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Dalla ‘scheda’ all’instrumentum

Antonio da Borgonuovo al lavoro Tracce di diplomatica notarile

1. Dalla ‘scheda’ all’instrumentum

Il confronto e la collazione fra le diverse forme redazionali di uno stesso do- cumento, nonché le numerose annotazioni marginali del notaio che si riferiscono a precedenti stesure dell’atto, contribuiscono, come si vedrà, a portare alla luce modalità di lavoro semplifi cate o ancor più complesse rispetto a quelle praticate dai notai genovesi. Si partirà, nell’analisi dei modi operandi di ser Antonio, dalla prima tappa, ossia dalla rogatio, atto attraverso il quale le parti in causa si rivolgevano al professionista per richiedere la messa per iscritto delle proprie volontà. Era questa l’occasione per il notaio di prendere nota, in maniera concisa, dei dati essenziali relativi al negozio giuridico: la data, i nomi dei testimoni e dei contraenti e gli

Referenze fotogra che. Le fi gg. 11-26 sono pubblicate con l’autorizzazione dell’Archivio dioce-

sano tridentino.

1 G. Costamagna, La triplice redazione dell’instrumentum genovese. Con appendice di documenti, Società Ligure di Storia Patria, Genova 1961. Lo studio di alcuni cartolari e manuali di XIII e XIV secolo condusse infatti lo studioso a ricostruire l’iter redazionale dell’instrumentum publicum a partire dalla rogatio fi no alla stesura del relativo mundum. Le pratiche redazionali messe in luce da Giorgio Costamagna per il notariato genovese bassomedievale, hanno trovato in seguito riscontro e conferma anche altrove, e ciò è vero in particolare fi no a tutto il XIII secolo. Successivamente, anche se non ovunque e con sistematicità, la diminuita necessità di redigere il documento in mundum e il parallelo accrescimento del valore attribuito al documento su registro hanno condotto ad una semplifi cazione (o ad un aumento) dello schema valido per il documento genovese. In molti casi, ad esempio, la redazione sui protocolli, o su registri di formato ancora maggiore, ha fi nito con il divenire la stesura fi nale e defi nitiva dell’instrumentum, senza che vi fosse necessità di passare ad un’ulteriore redazione su pergamena (cfr., in proposito, M.I. Bossa (a cura di), Chiese e conventi degli ordini mendicanti in

Umbria nei secoli XIII e XIV. Inventario delle fonti archivistiche e catalogo delle informazioni docu- mentarie. La serie Protocolli dell’Archivio notarile di Perugia, Editrice Umbra cooperativa, Perugia

1987 (Archivi dell’Umbria. Inventari e ricerche, 12), in particolare A. Bartoli Langeli, Nota introduttiva, pp. IX-XXV).

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Capitolo 4

Antonio da Borgonuovo al lavoro. Tracce di diplomatica notarile

L’abbondante documentazione redatta da Antonio da Borgonuovo permette di svolgere una serie di considerazioni sul suo modus operandi o, per meglio dire, sui modi operandi, considerato che sembrano emergere schemi operativi alquanto diversifi cati e stratifi cati che, soltanto in parte, coincidono con lo schema, noto, della ‘triplice redazione dell’instrumentum notarile delineato qualche decennio or sono da Giorgio Costamagna sulla base delle evidenze riscontrate nella documentazione notarile genovese di XIII secolo1.

1. Dalla ‘scheda’ all’instrumentum

Il confronto e la collazione fra le diverse forme redazionali di uno stesso do- cumento, nonché le numerose annotazioni marginali del notaio che si riferiscono a precedenti stesure dell’atto, contribuiscono, come si vedrà, a portare alla luce modalità di lavoro semplifi cate o ancor più complesse rispetto a quelle praticate dai notai genovesi. Si partirà, nell’analisi dei modi operandi di ser Antonio, dalla prima tappa, ossia dalla rogatio, atto attraverso il quale le parti in causa si rivolgevano al professionista per richiedere la messa per iscritto delle proprie volontà. Era questa l’occasione per il notaio di prendere nota, in maniera concisa, dei dati essenziali relativi al negozio giuridico: la data, i nomi dei testimoni e dei contraenti e gli

Referenze fotogra che. Le fi gg. 11-26 sono pubblicate con l’autorizzazione dell’Archivio dioce-

sano tridentino.

