L’attività professionale di Antonio da Borgonuovo
9. L’attività al servizio di conventi, monasteri e confraternite
Una porzione della clientela di ser Antonio è rappresentata da conventi, monasteri
e confraternite cittadine che si servirono del professionista per dare forma scritta a documentazione prevalentemente di natura patrimoniale, quali refute e locazioni. Fra gli enti conventuali più rappresentati vi sono in prima posizione le Clarisse di San Michele presso Trento, il monastero di San Lorenzo, poi Prepositura dal 1425, gli Eremitani di San Marco, il convento di San Francesco e il convento di Santa Croce.
Per le Clarisse di San Michele ser Antonio produsse un certo numero di ro- giti che oggi sono noti in parte attraverso le relative redactiones in mundum del fondo Clarisse di San Michele, dove sono stati reperiti quattro documenti145, tre
dei quali datati 1389 e l’ultimo 1412, e in parte attraverso il registro Instrumenta
capitularia 8bis, fra le cui carte si trovano cinque documenti compresi fra il 1423
e il 1429; a questi atti si aggiungono inoltre le notizie di documenti oggi deperditi tradite attraverso la Collectio diplomatum146 di Giangrisostomo Tovazzi. Dal codice
settecentesco emergono ulteriori dieci notizie di documenti rogati da Antonio per le monache fra il 1402 e il 1422. Pur trattandosi, presumibilmente, di un frammento dell’intera attività scrittoria del notaio per le Clarisse, ciò che rimane permette di delimitare il periodo di attività per questo ente fra il 1389 e il 1429; il dato non è comunque insignifi cante perché rivela un precoce impegno di ser Antonio per il convento: già nei primissimi anni di attività, dunque, poteva vantare fra i suoi clienti enti di una certa rilevanza.
144 ADTn, ACap, Instrumenta capitularia 8bis, n. 590a-b. 145 APTn, Clarisse di San Michele, nn. 59, 60a, 60b, 73.
146 BFSB, ms. 6, cc. 323-324; cc. 341-343; cc. 329-330; c. 328; cc. 320-321; cc. 333-334; cc. 331- 332, 403; c. 324; cc. 336-338.
Stefano Malfatti
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facta extra distincte dicto conductori»140, in margine a documenti datati alla fi ne
degli anni Venti del Quattrocento. Il notaio, dunque, sembrerebbe far riferimento a
quaterni contenenti instrumenta dotati, come affermato dallo stesso professionista,
di ogni elemento di convalida, signum e sottoscrizione compresi. Il documento è inoltre redatto per esteso (continua). Un archivio, quello degli Eremitani, che dunque pur nella sua attuale conformazione, lacunosa e quanto mai depauperata, sembrerebbe rivelare forme organizzative del tutto assimilabili a quello dei bene- dettini di San Lorenzo.
Diversa, per certi aspetti, è la situazione riscontrabile nell’archivio delle Cla- risse di San Michele, per le quali si deve constatare l’assenza di qualsiasi forma di registrazione in libro141. Qualche dato, semmai, si può aggiungere sul tema dei
notai al servizio del convento; a partire dagli anni Settanta del XIV secolo, infatti, il già più volte citato notaio Alberto fi glio di Negratus da Sacco divenne redattore quasi esclusivo del convento delle Clarisse. Per il periodo compreso fra il 1379 e il 1394142 si hanno a disposizione 21 redactiones in mundum e ben 18 presentano
in escatocollo la sottoscrizione di Alberto da Sacco. L’attività del notaio proseguì con ogni probabilità fi no alla fi ne del secolo, così come era avvenuto per il Capitolo della cattedrale, tuttavia, già sul fi nire degli anni Ottanta, le suore cominciarono a servirsi anche di Antonio da Borgonuovo. A partire dal 1431, invece, fece la sua comparsa Graziadeo fi glio del fu ser Antonio da Castel Terlago, il quale produsse un buon numero di instrumenta fra il 1431 ed il 1452. Questi fu prima affi ancato, poi defi nitivamente sostituito dal notaio e conte palatino Cristoforo da Molveno, fi glio del noto giusperito Antonio, che venne chiamato a rogare dalle Clarisse al- meno fi no agli anni Sessanta del Quattrocento.
