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Documenti in forma abbreviata redatti direttamente sui quatern

Antonio da Borgonuovo al lavoro Tracce di diplomatica notarile

6. Documenti in forma abbreviata redatti direttamente sui quatern

L’ultima casistica che si prenderà in considerazione riguarda un certo numero di documenti posti sui registri Instrumenta capitularia 8 e 8bis. Si tratta, come già ricordato in più occasioni, di quaterni instrumentorum notatorum et continuatorum. In molti casi, infatti, si tratta di vere e proprie imbreviature in cui il notaio, nella forma di una rubrica più ricca di dati rispetto alle usuali, e predisponendo una di- versa mise en page (il testo è addossato al margine sinistro, mentre viene lasciato completamente libero il destro), redige un documento che – pur contenendo i dati essenziali alla sua validità giuridica – è presentato in forma sostanzialmente ridotta, abbreviata. Ciò è vero soprattutto per determinate tipologie documentarie, quali ad esempio le attestazioni di debito, le quietanze, le carte  nis ecc., ovvero atti generalmente connessi per datazione e per altri elementi ad un documento prece- dente (una compravendita, una locazione, un matrimonio ecc.). In talune occasioni, tuttavia, ser Antonio scelse di redigere in forma abbreviata anche documenti quali le stesse compravendite, locazioni ecc., soprattutto nel caso in cui queste fossero poste consecutivamente dopo negozi dello stesso tipo, richiesti dagli stessi clienti e, talvolta, rogati nella stessa giornata; si tratta di casi in cui, vista la brevità del testo, è lecito supporre che il notaio avesse redatto i documenti prendendo i dati direttamente dalla ‘scheda’ o, addirittura, se la rogatio avvenne nella sua abitazione, senza alcun passaggio intermedio.

Un ulteriore esempio sarà dedicato ai documenti 86 e 87 nel registro Instrumenta

capitularia 8bis34; si tratta, rispettivamente, del matrimonio fra Giovanni Rauter e

Andriota fi glia di Bonadomano de Accerbis. Esso è redatto per esteso e nelle forme consuete ed è fatto seguire dalla carta  nis attraverso la quale Andriota dichiarò al padre, lì presente anche in rappresentanza della moglie Antonia, di non richiedere più nulla di quanto le sarebbe spettato dell’eredità, in ragione della dote ricevuta. Questo secondo documento sembra essere stato steso contestualmente a quello attestante il matrimonio, come dimostra la medesima tonalità dell’inchiostro; mentre, tuttavia, il primo venne redatto per esteso, il secondo è presentato in forma abbreviata, pur con

33 Ivi, c. 248/1, n. 646.

Stefano Malfatti

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trovano così annotazioni quali «ut in folio hic posito» o «ut in folio hic inserto». È il caso della rubrica posta alla carta 241r del registro Instrumenta capitularia 8bis, la quale recita: «Conventio cum procura facta in Dominicum et Iohannem Zeschi Floris de Voltolina continuata hic in folio inserto»31. La pagina è lasciata

completamente bianca mentre il foglio inserto di cui parla Antonio è un bifolio e si trova attualmente fra le carte 240 e 241 dello stesso registro.

Alla carta 55r del registro Instrumenta capitularia 8bis si trova un’ulteriore pagina, in cui il notaio si è premunito di redigere la rubrica e, con inchiostro di analoga tonalità, ulteriori due annotazioni32; si tratta di una «Conventio et promissio

facta per dominam Constanciam de Nigris comunitati Tridenti de solvendo ducatos IIIC heredibus condam domini Herasmi et absolutio facta comunitati per dominum

nostrum cum cessione etc ut infra». Ser Antonio ricorda poi che questa promissio, della quale tuttavia non procede alla trascrizione, fu «Relevata ex uno folio ubi erat notata», foglio che ancora oggi si trova fra le carte 75 e 76 del registro. Il professionista aggiunge poi, sotto la rubrica, la nota relativa all’estrazione della per- gamena che venne «Facta extra ex ipso folio», ossia direttamente dal bifolio sciolto.

Un ulteriore esempio, che sembra ancor più esplicativo del modus operandi del notaio, è quello del documento n. 646 del registro n. 8bis. Come nel caso pre- cedente, ser Antonio appose sul quaternus instrumentorum la sola rubrica relativa all’atto – nel caso in questione una elezione a canonico – senza redigerne la forma ‘continuata’ ma apponendo la sola nota relativa all’estrazione del mundum, che recita: «Facta extra ut hic in folio inserto etc» (fi g. 19).

