Il ‘destino’ delle carte
3. La trasmissione della documentazione capitolare prodotta da Antonio da Borgonuovo
Sul fi nire degli anni Trenta del Quattrocento, con l’esaurirsi dell’attività di Antonio, il Capitolo affi dò la registrazione della propria documentazione a tre notai che, uno dopo l’altro, furono impegnati nella redazione di pergamene sciolte e di un registro di instrumenta, oggi noto con il nome di Instrumenta capitularia 938.
Si tratta, rispettivamente, di Luca de Lippi, Antonio da Brez e Nicolò de Capris. Il primo39 è noto per essere stato eletto canonico del Capitolo di Trento nel 1421; tre
anni più tardi, tuttavia, fu dichiarato intrusus, cosicché, nel 1436, quando intraprese l’attività di notaio al servizio dell’ente (iniziando la redazione del registro Instru-
menta capitularia 9), non ricopriva ormai più la carica canonicale. Una seconda
sezione del nono volume capitolare è invece occupata dalla documentazione redatta da Antonio, fi glio del fu Gotmanino da Brez. Questi proseguì l’opera del de Lippi con documentazione datata fra il 1455 ed il 1458, continuando con le registrazioni fi no al 1461 ma in un nuovo volume, oggi denominato Instrumenta capitularia 1040.
Una terza partizione del registro n. 9 è invece occupata dai documenti capitolari redatti da Nicolò de Capris fra il 1451 e il 1454.
Come era avvenuto per i notai trecenteschi anche per costoro furono messe in atto dai canonici analoghe modalità operative: il notaio scelto dal Capitolo per sostituire il collega da poco defunto ricevette l’autorizzazione a lavorare, e dunque ad estrarre documentazione dalle carte redatte per l’ente dal professionista o dai 36 La licentia relevandi si trova in calce a un testamento in BCTn, BCT3, capsa 21, mazzo 1, n. 16 e in calce alla sentenza arbitramentale in ASTn, APV, Sezione latina, capsa 30, n. 60 (la senten- za fu tratta «ex quodam quaterno vivo et non canzelato processus dicte questionis mote inter dictas comunitates ut supra scriptus manu dicti ser Iacobi notarii de Ravazoni sumpsi et fi deliter prout in dicto quaterno dicti processus in tribus ultimis cartis scriptis inveni, transcripsi nichil addens vel mi- nuens quod sensum vel formam [variet] et in hanc publicam formam redegi et me in fi dem et verum testimonium premissorum subscripsi et signum mei tabelionatus apposui consuetum»).
37 BCTn, BCT3, capsa 21, mazzo 1, n. 16.
38 Su Instrumenta capitularia 9 si vedano storia e caratteristiche tracciate in E. Curzel, Ricerche sul Capitolo della cattedrale di Trento alla metà del Quattrocento, tesi di laurea, Università degli
Studi di Trento, a.a. 1989-1990, rel. G.M. Varanini, in particolare le pp. 7-21. Cfr. anche Curzel, Per
la storia del Capitolo, cit., pp. 242-245.
39 Su Luca de Lippi cfr. la scheda biografi ca in Curzel, I canonici e il Capitolo, cit., p. 617. 40 Su Instrumenta capitularia 10 cfr. Curzel, Per la storia del Capitolo, cit., pp. 243-245 e 248- 251.
professionisti che lo avevano preceduto. Ciò signifi ca che, conclusasi alla metà degli anni Trenta del Quattrocento l’opera di ser Antonio per i canonici, i nuovi notai ottennero la licentia relevandi dalle carte da lui rogate per il Capitolo; ma tale autorizzazione riguardò probabilmente soltanto la documentazione redatta per i canonici, il che comprendeva certamente anche il registro Instrumenta capitularia 8, ma non il registro 8bis che, come si vedrà, seguì un percorso diverso.
