La densità di significazione della poesia è legata a relazioni esteriori al testo, che abbiamo visto definire da Lotman extratestuali, così come da relazioni interne al testo, queste nella loro costruzione sono guidate da processi che si formano nella mente e nell’animo del poeta. Come in altri casi si
351 Corti M., Principi della comunicazione letteraria, Op. cit., p. 121 e sgg.
352 Bateson G., Verso un'ecologia della mente, Op. cit., p. 422.
353 Corti M., Principi della comunicazione letteraria, Op. cit., p. 108; È evidentemente evocato il passaggio di De Saussure "Un temine dato è come il centro di una costellazione, il punto in cui convergono altri termini coordinati, la cui somma è indefinita" (Saussure F., Corso di linguistica generale, Op. cit., p. 253), che nella formulazione della Corti sembra essere ribaltato.
354 Barbieri D., Il linguaggio della poesia, Op. cit. p. 153.
tratta di fenomeni generali della parola letteraria, ma che nella poesia prendono una sovrastante intensità.
Apparentemente il linguaggio poetico, soprattutto in epoca moderna con il verso libero, è uno dei linguaggi che offre maggiore libertà. La grande libertà dello scrittore, però, diminuisce e subisce delle costrizioni nel mentre l’opera si definisce e si organizza concretamente. Il gesto poetico si scontra con la lingua veicolo, crea legami fonici, ritmici e semantici che nel contesto della poesia appaiono come necessari, mentre nella lingua comune apparirebbero casuali. In ogni opera di qualità ci sono una struttura di superficie e una struttura profonda, o macrostruttura, cui si deve la coerenza di fondo, la sua "legge costitutiva". Un aspetto, nota Corti, che è stato messo ben in luce dai formalisti russi356. Nel corso della sua creazione è come se l'opera opponga resistenza, detti la sua volontà all'autore357.
Nel linguaggio poetico è presente un paradosso, che forse ne fa la sua più forte particolarità: tanto più viene cercata una propria originalità e una propria libertà espressiva, tanto più si rivelano le strutture date presenti nel linguaggio e nell'individuo. La propria traccia si rivela inscritta in altre tracce già date. Per questo forse la poesia lirica "è una della arti che meglio illustrano i dilemmi dell'identità moderna"358. Uno dei temi cruciali delle nostre epoche è infatti: Che cosa significa essere se stessi o esprimere se stessi?
Maria Corti ha rivolto grande attenzione alla questione dell’avantesto, cioè “la scaturigine, esistenziale oltreché letteraria, dell'invenzione creativa”359.
Ha messo ad esempio in evidenza come il giovane Leopardi possieda una struttura fonica– ritmica che usa in maniera naturale360. Negli scritti giovanili, appaiono nelle sue opere in prosa delle forme metriche che usa in maniera inconscia. Nelle dichiarazioni dei poeti sono presenti molti cenni rispetto all'avantesto. Paul Valery, indica come rapporti con il reale siano diversamente percepiti, Renè Char ci parla di contatto fra reale, conscio e inconscio, contatto che genera una “energia dislocante” che genera una lettura produttiva del reale. Il verso prende vita al confine della coscienza, prima ancora della parola scritta. In una visione che si rivolge nello stesso tempo verso il reale e verso il proprio mondo interiore: "Il poeta, mutando il punto di vista, e il suo grado di intensità, sostituisce nel reale ai rapporti consueti altri, nuovi, inediti e segreti, scoprendo un'inattesa contiguità o modo insolito delle cose di associarsi, di sostituirsi;"361
Un processo immaginativo e produttivo che non è solo visivo, ma coinvolge anche il suono e gli altri sensi, dove i significanti hanno un ordine di precedenza rispetto ai significati. Esiste nella poesia, una sorta di voce prelinguistica che il poeta cerca di ascoltare e trasformare in parola: "Il fascino della poesia si fonda sul richiamo a un senso profondo, non del tutto attingibile; sulla sensazione – che un testo di qualità produce – che vi sia altro da capire, da cogliere [...] una sorta di verità profonda e nascosta, di carattere universale, o magari sublime, nel senso kantiano del termine"362.
Questione messa in rilevo anche da Hegel, con enfasi sulla dimensione soggettiva: “Il percepire se stessi viene rafforzato, viene messo in risalto dalla rima, la quale fa si che noi siamo ricondotti a noi stessi. La rima favorisce tutto questo: il lato soggettivo viene a emergere”363.