31 ADTn, ACap, Instrumenta capitularia 8bis, c. 241r. 32 Ivi, c. 55r.

Fig. 19. ADTn, ACap, Instru-

menta capitularia 8bis, c. 248v

(particolare). Rubrica e, sotto, la nota relativa all’estrazione del mundum. Bianco il resto della carta.

Il folius insertus di cui parla il notaio è pure un bifolio cartaceo che veicola il documento in forma pressoché completa, dotato addirittura di un ‘abbozzo’ di sottoscrizione, «Ego Antonius etc». Ma rilevante, in questo caso, è una seconda sottoscrizione, completa rispetto alla prima, che Antonio aggiunse all’inizio della carta successiva:

Ego Antonius condam ser Bartholasii de Burgonovo de Tridento civis Tridentinus, publicus imperiali auctoritate notarius predictis electioni, collationi, promissioni,

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inductioni in tenutam captioni tenute et protestationi et omnibus aliis et singulis premissis dum sic agerentur et fi erent ut premissus est, una cum dictis testibus interfui, vidi et sic audivi. Et quia ego rogatus et requisitus infi rmitate oppressus predictam in formam publicam ad presens scribere non valui, alteri scribendum comissi et in fi dem et verum testimonium premissorum me hic subscripsi et signum mei tabellionatus consuetum hic apposui et signavi33.

Da quanto si deduce, dunque, essendogli stata richiesta la redazione in mundum del documento e non essendo stato in grado di farlo perché in rmitate oppressus, egli appose sul quaternus instrumentorum la sola rubrica, tralasciando di copiarvi l’intero documento in esteso e dando ad altri il compito di redigerne il mundum. Questa modalità operativa di Antonio attesterebbe, in questo caso, la necessità da parte del notaio di redigere, o almeno annotare, sul registro i documenti di cui trasse la pergamena, così come previsto dal capitolo statutario cui si fatto cenno sopra (fi g. 20).

6. Documenti in forma abbreviata redatti direttamente sui quaterni

L’ultima casistica che si prenderà in considerazione riguarda un certo numero di documenti posti sui registri Instrumenta capitularia 8 e 8bis. Si tratta, come già ricordato in più occasioni, di quaterni instrumentorum notatorum et continuatorum. In molti casi, infatti, si tratta di vere e proprie imbreviature in cui il notaio, nella forma di una rubrica più ricca di dati rispetto alle usuali, e predisponendo una di- versa mise en page (il testo è addossato al margine sinistro, mentre viene lasciato completamente libero il destro), redige un documento che – pur contenendo i dati essenziali alla sua validità giuridica – è presentato in forma sostanzialmente ridotta, abbreviata. Ciò è vero soprattutto per determinate tipologie documentarie, quali ad esempio le attestazioni di debito, le quietanze, le carte  nis ecc., ovvero atti generalmente connessi per datazione e per altri elementi ad un documento prece- dente (una compravendita, una locazione, un matrimonio ecc.). In talune occasioni, tuttavia, ser Antonio scelse di redigere in forma abbreviata anche documenti quali le stesse compravendite, locazioni ecc., soprattutto nel caso in cui queste fossero poste consecutivamente dopo negozi dello stesso tipo, richiesti dagli stessi clienti e, talvolta, rogati nella stessa giornata; si tratta di casi in cui, vista la brevità del testo, è lecito supporre che il notaio avesse redatto i documenti prendendo i dati direttamente dalla ‘scheda’ o, addirittura, se la rogatio avvenne nella sua abitazione, senza alcun passaggio intermedio.

