• Non ci sono risultati.

Antonio da Borgonuovo al lavoro Tracce di diplomatica notarile

7. Il registro Instrumenta capitularia 8 (1402-1434) Descrizione codicologica Instrumenta capitularia 8 è un codice costituito da 332 carte, della misura

7.2. L’organizzazione del registro

La c. 1r si apre con un documento in esteso redatto nel settembre del 1402 che, dal punto di vista contenutistico è una locazione perpetua il cui censo annuo si deve versare alla comunitas Capituli, ovvero alla mensa comune. Salvo qualche eccezione la documentazione redatta sull’intero fascicolo A (cc. 1-14, con i rogiti dal n. 1 al n. 26), e sui fascicoli B (cc. 16-29, con i rogiti dal n. 27 al n. 60), C (cc. 31-46, con i rogiti dal n. 61 al n. 94) e D (cc. 47-62, con i rogiti dal n. 95 al n. 133) riguarda dal punto di vista contenutistico la mensa comune; si tratta inoltre di documentazione redatta sostanzialmente, fatte salve alcune limitate eccezioni, in ordine cronologico e riguardanti l’arco temporale compreso fra il 1402 ed il 1429. Il successivo fascicolo E (a c. 63) viene inaugurato con un documento di data 7 aprile 1429, ancora relativo alla comunitas Capituli (doc. n. 134); evidentemente il notaio non aveva potuto inserirlo nel fascicolo precedente, che era uniformemente dedicato a questo cespite d’entrata. Con l’atto successivo (n. 135), cronologica- mente consecutivo rispetto al n. 134, si apre una serie di rogiti riguardanti redditi diversi; i censi annui delle locazioni ivi redatte, infatti, spettavano agli anniversari. Lo stesso vale per i documenti nn. 136-139 pure riguardanti gli anniversari e datati fra l’aprile 1430 e l’ottobre 1431. Ancora nel fascicolo che per convenzione si è denominato E trovano spazio, consecutivamente, tre atti relativi alla comunitas del Capitolo (datati al febbraio del 1431) e una serie di documenti inerenti alle prebende canonicali (docc. n. 140, che data al dicembre del 1430, e nn. 144-148 del maggio 1431). Fin qui il notaio, sebbene abbia mescolato, all’interno dello stesso fascicolo, una serie di instrumenta relativi a diversi cespiti d’entrata ha, tuttavia, mantenuto un sostanziale ordine cronologico, che prosegue inalterato fi no al documento n. 157 a c. 72, inerente agli anniversari. A partire dal rogito successivo (n. 158) a c. 73 l’ordine cronologico si perde, ritornando al febbraio del 1423. Con esso, tuttavia, si inaugura una serie continua di instrumenta le cui rendite spettano alle prebende individuali. Il notaio, infatti, non manca di aggiungere in corrispondenza del margi- ne superiore della c. 73 l’annotazione «Instrumenta prebendarum». Sul perché egli abbia redatto questi documenti (fra l’altro principiandoli soltanto dal 1423) partendo a metà d’un fascicolo già avviato, anziché inaugurarne uno nuovo si tornerà più avanti. A questo punto egli prosegue la registrazione degli instrumenta prebendarum rispettando un ordine sostanzialmente cronologico fi no alla fi ne del fascicolo E (c. 78, documento n. 172a), continuando lo stesso rogito sulla carta successiva (c. 79r) e inaugurando così il nuovo fascicolo F. Nei fascicoli F (cc. 79-96, con i docc. nn. 172b-205) e G (cc. 97-112, con la continuazione del doc. n. 205 fi no al doc. n. 237) non si rilevano particolari problemi: in essi continua infatti senza importanti anomalie la registrazione degli instrumenta relativi alle prebende individuali, con l’ultimo documento che data al maggio del 1432. Il fascicolo H (cc. 112/3-125, con i documenti nn. 238-262) è aperto da una tabula instrumentorum e prosegue dal punto di vista contenutistico con i rogiti delle prebende individuali, tuttavia la data fa un salto indietro al dicembre 1402 (doc. n. 238). Di seguito, l’ordine cronologi- co e l’argomento trattato continuano inalterati per l’intero fascicolo, proseguendo poi nei successivi I (cc. 126-143, con i documenti nn. 263-289), J (cc. 145-161, con i documenti nn. 290-315), K (cc. 161-176, con i documenti nn. 315-350) e L (cc. 177-192, con i documenti nn. 351-388). L’ultimo documento ivi redatto è datato al gennaio 1423. In corrispondenza della c. 192v del fascicolo L, in parte rimasta

