L’attività professionale di Antonio da Borgonuovo
5. L’attività al servizio del Capitolo (1390-1435)
La carriera notarile di Antonio da Borgonuovo fra gli anni Ottanta e Novanta del Trecento non sembra rivelare particolari elementi che possano distinguere la sua attività rispetto a quella di altri colleghi del periodo; ciò almeno fi no ai pri- missimi anni del Quattrocento, quando il notaio – già occasionalmente attivo come notaio per il canonici – comincia a produrre consistenti quantitativi di documenta- zione per il Capitolo, ente per cui, come si vedrà, fungerà da notaio quasi esclusivo per oltre trent’anni, ricoprendo spesso la funzione di procuratore dei canonici e producendo al contempo un voluminoso registro di instrumenta (il n. 8 della serie
Instrumenta capitularia) contenente esclusivamente documentazione di interesse
capitolare.
Il numero dei documenti prodotti da Antonio da Borgonuovo per conto del Capitolo è, come detto, piuttosto elevato, tanto da farne uno fra i più importanti committenti del notaio, se non addirittura il più importante. Fra i circa 2.000 rogiti di sua mano presi in esame, il primo documento prodotto per i canonici è datato
80 Cfr. Zamboni, Economia e società in una piccola città alpina, cit., doc. n. 8.
81 L’ultimo documento redatto da Alberto da Sacco è datato 1403 marzo 30 (cfr. ivi, p. 27, in particolare la nota 24)
82 Il primo documento rogato da ser Antonio per i canonici è datato 1390 agosto 13: ASTn, APV, Sezione latina, capsa 44, n. 15.
Stefano Malfatti
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et notarius» al servizio dell’ente, ricevendo «in confi ciendo instrumenta Capituli et alia undecumque» la somma di 100 lire di moneta di Merano; in seguito, per il periodo compreso fra il 1376 e il 1391, Pietro annotò con precisione l’emolumento versatogli annualmente dai canonici, ottenendo complessivamente per i quindici anni di servizio una somma superiore a 615 ducati d’oro72.
Nel 139273 Giacomo del fu Pietro da Revò prese il posto per alcuni anni del
defunto de Stanchariis, producendo nello stesso periodo un certo numero di docu- menti anche per il monastero di San Lorenzo74. Di costui si hanno attualmente a
disposizione poche decine di instrumenta redatti su commissione dei canonici fra il 139075 e il 139876, mentre non sembrano essere sopravvissute registrazioni in fa-
scicoli o volumi. Nel 1413 Antonio da Borgonuovo, riferendosi al notaio Giacomo da Revò, lo qualifi cò come «tunc scriba et notarius Capituli»77.
Un secondo notaio attivo per il Capitolo fra gli anni Ottanta del XIV e i pri- missimi anni del XV secolo è Alberto fi glio del fu ser Negratus da Sacco. Costui rogò per l’ente un buon numero di instrumenta, registrando una parte degli atti anche su suoi protocolli personali. Nessun registro di mano del professionista sembra essere stato conservato nell’archivio capitolare, dove si trovano soltanto
redactiones in mundum. Alberto da Sacco fu attivo, al pari di altri notai impegnati
per il Capitolo, per un gran numero di istituzioni cittadine: dall’episcopato, al con- vento delle Clarisse e per numerosi privati. Per il vescovo Alberto di Ortenburg, in particolare, egli ricoprì la carica di procuratore «pro investituris faciendis»78.