Nel 1450, Antonio da Brez ottenne dal vicario vescovile Bonamente Aliprandi da Mantova la licenza a trarre redactiones in mundum da «protocola et imbreviaturas scriptas et notatas» di Luca de Lippi41; analoga autorizzazione ottenne, nella seconda
metà del Quattrocento, Odorico del fu Guglielmo da Brez, che era subentrato ad Antonio da Brez quale nuovo notaio del Capitolo nel 146142. Lo stesso Odorico, poi,
aveva ottenuto, in analogo scorcio d’anni, la licentia relevandi dalle carte capitolari di Antonio da Borgonuovo43 e, su concessione di Girolamo Mussato da Padova,
podestà di Trento nel 1462, l’autorizzazione a rilevare ed esemplare in publicam
formam «rogationes et imbreviaturas» del suo predecessore Antonio del fu Gotma-
nino da Brez44. Ancora sul fi nire del XV secolo, anche il notaio capitolare Balzano
Balzanini poté servirsi del registro del Capitolo redatto da Antonio da Borgonuovo, come sembra dimostrare il Facta extra in margine ad una investitura di feudo:
[Fact]a extra per me Balzanum de [Balza]ninis notarium Capituli vener[abilis] de iussu dominorum et mandato [et] istantia Udalrici Hamer [...]h de Alia Saline vigesimo [...]no mensis iulii 1488 indictione [...] et data Adam monetario [...]o suo, presentibus Iohanne [...]etio curie Tridentine et domini [Vig]ilio ser Iohannis Laurentii de [...]reto ac Alexandro Copa[...]si de Tueno valis Ananie [d]iocesis Tridentine et etiam scit [... domin]us Albertus Confeller canonicus Tridentinus qui hoc supra [...]olicitavit45.
Qualche anno più tardi, nel 1511, una mano anonima aggiunse: «Factum extra iterum anni 1511»46. L’analisi sulla documentazione capitolare tre-quattrocentesca
fa emergere l’immagine di un’istituzione capace di esercitare una forte azione di tutela dei propri diritti patrimoniali, il che avviene anche attraverso il recupero di documentazione d’interesse, ma in mano ai notai (o ai loro eredi) che l’avevano posta in essere. Può essere il caso, ad esempio, del registro, fi n qui non menzio- nato, del notaio Antonio da Pomarolo, oggi noto come Instrumenta capitularia 447
41 Cfr. BCTn, BCT3, capsa 4, mazzo 1, n. 76 e capsa 28, mazzo 1, n. 102. Il documento attestante la licenza venne registrato dal notaio ser Francesco da Fondo.
42 Odorico del fu Guglielmo da Brez roga il suo primo documento nel 1461 in Instrumenta ca- pitularia 10, per poi proseguire la sua attività di registrazione in Instrumenta capitularia 11, con rogiti
compresi fra il 29 gennaio 1463 e il 5 aprile 1474: cfr. Curzel, Per la storia del Capitolo, cit., pp. 248- 250. L’autorizzazione ad estrarre dalle carte capitolari di Luca de Lippi fu ottenuta da Odorico da Brez direttamente per mandato dei canonici (ADTn, ACap, capsa 38, n. 4.9): «(SN) Et ego Odoricus condam Guillelmi de Brezio civis et habitator Tridenti publicus imperiali auctoritate notarius, de mandato et commissione et ex licentia et auctoritate michi facte et concesse per reverendos dominos canonicos et
venerabilem Capitulum ecclesie Tridentine relevandi, conscribendi et in publicam formam reddigendi ...». 43 Cfr. ADTn, ACap, capsa 38, n. 4.4.
44 Cfr. BCTn, BCT3, capsa 4, mazzo 2, n. 7. 45 ADTn, ACap, Instrumenta capitularia 8, n. 205. 46 Ibidem.
47 Il registro è oggetto di studio in Mattivi, Il registro del notaio Antonio da Pomarolo, cit., pp. 295- 321.
Stefano Malfatti
197 196
cenze siano state rilasciate relativamente alla sola documentazione prodotta per il Capitolo, trattandosi con ogni probabilità di carte e registri in buona parte posti da tempo nell’archivio capitolare, nel caso degli atti di Giacomo da Ravazzone, l’autorizzazione riguardò «rogationes et imbreviaturas» prodotte dal notaio defunto durante la sua carriera, senza alcun specifi co legame con il Capitolo36. Ne è prova
il fatto che la sottoscrizione di ser Antonio recante la licentia relevandi è posta in calce al testamento del magister Antonio detto a zopellis di Trento; si tratta di un
instrumentum di carattere pienamente privato, che il notaio trascrisse, talquale, «ex
quodam quaterno bonbacino instrumentorum continuatorum per ipsum ser Iacobum, qui quaternus est quinquaginta cartarum ...», copiandone addirittura la rubrica posta nel margine superiore sinistro37.
