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Il linguaggio poetico: testo, extratesto, surplus semantico

Un testo poetico – come ogni opera d’arte – ha la capacità di contenere informazioni altamente concentrate, queste sono organizzate in un complesso sistema di relazioni che genera il testo. Il sistema non si esaurisce nel testo, ma presenta relazioni più ampie di tipo extra testuale, che lo rendono significativo. Estratto da questi legami extratestuali, il testo perde il suo significato. Le

286 Idem, p. 28.

287 Idem, p. 82-5.

288 Idem, p. 31.

relazioni extratestuali sono di vario tipo, non tutte possono essere colte facilmente, anche se alcune possono essere chiaramente individuate.

I legami extratestuali hanno molti aspetti soggettivi, fino all'individuale–personale, che non è quasi sottoponibile all'analisi con i mezzi contemporanei della scienza letteraria. Ma essi hanno anche la loro regolarità, un contenuto condizionato storicamente e socialmente, e nella loro giustapposizione strutturale possono essere ora pienamente oggetto di esame290.

I significati del testo sono pertanto distribuiti in questo largo sistema che comprende aspetti soggettivi, determinanti storico–sociali, livelli contestuali, ecc. e che rende possibile molteplici e differenti letture di un’opera d’arte: "Non tutto ciò che è oggettivamente presente nell'opera si manifesta a ciascun lettore e in tutti i momenti della sua vita"291. L’universo dei significati dell’opera si rivela solo parzialmente. Una lettura successiva ci può sempre mostrare nuovi aspetti, una particolare interpretazione ci può mostrare significati imprevisti.

 

L'opera accumula "vita segnica" nelle letture diverse che si succedono nello spazio e nel tempo: ”Ogni testo è molti testi". "La complessità polisemica impedisce letture ripetitive, anche nello stesso contesto culturale"292.

Su ogni lettura agiscono condizionamenti, che la rendono un evento sempre nuovo, un atto mai completamente autonomo. Blanchot ritiene, nella sostanza, addirittura irripetibile ogni lettura293.

Il processo di significazione non è dunque affidato solo al rapporto con il singolo segno e neppure all'insieme del testo, ma è messo in moto da una moltitudine di legami, che concorrono in maniera altamente dinamica a generare i significati dell’opera. Una questione, che spingerà Lotman alla teorizzazione di una concetto per il quale è diventato famoso, quello di semiosfera294. La semiosfera è uno spazio semiotico, un ampio universo di sistemi interconnessi di relazioni, grazie al quale esistono i significati del testo:

L'universo semiotico può essere considerato un insieme di testi e linguaggi separati l'uno dall'altro. In questo caso tutto l'edificio apparirà formato da singoli mattoni. E però più feconda l'impostazione opposta. Tutto lo spazio semiotico si può considerare infatti come un unico meccanismo (se non come un organismo). Ad avere un ruolo primario non sarà allora questo o quel mattone, ma il «grande sistema» chiamato semiosfera. La semiosfera è quello spazio semiotico al di fuori del quale non è possibile l'esistenza

della semiosi [Corsivo nostro, N.d.R.]. Se si mettono insieme più bistecche non si ottiene un vitello

mentre tagliando un vitello si possono avere bistecche. Allo stesso modo, sommando una serie di atti semiotici particolari, non si otterrà l'universo semiotico. Al contrario, soltanto l'esistenza di questo universo ovvero la semiosfera fa diventare realtà il singolo atto segnico295.

La singola parola o la singola frase possono così variare altamente di significato nel passaggio dal mondo della lingua naturale a quello della lingua poetica, poiché cambiano drasticamente anche gli spazi semiotici e le relazioni extratestuali che sono implicate.

La grafica usata nella poesia, l’andare sovente a capo, ad esempio, non sono un mezzo tecnico, ma “un segnale della natura strutturale attraverso la quale la nostra coscienza «promuove» il testo che le è proposto in una determinata struttura extratestuale"296. La nostra mente si pone dunque in maniera differente di fronte a un testo della comunicazione quotidiana e di fronte a un testo che ci appare organizzato come una poesia; nel secondo caso inizia un processo dinamico particolare fra lettore, testo e extratesto.

290 Lotman J. M., La struttura del testo poetico, Op. cit., p. 30.

291 Lotman J. M., La struttura del testo poetico, Op. cit., p. 164.

292 Corti M., Principi della comunicazione letteraria, Op. cit., p. 62.

293 Si veda, Blanchot M., Lo spazio letterario, (1955), Torino, Einaudi, 1975.

294 Si veda, Lotman J. M., La semiosfera: L'asimmetria e il dialogo nelle strutture pensanti, (1984), Venezia, Marsilio, 1985.