bianca, il notaio pose un’annotazione interessante: «Continuando ad scribendum instrumenta locationum prebendarum require ad cartam 75 in precedenti etc».

Questa nota permette di comprendere le modalità operative di ser Antonio. Evidentemente egli aveva esaurito lo spazio da dedicare agli instrumenta preben-

darum nel volumen (che iniziava col fascicolo H), ovvero nel gruppo di fascicoli,

predisposto per questi documenti. Fu dunque costretto a continuare la redazione dei rogiti successivi, quelli inerenti al periodo seguente al gennaio 1423, in altra sede, cioè nel volumen precedente, quello altrimenti dedicato alla communitas Capituli, dove evidentemente erano rimaste bianche molte carte. La carta 75 citata da ser Antonio corrisponde, nella nuova cartulazione, alla c. 73 del fascicolo che si è chiamato E, dove infatti si trovano gli instrumenta relativi alle prebende, così come specifi cato dallo stesso notaio in principio alla carta. La datazione prosegue quella dell’ultimo documento nel fascicolo L che, si ricorda, era del gennaio 1423, conti- nuando con un rogito del febbraio dello stesso anno. Il documento n. 389 all’inizio del fascicolo M (cc. 193-208) si trova dopo una nuova tabula instrumentorum che ricorda come quel volumen sia dedicato agli «instrumenta anniversariorum ecclesie Tridentine». Anche in questo caso, i documenti iniziano regolarmente con l’anno 1402 e proseguono rispettando l’ordine cronologico fi no alla fi ne del fascicolo P, dove l’ultimo rogito (n. 538) è datato 28 aprile 1430. Tuttavia ser Antonio non lasciò all’inizio del primo fascicolo di questo volumen un numero suffi ciente di carte per accogliere, a mano a mano, l’elenco degli instrumenta ivi redatti, cosicché fu costretto in corso d’opera ad allegare un bifolio di medie dimensioni, sul quale redasse l’indice relativo ai documenti posti attualmente fra le cc. 251 e 262 (ovvero i docc. nn. 507-538). A c. 262v, in calce al documento n. 538, datato all’aprile del 1430, il notaio pose un’annotazione che recita: «Require superius in capitulo locationum comunitatis cont[inuandu]m locationum dictorum anniversariorum in- cipiendo 65 carta». Si spiega così la presenza nel fascicolo E (per la precisione dal doc. n. 135) di un certo numero di instrumenta relativi agli anniversari che proseguono, infatti, la cronologia interrotta alla fi ne del fascicolo P, dove l’ultimo documento (n. 538) è datato 28 aprile 1430; il primo rogito relativo agli anniversari posto da ser Antonio nelle carte rimaste bianche del fascicolo E è infatti datato 29 aprile 1430 (doc. n. 135). L’ultimo blocco di fascicoli (Q-T) è più uniforme sia dal punto di vista contenutistico sia dal punto di vista cronologico: esso veicola infatti, come ricordato nelle due carte dedicate alla tabula (cc. 263r-v) gli «instrumenta capellanorum et fabrice antedicte ecclesie Tridentine» (fi g. 24).