1 G. Costamagna, La triplice redazione dell’instrumentum genovese. Con appendice di documenti, Società Ligure di Storia Patria, Genova 1961. Lo studio di alcuni cartolari e manuali di XIII e XIV secolo condusse infatti lo studioso a ricostruire l’iter redazionale dell’instrumentum publicum a partire dalla rogatio fi no alla stesura del relativo mundum. Le pratiche redazionali messe in luce da Giorgio Costamagna per il notariato genovese bassomedievale, hanno trovato in seguito riscontro e conferma anche altrove, e ciò è vero in particolare fi no a tutto il XIII secolo. Successivamente, anche se non ovunque e con sistematicità, la diminuita necessità di redigere il documento in mundum e il parallelo accrescimento del valore attribuito al documento su registro hanno condotto ad una semplifi cazione (o ad un aumento) dello schema valido per il documento genovese. In molti casi, ad esempio, la redazione sui protocolli, o su registri di formato ancora maggiore, ha fi nito con il divenire la stesura fi nale e defi nitiva dell’instrumentum, senza che vi fosse necessità di passare ad un’ulteriore redazione su pergamena (cfr., in proposito, M.I. Bossa (a cura di), Chiese e conventi degli ordini mendicanti in

Umbria nei secoli XIII e XIV. Inventario delle fonti archivistiche e catalogo delle informazioni docu- mentarie. La serie Protocolli dell’Archivio notarile di Perugia, Editrice Umbra cooperativa, Perugia

1987 (Archivi dell’Umbria. Inventari e ricerche, 12), in particolare A. Bartoli Langeli, Nota introduttiva, pp. IX-XXV).

Stefano Malfatti, Antonio da Borgonuovo. L’ascesa di un notaio a Trento fra Trecento e Quattrocento, ISBN 978-88-6453-820-4 (print), ISBN 978-88-6453-821-1 (online) CC BY 4.0, 2018, Firenze University Press

Antonio da Borgonuovo al lavoro

estremi contrattuali utili, in un secondo momento, all’intelligibilità e alla validità del documento stesso; in ultima analisi, un promemoria.

Non mancano esempi, fra le carte dei registri Instrumenta capitularia 8 e 8bis di lacerti cartacei, diversi per formato, in cui Antonio prese nota degli essentialia

negotii, da cui successivamente avrebbe tratto il documento in forma di imbreviatura

o esteso. Se ne prenderanno in esame alcuni casi.

Il 13 gennaio 1435 Giovanni di ser Bartolasio de Alemania, abitante in Borgo- nuovo, chiese a ser Antonio di registrare la dote ricevuta dalla moglie Onesta, pari a 150 lire di denari trentini: su un foglio di carta2 di modeste dimensioni (mm 156

x 215), fortunatamente conservato ancora oggi nel suo registro Instrumenta capi-

tularia 8bis, il notaio prese nota di alcuni dati essenziali, dai quali poté in seguito

redigere il documento in forma più completa (fi g. 11).

Si tratta di una ‘scheda’, prima tappa nell’iter redazionale dell’instrumentum notarile, in cui manca ancora quel valore giuridico che connoterà la redazione in registro e in pergamena sciolta. La seconda fase del ‘processo’ è rappresentata, verosimilmente, dalla redazione per esteso dello stesso documento, di cui si trova riscontro alla carta 245 del registro Instrumenta capitularia 8bis3. Il testo, affi an-

cato dall’usuale rubrica che ha lo scopo di esporre brevemente il contenuto del documento, presenta tutti i dati necessari a conferire un pieno valore giuridico al negozio trattato, sebbene sia interrotto nella parte fi nale.