295 Idem, p. 58.

Nell’extratesto ricadono, ad esempio, i saperi del lettore, i riferimenti storici culturali di cui il testo è portatore, che vengono messi in tensione dal processo di significazione: "I codici delle coscienze dei lettori, sempre nuovi, rivelano nel testo strati semantici sempre nuovi. Quanto maggiore è il numero di simili interpretazioni, tanto più profondo è il significato specificatamente artistico del testo e tanto più lunga è la sua vita"297. Questa possibilità di molteplici interpretazioni è ciò che rende radicalmente diverso il mondo della letteratura dal mondo della scienza. Se nella scienza "un'ipotesi è considerata valida se non è contraddetta da ipotesi differenti, nell'universo delle arti si assiste al dato di fatto di interpretazioni fondamentalmente diverse che possono affiancarsi e coesistere"298. Forse ciò che fa di un’opera d’arte un capolavoro universale e la sua capacità di prestarsi a interpretazioni quasi infinite che la fanno perdurare nel tempo.

 

Lotman nota che ogni cultura presenta “collezioni di forme” che sono in forte relazione con quelle che chiama “tipo iniziale”, legami creati dalla grandi opere che influenzano le diverse produzioni e letture successive299. La Divina Commedia, ad esempio, è un “tipo iniziale”, un’opera che ha dato luogo a una struttura di riferimento che risuona nella lingua italiana e in ogni produzione poetica in quella lingua – e non solo. Uno dei compiti della grande opera artistica è proprio quello di modificare i riferimenti culturali (da notare che la “modificazione” è una relazione extratestuale, una relazione che agisce per differenziazione) per generare nuove forme di riferimento e di influenza. È bene sottolineare che non si tratta solo di questioni “formali”. Come abbiamo visto, il concetto di forma non è da intendersi come contenitore, esso non si oppone a quello di contenuto. Come detto, la “forma” è di fatto una struttura di significanti, un sistema complesso di relazioni interconesse, che nel mutare rendono possibile la manifestazione di nuove idee, nuovi significati, nuove interpretazioni sul mondo, sull’essere umano, sulle emozioni, gli affetti, ecc.

L'attività dello scrittore può essere immaginata come "un temerario gioco d'altalena fra il proprio linguaggio individuale o idioletto, la lingua e la lingua letteraria, assorbita dal contesto dell'epoca e dalle letture dei testi del passato. [...] che in Italia per le ragioni storiche su accennate è un capitale di cifra alquanto vertiginosa."300.

Già Thomas Eliot parlava a questo proposito dell'opera come di una "totalità vincolata"301. La Corti nota giustamente che il concetto è quello di sistema. La letteratura è una totalità di relazioni vincolanti e in movimento. Ogni opera di alta qualità crea mutamenti nella totalità. I mutamenti possono avvenire sia a monte, e rendono così possibile una nuova lettura del passato, sia a valle, e si delinea così un nuovo futuro302.

La grande opera si presta a diversi livelli di significazione, che possono soddisfare pubblici anche molto diversi. Se prendiamo ad esempio un dramma di Shakespeare, "Per gli spettatori più semplici c'è la trama, per i più riflessivi c'è il personaggio e il suo conflitto, per i più inclini alla letteratura le parole e la costruzione dell'espressione, per i più sensibili musicalmente il ritmo, e per gli spettatori di maggior sensibilità e intelligenza, un significato che si rivela in modo graduale”303.

Nessuno è disturbato per la presenza di elementi che non comprende appieno, o neppure coglie. I diversi livelli di coscienza possibili ci mostrano che "il testo letterario è per sua natura costruito, più di tutti gli altri testi verbali, in maniera da offrire diversi percorsi significativi e comunicativi"304.

 

297 Idem, p. 89.

298 Corti M., Principi della comunicazione letteraria, Op. cit., p. 62-3.

299 Lotman J. M., La struttura del testo poetico, Op. cit., p. 233.

300 Corti M., Principi della comunicazione letteraria, Op. cit., p. 83.

301 Eliot T., L’uso della poesia e l'uso della critica (1933), cit in, Corti M., Principi della comunicazione letteraria, Op. cit., p. 13.

302 Corti M., Principi della comunicazione letteraria, Op. cit., pp. 13 e sgg.

303 Idem, pp. 134-5.