Scorrendo l’indice redatto dal notaio ci si rende tuttavia conto che esso si ferma ben prima della conclusione effettiva del volumen; l’ultimo documento registrato nella tabula, infatti, è una refuta (doc. n. 647) che, secondo l’attuale cartulazione del registro, si trova a c. 314r. Rimangono dunque esclusi un buon numero di do- cumenti posti attualmente fra le cc. 314-335. Anche in questo caso il professionista proseguì con la redazione della tabula su un foglio allegato che oggi si trova fra le cc. 279 e 280. Si tratta, come nel caso precedente, di un bifolio di medie dimensioni in cui ser Antonio registrò consecutivamente l’elenco degli instrumenta oggi posti dalla c. 314 (doc. n. 648) alla c. 335 (doc. n. 695).

L’ultimo rogito è redatto su un foglio fortemente danneggiato e corrisponde all’ultima ‘rubrica’ posta da ser Antonio in calce alla tabula; citando la carta in cui si trovava l’atto il notaio ricordava come si trattasse dell’ultima dell’intero volumen; questa informazione conferma che l’attuale conformazione del registro corrisponde

Stefano Malfatti

173 172

7.2. L’organizzazione del registro

La c. 1r si apre con un documento in esteso redatto nel settembre del 1402 che, dal punto di vista contenutistico è una locazione perpetua il cui censo annuo si deve versare alla comunitas Capituli, ovvero alla mensa comune. Salvo qualche eccezione la documentazione redatta sull’intero fascicolo A (cc. 1-14, con i rogiti dal n. 1 al n. 26), e sui fascicoli B (cc. 16-29, con i rogiti dal n. 27 al n. 60), C (cc. 31-46, con i rogiti dal n. 61 al n. 94) e D (cc. 47-62, con i rogiti dal n. 95 al n. 133) riguarda dal punto di vista contenutistico la mensa comune; si tratta inoltre di documentazione redatta sostanzialmente, fatte salve alcune limitate eccezioni, in ordine cronologico e riguardanti l’arco temporale compreso fra il 1402 ed il 1429. Il successivo fascicolo E (a c. 63) viene inaugurato con un documento di data 7 aprile 1429, ancora relativo alla comunitas Capituli (doc. n. 134); evidentemente il notaio non aveva potuto inserirlo nel fascicolo precedente, che era uniformemente dedicato a questo cespite d’entrata. Con l’atto successivo (n. 135), cronologica- mente consecutivo rispetto al n. 134, si apre una serie di rogiti riguardanti redditi diversi; i censi annui delle locazioni ivi redatte, infatti, spettavano agli anniversari. Lo stesso vale per i documenti nn. 136-139 pure riguardanti gli anniversari e datati fra l’aprile 1430 e l’ottobre 1431. Ancora nel fascicolo che per convenzione si è denominato E trovano spazio, consecutivamente, tre atti relativi alla comunitas del Capitolo (datati al febbraio del 1431) e una serie di documenti inerenti alle prebende canonicali (docc. n. 140, che data al dicembre del 1430, e nn. 144-148 del maggio 1431). Fin qui il notaio, sebbene abbia mescolato, all’interno dello stesso fascicolo, una serie di instrumenta relativi a diversi cespiti d’entrata ha, tuttavia, mantenuto un sostanziale ordine cronologico, che prosegue inalterato fi no al documento n. 157 a c. 72, inerente agli anniversari. A partire dal rogito successivo (n. 158) a c. 73 l’ordine cronologico si perde, ritornando al febbraio del 1423. Con esso, tuttavia, si inaugura una serie continua di instrumenta le cui rendite spettano alle prebende individuali. Il notaio, infatti, non manca di aggiungere in corrispondenza del margi- ne superiore della c. 73 l’annotazione «Instrumenta prebendarum». Sul perché egli abbia redatto questi documenti (fra l’altro principiandoli soltanto dal 1423) partendo a metà d’un fascicolo già avviato, anziché inaugurarne uno nuovo si tornerà più avanti. A questo punto egli prosegue la registrazione degli instrumenta prebendarum rispettando un ordine sostanzialmente cronologico fi no alla fi ne del fascicolo E (c. 78, documento n. 172a), continuando lo stesso rogito sulla carta successiva (c. 79r) e inaugurando così il nuovo fascicolo F. Nei fascicoli F (cc. 79-96, con i docc. nn. 172b-205) e G (cc. 97-112, con la continuazione del doc. n. 205 fi no al doc. n. 237) non si rilevano particolari problemi: in essi continua infatti senza importanti anomalie la registrazione degli instrumenta relativi alle prebende individuali, con l’ultimo documento che data al maggio del 1432. Il fascicolo H (cc. 112/3-125, con i documenti nn. 238-262) è aperto da una tabula instrumentorum e prosegue dal punto di vista contenutistico con i rogiti delle prebende individuali, tuttavia la data fa un salto indietro al dicembre 1402 (doc. n. 238). Di seguito, l’ordine cronologi- co e l’argomento trattato continuano inalterati per l’intero fascicolo, proseguendo poi nei successivi I (cc. 126-143, con i documenti nn. 263-289), J (cc. 145-161, con i documenti nn. 290-315), K (cc. 161-176, con i documenti nn. 315-350) e L (cc. 177-192, con i documenti nn. 351-388). L’ultimo documento ivi redatto è datato al gennaio 1423. In corrispondenza della c. 192v del fascicolo L, in parte rimasta