La sua eterogenea attività di registrazione è oggi documentata anche attraverso un protocollo di esigue dimensioni, attualmente conservato presso il fondo Manoscritti (BCT1) della Biblioteca Comunale di Trento79. Il registro trasmette 109 documenti,
72 L’annotazione recita: «Noverint universi presentem pagenda inspecturi pro millesimo CCC° LXXV quo anno fui ellectus per Capitulum Tridentinum scriba et notarius ipsius Capituli lucratus fui illo anno centum libras bone monete in confi ciendo instrumenta Capituli et alia undecumque et aliis singulis annis infrascriptis infra lucratus fui infrascriptam peccunie quantitatem scripsi. | Item millesimo CCC° LXXVI lucratus fui circa XL ducatos auri. | Item millesimo CCC° LXXVII lucratus fui XLV ducatos. | Item millesimo CCC° LXXVIII lucratus fui XXXVIII ducatos. | Item millesimo CCC° LXXVIIII lucratus fui circa LX ducatos. | Item millesimo CCC° LXXX lucratus fui XXII ducatos (..). | Item millesimo CCC° LXXXI lucratus fui LII ducatos. | Item millesimo CCC° LXXXII lucratus fui XXXIII ducatos. | Item millesimo CCC° LXXXIII fui lucratus circa XXX ducatos. | Item millesimo CCC° LXXXIIII lucratus fui XVIII ducatos. | Item millesimo CCC° LXXXV lucratus fui XVIIIIor ducatos vel paulo plus. | Item millesimo CCC° LXXXVI lucratus fui XXXIII ducatos. | Item millesimo CCC° LXXXVII lucratus fui XXIIII ducatos. | Item millesimo CCC° LXXXVIII lucratus fui XLI ducatos prout in zedula continetur. | Item millesimo CCC° LXXXVIIII lucratus fui XXXII ducatos et IIIIor grossos prout in zedula iacet. | Item millesimo CCC° LXXXX lucratus fui XXXVI ducatos et I grossus prout patet in zedula. | Item millesimo CCC° LXXXXI lucratus fui XXXIIII ducatos prout in zedula apparet».
73 Cfr. Curzel, I canonici e il Capitolo, cit., pp. 657-658.
74 ADTn, AP, Registri, reg. n. 2, doc. n. 6 (in quest’occasione Giacomo si sottoscrive come «apostolica et imperiali auctoritate notarius et scriba domini abbatis») e ADTn, AP, Tomo II, n. 78.
75 ADTn, ACap, capsa 39, n. 23. 76 ASTn, ACD, n. 1140.
77 ADTn, ACap, Instrumenta capitularia 8, cc. 160r-161r, n. 315.
78 ASTn, APV, Sezione latina, capsa 22, n. 2, cc. 57v-58r (1387 febbraio 4): Liber feudorum seu investiturarum domini Alberti episcopi Tridenti, ab anno 1383 ad annum 1388, rogato dal notaio
Marco fi glio di Odorico di Trento del fu ser Giacomo di Spormaggiore. Cfr. anche Codicis Clesiani, cit., vol. III.
79 BCTn, BCT1, n. 1868; edizione in Zamboni, Economia e società in una piccola città alpina, cit. Il protocollo presenta un titolo vergato da mano settecentesca: Matrici dei rogiti del notaio Alberto
quondam Negrati di Sacco. Diversae investiturae et locationes de anno 1400 circiter.
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fra imbreviature ed estesi, redatti fra il 1399 ed il 1402: locazioni, compravendite, testamenti e prestiti rappresentano le tipologie documentarie prevalenti, anche se non mancano atti diversi come quello, già citato, attestante il matrimonio fra il notaio e giurisperito Antonio da Molveno e Floridia fi glia di Tommaso da Folgaria80. Fra i
circa 100 rogiti raccolti nel protocollo di Alberto da Sacco si trovano 32 documenti capitolari. La sua produzione documentaria risulta pertanto quanto mai varia per la qualità dei committenti e per la quantità degli atti prodotti, tale da renderlo fra i notai più prolifi ci della fi ne del XIV secolo.
