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Come la scorsa volta iniziamo col disporre le sedie in cerchio. L'attività iniziale che ho scelto è una lettura. Si tratta della prima pagina del capitolo Il sasso nello stagno, della Grammatica della fantasia di Gianni Rodari.

Un sasso gettato in uno stagno suscita onde concentriche che si allargano sulla sua superficie, coinvolgendo nel loro moto, a distanze diverse, con diversi effetti, la ninfea e la canna, la barchetta di carta e il galleggiante del pescatore. Oggetti che se ne stavano ciascuno per conto proprio, nella sua pace o nel suo sonno, sono come richiamati in vita, obbligati a reagire, a entrare in rapporto tra loro. Altri movimenti invisibili si propagano in profondità, in tutte le direzioni, mentre il sasso precipita smuovendo alghe, spaventando pesci, causando sempre nuove agitazioni molecolari. Quando poi tocca il fondo, sommuove la fanghiglia, urta gli oggetti che vi giacevano dimenticati, alcuni dei quali ora vengono dissepolti, altri ricoperti a turno dalla sabbia. Innumerevoli eventi, o micro eventi, si succedono in un tempo brevissimo. Forse nemmeno ad aver tempo e voglia si potrebbero registrare tutti, senza omissioni. Non diversamente una parola, gettata nella mente a caso, produce onde di superficie e di profondità, provoca una serie infinita di reazioni a catena, coinvolgendo nella sua caduta suoni e immagini, analogie e ricordi, significati e sogni in un movimento che interessa l’esperienza e la memoria, la fantasia e l’inconscio e che è complicato dal fatto che la stessa mente non assiste passiva alla rappresentazione, ma vi interviene continuamente, per accettare e respingere, collegare e censurare, costruire e distruggere504.

Un testo che, con leggerezza e maestria, mostra una semplice ma profonda verità, quella che è anche alla base del concetto di linguaggio in festa in Ricœur. Discutiamo insieme del testo, riflettendo sul suo significato e sulla vita che si agita nella mente di ognuno. Una vita che spesso teniamo a freno, ma che costituisce la fonte del pensiero creativo e poetico.

500 Schins M. T., “Gioventù sbarrata”, in, Mustacchi C., Nel corpo e nello sguardo, Op. cit.

501 Galuzzi M. G, “Scambi di colore”, in, Mustacchi C., Nel corpo e nello sguardo, Op. cit.

502 Sempre in riferimento alla fenomenologia temporale dell’incontro, vista precedentemente, il congedo è l’ultima attività che accompagna la separazione e lo scioglimento del gruppo alla fine dell'incontro di formazione. Immediatamente dopo l'attività di conclusione. Mentre le attività di conclusione sono di norma dedicate agli ultimi chiarimenti e alle indicazioni pratiche di chiusura, nel congedo (speculare alla presa di contatto) tornano prevalenti gli aspetti affettivi e relazionali e si elabora la separazione.

503 Grossman D., L'abbraccio, Milano Mondari, 2010; Candiani, C., La bambina pugile, ovvero La precisione dell'amore, Torino, Einaudi, 2014.

Distribuisco poi le fotocopie della poesia di Chandra Candiani letta la scorsa volta e anche il testo di un'intervista a Franco Loi505. Il testo è accompagnato da una simpatica foto di Loi sorridente con in testa un cartello a sua firma che recita "La bellezza è nel nostro sguardo. Più riconosciamo noi stessi, più vediamo la bellezza. Se non guardiamo la bellezza come possiamo vederla? Dunque la bellezza è un rapporto con noi stessi e col mondo. Guardate e guardatevi la bellezza ci aspetta"506.

Il testo contiene anche una poesia di Loi (Mè mader bella, süperba là nel vent). Mi soffermo su Loi, sul suo rapporto con la lingua, sulla sua scelta del dialetto milanese, usato per sottrarsi alla retorica dell'italianità fascista e per immergersi nella vita di una lingua franca che veniva usata dalle diverse genti che giungevano a Milano nella prima metà del secolo Novecento. Il testo di Loi si apre anche con una preziosa riflessione sulla poesia, che riporto:

Parlare di poesia è come parlare d'amore o dell'aria che respiriamo. Si confonde spesso la poesia con l'ingegno che produce cultura – è una, nemmeno troppo vecchia, malattia del neoclassicismo. In pratica si tratta di due vie e due culture: quella creativa e quella erudita e intellettuale. La creatività è in atto nell'uomo: non si impara né si trasmette; la conoscenza è invece materia di studio e di insegnamento. Non che una escluda l'altra ma, più semplicemente, una non garantisce l'altra507.

Racconto anche della mia intervista a Loi, della sua straordinaria umanità.

Uno scopo di queste proposte è quello di indicare che l'atelier, per dirla con Loi, prenderà la via della creatività, non escludendo anzi dialogando con la via della cultura e della conoscenza, ma facendo delle creatività il cuore pulsante del lavoro. Le produzioni che andremo a realizzare partiranno da quella verità della vita della mente, espressa così bene da Rodari, dallo sguardo rivolto verso di sé, sguardo verso la bellezza, come ci ha proposto, nel suo cartello, Loi.

