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La trasmissione di altra documentazione prodotta da Antonio da Borgonuovo

Il ‘destino’ delle carte

4. La trasmissione di altra documentazione prodotta da Antonio da Borgonuovo

Le note relative all’estrazione di documenti in publicam formam, le formule di autenticazione in calce a documenti estratti dai registri e dai protocolli di Antonio da Borgonuovo, altri elementi formali, nonché considerazioni di natura archivistica e codicologica, consentono di ricostruire, almeno in parte, i passaggi che le carte del professionista subirono dopo la sua morte.

La prima testimonianza proviene da una pergamena in mundum con un testa- mento che il notaio Iohannes Staufer48 estrasse da un «liber continuatorum dicti

condam ser Antonii notarii»49 (fi g. 27).

Fig. 27. ADTn, ACap, capsa testamenti, rotoli lunghi/b, n. 15 (particolare). Sottoscrizione del notaio Iohannes Staufer in calce al testamento estratto da un liber continuatorum del defunto Antonio da Borgonuovo.

48 Talvolta trascritto come Stanfar o Stanfer o Stamfar. 49 Cfr. ADTn, ACap, capsa testamenti, rotoli lunghi/b, n. 15.

50 Di Staufer si conserva un limitato numero di documenti: un testamento nel fondo capitolare dell’Archivio diocesano e due ulteriori pergamene con disposizioni testamentarie nel miscellaneo Fra il 1437, presunto anno della morte di Antonio da Borgonuovo, e il 1441, il notaio di origini transalpine aveva infatti ottenuto dal vicario vescovile Ludovico

de Calvis da Bologna, la licenza «relevandi, autenticandi et in formam publicam

redigendi notas, abbreviaturas, rogationes et prothocolla condam circumspecti viri ser Antonii notarii condam ser Bartholasii de Tridento»; è dunque assai probabile che Iohannes Staufer sia stato il primo, dopo la morte di ser Antonio, a ottenere la licenza di rilevare ed estrarre documenti dalle carte del collega defunto50.

Considerata la biografi a del notaio di origini transalpine, «qui fuit notarius doctus et praticus»51, è lecito supporre che egli acquisì la documentazione di An-

tonio anche in virtù della sua posizione politica e delle sue qualità come notaio. L’ultima notizia nota su Iohannes Staufer risale al 1455, quando venne eletto per la decima volta «nodar dy sindicy». Con la sua morte la documentazione da lui prodotta, e probabilmente anche quella di ser Antonio, furono rilevate da un collega più giovane: il notaio e giurisperito Antonio Facini52 (fi g. 28).

Fig. 28. ADTn, ACap, Instrumenta capitularia 8bis, c. 113v, n. 312 (particolare). Facta

extra di Antonio Facini.

BCT3. Cfr. BCTn, BCT3, capsa 4, mazzo 1, n. 79 e capsa 4, mazzo 2, n. 10. In BCTn, BCT3, capsa

4, mazzo 1, n. 76 compare quale autore di una compravendita. Il notaio ricoprì una serie di ruoli di grande rilevanza nel Comune di Trento fra il 1434 ed il 1455. Nel febbraio del 1437 fu eletto una prima volta insieme al notaio Pietro da Sporo alla carica di giudice delle tutele, ruolo che ricoprì una seconda occasione nel febbraio del 1441, insieme a un certo Sandrino chaliar. Nel 1434, nell’ottobre del 1437, nel febbraio e ancora nell’ottobre del 1440, nel novembre del 1441, nel 1447, nel giugno del 1449, nel novembre del 1452, nello stesso mese dell’anno 1454 ed un’ultima volta nel giugno del 1455, Staufer fu eletto alla carica di notaio dei sindici. Nel 1443, nel 1446, nel 1447 e nel 1454 ricoprì l’incarico di massaro dei sindici. Nel 1443 e nel 1450 fu scelto quale giudice degli appelli. In ultimo, fu console nel 1453, insieme a Giacomo Fanzini, Matteo a Vaginis, ser Giovanni de Malefe-

ratis, ser Giacomo da Roccabruna, ser Giacomo Perozo e ser Luchino de Gragnano. Nel 1446 viene

inoltre menzionato un certo Ianes laborator defi nito «olim famulus Stanfer notarii», eletto alla carica di mensurator salis.