Alla morte di Alberto, probabilmente non molto tempo dopo il 140381, Antonio
da Borgonuovo era già attivo per il Capitolo da qualche anno82, precisamente dal
1390. Sono gli anni in cui è ancora in attività Pietro de Stanchariis e, dopo di lui Giacomo da Revò. Verifi cando infatti la produzione documentaria capitolare sul fi nire del Trecento, si nota come i documenti redatti da ser Antonio siano ancora sporadici, mentre tendono ad aumentare numericamente soltanto all’inizio del 1400, in concomitanza con il calo d’attività (si presume dovuto all’età avanzata) del collega Alberto da Sacco. Non desta meraviglia, dunque, che proprio a partire dal 1403, quando l’attività di ser Alberto si interrompe del tutto, il numero di instru-
menta prodotti da Antonio da Borgonuovo aumenti considerevolmente; dal 1402
ser Antonio diede inizio alla redazione del registro Instrumenta capitularia 8, il quale attesta l’attività continuativa per l’ente. A tal proposito, è lecito supporre che i canonici lo avessero scelto sulla base della sua preparazione tecnica, riponendo in lui un rapporto di fi ducia che non derivava, come nel caso di Venturino de Trechis, Alberto de Floriis o Pietro de Stanchariis, dall’essere mansionario o, addirittura, canonico del Capitolo. Nel caso di Alberto da Sacco e Antonio da Borgonuovo furono dunque altri parametri ad entrare in gioco.
5. L’attività al servizio del Capitolo (1390-1435)
La carriera notarile di Antonio da Borgonuovo fra gli anni Ottanta e Novanta del Trecento non sembra rivelare particolari elementi che possano distinguere la sua attività rispetto a quella di altri colleghi del periodo; ciò almeno fi no ai pri- missimi anni del Quattrocento, quando il notaio – già occasionalmente attivo come notaio per il canonici – comincia a produrre consistenti quantitativi di documenta- zione per il Capitolo, ente per cui, come si vedrà, fungerà da notaio quasi esclusivo per oltre trent’anni, ricoprendo spesso la funzione di procuratore dei canonici e producendo al contempo un voluminoso registro di instrumenta (il n. 8 della serie
Instrumenta capitularia) contenente esclusivamente documentazione di interesse
capitolare.
Il numero dei documenti prodotti da Antonio da Borgonuovo per conto del Capitolo è, come detto, piuttosto elevato, tanto da farne uno fra i più importanti committenti del notaio, se non addirittura il più importante. Fra i circa 2.000 rogiti di sua mano presi in esame, il primo documento prodotto per i canonici è datato
80 Cfr. Zamboni, Economia e società in una piccola città alpina, cit., doc. n. 8.
81 L’ultimo documento redatto da Alberto da Sacco è datato 1403 marzo 30 (cfr. ivi, p. 27, in particolare la nota 24)
82 Il primo documento rogato da ser Antonio per i canonici è datato 1390 agosto 13: ASTn, APV, Sezione latina, capsa 44, n. 15.
L’attività professionale di Antonio da Borgonuovo
13 agosto 139083 ed è attualmente conservato presso l’Archivio del Principato
vescovile di Trento, alla capsa 44 (denominata Capitulum) della sezione latina. Si tratta di un appello da presentarsi presso la curia romana redatto dal notaio su commissione dei canonici. L’occasione è data dalle lettere contenenti «monitio- nes et mandata multum gravia» per il Capitolo e il clero diocesano, presentate ai canonici da Cosma Migliorati, legato pontifi cio in partibus Lombardie. L’appello rivolto al pontefi ce Bonifacio IX aveva pertanto lo scopo di esporre le motivazioni che impedivano al Capitolo di pagare quanto richiesto. Anzitutto si fa presente che gli uffi ciali del duca d’Austria si erano impossessati con la violenza di quasi tutto il reddito del clero diocesano, vendendo le decime e le proprietà, fra cui i redditi solitamente spettanti al Capitolo per un valore di 800 ducati, per recuperare i quali i canonici spesero ben 1.000 ducati non senza impegnare parte delle decime e dei beni sub usuris84. L’importanza dell’appello è sottolineata dalla presenza, insieme
ai canonici, dei rappresentanti dei più importanti ordini monastici e conventuali della città, fra cui fra Francesco da Ferrara priore del monastero di San Lorenzo dell’ordine dei Predicatori, fra Nicolò da Mantova guardiano del convento di San Francesco dell’ordine dei Minori, fra Basilio da Treviso priore del convento degli Eremitani di San Marco, il notaio ser Francesco del fu ser Martino da Volano, in qualità di sindaco del Capitolo, il notaio ser Simone del fu Azzone da Campo, pure sindaco del Capitolo e dei frati alemanni, fra Bartolomeo da Camerino priore dell’ospedale di Santa Croce in Trento, e il notaio ser Alberto del fu ser Negratus da Sacco, sindaco del convento delle suore dell’ordine di Santa Chiara. Si tratta di un atto di grande rilevanza per i maggiori rappresentanti della chiesa tridentina, a ragione delle implicazioni economiche sottese; risulta quindi alquanto singolare il fatto che la redazione di questo testo sia stata affi data proprio ad Antonio da Bor- gonuovo che nel 1390 aveva intrapreso da pochi anni la carriera come tabellione.