Un’ultima considerazione potrà essere svolta sulla documentazione della confraternita dei Battuti di Trento; anche i disciplinati, per i quali si conserva do- cumentazione a partire dalla seconda metà del Trecento143, si servirono dei notai
140 Ivi, c. 128r-v, n. 345.
141 L’assenza di un sistema documentario organizzato non deve tuttavia stupire se è vero che, come evidenzia Attilio Bartoli Langeli, «i mendicanti in quanto tali non potevano sviluppare una organica strategia documentaria. Lo fanno intravedere quelle fondazioni che, essendo proprietarie, “usarono” la documentazione in funzione della salvaguardia e dello sviluppo delle proprie risorse patrimoniali. [...] Il documento è strumento e fonte di iura; perciò esso pretende un uso elementare e minimale, ossia di esser conservato» (A. Bartoli Langeli, N. D’Acunto, I documenti degli Ordini mendicanti, in G. Avarucci, R.M. Borraccini Verducci, G. Borri (a cura di), Libro, scrittura, documento della civiltà
monastica e conventuale nel basso Medioevo, Atti del convegno della Associazione Italiana dei Paleografi
e dei Diplomatisti [Fermo, settembre 1997], CISAM, Spoleto 1999 [Studi e ricerche. Centro italiano di studi sull’Alto Medioevo, 1], p. 390). Nessun cartulario, dunque, né tantomeno alcun registro sembra emergere dall’archivio di San Michele; ciò non signifi ca, ovviamente, che non possano essere esistite forme di registrazione differenti rispetto alle pergamene sciolte. La Biblioteca di San Bernardino conserva infatti una sorta di ‘libro di conti’ cartaceo del convento relativo agli anni 1476-1477, inerente ai beni e agli affi tti di beni situati fra Trento, Civezzano e Piné (FSBN, ms. 324, in originale. Edito in Polli, Le
Clarisse di San Michele, cit., appendice, n. 15). Si tratta di cinque fogli cartacei, appartenenti con ogni
probabilità a un originario fascicolo unitario, su cui due mani diverse, una anonima, l’altra attribuibile alla badessa suor Fina da Folgaria, vergarono in lingua volgare due distinti elenchi: la colonna sinistra contiene gli affi tti dovuti al convento, la colonna destra i pagamenti effettuati.
142 Fra il 1394 e il 1400 si assiste ad un calo considerevole della documentazione conservata. 143 Dal 1350, fi no alla fi ne del XV secolo, si sono rinvenuti circa 70 instrumenta riconducibili all’archivio dei Battuti, oggi per intero conservati presso il fondo BCT3 della Biblioteca comunale di Trento.
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attivi in città, privilegiando sin da subito pochi professionisti con i quali sembra di poter intravvedere un qualche elemento di fi delizzazione: Giovannino fi glio del fu Marchetto detto de la Porta da Trento, attivo negli anni Settanta del XIV secolo, Pietro fi glio del fu Gioacchino Mezzasoma negli anni Ottanta e, a partire dagli anni Novanta del secolo, Antonio di Bartolasio da Borgonuovo. L’attività di ser Antonio al servizio dell’ente proseguì almeno fi no al 1433144 ma non mancano, nello stesso
periodo, documenti fatti redigere ad altri notai cittadini; ‘collaborano’ infatti con i disciplinati anche Nicolò fi glio del fu magister Ognibene sarto dal Borgonuo- vo di Trento, Martino fi glio del fu ser Francesco da Volano, Antonio del fu ser Bonifacio da Nogaredo e, soprattutto dagli anni Trenta del Quattrocento, Graziadeo da Terlago, Nicolò de Capris, Antonio del fu Guglielmo Gallo e Cristoforo da Molveno. La Casa della Misericordia sembra dunque aver fatto affi damento su un ristretto numero di professionisti, seguendo modalità operative già in uso presso le principali istituzioni; peraltro, non si può fare a meno di notare il ripetersi di nomi più volte menzionati quali ‘redattori di fi ducia’ per l’Episcopato, il Capitolo, la Prepositura. Si tratta, è bene ribadirlo, di notai di primo livello nel panorama del notariato cittadino che, probabilmente in virtù delle capacità tecniche, ma anche grazie alle posizioni di rilievo che occuparono nella società trentina, furono oggetto di preferenza da parte delle varie istituzioni.