2 ADTn, ACap, Instrumenta capitularia 8bis, foglio singolo fra le cc. 180-181, sul quale si trovavano già scritti degli appunti, fra cui una lista di beni affi ancata dal valore in ducati e in lire, e una serie di conteggi sparsi nel margine inferiore. La mano che redasse la lista e i conteggi non è certamente quella di Antonio da Borgonuovo; pure l’inchiostro impiegato è visibilmente di tonalità più chiara rispetto a quello utilizzato dal notaio. Non si può affermare con certezza che questi appunti, peraltro vergati in lingua volgare, fossero già presenti sul foglio prima che Antonio vi redigesse la sua ‘scheda’, sebbene il fatto che il professionista abbia occupato con le sue annotazioni la sezione inferiore della carta faccia propendere per questa ipotesi. La mano anonima che redasse la lista è comunque databile alla prima metà del XV secolo.

3 ADTn, ACap, Instrumenta capitularia 8bis, c. 245r, n. 640. La cedula cartacea con la ‘scheda’ del documento si trovava, fi no al restauro del volume nel 1981, proprio fra le carte 244 e 245 del registro Instrumenta capitularia 8bis.

‘Scheda’ Maffeus

Florianus die iovis XIII ianuarii in mea Faytelus stupa

Concerinus

dominus Antonius archidiaconus etc Dos de centum et quinquaginta libris denario- rum Tridentinorum in dictis rebus extimatis per testes suprascriptos, excepto domino archidiacono computatis in ipsa dote libr(is) XXV denariorum per eum Iohannem ser Bartholasii eidem domine Honeste donatis.

Redazione ‘in esteso’

In Christi nomine, amen. Anno eiusdem na- tivitatis millesimo quatricentesimo trigesimo quinto, indictione terciadecima, die iovis terciodecimo mensis ianuarii, Tridenti, in contrata Sancti Vigilii, in stupa nova domus solite mei Antonii notarii infrascripti, pre- sentibus venerabili in Christo viro domino Antonio de Tossabechis de Papia decretorum doctore et archidiacono et canonico Tridenti- no, Maffeo stazonerio condam ser Nigri de Brixia, Floriano Malicie condam Francisci de Tridento, Concerino laboratore de burgo Sancti Martini, Marcho dicto Faytelo caratore de Burgonovo de Tridento omnibus civibus et habitatoribus Tridenti testibus et aliis vocatis

et rogatis. Ibidem Iohannes ser Bartholasii de Burgonovo de Tridento, portitor in Tridento, solempniter fuit confessus et stetit contentus habuisse et recepisse a domina Honesta fi lia condam magistri Odorici cerdonis de Tri- dento eius uxore matrimonialiter copulata, ibidem presente et instante, et a domino presbitero Bertholdo eius domine Honeste fratre ibidem presente et dante et solvente in dote et nomine dotis dicte domine Honeste eius sororis et pro ea libras centum et quin- quaginta denariorum Tridentinorum in rebus mobilibus extimatis per dictos testes excepto dicto domino archidiacono ut ipsi testes ibidem asserverunt, computatis tunc in dictis centum et quinquaginta libris denariorum, libr(as) viginti quinque denariorum Triden- tinorum qu(a)s ipse Iohannes de suo donavit eidem sponse et uxori sue renuncians . . .

Fig. 11. ADTn, ACap,

Instrumenta capitularia

8bis, foglio singolo fra le cc. 244-245; ora posto nella tasca dei frammenti del registro (mm 156 x 215). In basso, con inchiostro di tonalità più scura, la ‘scheda’ redatta da Antonio da Borgonuo- vo relativa al documento n. 640 in Instrumenta

Stefano Malfatti

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estremi contrattuali utili, in un secondo momento, all’intelligibilità e alla validità del documento stesso; in ultima analisi, un promemoria.

Non mancano esempi, fra le carte dei registri Instrumenta capitularia 8 e 8bis di lacerti cartacei, diversi per formato, in cui Antonio prese nota degli essentialia

negotii, da cui successivamente avrebbe tratto il documento in forma di imbreviatura

o esteso. Se ne prenderanno in esame alcuni casi.

