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Caratteristiche del linguaggio artistico e poetico

Vista la qualità fondamentale che il pensiero poetico assume per il paradigma narrativo, riteniamo utile soffermarci per approfondire ulteriormente le caratteristiche del linguaggio poetico, per ritrovare aspetti evidenziati da Ricœur, ma anche per mostrarne altri. A questi scopo attingeremo a studi semiologici270, con particolare riferimento a ricerche classiche quali quelli di Jurij Michajlovic Lotman e di Maria Corti, integrate da indagini più recenti.

Come abbiamo visto, Ricœur mette in evidenza come nel linguaggio umano sia presente una tensione metaforica e polisemica, una "referenza sdoppiata" che agisce in senso vitale per allargare gli orizzonti del significato, le possibilità linguistiche, come quelle esistenziali. Una referenza che ci parla di una fonte vitale che pulsa nella coscienza, che si pone in relazione con quella che è stata definita da Bachelard "l'origine di coscienza"271, e che ha certo anche a che fare con il principio che porta al continuo mutare delle lingue, quel principio già indicato da Saussure con la distinzione fra Langue e Parole, dove Langue sta per l’insieme delle regole e delle relazioni che definiscono una lingua e con Parole il principio attivo rappresentato dai parlanti che porta al mutamento e alle continue trasformazioni272.

Questa tensione, sempre presente nel linguaggio quotidiano, è quella cui presta un’attenzione particolare l'opera poetica. La "poesia", intesa come forma d'arte, dà piena legittimazione a questo principio, che altre forme linguistiche, quelle operative o quelle della tecnica ad esempio, tendono a soffocare. Si vengono cosi a creare differenti ambiti linguistici, che, nota Maria Corti, corrispondono a regole diverse di uso dei segni: "La lingua media e la lingua letteraria rappresentano diverse iscrizioni della situazione storica nel linguaggio, quindi due modalità di attuazione dei segni linguistici”273.

Uno dei padri della ricerca semiologica, Jurij Michajlovic Lotman, ritiene che, nel caso dell'arte, si debba parlare di un "sistema linguistico secondario"274. Su analoga linea si colloca anche la Corti, per la quale "al centro della creazione linguistica sta il linguaggio dell'artista, che attua il maggior

268 Idem, Op. cit. 405.

269 Idem, Op. cit. 410.

270 Il linguaggio poetico è stato oggetto di grande attenzione da parte della semiologia. Non è scopo di questa trattazione presentare il dibattito di quella disciplina sul tema, che contempla ormai una lunga tradizione di studi. Ci limiteremo a alcuni contributi autorevoli che possono, a nostra parere, offrire una solida sintesi dei risultati generali delle ricerche ritenuti d'interesse per il nostro lavoro.

271 Bachelard G., La poetica della rêverie, Op. cit., p. 7.

272 Saussure F., Corso di linguistica generale, Op. cit., pp. 28 e sgg.

273 Corti M., Principi della comunicazione letteraria, Milano, Bompiani, 1976, p. 83.

numero di virtualità della lingua al punto che dal legame sintagmatico, si produce una semantica di secondo grado superiore, quindi una superfunzione segnica"275, grazie ai legami "transfrastici", cioè le relazioni che vanno oltre la singola frase e coinvolgono l'intero testo.

L'arte è una lingua con una sua particolare organizzazione e una sua specifica funzione. Il suo esistere in ogni tempo e in ogni cultura è prova del suo valore di necessità. L'uomo, nota Lotman, anche nelle condizioni estreme di lotta per la sussistenza, "sente la necessità dell'arte"276. La permanenza del fenomeno artistico, anche se in forme diverse, attraverso le varie epoche ci indica una verità fondamentale.

In un sistema semiotico giustamente costruito (che raggiunge cioè gli scopi per cui è stato fatto) non ci possono essere complessità superflue ingiustificate. Se esistono due sistemi A e B ed entrambi trasmettono pienamente un certo unico volume di informazione, con uguale consumo nel superamento del rumore nel canale di collegamento, ma il sistema A è considerevolmente più semplice di B, non v'è dubbio che il sistema B sarà respinto e dimenticato. Il linguaggio poetico si presenta come una struttura di grande complessità. Esso è notevolmente più complicato delle lingue naturali. E se il volume d'informazione contenuto nelle lingue naturali fosse uguale, il linguaggio artistico perderebbe il diritto di esistere e, indiscutibilmente, morirebbe277.

La logica evoluzionista cibernetica che soggiace a questa argomentazione, è la stessa che ritroviamo in altro autorevole studioso di comunicazione, Gregory Bateson, che giunge a paragonabili conclusioni nelle sue riflessioni sull'evoluzione della comunicazione non verbale.

L'argomentazione di Bateson muove dalla considerazione che sia "opinione generalmente diffusa che nell'evoluzione dell'uomo il linguaggio [verbale, N.d.R.] abbia sostituito i più rozzi sistemi degli altri animali"278. Ma, nota lo studioso, in un sistema complesso che implica cambiamenti evolutivi adattivi, quando una determinata funzione viene assolta da un nuovo sistema, più efficace "Il vecchio metodo va in disuso e decade"279. Conseguentemente:

Se, dunque, il linguaggio verbale fosse in qualche senso un sostituto evolutivo della comunicazione cinetica e paralinguistica ci si dovrebbe aspettare che i vecchi sistemi prevalentemente iconici fossero notevolmente decaduti. Ma evidentemente non è stato così. Al contrario, la cinetica dell’uomo è diventata più ricca e complessa, e il paralinguaggio è riccamente fiorito parallelamente all’evoluzione del linguaggio verbale. Tanto la comunicazione cinetica quanto il paralinguaggio sono stati elaborati in complesse forme artistiche, musicali, poetiche, di danza e via dicendo [...]