9. L’attività al servizio di conventi, monasteri e confraternite
Una porzione della clientela di ser Antonio è rappresentata da conventi, monasteri
e confraternite cittadine che si servirono del professionista per dare forma scritta a documentazione prevalentemente di natura patrimoniale, quali refute e locazioni. Fra gli enti conventuali più rappresentati vi sono in prima posizione le Clarisse di San Michele presso Trento, il monastero di San Lorenzo, poi Prepositura dal 1425, gli Eremitani di San Marco, il convento di San Francesco e il convento di Santa Croce.
Per le Clarisse di San Michele ser Antonio produsse un certo numero di ro- giti che oggi sono noti in parte attraverso le relative redactiones in mundum del fondo Clarisse di San Michele, dove sono stati reperiti quattro documenti145, tre
dei quali datati 1389 e l’ultimo 1412, e in parte attraverso il registro Instrumenta
capitularia 8bis, fra le cui carte si trovano cinque documenti compresi fra il 1423
e il 1429; a questi atti si aggiungono inoltre le notizie di documenti oggi deperditi tradite attraverso la Collectio diplomatum146 di Giangrisostomo Tovazzi. Dal codice
settecentesco emergono ulteriori dieci notizie di documenti rogati da Antonio per le monache fra il 1402 e il 1422. Pur trattandosi, presumibilmente, di un frammento dell’intera attività scrittoria del notaio per le Clarisse, ciò che rimane permette di delimitare il periodo di attività per questo ente fra il 1389 e il 1429; il dato non è comunque insignifi cante perché rivela un precoce impegno di ser Antonio per il convento: già nei primissimi anni di attività, dunque, poteva vantare fra i suoi clienti enti di una certa rilevanza.
144 ADTn, ACap, Instrumenta capitularia 8bis, n. 590a-b. 145 APTn, Clarisse di San Michele, nn. 59, 60a, 60b, 73.
146 BFSB, ms. 6, cc. 323-324; cc. 341-343; cc. 329-330; c. 328; cc. 320-321; cc. 333-334; cc. 331- 332, 403; c. 324; cc. 336-338.
L’attività professionale di Antonio da Borgonuovo
Si tratta di documenti prevalentemente di tipo negoziale, quali locazioni (perpe- tue o temporali) e refute; tali negozi sono poi sovente affi ancati da altre tipologie documentarie che avevano lo scopo di concludere o perfezionare il negozio, quali ad esempio le immissioni in possesso di immobili concessi in affi tto. Si hanno inoltre una sola compravendita147 e una permuta148.
Luogo esclusivo per la rogazione dei documenti è il convento di San Michele, di cui si individua anzitutto la posizione rispetto alla città di Trento, attraverso lo-
cuzioni del tipo: in pertinenciis Tridenti, in monasterio Sancti Michaelis seu Sancte
Clare de prope Tridentum149, oppure in Burgo Sancte Crucis de prope Tridentum150.
