumenta capitularia 8, n. 268b. 83

L’attività professionale di Antonio da Borgonuovo

i quaderni degli introiti e delle spese della Fabbrica della cattedrale, amministrata per diciotto anni dal canonico Rambaldo da Trento. Avendo giudicato buona la sua amministrazione, il Capitolo rilasciò quietanza al canonico52, liberandolo da ogni

obbligo nei confronti della Fabbrica. L’atto fu ratifi cato anche da Georg Liechtenstein che chiamò presso il castello del Buonconsiglio proprio il notaio Antonio da Borgonuovo, che successivamente stese il documento sul registro del Capitolo.

Null’altro si ha a disposizione fi no al 1425, quando il nuovo vescovo Alessandro di Masovia incaricò Antonio di redigere una serie di documenti, di cui rimane traccia in un paio di pergamene reperite fra le capsae dell’Archivio principesco vescovile e, soprattutto, fra le carte del registro Instrumenta capitularia 8bis.

Il primo documento, redatto nell’aprile del 1425 è di un certo rilievo non sol- tanto dal punto di vista contenutistico53, ma anche per il fatto che furono chiamati

dal vescovo a redigerlo ben due notai: il canonico Artuico di Enrico chierico di Passau e Antonio da Borgonuovo. La pergamena venne però redatta unicamente dal primo notaio, pur essendo espressamente nominato nella rogatio anche il secondo, del quale, tuttavia, mancano sottoscrizione e signum. Fra le carte del registro In-

strumenta capitularia 8bis Antonio predispose invece la sola rubrica relativa all’atto

in questione, senza redigere il documento in esteso.

Un secondo rogito redatto il 10 ottobre 142554, denominato dal notaio «Preposi-

tura et unio facta», rappresenta l’atto costitutivo della Prepositura, dignità capitolare che incamerò i beni e i redditi del monastero di San Lorenzo. Con essa il vescovo dispose anche l’elezione di un preposito, nella persona di Stanislao di Giovanni Sobniowski, artium liberalium magister, canonico di Trento e suo protocancelliere, che prese immediatamente possesso della carica.

Fra il 1427 e il 1434 Antonio da Borgonuovo fu chiamato a redigere ulteriori nove documenti, che trovarono concretizzazione scritta soprattutto nel suo registro personale (Instrumenta capitularia 8bis) e, in soli due casi, in un paio di pergame- ne oggi conservate presso l’Archivio vescovile55. Si tratta di atti che documentano

prevalentemente locazioni, refute e permute attuate da Alessandro di Masovia at- traverso suoi procuratori.

Per quanto riguarda i luoghi di rogazione, le date topiche dei documenti ve- scovili rinviano al castello del Buonconsiglio, in particolare a stanze poste al suo interno: «super sala et ad feratam a capella»56, oppure «in canzelaria de prope ca-

pellam sita»57. Il documento relativo all’erezione della Prepositura fu invece rogato

in cattedrale, all’interno della sacrestia magna, probabilmente per il fatto che la nuova dignità dipendeva direttamente dal Capitolo. Da rilevare, invece, come la maggior parte dei documenti attestanti le refute, le locazioni e le permute furono rogati presso la stazione delle bollette, in platea comunis.

52 Ivi, n. 267b.

53 Il vescovo Alessandro intima ai rappresentanti del Comune di Trento di pagare la somma di 700 ducati d’oro agli eredi di Erasmo Thun, quale rimanenza della spesa di 800 ducati che costoro avevano dovuto versare per le spese di fortifi cazione del castello di Stenico, nel periodo in cui Negro de Negri da San Pietro era stato inviato dalla città come nuovo capitano del maniero.

54 Cfr. Appendice, regesto n. 28 (ADTn, ACap, Instrumenta capitularia 8bis, n. 131).

55 Si tratta dei documenti con segnatura ASTn, APV, Sezione latina, capsa 53, n. 10; capsa 64, n. 264; ADTn, ACap, Instrumenta capitularia 8bis, nn. 284, 383, 385, 389, 395, 397, 395b, 617.

56 Cfr. Appendice, regesto n. 25 (ASCTn, Comune di Trento, Antico regime, sezione antica, ACT1-3328).

57 ADTn, ACap, Instrumenta capitularia 8bis, n. 395.

4. L’archivio del Capitolo fi no ad Antonio da Borgonuovo e l’opera decisiva

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