Avanzo l'ipotesi che questa fiorente evoluzione della cinetica e del paralinguaggio separata, ma parallela a quella del linguaggio verbale indichi che la nostra comunicazione iconica [e paraverbale, N.d.R.] provvede a funzioni del tutto diverse da quel del linguaggio, e di fatto, svolgi funzioni che il linguaggio verbale non è adatto a svolgere280.

Prendendo in considerazione i diversi linguaggi (verbale, paralinguistico, cinetico, ecc.) attraverso i quali l'uomo comunica, Bateson mette in luce che ciò che chiamiamo arte è l’evoluzione umana dei linguaggi emozionali, dei lessici legati allo sviluppo del sentimento di sé, dei modi per comunicare le relazioni io–altro, io–mondo, e dell'Io con se stesso.

A quanto sembra, il discorso della comunicazione non verbale riguarda precisamente questioni di relazione – amore, odio, rispetto, timore, dipendenza, ecc. – tra l’io e un interlocutore, o tra l’io e l’ambiente…281

275 Corti M., Principi della comunicazione letteraria, Op. cit., p. 75.

276 Lotman J. M., La struttura del testo poetico, Op. cit., p. 15.

277 Idem, p. 17.

278 Bateson G., Verso un'ecologia della mente, (1972), Milano Adelphi, 1998, p. 421.

279 Idem, p. 422.

280 Idem, p. 422.

Nell'ottica evolutiva i linguaggi dell'arte assumono funzioni vitali che il linguaggio colloquiale non può assumere.

L'umanità, nel corso del tempo, ha quindi organizzato un sistema linguistico complesso, quale quello della poesia, in cui sono privilegiate le dimensioni metaforiche e polisemiche, messe in luce da Ricœur e presenti, per dirla con Lotman, nella "lingua naturale" – insieme ad altri aspetti che vedremo in seguito – per realizzare un sistema di rappresentazione, una struttura artistica che accoglie aspetti dell'esistenza; questi hanno a che fare, principalmente, con i pensieri e le emozioni che nascono dalle relazioni con gli altri, con se stessi, con il mondo o dai temi inquietanti della vita: destino, morte, amore, desiderio, ecc. I linguaggi dell'arte fanno proprie le forme con cui si manifestano le relazioni umane e le identità personali, le comunioni sociali, le affinità sentimentali – forme corporee, verbali, simboliche, iconiche, ecc. –, utilizzano la trama attraverso cui le persone si legano e identificano fra loro per dare vita alle comunità, alle culture, alle società.

È importante notare, che i contenuti espressi in forma poetica non possono essere espressi in altro modo. Nota ancora Lotman:

[...] la complessa struttura artistica, creata col materiale della lingua, permette di trasmettere un volume di informazione che sarebbe assolutamente impossibile trasmettere con i mezzi della struttura linguistica normale. Deriva da ciò che la data informazione (il contenuto) non può né esistere, né essere trasmessa fuori della struttura data. [...] Ripetendo una poesia nel linguaggio comune distruggiamo la struttura282.

Considerazioni che, fra l'altro, portano Lotman a una dura critica delle pratiche pedagogiche che esaminano il contenuto di un'opera separandolo dalle particolarità artistiche e giungono così a creare una falsa rappresentazione della letteratura: "Perché leggere lunghe opere? Bastano brevi manualetti. Questa è la conclusione, alla quale spingono non cattivi maestri di infelici scolari ma tutto il sistema scolastico di insegnamento della letteratura"283. La letteratura, la poesia, vanno incontrate per ciò che sono, non attraverso deformazioni o riduzioni, ma comprese come un pensiero, come un contenuto, che non può essere espresso altrimenti.

Il complesso rapporto che lega, nel linguaggio dell'arte, ciò che può essere intesa come la differenza fra forma e contenuto è da Lotman approfondito sulla base del suo punto di vista semiologico, dove le nozioni di idea e di struttura sono utilizzate proprio per superare l'opposizione fra forma e contenuto. La struttura di un'opera d'arte è il sistema di relazioni che consente la manifestazione dell'idea che non potrebbe essere espressa, né compresa al di fuori di tale struttura. Una concezione che può essere avvicinata a recenti visioni dei sistemi degli esseri viventi, come possiamo leggere:

Per una precisa rappresentazione del rapporto idea–struttura è più utile pensare al legame fra la vita e il complesso meccanismo biologico del tessuto vivente. La vita, che è la proprietà principale dell'organismo vivente è impensabile al di fuori della sua struttura fisica, essa appare una funzione di questo sistema operante. Il ricercatore nel campo letterario, che spera di raggiungere l'idea staccata dal sistema di simulazione del mondo dell'autore, dalla struttura dell'opera, ricorda lo scienziato idealista che tenta di separare la vita da quella concreta struttura biologica, della quale essa è funzione284.

Il linguaggio poetico è dunque un sistema organizzato di relazioni, che rende possibile il contenuto, o, con linguaggio di Lotman, l'idea. Al di fuori di questo sistema di relazioni, tale idea non può essere compresa, la sua "vita" non esiste. Tutti gli elementi artistici appartengono al significato. Ne deriva che "in poesia non ci sono elementi formali nel senso che di solito viene attribuito a questo concetto"285.

282 Lotman J. M., La struttura del testo poetico, Op. cit., p. 17.

283 Idem, p. 17.

284 Idem, p. 18.