La poesia, come abbiamo visto, ci mette in contatto con una corrente arcaica: "ci permette di attingere, quasi di straforo, a una conoscenza profonda, remota, legata intimamente alle nostre radici naturali e culturali”364. Nota la Corti: "Il vero destinatario del linguaggio poetico è colui che,
356 Idem, p. 125.
357 Idem, p. 123.
358 Mazzoni G., Sulla poesia moderna, Op. cit., p. 215.
359 Si veda, Corti M., Ombre dal Fondo, Torino, Einaudi, 1997.
360 Corti M., Principi della comunicazione letteraria, Op. cit., p. 44 e sgg.
361 Corti M., Principi della comunicazione letteraria, Op. cit., p. 101.
362 Barbieri D., Il linguaggio della poesia, Op. cit., p. 268.
363 Hegel, Lezioni di estetica, Op. cit., p. 272.
seguendo le istruzioni del testo, varca la soglia della semantica testuale e con un processo inverso a quello del poeta recupera parzialmente la fase dell'avantesto"365. Ricœur parlava di mondo pre– oggettivo nel quale il nostro essere è radicato, entro il quale progettiamo i nostro possibili; un mondo che la poesia rivela366. La poesia guida il lettore verso un luogo sommerso, quello che Ungaretti evoca nei versi del Porto Sepolto.
Vi arriva il poeta
e poi torna alla luce con i suoi canti e li disperde Di questa poesia mi resta quel nulla d’inesauribile segreto.
L'Io lirico
Possiamo dunque guardare alla poesia come alla depositaria di un linguaggio antico che si è modificato nel tempo intrecciandosi con le aspirazioni umane, i modelli culturali, le visioni del reale. Un linguaggio che, seppur con grandi cambiamenti, conserva nella sua essenza il legame fra parola e suono e una straordinaria densità di significazione.
Una struttura complessa che è in grado di toccare corde profonde dell’animo umano; la sua permanenza nel tempo – pur tenendo conto delle trasformazioni – è certo legata a questa sua capacità. Il possibile dialogo, che ci presenta la Corti, fra il poeta – con se stesso, nel processo che precede e guida il testo (l’avantesto) – e il lettore, che può cogliere pienamente il significato della poesia solo se si sintonizza sul processo del poeta, rende la poesia un’arte particolarmente rivolta all’intimo, all'interiorità umana, con tutta la complessità e l'ambiguità che questo concetto presenta. In fondo l'interiorità è sempre un rapporto con un mondo, un'esteriorità, che non è semplicemente spaziale, ma è alterità, differenziazione e al tempo stesso legame e unione. Porsi nel punto di vista intimo, significa porsi sempre in un punto di vista per guardare il resto del mondo.
La poesia contemporanea vede il predominio di un genere artistico con una forte componente di espressione della soggettività, caratterizzata da una netta presenza dell'Io, dove non esiste una distanza chiara e netta fra l'autore e la voce narrante.
Presente come una delle tante forme di poesia nell'antichità, la parola in versi abbandona col tempo il legame con l'accompagnamento musicale e prende autonomia per esprimere l'individualità e i sentimenti dell'autore. Un'evoluzione che si lega con il ruolo che va assumendo l'individuo nel mondo occidentale e che raggiunge il culmine con il Romanticismo, dove l'idea che la poesia sia espressione dell'Io diventa sempre più marcata.
La cultura ha proposto con successo anche poemi narrativi e epici, Mazzoni ci ricorda i molti esempi che il fra il 1785 e il 1858 celebrano gli Stati Uniti, oppure a The Wanderings (1889) di Yeats o alla The Defence of Guinevere (1858) di Willam Morris e, più recentemente, The waste land di Eliot (1922) o le Ceneri di Gramsci (1957) di Pasolini. Tutti componimenti in versi, in cui i temi assumono il respiro collettivo e sociale. Sono importanti e riusciti fenomeni di resistenza che declinano nel corso del Novecento, mentre avanza l'egemonia nella scrittura in versi della poesia lirica, la cui affermazione non viene da quelli scalfita367.