51 Varanini, Il Collegio notarile di Trento, cit., p. 499.

52 Antonio era il fi glio del noto giureconsulto padovano Melchiorre; come il padre esercitò ruoli di rilievo nel Comune: fu infatti eletto console per due volte nel 1494 e nel 1498. Nel 1462 ricoprì la duplice mansione di notaio dei sindici e massaro del Comune. Nel 1477 era stato eletto amministratore dei beni vescovili insieme ad Antonio Migazzi. Tuttavia, i gravami prodotti dai rappresentanti delle valli in un documento del febbraio 1477 accusarono i due amministratori di appropriazione indebita, blasfemia e azioni fraudolente tali da far scoppiare, di lì a pochi mesi, una vera e propria insurrezione

Stefano Malfatti

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che, pur trasmettendo solo in minima parte documentazione d’interesse capitolare, forse già nella seconda metà del Trecento, entrò a far parte dell’archivio dell’ente.

4. La trasmissione di altra documentazione prodotta da Antonio da Borgonuovo

Le note relative all’estrazione di documenti in publicam formam, le formule di autenticazione in calce a documenti estratti dai registri e dai protocolli di Antonio da Borgonuovo, altri elementi formali, nonché considerazioni di natura archivistica e codicologica, consentono di ricostruire, almeno in parte, i passaggi che le carte del professionista subirono dopo la sua morte.

La prima testimonianza proviene da una pergamena in mundum con un testa- mento che il notaio Iohannes Staufer48 estrasse da un «liber continuatorum dicti

condam ser Antonii notarii»49 (fi g. 27).

Fig. 27. ADTn, ACap, capsa testamenti, rotoli lunghi/b, n. 15 (particolare). Sottoscrizione del notaio Iohannes Staufer in calce al testamento estratto da un liber continuatorum del defunto Antonio da Borgonuovo.

48 Talvolta trascritto come Stanfar o Stanfer o Stamfar. 49 Cfr. ADTn, ACap, capsa testamenti, rotoli lunghi/b, n. 15.

50 Di Staufer si conserva un limitato numero di documenti: un testamento nel fondo capitolare dell’Archivio diocesano e due ulteriori pergamene con disposizioni testamentarie nel miscellaneo Fra il 1437, presunto anno della morte di Antonio da Borgonuovo, e il 1441, il notaio di origini transalpine aveva infatti ottenuto dal vicario vescovile Ludovico

de Calvis da Bologna, la licenza «relevandi, autenticandi et in formam publicam

redigendi notas, abbreviaturas, rogationes et prothocolla condam circumspecti viri ser Antonii notarii condam ser Bartholasii de Tridento»; è dunque assai probabile che Iohannes Staufer sia stato il primo, dopo la morte di ser Antonio, a ottenere la licenza di rilevare ed estrarre documenti dalle carte del collega defunto50.

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Considerata la biografi a del notaio di origini transalpine, «qui fuit notarius doctus et praticus»51, è lecito supporre che egli acquisì la documentazione di An-

tonio anche in virtù della sua posizione politica e delle sue qualità come notaio. L’ultima notizia nota su Iohannes Staufer risale al 1455, quando venne eletto per la decima volta «nodar dy sindicy». Con la sua morte la documentazione da lui prodotta, e probabilmente anche quella di ser Antonio, furono rilevate da un collega più giovane: il notaio e giurisperito Antonio Facini52 (fi g. 28).

Fig. 28. ADTn, ACap, Instrumenta capitularia 8bis, c. 113v, n. 312 (particolare). Facta

extra di Antonio Facini.

BCT3. Cfr. BCTn, BCT3, capsa 4, mazzo 1, n. 79 e capsa 4, mazzo 2, n. 10. In BCTn, BCT3, capsa

4, mazzo 1, n. 76 compare quale autore di una compravendita. Il notaio ricoprì una serie di ruoli di grande rilevanza nel Comune di Trento fra il 1434 ed il 1455. Nel febbraio del 1437 fu eletto una prima volta insieme al notaio Pietro da Sporo alla carica di giudice delle tutele, ruolo che ricoprì una seconda occasione nel febbraio del 1441, insieme a un certo Sandrino chaliar. Nel 1434, nell’ottobre del 1437, nel febbraio e ancora nell’ottobre del 1440, nel novembre del 1441, nel 1447, nel giugno del 1449, nel novembre del 1452, nello stesso mese dell’anno 1454 ed un’ultima volta nel giugno del 1455, Staufer fu eletto alla carica di notaio dei sindici. Nel 1443, nel 1446, nel 1447 e nel 1454 ricoprì l’incarico di massaro dei sindici. Nel 1443 e nel 1450 fu scelto quale giudice degli appelli. In ultimo, fu console nel 1453, insieme a Giacomo Fanzini, Matteo a Vaginis, ser Giovanni de Malefe-

ratis, ser Giacomo da Roccabruna, ser Giacomo Perozo e ser Luchino de Gragnano. Nel 1446 viene

inoltre menzionato un certo Ianes laborator defi nito «olim famulus Stanfer notarii», eletto alla carica di mensurator salis.