Un ulteriore esempio sarà dedicato ai documenti 86 e 87 nel registro Instrumenta

capitularia 8bis34; si tratta, rispettivamente, del matrimonio fra Giovanni Rauter e

Andriota fi glia di Bonadomano de Accerbis. Esso è redatto per esteso e nelle forme consuete ed è fatto seguire dalla carta  nis attraverso la quale Andriota dichiarò al padre, lì presente anche in rappresentanza della moglie Antonia, di non richiedere più nulla di quanto le sarebbe spettato dell’eredità, in ragione della dote ricevuta. Questo secondo documento sembra essere stato steso contestualmente a quello attestante il matrimonio, come dimostra la medesima tonalità dell’inchiostro; mentre, tuttavia, il primo venne redatto per esteso, il secondo è presentato in forma abbreviata, pur con

33 Ivi, c. 248/1, n. 646.

34 Cfr., a tal proposito, i documenti ivi, nn. 86 e 87. 157

Antonio da Borgonuovo al lavoro

Fig. 20. ADTn, ACap, Instrumenta capitularia 8bis. c. 248/1r (bifolio fra le carte 248 e 249). Documento in esteso cui fa riferimento la rubrica alla fi g. 19.

un numero maggiore di dati rispetto alle solite rubriche. In un secondo momento, probabilmente su richiesta di Bonadomano de Accerbis, ser Antonio dovette estrarre per entrambi gli atti il documento in publicam formam; tuttavia, mentre nel caso del matrimonio con ogni probabilità egli non dovette fare altro che copiare quanto

già c’era sul registro, eventualmente aggiungendo poche formule ceterate, nel caso della carta  nis egli dovette, sullo stesso foglio, redigere analogo documento ma in forma estesa, ossia con l’aggiunta del formulario richiesto. Da questa seconda forma redazionale estrasse poi il relativo mundum. Che ciò fosse avvenuto nel momento in cui ser Bonadomano richiese ad Antonio la pergamena, lo dimostrerebbe la diversa tonalità dell’inchiostro con cui il professionista redasse la forma ‘continuata’ della

carta  nis e le relative note di estrazione del mundum (fi g. 21).

Stefano Malfatti

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Fig. 20. ADTn, ACap, Instrumenta capitularia 8bis. c. 248/1r (bifolio fra le carte 248 e 249). Documento in esteso cui fa riferimento la rubrica alla fi g. 19.

un numero maggiore di dati rispetto alle solite rubriche. In un secondo momento, probabilmente su richiesta di Bonadomano de Accerbis, ser Antonio dovette estrarre per entrambi gli atti il documento in publicam formam; tuttavia, mentre nel caso del matrimonio con ogni probabilità egli non dovette fare altro che copiare quanto

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già c’era sul registro, eventualmente aggiungendo poche formule ceterate, nel caso della carta  nis egli dovette, sullo stesso foglio, redigere analogo documento ma in forma estesa, ossia con l’aggiunta del formulario richiesto. Da questa seconda forma redazionale estrasse poi il relativo mundum. Che ciò fosse avvenuto nel momento in cui ser Bonadomano richiese ad Antonio la pergamena, lo dimostrerebbe la diversa tonalità dell’inchiostro con cui il professionista redasse la forma ‘continuata’ della

carta  nis e le relative note di estrazione del mundum (fi g. 21).

Fig. 21. ADTn, ACap, Instrumenta capitularia 8bis, c. 30v, docc. nn. 86 e 87.

Antonio da Borgonuovo al lavoro

Si hanno dunque, fortunatamente riprodotti sulla stessa carta, due diverse forme redazionali dello stesso documento. Si deve quindi immaginare che il notaio avesse anzitutto approntato una ‘scheda’, oggi perduta, al momento del matrimonio, presso l’abitazione di ser Bonadomano, con tutti i dati relativi al contratto matrimoniale e alla carta  nis; in un secondo tempo, presso la sua abitazione in Borgonuovo, dove egli conservava probabilmente il quaternus di grandi dimensioni, redasse il documento che attestava il matrimonio in forma estesa, seguito da una forma ab- breviata del secondo atto. È infatti improbabile che egli portasse con sé, fuori dalla propria statio, un registro di tale peso e grandezza.

Come fatto per alcuni esempi suesposti, anche in questo caso, si metteranno a confronto il testo della carta  nis in forma abbreviata, con il relativo documento in esteso, in modo da evidenziarne gli elementi distintivi.