La preminenza della lirica su tutte le altre forme di poesia, è figlia dell'individualismo inquieto dell'epoca romantica e effetto dell'evoluzione della coscienza individuale moderna. La cultura classica diffida del soggettivismo in poesia, quella romantica, lo esalterà. La lirica diventa una forma
365 Corti M., Principi della comunicazione letteraria, Op. cit., p. 109.
366 Ricœur P., La metafora viva, Op. cit., 405.
d’arte espressiva, il riferimento della poesia, opposta all’imitazione; per Leopardi la lirica è “Il primitivo e solo vero genere” della poesia368.
Una caratteristica della poesia lirica è che il soggetto lettioerar tende a coincidere col soggetto biografico. Come abbiamo visto, uno di passaggi cruciale per la creazione del concetto di "Io lirico" è il Canzoniere di Petrarca, che inaugura una posizione artistica centrata sull'io, svincola l'arte dal paradigma della mimesi e legittima un'estetica della pura espressività, anche individuale.
Un passaggio ancora più radicale avviene nel Romanticismo, dove compaiono componimenti paradigmatici di un nuovo tipo di "Io lirico", che porterà nel Novecento alle posizioni di allontanamento da ogni convenzione (o di quasi ogni convenzione) di metrica, lessico, topoi.
Mazzoni ci propone tre modelli di "Io lirico" nella scrittura poetica che appaiono nel corso del tempo. Generi non rigidi, che possono convivere all'interno di un sistema letterario369: il soggetto collettivo, l'autobiografismo trascendentale e l'autobiografismo empirico esistenziale.
1) L'Io come soggetto collettivo appare in quella che viene chiamata "lirica di società"; non rimanda a un individuo biografico preciso, ma a una generica persona collettiva. Sono le esperienze arcaiche evocate da Alceo, o la poesia estemporanea accompagnata da musica fiorita nel Settecento.
2) Nella letteratura latina del I sec. a.c. prende forza un modello di scrittura poetica che manifesta un Io personale, che si differenzia dalla comunità. Appartengono a questa categoria opere di Catullo, Orazio, Ovidio, degli elegiaci e, dopo il Medioevo, La vita nuova di Dante e il Canzoniere di Petrarca ("primo grande poeta introspettivo della letteratura europea in volgare",) compaiono esperienze d'amore e sentimenti che "sfuggono alle serialità". La vita però non significa mai solo se stessa, l'esperienza individuale è raccontata "annegando le esperienze personali in una costruzione razionale"370. La storia è allegorica. Il Canzoniere mostra un itinerario "agostiniano e stoico" in cui il personaggio muove dagli errori verso la virtù e la maturità. Racconta una fabula morale tramite un'autobiografismo trascendentale in cui l'individuo supera la propria accidentalità.
3) Negli ultimi due secoli compare una poesia radicalmente soggettiva e "intransitivamente personale", che non organizza i dati dell'esperienza ma li porta sulla pagina. Modello di autobiografismo empirico esistenziale, che è diventato la norma nell'epoca contemporanea371.
"La nascita della poesia moderna coincide con l'attraversamento della frontiera fra la seconda e la terza specie", avvenuta nell'età romantica. Mazzoni ci porta l'esempio di La speranza di pure rivederti di Montale, nel quale bisogna avere precise chiavi biografiche per cogliere il senso totale del poema.
La speranza di pure rivederti m’abbandonava;
e mi chiesi se questo che mi chiude ogni senso di te, schermo d’immagini, ha i segni della morte o dal passato è in esso, ma distorto e fatto labile, un tuo barbaglio:
(a Modena, tra i portici, un servo gallonato trascinava due sciacalli al guinzaglio).
"Il testo nasce da un taglio metonimico che isola, dalla totalità della vita, una serie di scene irrelate, come se le poesie fossero terre emerse da un fondale biografico invisibile, e come se la scrittura imitasse le reticenze di una pagina di diario o di una lettera alla persona amata"372.
368 Leopardi, Zibaldone, 4357-4358.
369 Mazzzoni G., Sulla poesia moderna, Op. cit., p.101.
370 Idem, p. 102.
371 Idem, p. 105.
A differenza che nel Canzoniere, "la lirica recente presuppone una concezione discontinua e casuale dell'esperienza, quasi che le poesie fossero pagine di diario, monologhi interiori detti nell'istante della passione, epifanie colte nell'attimo in cui accadono"373.