51 Varanini, Il Collegio notarile di Trento, cit., p. 499.

52 Antonio era il fi glio del noto giureconsulto padovano Melchiorre; come il padre esercitò ruoli di rilievo nel Comune: fu infatti eletto console per due volte nel 1494 e nel 1498. Nel 1462 ricoprì la duplice mansione di notaio dei sindici e massaro del Comune. Nel 1477 era stato eletto amministratore dei beni vescovili insieme ad Antonio Migazzi. Tuttavia, i gravami prodotti dai rappresentanti delle valli in un documento del febbraio 1477 accusarono i due amministratori di appropriazione indebita, blasfemia e azioni fraudolente tali da far scoppiare, di lì a pochi mesi, una vera e propria insurrezione

Il ‘destino’ delle carte

Un’unica nota relativa all’estrazione del mundum posta nel margine superiore del matrimonio, registrato il 24 novembre 1428, fra Melchiorre fi glio del notaio Nicolò Rizato da Trento e Margherita fi glia del fu Giovanni Brasadole da Pomarolo53,

sembra infatti attestare un’attività di Antonio Facini sul registro 8bis.

Figura politica di primo livello nella Trento della seconda metà del Quattrocento il Facini svolse la sua attività di notaio fra gli anni Sessanta e la fi ne degli anni Novanta del Quattrocento. Da quanto è noto, oltre alle carte di Antonio da Borgo- nuovo, il giurisperito rilevò sul fi nire del XV secolo anche «rogationes, instrumenta, imbreviaturas, scriptas et scripta» del fu Balzano Balzanini54. I suoi rogiti furono

invece relevati ad inizio Cinquecento dal notaio Giovanni Giacomo, fi glio di ser Giovanni de Gaisis da Calavino, che era stato autorizzato ad estrarre dalle carte di Antonio Facini dal podestà Ercole Tassoni da Modena55.

Non è noto come la documentazione di Antonio da Borgonuovo, il registro

Instrumenta capitularia 8bis in particolare, passarono nella seconda metà del

Quattrocento dalle mani del notaio Iohannes Staufer al giurisperito Antonio Facini; l’annotazione marginale di quest’ultimo non fornisce infatti informazioni in merito. È possibile che, vista la morte senza eredi del primo, il ‘passaggio’ delle carte di Antonio fosse avvenuto nell’ambito del collegio notarile, il quale scelse di volta in volta i membri più adatti a conservare tale documentazione.

Diverse note relative all’estrazione di documenti in publicam formam in margine a rogiti redatti da Antonio da Borgonuovo sul registro 8bis furono redatte, a fi ne Quattrocento, da Andrea Gallo56. Scorrendo le carte di cui si compone il registro

contadina. Il vescovo mise in piedi un processo nei loro confronti, affi dandone l’istruttoria a Calepino Calepini e Antonio Schrattenberg. Il Facini, spesso accusato di collericità, fu così ben presto allontanato dalla carica, ma la sua carriera non subì battute d’arresto, considerato che, nel 1482, ottenne l’offi cio di notaius male ciorum insieme a Battista da Campo detto Gratiadeus (cfr., sulla vicenda, F. Chiarotti,

L’insurrezione contadina del 1525 nell’analisi degli avvenimenti dell’Anaunia, in Storia del Trentino,

IV: L’età moderna, a cura di M. Bellabarba, G. Olmi, Il Mulino, Bologna 2000, pp. 157-192 e M. Bellabarba, La giustizia ai con ni: il principato vescovile di Trento nella prima età moderna, Il Mulino, Bologna 1996 [Monografi e dell’Istituto storico italo-germanico in Trento], p. 331; per la carica di no-

taius male ciorum cfr. ivi, p. 298, in particolare la nota 93 e ASTn, APV, Sezione latina, capsa 85, n.

6, c. 99r, noto come Liber denunciatiorum et querelarum coram domino potestate). Nel 1497 Antonio fu scelto quale nuovo massaro dei canonici del Capitolo della cattedrale nonché amministratore della fabbrica di San Vigilio (ASTn, APV, Sezione latina, capsa 74, n. 3, c. 23r; cfr. per queste informazioni, M. Bellabarba, La giustizia ai con ni, cit., p. 332). Oltre a ciò si deve menzionare l’uffi cio di notaio del Comune, che il Facini ricoprì ininterrottamente fra il 1495 e il 1497.

53 ADTn, ACap, Instrumenta capitularia 8bis, n. 312.

54 Cfr. BCTn, BCT3, capsa 29, mazzo 2, nn. 8, 14. La licenza fu concessa da Giambattista Lambertini da Bologna, podestà di Trento nel 1490.