Il 13 gennaio 1435 Giovanni di ser Bartolasio de Alemania, abitante in Borgo- nuovo, chiese a ser Antonio di registrare la dote ricevuta dalla moglie Onesta, pari a 150 lire di denari trentini: su un foglio di carta2 di modeste dimensioni (mm 156

x 215), fortunatamente conservato ancora oggi nel suo registro Instrumenta capi-

tularia 8bis, il notaio prese nota di alcuni dati essenziali, dai quali poté in seguito

redigere il documento in forma più completa (fi g. 11).

Si tratta di una ‘scheda’, prima tappa nell’iter redazionale dell’instrumentum notarile, in cui manca ancora quel valore giuridico che connoterà la redazione in registro e in pergamena sciolta. La seconda fase del ‘processo’ è rappresentata, verosimilmente, dalla redazione per esteso dello stesso documento, di cui si trova riscontro alla carta 245 del registro Instrumenta capitularia 8bis3. Il testo, affi an-

cato dall’usuale rubrica che ha lo scopo di esporre brevemente il contenuto del documento, presenta tutti i dati necessari a conferire un pieno valore giuridico al negozio trattato, sebbene sia interrotto nella parte fi nale.

2 ADTn, ACap, Instrumenta capitularia 8bis, foglio singolo fra le cc. 180-181, sul quale si trovavano già scritti degli appunti, fra cui una lista di beni affi ancata dal valore in ducati e in lire, e una serie di conteggi sparsi nel margine inferiore. La mano che redasse la lista e i conteggi non è certamente quella di Antonio da Borgonuovo; pure l’inchiostro impiegato è visibilmente di tonalità più chiara rispetto a quello utilizzato dal notaio. Non si può affermare con certezza che questi appunti, peraltro vergati in lingua volgare, fossero già presenti sul foglio prima che Antonio vi redigesse la sua ‘scheda’, sebbene il fatto che il professionista abbia occupato con le sue annotazioni la sezione inferiore della carta faccia propendere per questa ipotesi. La mano anonima che redasse la lista è comunque databile alla prima metà del XV secolo.

3 ADTn, ACap, Instrumenta capitularia 8bis, c. 245r, n. 640. La cedula cartacea con la ‘scheda’ del documento si trovava, fi no al restauro del volume nel 1981, proprio fra le carte 244 e 245 del registro Instrumenta capitularia 8bis.

‘Scheda’ Maffeus

Florianus die iovis XIII ianuarii in mea Faytelus stupa

Concerinus

dominus Antonius archidiaconus etc Dos de centum et quinquaginta libris denario- rum Tridentinorum in dictis rebus extimatis per testes suprascriptos, excepto domino archidiacono computatis in ipsa dote libr(is) XXV denariorum per eum Iohannem ser Bartholasii eidem domine Honeste donatis.

Redazione ‘in esteso’

In Christi nomine, amen. Anno eiusdem na- tivitatis millesimo quatricentesimo trigesimo quinto, indictione terciadecima, die iovis terciodecimo mensis ianuarii, Tridenti, in contrata Sancti Vigilii, in stupa nova domus solite mei Antonii notarii infrascripti, pre- sentibus venerabili in Christo viro domino Antonio de Tossabechis de Papia decretorum doctore et archidiacono et canonico Tridenti- no, Maffeo stazonerio condam ser Nigri de Brixia, Floriano Malicie condam Francisci de Tridento, Concerino laboratore de burgo Sancti Martini, Marcho dicto Faytelo caratore de Burgonovo de Tridento omnibus civibus et habitatoribus Tridenti testibus et aliis vocatis

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et rogatis. Ibidem Iohannes ser Bartholasii de Burgonovo de Tridento, portitor in Tridento, solempniter fuit confessus et stetit contentus habuisse et recepisse a domina Honesta fi lia condam magistri Odorici cerdonis de Tri- dento eius uxore matrimonialiter copulata, ibidem presente et instante, et a domino presbitero Bertholdo eius domine Honeste fratre ibidem presente et dante et solvente in dote et nomine dotis dicte domine Honeste eius sororis et pro ea libras centum et quin- quaginta denariorum Tridentinorum in rebus mobilibus extimatis per dictos testes excepto dicto domino archidiacono ut ipsi testes ibidem asserverunt, computatis tunc in dictis centum et quinquaginta libris denariorum, libr(as) viginti quinque denariorum Triden- tinorum qu(a)s ipse Iohannes de suo donavit eidem sponse et uxori sue renuncians . . .