A partire dal 1390, dunque, i documenti prodotti per il Capitolo della cattedra- le si presentano fra le carte di Antonio con frequenza sempre maggiore, con una produzione che si attesta su livelli di una certa importanza a partire dal 1402, anno in cui il professionista dà avvio al registro Instrumenta capitularia 8.
anno n. documenti reperiti per anno n. documenti prodotti per il Capitolo
1386 1 0 1387 0 0 1388 3 0 1389 4 0 1390 2 1 1391 5 2 1392 2 1 1393 2 0 1394 13 0 1395 5 0 1396 0 0 1397 2 1
83 ASTn, APV, Sezione latina, capsa 44, n. 15.
84 Cfr., sull’argomento, Curzel, I canonici e il Capitolo, cit., pp. 173-174.
anno n. documenti reperiti per anno n. documenti prodotti per il Capitolo
1398 5 3 1399 10 2 1400 20 15 1401 6 4 1402 19 15 1403 29 27 1404 53 52 1405 66 59 1406 58 53 1407 57 48 1408 63 62 1409 20 20 1410 10 10 1411 30 27 1412 28 26 1413 26 25 1414 33 23 1415 65 46 1416 42 36 1417 30 22 1418 35 24 1419 23 18 1420 37 37 1421 58 57 1422 66 59 1423 51 33 1424 106 22 1425 146 47 1426 137 44 1427 133 55 1428 88 23 1429 110 35 1430 113 28 1431 139 52 1432 71 38 1433 83 35 1434 72 32 1435 27 12 1436 8 0 1437 2 0
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13 agosto 139083 ed è attualmente conservato presso l’Archivio del Principato
vescovile di Trento, alla capsa 44 (denominata Capitulum) della sezione latina. Si tratta di un appello da presentarsi presso la curia romana redatto dal notaio su commissione dei canonici. L’occasione è data dalle lettere contenenti «monitio- nes et mandata multum gravia» per il Capitolo e il clero diocesano, presentate ai canonici da Cosma Migliorati, legato pontifi cio in partibus Lombardie. L’appello rivolto al pontefi ce Bonifacio IX aveva pertanto lo scopo di esporre le motivazioni che impedivano al Capitolo di pagare quanto richiesto. Anzitutto si fa presente che gli uffi ciali del duca d’Austria si erano impossessati con la violenza di quasi tutto il reddito del clero diocesano, vendendo le decime e le proprietà, fra cui i redditi solitamente spettanti al Capitolo per un valore di 800 ducati, per recuperare i quali i canonici spesero ben 1.000 ducati non senza impegnare parte delle decime e dei beni sub usuris84. L’importanza dell’appello è sottolineata dalla presenza, insieme
ai canonici, dei rappresentanti dei più importanti ordini monastici e conventuali della città, fra cui fra Francesco da Ferrara priore del monastero di San Lorenzo dell’ordine dei Predicatori, fra Nicolò da Mantova guardiano del convento di San Francesco dell’ordine dei Minori, fra Basilio da Treviso priore del convento degli Eremitani di San Marco, il notaio ser Francesco del fu ser Martino da Volano, in qualità di sindaco del Capitolo, il notaio ser Simone del fu Azzone da Campo, pure sindaco del Capitolo e dei frati alemanni, fra Bartolomeo da Camerino priore dell’ospedale di Santa Croce in Trento, e il notaio ser Alberto del fu ser Negratus da Sacco, sindaco del convento delle suore dell’ordine di Santa Chiara. Si tratta di un atto di grande rilevanza per i maggiori rappresentanti della chiesa tridentina, a ragione delle implicazioni economiche sottese; risulta quindi alquanto singolare il fatto che la redazione di questo testo sia stata affi data proprio ad Antonio da Bor- gonuovo che nel 1390 aveva intrapreso da pochi anni la carriera come tabellione.