Rispetto a Petrarca, non è più necessario eliminare l'accidentalità, spogliarsi della propria storia finita. Nella poesia lirica compare un'Io, manifestazione di un soggetto esistenziale concreto. L'Infinito è più in generale gli Idilli di Leopardi sono fra le più evidenti manifestazioni dell'autobiografismo empirico: "Come i protagonisti dell'autobiografia moderna dopo le Confessioni di Rousseau, anche il protagonista degli Idilli è un persona contingente che si confessa davanti a un pubblico invisibile di persone contingenti, comunicando con la loro vita per via di un'identificazione empatica fra soggetti privati, senza bisogno di ricorrere alla mediazione di un exemplum astraente"374. L’Infinito non è una descrizione dell'esperienza ma un itinerarium mentis, una rievocazione dell'esperienza mentale che le parole ricreano. Il lettore entra nell’interiorità dell’autore, e ne rivive il sentire. "Il suo linguaggio non è quello di chi dichiara ad altrui una esperienza compiuta, ma quello con cui l'uomo si rivolge a se medesimo"375.
Il Petrarca ha una conoscenza di se stesso, ha ordinato le esperienze, può contemplare e descriverle. Invece Leopardi "mira a far sensibile nel verso stesso l'ondeggiamento dell'animo, a rendere i sentimenti nel loro primo formarsi, nella loro successione"376.
Autobiografismo trascendentale e empirico sono da intendersi in maniera fluida, come un continuum. Il verso e il suono mantengono qualcosa di rituale, quindi di trascendentale. Da un punto di vista radicale, ogni forma di scrittura è una convenzione, rimanda a una struttura storico linguistica e quindi trascendentale. Nota Fulvio Papi:
l’Io nel linguaggio poetico ha trovato la propria realtà in una finzione scritturale, in una maniera più formale di quanto non possa accadere nella dimensione del diario, dove la riflessione sul rapporto con il linguaggio è per lo più messa in ombra da altra dinamiche costitutive.377
L'Io della poesia moderna racconta la vita intima, pronuncia monologhi solipsistici. La poesia contemporanea ci propone temi di quella che Taylor chiama "vita comune"378: attività lavorative, domestiche, temi della famiglia, del privato, del quotidiano; contenuti che nella tradizione antica erano riservati alla satira, al comico, alla commedia, ma non potevano diventare contenuti di un'opera seria, tragica, problematica.
Il Romanticismo ha mantenuto di norma schemi poetici rigidi o predefiniti, per introdurre temi e contenuti sempre più inquieti ed estranianti. Per Barbieri che con tale struttura, si forma una dinamica per cui il lettore partecipa a due movimenti differenti, per cui la competente sonora e metrica – ad esempio quella del sonetto – crea una dimensione sovra individuale in base alla componente immersiva, mentre il tema ci spinge verso qualcosa che ci sovrasta o potrebbe anche distruggerci. Una dissonanza simile a quella provocata da una terribile tempesta racchiusa nella cornice di un dipinto. Un'esperienza che ci porta verso una sorta di sublime kantiano, per cui il pensiero che ci attira, ma nel quale l'umano incontra il suo limite, viene esperito da un punto di osservazione nel quale ci troviamo di fatto al sicuro: "Per quanto possiamo essere soverchiati dall'emozione, il quadro ritmico famigliare di riferimento ci rassicura sul nostro trovarci a casa379.
La poesia del Novecento ha finito per eliminare anche questa famigliarità di fondo, ha voluto togliere anche questo appiglio rassicurante. Il rapporto con l'opera diventa sempre più individuale e
373 Idem, p. 108.
374 Idem, p. 110.
375 Blasucci, Paragrafi sull'infinito, p. 104, cit in, Mazzoni G., Sulla poesia moderna, Op. cit., p. 93.
376 Ibidem.
377 Papi F., L' infinita speranza di un ritorno: sentieri di Antonia Pozzi, Milano Mimesis, 2013, p. 162.
378 Taylor C., Radici dell'io. La costruzione dell'identità moderna, (1989), Milano, Feltrinelli, 1993, pp. 27-30.
soggettivo, favorito anche dalla diffusione della stampa, da una poesia che diventa sempre più lettura privata e sempre meno ascolto: "E come se ogni singolo testo si andasse a cercare la norma specifica a cui adeguarsi. Cercare, si noti, non inventare. Un discorso può essere inventato, ma una sintonia può essere solo trovata."380.