Fig. 11. ADTn, ACap,

Instrumenta capitularia

8bis, foglio singolo fra le cc. 244-245; ora posto nella tasca dei frammenti del registro (mm 156 x 215). In basso, con inchiostro di tonalità più scura, la ‘scheda’ redatta da Antonio da Borgonuo- vo relativa al documento n. 640 in Instrumenta

capitularia 8bis.

Antonio da Borgonuovo al lavoro

Nel caso suesposto, dunque, due soltanto sembrano essere le tappe seguite da Antonio per la redazione dell’instrumentum: la ‘scheda’ e la redazione ‘in esteso’ sul registro Instrumenta capitularia 8bis. Non sembra infatti essere stata tratta da questo documento alcuna redazione in mundum, vista l’assenza della nota relativa all’estrazione dell’atto in publicam formam, che solitamente il notaio apponeva in caso di successiva stesura su pergamena (fi g. 12).

4 Cfr, ad esempio, la c. 231/1, una cedula cartacea oggi posta fra le cc. 231 e 232 del registro Instrumenta capitularia 8.

5 ADTn, ACap, Instrumenta capitularia 8bis, cedula cartacea fra le cc. 180 e 181. 6 Ivi, c. 179v, n. 471.

Fig. 12. ADTn, ACap, Instrumenta capitularia 8bis, c. 245r, n. 640. Redazione in esteso della ‘scheda’ alla fi g. 11.

La maggior parte degliappunti su frammenti cartacei reperiti nei registri Instru-

menta capitularia 8 e 8bis appartiene alla mano di Antonio da Borgonuovo, il quale

talvolta utilizzò uno stesso foglio per annotare diversi negozi giuridici4 (fi g. 13);

tuttavia non mancano i casi in cui gli estremi contrattuali, o l’elenco dei terreni oggetto di un determinato negozio, vennero già predisposti su foglietti cartacei da una delle parti, mentre il notaio vi appose a completamento la sola registrazione della data (topica e cronica), dei nomi dei contraenti e dei testimoni.

Ne è un caso esemplare la cedula (mm 210 x 131) oggi posta fra le carte 180 e 181 del registro Instrumenta capitularia 8bis. Il 19 marzo 1431 Giacomo detto

del Fafaros, fi glio di Giovanni de Alemania, contrasse una societas con il fratello

uterino Francesco del fu Nicolino da Arco; si rivolsero pertanto al notaio Antonio affi nché questi fi ssasse per iscritto il loro patto societario5. La rogatio, come si

ricava dalla data topica, avvenne nella piazza antistante il palazzo vescovile, «ad cambium domus stazionis appotece speciarie Melchioris ab Oleo». I fratelli, che evidentemente avevano già convenuto sui termini e sulle modalità della societas, predisposero a tal fi ne un piccolo foglio cartaceo sul quale Giacomo redasse in volgare le modalità e le tempistiche dell’accordo. Antonio completò quindi questo abbozzo di ‘scheda’ aggiungendo un’ulteriore specifi cazione relativa al patto, la lista dei testimoni presenti e le date topica e cronica (fi g. 14).

Ricevuta la ‘scheda’ e completata con gli essentialia negotii e un’importante clausola, il notaio estrasse il documento in ‘esteso’: l’atto in questione si trova oggi in Instrumenta capitularia 8bis6.

Fig. 13. ADTn, ACap, Instrumenta capitularia 8, c. 231/1v (mm 210 x 302): appunti per la redazione di instrumenta.