A partire dal 1390, dunque, i documenti prodotti per il Capitolo della cattedra- le si presentano fra le carte di Antonio con frequenza sempre maggiore, con una produzione che si attesta su livelli di una certa importanza a partire dal 1402, anno in cui il professionista dà avvio al registro Instrumenta capitularia 8.
anno n. documenti reperiti per anno n. documenti prodotti per il Capitolo
1386 1 0 1387 0 0 1388 3 0 1389 4 0 1390 2 1 1391 5 2 1392 2 1 1393 2 0 1394 13 0 1395 5 0 1396 0 0 1397 2 1
83 ASTn, APV, Sezione latina, capsa 44, n. 15.
84 Cfr., sull’argomento, Curzel, I canonici e il Capitolo, cit., pp. 173-174.
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anno n. documenti reperiti per anno n. documenti prodotti per il Capitolo
1398 5 3 1399 10 2 1400 20 15 1401 6 4 1402 19 15 1403 29 27 1404 53 52 1405 66 59 1406 58 53 1407 57 48 1408 63 62 1409 20 20 1410 10 10 1411 30 27 1412 28 26 1413 26 25 1414 33 23 1415 65 46 1416 42 36 1417 30 22 1418 35 24 1419 23 18 1420 37 37 1421 58 57 1422 66 59 1423 51 33 1424 106 22 1425 146 47 1426 137 44 1427 133 55 1428 88 23 1429 110 35 1430 113 28 1431 139 52 1432 71 38 1433 83 35 1434 72 32 1435 27 12 1436 8 0 1437 2 0
Tab. 1. Documenti di Antonio reperiti per ciascun anno; documenti rogati per il Capitolo.
L’attività professionale di Antonio da Borgonuovo
Come si evince dalla tabella allegata (tab. 1) la documentazione redatta per il Capitolo della cattedrale è piuttosto esigua, se non nulla, fi no al biennio 1400-1402 quando, con l’avvio del registro Instrumenta capitularia 8, tende ad aumentare considerevolmente tanto da costituire per molti anni, e almeno fi no al 1424, la fetta più consistente di quanto conservato. Soltanto con il 1424, quando prende avvio il registro Instrumenta capitularia 8bis, gli atti redatti per i canonici sembrano diminuire, costituendo circa un terzo di quanto oggi si conserva della produzione annua di Antonio. Un calo piuttosto evidente nel numero dei documenti conservati si ha per il biennio 1409-1410, con un trend che sostanzialmente tende a mantenersi piuttosto stabile almeno fi no agli ultimi anni quando, dal 1435 in poi, non si hanno più documenti capitolari di sua mano. L’ultimo rogito commissionato ad Antonio dai canonici è datato 12 agosto 143585 ed è il conferimento (collatio) dell’altare
dei Santi Innocenti al prete Bertoldo da Trento e il successivo giuramento da questi prestato nelle mani del canonico senior Zambono.