La missione del poeta sembra quella di "testimoniare il proprio smarrimento nel mondo"381, quella di mostrare il proprio personale modo di incontrare e guardare la realtà, quella ci cercare un incontro autentico. La metrica viene negoziata per ogni singolo testo, il verso libero ci parla della ricerca individuale di un senso che non vuole essere imposto, né vuole subire imposizione. È una ricerca, che vuole essere libera, di un gesto autentico e profondo. Che nel mantenersi della dimensione musicale, presente in ogni caso nel verso libero mantiene la sua "vocazione", la sua voce sovraindividuale, il richiamo alla comunità e al gesto collettivo, ma è una comunità che si vuole creare a partire dal riconoscimento, dall'autenticità, dallo smarrimento, non dalla seduzione, dal potere, dalla sopraffazione.
È certamente una coscienza afflitta e lacerata quella che si esprime nel verso libero, nella poesia contemporanea; ma anche i versi più alieni e distorti, come quelli di Amelia Rosselli, sono comunque versi.
Roberto, chiama la mamma, trastullantesi nel canapè bianco. Io non so
quale vuole Iddio da me, serii
intenti strappanti eternità, o il franco riso del pupazzo appeso alla
ringhiera, ringhiera sì, ringhiera no, oh posponi la tua convinta orazione per
un babelare commosso; car le foglie secche e gialle rapiscono il vento che le batte. Nera visione albero che tendi
a quel supremo potere (podere) ch’infatti io ritengo sbianchi invece la terra sotto ai piedi, tu sei la mia amante se il cielo s’oscura, e il brivido
è tuo, nell’eterna foresta. Città vuota, città piena, città che blandisci i dolori per
lo più fantastici dei sensi, ti siedi
accaldata dopo il tuo pasto di me, trastullo al vento spianato dalle coste non oso più
affrontare, temo la rossa onda
del vero vivere, e le piante che ti dicono addio. Rompi– collo accavalco i tuoi ponti, e che essi siano
la mia natura. Non so più
chi va e chi viene, lascia
il delirio trasformarti in incosciente
tavolo da gioco, e le ginestre (finestre) affacciarsi spalmando il tuo sole per le riverberate vetra.382
La Rosselli ci costringe a leggere i suoi versi come poesia, e quindi essere maggiormente sensibili alle sue personali modalità discorsive. Ci impone la sua ricerca metrica e il viaggio del suo pensiero, conducendoci nel “perimetro dell’individuo e delle sue ragioni private, con una perdita di orizzonte […] inutile cercare di risolvere nei passaggi di un ragionamento serrato i transiti associativi che legano il discorso”383.
Anche per la poesia, vale ciò che Adorno ha detto a proposito della musica contemporanea:
380 Barbieri D., Idem, p. 84-5.
381 Barbieri D., Idem, Op. cit. p.166.
382 Rosselli A, da, “Variazioni belliche” (1959), in, Id., Le poesie, Milano, Garzanti, 2012.
Essa ha preso su di sé tutte le tenebre e la colpa del mondo: tutta la sua felicità sta nel riconoscere l'infelicità, tutta la sua bellezza sta nel sottrarsi all'apparenza del bello. Nessuno vuole avere a che fare con lei, né i sistemi individuali né quelli collettivi; essa risuona inascoltata, senza echi. Quando la musica è ascoltata, il tempo le si rapprende intorno in un lucente cristallo. Ma non udita la musica precipita simile a una sfera esiziale nel tempo vuoto. […] Essa è veramente il manoscritto in una bottiglia384
appena ebbra di essersi disciolta dal vecchio nodo
la cima
smarrita rimugina dove infilarsi dove annodarsi viva
Danilo Dolci
5. Pedagogie per la poesia
La tentazione poetica è presente più di quanto si sospetti nelle righe del discorso pedagogico, e nella sua storia, e la poesia si è prestata a essere dispositivo educativo in modi, epoche e culture diverse385. Il rapporto fra pedagogia e poesia meriterebbe un’indagine a sé e troverebbe materiali di alto interesse. Questo capitolo non mira a uno scopo tanto ambizioso ma, più umilmente, vuole indicare alcuni riferimenti pedagogici che possono orientare la riflessione e aiutare a leggere le implicazioni educative della parola poetica e delle esperienze che presentiamo nella seconda parte di questo lavoro.
Per collocare correttamente la poesia come dispositivo educativo sono necessarie pedagogie in grado di superare la dicotomia fra ragione ed emozione, capaci di riconoscere la ragione nella sua complessità, evitare il riduzionismo scientista senza farsi tentare da derive idealistiche e