3. La trasmissione della documentazione capitolare prodotta da Antonio da Borgonuovo
Sul fi nire degli anni Trenta del Quattrocento, con l’esaurirsi dell’attività di Antonio, il Capitolo affi dò la registrazione della propria documentazione a tre notai che, uno dopo l’altro, furono impegnati nella redazione di pergamene sciolte e di un registro di instrumenta, oggi noto con il nome di Instrumenta capitularia 938.
Si tratta, rispettivamente, di Luca de Lippi, Antonio da Brez e Nicolò de Capris. Il primo39 è noto per essere stato eletto canonico del Capitolo di Trento nel 1421; tre
anni più tardi, tuttavia, fu dichiarato intrusus, cosicché, nel 1436, quando intraprese l’attività di notaio al servizio dell’ente (iniziando la redazione del registro Instru-
menta capitularia 9), non ricopriva ormai più la carica canonicale. Una seconda
sezione del nono volume capitolare è invece occupata dalla documentazione redatta da Antonio, fi glio del fu Gotmanino da Brez. Questi proseguì l’opera del de Lippi con documentazione datata fra il 1455 ed il 1458, continuando con le registrazioni fi no al 1461 ma in un nuovo volume, oggi denominato Instrumenta capitularia 1040.
Una terza partizione del registro n. 9 è invece occupata dai documenti capitolari redatti da Nicolò de Capris fra il 1451 e il 1454.
Come era avvenuto per i notai trecenteschi anche per costoro furono messe in atto dai canonici analoghe modalità operative: il notaio scelto dal Capitolo per sostituire il collega da poco defunto ricevette l’autorizzazione a lavorare, e dunque ad estrarre documentazione dalle carte redatte per l’ente dal professionista o dai 36 La licentia relevandi si trova in calce a un testamento in BCTn, BCT3, capsa 21, mazzo 1, n. 16 e in calce alla sentenza arbitramentale in ASTn, APV, Sezione latina, capsa 30, n. 60 (la senten- za fu tratta «ex quodam quaterno vivo et non canzelato processus dicte questionis mote inter dictas comunitates ut supra scriptus manu dicti ser Iacobi notarii de Ravazoni sumpsi et fi deliter prout in dicto quaterno dicti processus in tribus ultimis cartis scriptis inveni, transcripsi nichil addens vel mi- nuens quod sensum vel formam [variet] et in hanc publicam formam redegi et me in fi dem et verum testimonium premissorum subscripsi et signum mei tabelionatus apposui consuetum»).
37 BCTn, BCT3, capsa 21, mazzo 1, n. 16.
38 Su Instrumenta capitularia 9 si vedano storia e caratteristiche tracciate in E. Curzel, Ricerche sul Capitolo della cattedrale di Trento alla metà del Quattrocento, tesi di laurea, Università degli
Studi di Trento, a.a. 1989-1990, rel. G.M. Varanini, in particolare le pp. 7-21. Cfr. anche Curzel, Per
la storia del Capitolo, cit., pp. 242-245.
39 Su Luca de Lippi cfr. la scheda biografi ca in Curzel, I canonici e il Capitolo, cit., p. 617. 40 Su Instrumenta capitularia 10 cfr. Curzel, Per la storia del Capitolo, cit., pp. 243-245 e 248- 251.
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professionisti che lo avevano preceduto. Ciò signifi ca che, conclusasi alla metà degli anni Trenta del Quattrocento l’opera di ser Antonio per i canonici, i nuovi notai ottennero la licentia relevandi dalle carte da lui rogate per il Capitolo; ma tale autorizzazione riguardò probabilmente soltanto la documentazione redatta per i canonici, il che comprendeva certamente anche il registro Instrumenta capitularia 8, ma non il registro 8bis che, come si vedrà, seguì un percorso diverso.