Individuati gli estremi cronologici (1390-1435) dell’impegno di Antonio nei confronti del Capitolo, rimane da indagare il tema delle tipologie documentarie che i canonici richiesero al professionista. La maggioranza dei documenti rogati è rap- presentata da locazioni, o rinnovi di locazioni, refute e permute. Ben attestate, anche se in numero non consistente, sono le tipologie documentarie che riguardano la cura d’anime, come le nomine a rettore di chiese, pievi e altari, seguite dalle nomine a canonico86. Dal punto di vista della consistenza, refute e locazioni rappresentano
una percentuale compresa fra l’80 ed il 90% dell’intera produzione documentaria del notaio per questo ente. Seguono le nomine a vicario di pieve o a rettore di chie- sa, le elezioni a canonico e le collazioni d’altare. Non mancano, seppur in misura piuttosto ridotta, ulteriori tipologie documentarie, quali ad esempio le permute87, le
procure88 o le nomine a procuratore89. Più rari, come è solito nella documentazione
degli enti ecclesiastici, sono i negozi giuridici che prevedevano l’alienazione dei beni immobiliari, quali ad esempio le compravendite90. Non vi sono periodi in cui
si riscontrano maggiormente alcune tipologie documentarie rispetto ad altre; refute e locazioni sono infatti frequenti in tutto il periodo in cui Antonio da Borgonuovo roga per il Capitolo. Una maggiore concentrazione delle nomine a canonico, a ret- tore di chiesa o di pieve e delle collazioni d’altare è invece rilevabile soprattutto negli anni Venti-Trenta del Quattrocento, ma ciò è dovuto in larga misura al fatto che questi documenti trovarono spazio quasi esclusivamente fra le carte del registro
Instrumenta capitularia 8bis (1423-1437) e ciò, come si vedrà nel dettaglio nel
capitolo dedicato al modus operandi del notaio91, non avvenne casualmente. Tali
tipologie documentarie, infatti, furono probabilmente commissionate ad Antonio già dall’inizio del XV secolo, o forse anche prima, come sembrano dimostrare alcuni esempi su pergamena92.
85 ADTn, ACap, Instrumenta capitularia 8bis, c. 252v, n. 657.
86 Per un elenco dei documenti rogati da Antonio inerenti a nomine a rettore di chiese, pievi e altari e a nomine a canonico, si rinvia infra al paragrafo 14: «Nomine di rettori di chiese, pievi e altari; nomine di canonici», pp. 126-129.
87 Cfr., ad esempio, ADTn, ACap, Instrumenta capitularia 8, nn. 340a, 477, 580, 606, 622 e passim. 88 Cfr., ad esempio, ADTn, ACap, capsa 22, n. 3.1; Instrumenta capitularia 8, n. 104 e passim. 89 Cfr., ad esempio, ivi, n. 628b.
90 Cfr., ad esempio, ivi, n. 508. 91 Cfr., infra, capitolo 4. 92 ADTn, ACap, capsa 44, n. 12.
Esaminando le date topiche dei documenti per il Capitolo si ricava come il luogo privilegiato, se non esclusivo, per le riunioni dei canonici93, e dunque anche
per la rogazione, sia la cattedrale. Salvo rare eccezioni, dunque, i negozi giuridici si svolgono in ecclesia Tridentina. All’interno dell’edifi cio sacro i luoghi usualmente utilizzati sono la sacrestia, che sovente viene defi nita magna, il podiolum (o po-
dioletum) dell’altare del Corpo di Cristo, del quale spesso il notaio specifi ca anche
la posizione, post chorum posito94. Più rare sono le attestazioni di un banchum dei
canonici95, probabilmente adiacente alla canipa, dove venivano raccolti gli affi tti
e ammassate le derrate alimentari, da distinguere comunque dal banchum ubi ius
spirituale redditur consuete che aveva sede nella cattedrale e fungeva probabilmente
da tribunale per dirimere questioni inerenti alla sfera spirituale96. Fra i luoghi di
rogazione più frequenti entro la cattedrale si hanno anche le zone circostanti ad alcuni altari, fra i quali: l’altare di Sant’Agata, l’altare del Santo Sepolcro, l’altare delle Sante Gertrude e Dorotea, dei Santi Pietro e Paolo, della Santa Trinità, dei Santi Sisinio, Martirio e Alessandro, l’altare maggiore97.