L’attività di Antonio per il monastero di San Lorenzo e, dal 1425, per la Pre- positura è testimoniata da circa 30 documenti rogati su commissione dell’ente negli anni compresi fra il 1407 e il 1430. Il primo atto rogato dal notaio per il monastero di San Lorenzo è datato 26 novembre 1407 e trasmette una refuta con nuova loca- zione151. L’ultimo documento risale invece al 21 gennaio 1430, si trova fra le carte
del registro Instrumenta capitularia 8bis e rappresenta un rinnovo di locazione. La documentazione richiesta ad Antonio è in larga parte nota grazie alle registrazioni sui registri pergamenacei della Prepositura152, dove il notaio redasse quindici docu-
menti e, dopo il 1424, nel registro Instrumenta capitularia 8bis; qui, come ricordato parlando della documentazione commissionata dal vescovo, trova spazio anche l’atto di erezione della dignità capitolare della Prepositura153. Un solo documento, datato
27 gennaio 1419, è stato trasmesso attraverso la sua redactio in mundum154.
Fra i luoghi di rogazione privilegiati si ha l’abbazia di San Lorenzo, della qua- le talvolta il notaio specifi ca la posizione rispetto alla città (de prope Tridentum); con la soppressione del monastero nel 1425, su volere del vescovo Alessandro di Masovia155, nuovo luogo scelto per la rogazione ai notai fu il quartiere di
Borgonuovo, dove aveva sede la casa del canonico Stanislao Sobniowski, primo preposito eletto dal vescovo Alessandro.
Un ulteriore ente monastico-conventuale per cui saltuariamente ser Antonio presta la propria opera è l’ordine degli Eremitani del convento di San Marco in Trento. Per gli Agostiniani si hanno a disposizione una dozzina di documenti redatti da ser Antonio, compresi fra il 1394 ed il 1429, traditi attraverso alcune pergamene sciolte rinvenute nelle capsae del fondo Congregazione di Carità – BCT3 della Biblioteca comunale di Trento, nel fondo Capitolo del Duomo presso l’Archivio di Stato di Trento e, in misura ancor più rilevante, fra le carte del registro Instrumenta capi-
tularia 8bis. Nulla si può aggiungere, rispetto a quanto detto per gli altri enti fi n
qui menzionati, in merito alle tipologie documentarie, le solite refute e locazioni; per quanto concerne invece i luoghi di rogazione, luogo esclusivo scelto dagli Agostiniani di San Marco è il convento stesso.
147 Ivi, ms. 6, cc. 320-321.
148 ADTn, ACap, Instrumenta capitularia 8bis, n. 4. 149 Cfr., ad esempio, APTn, Clarisse di San Michele, n. 59. 150 ADTn, ACap, Instrumenta capitularia 8bis, n. 50. 151 ADTn, AP, reg. II, n. 90.
152 Sui registri pergamenacei del monastero di San Lorenzo, poi Prepositura, dove si è potuto riscontrare un buon numero di documenti redatti da Antonio in forma di esteso, cfr. Ioppi, I registri
del monastero di San Lorenzo, cit.
153 Cfr. Appendice, regesto n. 28 (ADTn, ACap, Instrumenta capitularia 8bis, n. 131). 154 ADTn, AP, Tomo III, n. 10
155 Cfr. Appendice, regesto n. 28 (ADTn, ACap, Instrumenta capitularia 8bis, n. 131).
Fra le carte redatte da Antonio da Borgonuovo non mancano tracce di docu- menti redatti per conto di altri enti conventuali cittadini; si tratta rispettivamente del convento di San Francesco e di Santa Croce. Per il primo si hanno due soli documenti redatti il 28 novembre 1423156 e il 17 febbraio 1424157: una permuta fra
il frate Giovanni da Verona, predicatore dell’ordine dei minori di san Francesco, agente in qualità di rettore del convento, e ser Pietro Iacob, seguito, a distanza di pochi mesi, dalla ratifi ca dei frati non presenti al momento della stipula. Vista l’esiguità della documentazione conservata, poco si può aggiungere sull’impegno di Antonio nei confronti dell’ente francescano. Per quanto riguarda, invece, il luogo scelto per la rogazione, la data topica rinvia – in entrambi i casi – alla chiesa del convento situato de prope Tridentum.