Redazione in forma abbreviata Carta fi nis facte dicto ser Bonadomano etc videlicet qualiter eisdem die, hora, loco et presentibus testibus suprascriptis et aliis pluribus vocatis et rogatis dicta domina Andriota requisita a dicto patre suo, de voluntate, conscilio et consensu et licentia dicti Iohannis Rauter eius sponssi et mariti ibidem presentis pro dictis quatuor centum ducatis auri in et pro dote sua per dictum eius patrem de eius domine voluntate et mandato datis et solutis dict(o) Iohanni Rauter eius marito, sponte et libere fecit dicto suo ‹se-

gue suo iterato› patri presenti, requirenti et

recipienti pro se et suis heredibus et nomine et vice honorabilis domine domine Antonie eius uxoris et matris ipsius domine Andriote etiam ibidem presentis et consentientis pa- cem, fi nem, remissionem, transactionem et pactum perpetuum de ulterius non petendo de omni iure et actione et de omni eo et toto quod ad ipsam Andriotam spectabat et pertinebat et quoslibet spectare et pertinere videbatur et poterat in et de hereditate paterna et materna, pretextu alicuius institutionis vel successionis ex testamento vel ab intestato sive iure nature bonorum subsidii, sive aliqua alia ratione vel causa. Et liberavit et absolvit dictum eius patrem et matrem et eius heredes et bona per aliquam stipulationem precedentem etc et solempniter promisit et ipsa minor viginti quinque annis maior tamen duodecim requisita et certifi cata de vi sa(cri) iuravit corporaliter tactis scripturis ad sancta Dei evangelia dicto eius patri presenti pro se et suis heredibus stipulantibus ab eo vel eius heredibus nichil petere ulterius de bonis et rebus paterne et materne substantie et litem

Redazione ‘in esteso’

In Christi nomine, amen. Anno, indictione, die, loco et testibus suprascriptis et aliis pluribus specialiter vocatis et rogatis, ibidem dicta ‹segue dicta iterato› domina Andriota requisita a dicto eius ‹segue eius iterato› patre et de voluntate, conscilio, consensu et licentia dicti sui mariti ibidem presentis et omnibus et singulis in hoc contractu consentientis et parabolam dantis pro quatuorcentum ducatis boni auri et iusti ponderis per dictum ser Bonadomanum eius patrem in dotem et pro dote sua ipsi domine Andriote et de eius voluntate, consensu et mandato datis et solutis dicto Iohanni Rauter eius marito ut de dicta dote data et soluta patet et patere potet publico documento notato et scripto sub signo et nomine ac manu mei Antonii notarii infrascripti sub anno, indictione, die, loco et testibus suprascriptis, omnibus iure, via, modo et forma quibus melius potuit, sponte, libere et ex certa scientia fecit di- cto ser Bonadomano eius patri et domine Antonie eius matri et fi lie condam domini Marcholini de Castro Arsi, presentibus et pro se et suis heredibus recipientibus pacem, fi nem, remissionem, transactionem et pactum perpetuum de ulterius non petendo de omni iure et actione et de omni eo et toto quod ad ipsam dominam Andriotam spectabat et pertinebat et quoslibet spectare et pertinere videbatur et poterat et posset in futurum in et de bonis et hereditate paterna et materna pretextu alicuius institutionis vel successio- nis ex testamento vel ab intestato sive iure nature falcidie ‹falcidie nel margine sinistro

con segno di richiamo› vel bonorum subsidii

sive aliqua alia ratione vel causa. Et liberavit

non inferre sed predicta omnia et singula fi rma et rata habere et non contravenire ratione minoris etatis vel minoris quantitatis sibi date etc sub obligatione bonorum suorum et sub refectione dampnorum, expensarum et interesse etc, renuncians exceptioni non datarum dictarum dotium de eius mandato etc

expresse et absolvit dictos suos patrem et matrem et eorum heredes et bona per aliquam stipulationem precedentem animo novandi factam et acceptilationem subsequentem legitime interpositas ab omnibus et singulis, que occaxione predictorum sive aliqua alia ratione vel causa de bonis et hereditatibus predictis ‹de bonis ... predictis nel margine

sinistro con segno di richiamo› petere posset.