55 Cfr. ASTn, APV, Sezione latina, capsa 64, n. 321; BCTn, BCT3, capsa 4, mazzo 2, n. 65 e BCTn, BCT1, n. 1057, cc. 52-54, n. 19. Ercole Tassoni è podestà di Trento nel 1501. L’instrumentum attestante la comissio fu redatto dal notaio Antonio da Vigolo. Giovanni Giacomo da Calavino aveva anche ottenuto la licentia relevandi delle carte del padre Giovanni (cfr. BCTn, BCT3, capsa 29, mazzo 2, nn. 2, 57; capsa 31, mazzo 1, n. 13; capsa 29, mazzo 2, nn. 10, 17; capsa 5, mazzo 1, n. 43; capsa 29, mazzo 2, n. 29), come risulta dal documento redatto da Antonio da Vigolo. L’autorizzazione fu concessa da Nicolò Basileus da Trieste, podestà di Trento ne l 1506.

56 Andrea, fi glio di ser Giovanni Gallo da Trento, era un notaio e giureconsulto attivo a Trento nella seconda metà del Quattrocento (cfr. BCTn, BCT2, n. 2478 [1500 gennaio 25] dove è attestato come giureconsulto). Andrea Gallo abitava nella contrada di Santa Maria Maggiore (cfr. la scheda bio- grafi ca in Stenico, Notai che operarono nel Trentino, cit., sub voce Gallo Andrea). Come si ricava dai verbali di ammissione al Collegio notarile di Trento, Andrea, insieme ad Antonio da Grigno e Giovanni da Calavino, fecero domanda di ammissione alla matricola il 26 gennaio 1470 ma furono in prima battuta respinti; per un anno vennero infatti invitati a «scholas visitare et audire Notariam saltim per

Fig. 29 ADTn, ACap, Instrumenta capitularia 8bis, c. 27r, n. 79 (particolare). Facta extra di Andrea Gallo.

annum vel Institutam a domino potestate vel ab alio lectore iuxta posse suum» (cfr. ASCTn, Comune

di Trento, Antico regime, sezione antica, ACT1-4272, c. 15r, edito in Ceraolo, Il collegio notarile di Trento, cit.). L’attività di Andrea quale notaio proseguì almeno fi no alla fi ne del Quattrocento, la morte

è infatti attestata il 5 dicembre 1500 (Stenico, Notai che operarono nel Trentino, cit., sub voce Gallo Andrea). Di lui si conserva un registro di instrumenta contenente documentazione in esteso redatta fra il 1495 e il 1500 insieme al fi glio Guglielmo (ASTn, Atti dei notai, Giudizio di Trento, Gallo Andrea e Guglielmo).

57 ADTn, ACap, Instrumenta capitularia 8bis, docc. nn. 29, 41, 79, 115b, 116, 158, 256, 305, 321, 453, 462, 469, 516, 540, 607, 620a, 625, 626b, 651.

58 ADTn, ACap, Instrumenta capitularia 8bis, n. 256; Adelperio del fu ser Marco Calepini da Trento, in qualità di procuratore di Calepino suo fratello, vende ad Andriota del fu Francesco detto

Tibay da Terlago un affi tto perpetuo di 2 staia e mezzo di frumento secondo la misura di Trento che

venivano pagati annualmente prima da Terlaco Marele da Terlago, dopo di lui da Flordela sua moglie e in seguito da Andriota per alcuni terreni situati nelle vicinanze di Terlago, al prezzo di 15 ducati d’oro che Andriota paga immediatamente al venditore.

59 Ambrosi, Commentari della storia trentina, cit., p. 492. Non è noto se Gianvittore da Feltre ricoprì la carica podestarile in altre occasioni.

Instrumenta capitularia 8bis, infatti, si trovano ben diciannove note relative all’e-

strazione di munda57 (fi g. 29). In particolare, fra queste annotazioni, merita speciale

attenzione quella posta in margine ad una compravendita rogata da ser Antonio il 14 novembre 1427. ‘Copiando’ l’instrumentum Andrea annotò: «Nota qualiter ego Andreas Galli, de mandato domini Iohannis Victoris de Feltro pot(estatis) Tridenti, aliud instrumentum in publicam formam etc exemplavi et dedi Bartolameo et Nicholao de Margono»58. La nota informa dunque che Andrea Gallo ottenne la licenza per

estrarre documenti dal registro di Antonio da Gianvittore di Burgasio da Feltre, il quale fu podestà di Trento sotto il vescovo Iohannes Hinderbach nell’anno 148159;

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