Ancora meno si ricava dall’unico documento redatto da Antonio per il con- vento di Santa Croce, situato a sud della città, a poca distanza dal convento delle Clarisse di San Michele. Si tratta di un rinnovo di locazione rogato il 13 dicem- bre 1424158. Se il notaio avesse registrato ulteriore documentazione per questo ente
in anni precedenti non è dato saperlo; l’archivio dei Crociferi risulta infatti in gran parte disperso. Il convento e ospedale di Santa Croce furono allora rappresentati dal frate Antonio da Venezia, priore e rettore il quale – «vestigia predecessorum suorum imitando» – concesse a Francesco magister a scutelis da Padova una porzione di terra arativa con vigne e prato situata proprio vicino all’ospedale. La rogatio si svolse in una stupa presso lo stesso monastero.
Certamente più consistente è la documentazione redatta da ser Antonio per la confraternita dei Battuti laici di Trento159, per la quale sono stati rinvenuti circa
quaranta rogiti compresi fra il 1393160 ed il 1433161. L’impegno per la confraternita
sembra dunque iniziare abbastanza precocemente per concludersi negli ultimi anni di attività. Del resto – lo si è evidenziato parlando della sua biografi a – Antonio da Borgonuovo ricoprì per i Battuti la carica di massaro già nel 1395, mentre il padre Bartolasio aveva lasciato un lascito alla fratalia fra le sue disposizioni testamentarie.
Gli atti, reperiti in parte nelle capsae del fondo Congregrazione di Carità –
BCT3, in parte fra le carte del registro Instrumenta capitularia 8bis, sono distri-
buiti piuttosto uniformemente negli anni compresi fra il 1393 ed il 1433, con una media di due-tre documenti all’anno. Per quanto riguarda le tipologie documentarie rogate, anche la confraternita dei Battuti non sembra discostarsi dagli esempi fi n qui proposti; locazioni e refute costituiscono infatti la maggioranza dei documenti, intervallate da una sola permuta162.
Dal punto di vista dei luoghi di rogazione, l’analisi sulle date topiche riconduce a spazi piuttosto diversifi cati nella città; anzitutto si nota come il primo documento del 1393 sia rogato proprio presso la sede della confraternita, «in contrata Sancte
156 ADTn, ACap, Instrumenta capitularia 8bis, n 6. 157 Ivi, n. 7b.
158 Ivi, n. 72.
159 Del tutto assente sembra essere il suo impegno per la confraternita alemanna degli Zappatori; lo spoglio delle pergamene del fondo Congregazione di Carità – BCT3, dove trova spazio la maggior parte della documentazione relativa a questo ente, ha infatti portato alla luce un certo numero di do- cumenti redatti da Antonio; non si tratta tuttavia, in nessun caso, di documentazione commissionata dagli Zappatori.
160 BCTn, BCT3, capsa 21, mazzo 1, n. 39.
161 ADTn, ACap, Instrumenta capitularia 8bis, n. 590a-b. 162 Ivi, n. 225.
Stefano Malfatti
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Si tratta di documenti prevalentemente di tipo negoziale, quali locazioni (perpe- tue o temporali) e refute; tali negozi sono poi sovente affi ancati da altre tipologie documentarie che avevano lo scopo di concludere o perfezionare il negozio, quali ad esempio le immissioni in possesso di immobili concessi in affi tto. Si hanno inoltre una sola compravendita147 e una permuta148.
Luogo esclusivo per la rogazione dei documenti è il convento di San Michele, di cui si individua anzitutto la posizione rispetto alla città di Trento, attraverso lo-
cuzioni del tipo: in pertinenciis Tridenti, in monasterio Sancti Michaelis seu Sancte
Clare de prope Tridentum149, oppure in Burgo Sancte Crucis de prope Tridentum150.