Stefano Malfatti

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Nel caso suesposto, dunque, due soltanto sembrano essere le tappe seguite da Antonio per la redazione dell’instrumentum: la ‘scheda’ e la redazione ‘in esteso’ sul registro Instrumenta capitularia 8bis. Non sembra infatti essere stata tratta da questo documento alcuna redazione in mundum, vista l’assenza della nota relativa all’estrazione dell’atto in publicam formam, che solitamente il notaio apponeva in caso di successiva stesura su pergamena (fi g. 12).

4 Cfr, ad esempio, la c. 231/1, una cedula cartacea oggi posta fra le cc. 231 e 232 del registro Instrumenta capitularia 8.

5 ADTn, ACap, Instrumenta capitularia 8bis, cedula cartacea fra le cc. 180 e 181. 6 Ivi, c. 179v, n. 471.

Fig. 12. ADTn, ACap, Instrumenta capitularia 8bis, c. 245r, n. 640. Redazione in esteso della ‘scheda’ alla fi g. 11.

La maggior parte degliappunti su frammenti cartacei reperiti nei registri Instru-

menta capitularia 8 e 8bis appartiene alla mano di Antonio da Borgonuovo, il quale

talvolta utilizzò uno stesso foglio per annotare diversi negozi giuridici4 (fi g. 13);

tuttavia non mancano i casi in cui gli estremi contrattuali, o l’elenco dei terreni oggetto di un determinato negozio, vennero già predisposti su foglietti cartacei da una delle parti, mentre il notaio vi appose a completamento la sola registrazione della data (topica e cronica), dei nomi dei contraenti e dei testimoni.

Ne è un caso esemplare la cedula (mm 210 x 131) oggi posta fra le carte 180 e 181 del registro Instrumenta capitularia 8bis. Il 19 marzo 1431 Giacomo detto

del Fafaros, fi glio di Giovanni de Alemania, contrasse una societas con il fratello

uterino Francesco del fu Nicolino da Arco; si rivolsero pertanto al notaio Antonio affi nché questi fi ssasse per iscritto il loro patto societario5. La rogatio, come si

ricava dalla data topica, avvenne nella piazza antistante il palazzo vescovile, «ad cambium domus stazionis appotece speciarie Melchioris ab Oleo». I fratelli, che evidentemente avevano già convenuto sui termini e sulle modalità della societas, predisposero a tal fi ne un piccolo foglio cartaceo sul quale Giacomo redasse in volgare le modalità e le tempistiche dell’accordo. Antonio completò quindi questo abbozzo di ‘scheda’ aggiungendo un’ulteriore specifi cazione relativa al patto, la lista dei testimoni presenti e le date topica e cronica (fi g. 14).

Ricevuta la ‘scheda’ e completata con gli essentialia negotii e un’importante clausola, il notaio estrasse il documento in ‘esteso’: l’atto in questione si trova oggi in Instrumenta capitularia 8bis6.

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Fig. 13. ADTn, ACap, Instrumenta capitularia 8, c. 231/1v (mm 210 x 302): appunti per la redazione di instrumenta.

Antonio da Borgonuovo al lavoro

Fig. 14. ADTn, ACap, Instrumenta capitularia 8bis, foglio singolo fra le cc. 180 e 181. ‘Scheda’ relativa al documento n. 471 in Instrumenta capitularia 8bis. L’intervento di Antonio da Borgonuovo inizia dalla terza parola del sesto rigo.

Scheda

Nota che mi Iachomo e me fradel Francesco sì se volemo afradelar insembra a destar l’u- no cum l’altro al ben e al mal che Dio ne dà a una parte e a l’altra, con tal pati: che quelo che è de mi Iachomo sì sia de me fradel Fran- cesco e zò che è de Francesco sia meo, e che perfi na a XII anni el no se posiamo partire l’un da l’altro, e che zo che guadagna l’uno sia de l’altro e l’altro de l’altro e che uno paga le debite de l’altro e l’altro del altro ‹di

mano del notaio› durat(ura) sub pena priva-

tionis partis sue.

Item quod unus non faciat debitum aliquod nec contrahat sine consensu alterius et si con- trahet sine consensu refi ciat de suo proprio.

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