173

bianca, il notaio pose un’annotazione interessante: «Continuando ad scribendum instrumenta locationum prebendarum require ad cartam 75 in precedenti etc».

Questa nota permette di comprendere le modalità operative di ser Antonio. Evidentemente egli aveva esaurito lo spazio da dedicare agli instrumenta preben-

darum nel volumen (che iniziava col fascicolo H), ovvero nel gruppo di fascicoli,

predisposto per questi documenti. Fu dunque costretto a continuare la redazione dei rogiti successivi, quelli inerenti al periodo seguente al gennaio 1423, in altra sede, cioè nel volumen precedente, quello altrimenti dedicato alla communitas Capituli, dove evidentemente erano rimaste bianche molte carte. La carta 75 citata da ser Antonio corrisponde, nella nuova cartulazione, alla c. 73 del fascicolo che si è chiamato E, dove infatti si trovano gli instrumenta relativi alle prebende, così come specifi cato dallo stesso notaio in principio alla carta. La datazione prosegue quella dell’ultimo documento nel fascicolo L che, si ricorda, era del gennaio 1423, conti- nuando con un rogito del febbraio dello stesso anno. Il documento n. 389 all’inizio del fascicolo M (cc. 193-208) si trova dopo una nuova tabula instrumentorum che ricorda come quel volumen sia dedicato agli «instrumenta anniversariorum ecclesie Tridentine». Anche in questo caso, i documenti iniziano regolarmente con l’anno 1402 e proseguono rispettando l’ordine cronologico fi no alla fi ne del fascicolo P, dove l’ultimo rogito (n. 538) è datato 28 aprile 1430. Tuttavia ser Antonio non lasciò all’inizio del primo fascicolo di questo volumen un numero suffi ciente di carte per accogliere, a mano a mano, l’elenco degli instrumenta ivi redatti, cosicché fu costretto in corso d’opera ad allegare un bifolio di medie dimensioni, sul quale redasse l’indice relativo ai documenti posti attualmente fra le cc. 251 e 262 (ovvero i docc. nn. 507-538). A c. 262v, in calce al documento n. 538, datato all’aprile del 1430, il notaio pose un’annotazione che recita: «Require superius in capitulo locationum comunitatis cont[inuandu]m locationum dictorum anniversariorum in- cipiendo 65 carta». Si spiega così la presenza nel fascicolo E (per la precisione dal doc. n. 135) di un certo numero di instrumenta relativi agli anniversari che proseguono, infatti, la cronologia interrotta alla fi ne del fascicolo P, dove l’ultimo documento (n. 538) è datato 28 aprile 1430; il primo rogito relativo agli anniversari posto da ser Antonio nelle carte rimaste bianche del fascicolo E è infatti datato 29 aprile 1430 (doc. n. 135). L’ultimo blocco di fascicoli (Q-T) è più uniforme sia dal punto di vista contenutistico sia dal punto di vista cronologico: esso veicola infatti, come ricordato nelle due carte dedicate alla tabula (cc. 263r-v) gli «instrumenta capellanorum et fabrice antedicte ecclesie Tridentine» (fi g. 24).