L’attività di Antonio per il monastero di San Lorenzo e, dal 1425, per la Pre- positura è testimoniata da circa 30 documenti rogati su commissione dell’ente negli anni compresi fra il 1407 e il 1430. Il primo atto rogato dal notaio per il monastero di San Lorenzo è datato 26 novembre 1407 e trasmette una refuta con nuova loca- zione151. L’ultimo documento risale invece al 21 gennaio 1430, si trova fra le carte
del registro Instrumenta capitularia 8bis e rappresenta un rinnovo di locazione. La documentazione richiesta ad Antonio è in larga parte nota grazie alle registrazioni sui registri pergamenacei della Prepositura152, dove il notaio redasse quindici docu-
menti e, dopo il 1424, nel registro Instrumenta capitularia 8bis; qui, come ricordato parlando della documentazione commissionata dal vescovo, trova spazio anche l’atto di erezione della dignità capitolare della Prepositura153. Un solo documento, datato
27 gennaio 1419, è stato trasmesso attraverso la sua redactio in mundum154.
Fra i luoghi di rogazione privilegiati si ha l’abbazia di San Lorenzo, della qua- le talvolta il notaio specifi ca la posizione rispetto alla città (de prope Tridentum); con la soppressione del monastero nel 1425, su volere del vescovo Alessandro di Masovia155, nuovo luogo scelto per la rogazione ai notai fu il quartiere di
Borgonuovo, dove aveva sede la casa del canonico Stanislao Sobniowski, primo preposito eletto dal vescovo Alessandro.
Un ulteriore ente monastico-conventuale per cui saltuariamente ser Antonio presta la propria opera è l’ordine degli Eremitani del convento di San Marco in Trento. Per gli Agostiniani si hanno a disposizione una dozzina di documenti redatti da ser Antonio, compresi fra il 1394 ed il 1429, traditi attraverso alcune pergamene sciolte rinvenute nelle capsae del fondo Congregazione di Carità – BCT3 della Biblioteca comunale di Trento, nel fondo Capitolo del Duomo presso l’Archivio di Stato di Trento e, in misura ancor più rilevante, fra le carte del registro Instrumenta capi-
tularia 8bis. Nulla si può aggiungere, rispetto a quanto detto per gli altri enti fi n
qui menzionati, in merito alle tipologie documentarie, le solite refute e locazioni; per quanto concerne invece i luoghi di rogazione, luogo esclusivo scelto dagli Agostiniani di San Marco è il convento stesso.
147 Ivi, ms. 6, cc. 320-321.
148 ADTn, ACap, Instrumenta capitularia 8bis, n. 4. 149 Cfr., ad esempio, APTn, Clarisse di San Michele, n. 59. 150 ADTn, ACap, Instrumenta capitularia 8bis, n. 50. 151 ADTn, AP, reg. II, n. 90.
152 Sui registri pergamenacei del monastero di San Lorenzo, poi Prepositura, dove si è potuto riscontrare un buon numero di documenti redatti da Antonio in forma di esteso, cfr. Ioppi, I registri
del monastero di San Lorenzo, cit.
153 Cfr. Appendice, regesto n. 28 (ADTn, ACap, Instrumenta capitularia 8bis, n. 131). 154 ADTn, AP, Tomo III, n. 10
155 Cfr. Appendice, regesto n. 28 (ADTn, ACap, Instrumenta capitularia 8bis, n. 131).
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Fra le carte redatte da Antonio da Borgonuovo non mancano tracce di docu- menti redatti per conto di altri enti conventuali cittadini; si tratta rispettivamente del convento di San Francesco e di Santa Croce. Per il primo si hanno due soli documenti redatti il 28 novembre 1423156 e il 17 febbraio 1424157: una permuta fra
il frate Giovanni da Verona, predicatore dell’ordine dei minori di san Francesco, agente in qualità di rettore del convento, e ser Pietro Iacob, seguito, a distanza di pochi mesi, dalla ratifi ca dei frati non presenti al momento della stipula. Vista l’esiguità della documentazione conservata, poco si può aggiungere sull’impegno di Antonio nei confronti dell’ente francescano. Per quanto riguarda, invece, il luogo scelto per la rogazione, la data topica rinvia – in entrambi i casi – alla chiesa del convento situato de prope Tridentum.