Et ipsa domina Andriota requisita solempni stipulatione et sine aliqua exceptione iure vel facti se et suos heredes et bona sua obligando de conscilio, consensu et licentia premissis promisit et ipsa minor viginti quinque annis maior tamen duodecim certifi cata prius de vi sa(cri) iuravit solempniter et corporaliter tactis scripturis ad sancta Dei evangelia dictis suis parentibus presentibus pro se et suis he- redibus stipulantibus ab eis vel altero eorum de bonis hereditariis paterne vel materne substantie aliquod non petere de cetero ‹de cetero in interlinea superiore› nec requirere et litem et questionem aliquam non inferre nec inferrenti consentire sed predicta omnia et singula fi rma et rata habere et tenere, ob- servare et non contrafacere vel venire per se vel alium aliqua ratione vel causa de iure vel de facto sub virtute dicti prestiti iuramenti. Item etiam refi cere et restituere omnia et singula dampna, expensas et interesse litis et extra pro quibus omnibus et singulis fi rmiter observandis et plenius attendendis obligavit ipsa domina Andriota expresse omnia sua bona presentia et futura et renunciavit etiam exceptioni non date, non solute dicte dotis de eius consensu et mandato dicto eius marito et exceptioni doli, mali, pacti conventi, actioni in factum condictioni indebiti et sine causa vel met(...) causa et omni alio suo iuri et legum auxilio.

Nel primo documento il notaio elimina del tutto l’invocazione, esordendo im- mediatamente con l’oggetto del negozio, Carta  nis, quasi come se si trattasse di una rubrica. Per le date topica e cronica e per l’elenco dei testimoni rinvia poi al documento precedente. Per quanto concerne il testo vero e proprio, le formule e le clausole vengono ridotte al minimo e spesso troncate dalla locuzione et cetera. L’esteso presenta invece quasi tutti gli elementi tipici di una redactio in mundum, a partire dall’invocazione a Cristo. Ser Antonio tralascia, tuttavia, anche in questo caso, l’elenco preciso dei testimoni nonché la datazione, per i quali rinvia pure al documento precedente. L’avverbio ibidem introduce di seguito il testo dell’atto, redatto per intero, senza mai ceterare alcuna parte del formulario. Inoltre in corri- spondenza delle prime righe del testo, il notaio trascrisse per errore due volte lo

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Si hanno dunque, fortunatamente riprodotti sulla stessa carta, due diverse forme redazionali dello stesso documento. Si deve quindi immaginare che il notaio avesse anzitutto approntato una ‘scheda’, oggi perduta, al momento del matrimonio, presso l’abitazione di ser Bonadomano, con tutti i dati relativi al contratto matrimoniale e alla carta  nis; in un secondo tempo, presso la sua abitazione in Borgonuovo, dove egli conservava probabilmente il quaternus di grandi dimensioni, redasse il documento che attestava il matrimonio in forma estesa, seguito da una forma ab- breviata del secondo atto. È infatti improbabile che egli portasse con sé, fuori dalla propria statio, un registro di tale peso e grandezza.

Come fatto per alcuni esempi suesposti, anche in questo caso, si metteranno a confronto il testo della carta  nis in forma abbreviata, con il relativo documento in esteso, in modo da evidenziarne gli elementi distintivi.

Redazione in forma abbreviata Carta fi nis facte dicto ser Bonadomano etc videlicet qualiter eisdem die, hora, loco et presentibus testibus suprascriptis et aliis pluribus vocatis et rogatis dicta domina Andriota requisita a dicto patre suo, de voluntate, conscilio et consensu et licentia dicti Iohannis Rauter eius sponssi et mariti ibidem presentis pro dictis quatuor centum ducatis auri in et pro dote sua per dictum eius patrem de eius domine voluntate et mandato datis et solutis dict(o) Iohanni Rauter eius marito, sponte et libere fecit dicto suo ‹se-

gue suo iterato› patri presenti, requirenti et

recipienti pro se et suis heredibus et nomine et vice honorabilis domine domine Antonie eius uxoris et matris ipsius domine Andriote etiam ibidem presentis et consentientis pa- cem, fi nem, remissionem, transactionem et pactum perpetuum de ulterius non petendo de omni iure et actione et de omni eo et toto quod ad ipsam Andriotam spectabat et pertinebat et quoslibet spectare et pertinere videbatur et poterat in et de hereditate paterna et materna, pretextu alicuius institutionis vel successionis ex testamento vel ab intestato sive iure nature bonorum subsidii, sive aliqua alia ratione vel causa. Et liberavit et absolvit dictum eius patrem et matrem et eius heredes et bona per aliquam stipulationem precedentem etc et solempniter promisit et ipsa minor viginti quinque annis maior tamen duodecim requisita et certifi cata de vi sa(cri) iuravit corporaliter tactis scripturis ad sancta Dei evangelia dicto eius patri presenti pro se et suis heredibus stipulantibus ab eo vel eius heredibus nichil petere ulterius de bonis et rebus paterne et materne substantie et litem

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