Nel 1450, Antonio da Brez ottenne dal vicario vescovile Bonamente Aliprandi da Mantova la licenza a trarre redactiones in mundum da «protocola et imbreviaturas scriptas et notatas» di Luca de Lippi41; analoga autorizzazione ottenne, nella seconda
metà del Quattrocento, Odorico del fu Guglielmo da Brez, che era subentrato ad Antonio da Brez quale nuovo notaio del Capitolo nel 146142. Lo stesso Odorico, poi,
aveva ottenuto, in analogo scorcio d’anni, la licentia relevandi dalle carte capitolari di Antonio da Borgonuovo43 e, su concessione di Girolamo Mussato da Padova,
podestà di Trento nel 1462, l’autorizzazione a rilevare ed esemplare in publicam
formam «rogationes et imbreviaturas» del suo predecessore Antonio del fu Gotma-
nino da Brez44. Ancora sul fi nire del XV secolo, anche il notaio capitolare Balzano
Balzanini poté servirsi del registro del Capitolo redatto da Antonio da Borgonuovo, come sembra dimostrare il Facta extra in margine ad una investitura di feudo:
[Fact]a extra per me Balzanum de [Balza]ninis notarium Capituli vener[abilis] de iussu dominorum et mandato [et] istantia Udalrici Hamer [...]h de Alia Saline vigesimo [...]no mensis iulii 1488 indictione [...] et data Adam monetario [...]o suo, presentibus Iohanne [...]etio curie Tridentine et domini [Vig]ilio ser Iohannis Laurentii de [...]reto ac Alexandro Copa[...]si de Tueno valis Ananie [d]iocesis Tridentine et etiam scit [... domin]us Albertus Confeller canonicus Tridentinus qui hoc supra [...]olicitavit45.
Qualche anno più tardi, nel 1511, una mano anonima aggiunse: «Factum extra iterum anni 1511»46. L’analisi sulla documentazione capitolare tre-quattrocentesca
fa emergere l’immagine di un’istituzione capace di esercitare una forte azione di tutela dei propri diritti patrimoniali, il che avviene anche attraverso il recupero di documentazione d’interesse, ma in mano ai notai (o ai loro eredi) che l’avevano posta in essere. Può essere il caso, ad esempio, del registro, fi n qui non menzio- nato, del notaio Antonio da Pomarolo, oggi noto come Instrumenta capitularia 447
41 Cfr. BCTn, BCT3, capsa 4, mazzo 1, n. 76 e capsa 28, mazzo 1, n. 102. Il documento attestante la licenza venne registrato dal notaio ser Francesco da Fondo.
42 Odorico del fu Guglielmo da Brez roga il suo primo documento nel 1461 in Instrumenta ca- pitularia 10, per poi proseguire la sua attività di registrazione in Instrumenta capitularia 11, con rogiti
compresi fra il 29 gennaio 1463 e il 5 aprile 1474: cfr. Curzel, Per la storia del Capitolo, cit., pp. 248- 250. L’autorizzazione ad estrarre dalle carte capitolari di Luca de Lippi fu ottenuta da Odorico da Brez direttamente per mandato dei canonici (ADTn, ACap, capsa 38, n. 4.9): «(SN) Et ego Odoricus condam Guillelmi de Brezio civis et habitator Tridenti publicus imperiali auctoritate notarius, de mandato et commissione et ex licentia et auctoritate michi facte et concesse per reverendos dominos canonicos et
venerabilem Capitulum ecclesie Tridentine relevandi, conscribendi et in publicam formam reddigendi ...». 43 Cfr. ADTn, ACap, capsa 38, n. 4.4.
44 Cfr. BCTn, BCT3, capsa 4, mazzo 2, n. 7. 45 ADTn, ACap, Instrumenta capitularia 8, n. 205. 46 Ibidem.
47 Il registro è oggetto di studio in Mattivi, Il registro del notaio Antonio da Pomarolo, cit., pp. 295- 321.
Il ‘destino’ delle carte
che, pur trasmettendo solo in minima parte documentazione d’interesse capitolare, forse già nella seconda metà del Trecento, entrò a far parte dell’archivio dell’ente.