Scorrendo l’indice redatto dal notaio ci si rende tuttavia conto che esso si ferma ben prima della conclusione effettiva del volumen; l’ultimo documento registrato nella tabula, infatti, è una refuta (doc. n. 647) che, secondo l’attuale cartulazione del registro, si trova a c. 314r. Rimangono dunque esclusi un buon numero di do- cumenti posti attualmente fra le cc. 314-335. Anche in questo caso il professionista proseguì con la redazione della tabula su un foglio allegato che oggi si trova fra le cc. 279 e 280. Si tratta, come nel caso precedente, di un bifolio di medie dimensioni in cui ser Antonio registrò consecutivamente l’elenco degli instrumenta oggi posti dalla c. 314 (doc. n. 648) alla c. 335 (doc. n. 695).

L’ultimo rogito è redatto su un foglio fortemente danneggiato e corrisponde all’ultima ‘rubrica’ posta da ser Antonio in calce alla tabula; citando la carta in cui si trovava l’atto il notaio ricordava come si trattasse dell’ultima dell’intero volumen; questa informazione conferma che l’attuale conformazione del registro corrisponde

Antonio da Borgonuovo al lavoro

Fig. 24. ADTn, ACap, Instrumenta capitularia 8, c. 263r. Tabula instrumentorum relativa alle cappellanie e alla fabbrica della cattedrale. Si noti come, in corrispondenza del margine sinistro, a fi anco di ogni rubrica, il notaio abbia redatto la sigla f o ff. Un confronto con le note relative all’estrazione dei munda poste dallo stesso ser Antonio in margine a ciascun rogito porta a ricondurre la semplice f alla redazione di una sola pergamena in mundum (o per il locatore o per il conduttore), la ff alla redazione di due distinti munda (Facta extra

duplex locatori et conductori).

a quella che all’epoca predispose il professionista; non sembrano dunque mancare carte alla fi ne del codice.

Un’analisi precisa su tutti i documenti dell’ultimo fascicolo del registro Instru-

menta capitularia 8 permette di svolgere un’ulteriore considerazione. Se infatti le

prime carte del fascicolo T sono occupate, come nei precedenti, da rogiti relativi all’amministrazione dei censi dovuti alle cappellanie e alla fabbrica, da c. 318v, in particolare con il documento n. 658 datato 21 dicembre 1431, il notaio iniziò a registrare tutta una serie di instrumenta relativi sia agli anniversari sia alle preben- de individuali; e così fi no alla fi ne del registro a c. 335, ove il documento n. 695 riguarda infatti la prebenda canonicale di Meano. Evidentemente egli non aveva più spazio a disposizione per completare la messa a libro di quei rogiti nei volumina che aveva specifi camente dedicato a quei cespiti d’entrata; e ciò sembra essere confermato da un’ulteriore annotazione che ser Antonio pose in calce alla c. 112v, alla fi ne del fascicolo G, ove si legge: «Require in parte capellanorum instrumenta de cetero notanda ubi sunt adhuc plura folia vacua, cum pluries et pluries et centies petiveram alium quaternum per capitulum emi et non fui exauditus etc».

Outline

Documenti correlati