Presento poi l'esperienza della scuola di poesia di Amsterdam e chiedo ad alcuni studenti, in grado di leggere la lingua inglese, di visitare il sito della scuola di poesia di Amsterdam e di leggere i documenti sulle loro attività presenti nel sito del progetto Ethap508, per presentare al gruppo, nel prossimo incontro, le diverse attività. Comunico anche le date delle due interviste in webconference alle colleghe olandese e francese.

Prima di iniziare l'attività di produzione scritta che avevo in programma per la giornata, mostro la piattaforma informatica Supsi, Icorsi, che diventerà il prolungamento virtuale della nostra aula. In questa, oltre a trovare tutti i documenti distribuiti nel corso, potranno "postare" le loro produzioni; un'area dedicata le attende e nel momento in cui saranno caricate saranno anche condivise via mail con tutto il gruppo509. Nessuno è obbligato a caricare in piattaforma le composizioni poetiche. Insisto su questo aspetto per rafforzare la dimensione di autorialità dei propri testi, che a ciascuno deve essere garantita. È invece obbligatorio caricare in piattaforma le sintesi dell'attività di studio sulle esperienze della scuola di poesia olandese e degli altri esempi di percorsi poetici in contesti socioeducativi che proporrò nei prossimi incontri.

Queste presentazioni (del sito di Amsterdam e della piattaforma) si tengono mostrando sullo schermo della parete, tramite il videoproiettore le pagine web prese in considerazione. In seguito,

505 Loi F., (2014), Ci presenteremo alla morte con le nostre parole e i nostri sogni, in, Lieto Colle. Disponibile all'URL: http://www.lietocolle.com/2014/07/21612/

506 Ibidem.

507 Ibidem.

508 Buona parte dei documenti provengono dalle esperienze di animazione poetica francesi e olandesi che ho presentato nel capitolo precedente.

509 È la prima volta che organizzo la piattaforma in questo modo. Confesso di essere stato un poco titubante. Erano possibili molte scelte. La piattaforma tende ad essere un luogo usato solo in maniera passiva. Cercavo un via per un uso più creativo e attivo dello strumento. I risultati, mi hanno discretamente confortato. Il fatto che nella casella elettronica, asfissiata da notizie burocratiche e organizzative, comparisse ogni tanto un poemetto inaspettato, da parte dei compagni, è stato molto apprezzato.

ricreo l'atmosfera di concentrazione e ci mettiamo tutti di nuovo seduti in cerchio, dove presento la prima attività di scrittura.

Ho scelto un'attività semplice, basta su allitterazioni immediate, che introduce con leggerezza, ma chiarezza, il potere del suono in rapporto alla scrittura e pone la mente in uno stato ricettivo nel quale suoni, immagini e parole si rincorrono a vicenda.

Si tratta del Tautogramma, una tecnica di scrittura creativa che prevede di scrivere frasi in cui tutte le parole iniziano con la stessa lettera. Non offro molto indicazioni di contorno, spiego l'esercizio nel modo più semplice possibile e invito ad abbandonarsi al piacere e al divertimento della scrittura, cercando una scrittura quasi automatica. Quando manca l'ispirazione con una lettera da cui si parte a caso, si prende un'altra lettera e si continuano nuove frasi. Dopo qualche domanda, il gruppo si dispone liberamente nell'aula, chi vuole esce per cercare ispirazione, e inizia la scrittura.

Dopo circa una trentina di minuti di scritti, ci ritroviamo per condividere esperienza e risultati. Qualcuno ha incontrato difficoltà nell’iniziare, ma trovata la lettera giusta le frasi sembravano prendere vita propria e uscire da sé. Anche in questo caso emergono racconti di sorpresa per la particolarità del risultato, che dà vita a immagini fantastiche, divertenti e imprevedibili. Nessuno è obbligato a leggere, solo chi decidere di condividere il suo scritto con gli altri, in tutto o in parte. Ecco alcuni testi:

Senza suoni, solo silenzio. Sono solo.

Sta suonando: svegliati! Stavi solo sognando… “Stai sereno, sarà stupendo.”

Segui semplicemente il sentiero del tuo sospiro… Nicola

Fragili frasi frullano fresche, fischiettando flautate.

Finora facilmente fioriscono, floride, fiancheggiando fiumi, festeggiando farfalle. Fanno felici facce furiose, flotte furibonde, finché forse, fiammanti,

fuggiranno fra fiabe, furbescamente. Claudia E.

Scrivendo storie senza senso, scoprii sentieri silenziosi, sopra sospiri segreti. Gessica

Anna e Antonella.. Amiche! Andiamo ad arruolarci ad Ancona con Alice ed Andrea ad aprile, arriva anche Alberto che ammette che arruolarsi è avvincente!

Gaia

Combatti così, con cieca caparbietà, che con calma, compassione – conoscendoli –

Certamente ci caccerebbero come cani cattivi. Così ci confrontiamo con costoro.

Conformati! Ilaria C.

Pace

Potresti pensare parole più pure? Potresti produrre pensieri più profondi? Potresti provocare passioni più perfette? Potresti, però?

Vasco

Discutiamo del pensiero che abita sulle soglie della coscienza, delle associazioni libere, riprendendo l'immagine del sasso nello stagno di Rodari. Racconto che qualcosa di simile si trova accennato nel manifesto della poesia surrealista dove André Breton scrive,

Se il silenzio minaccia di stabilirsi, per uno sbaglio anche piccolo che abbiate commesso, una mancanza, possiamo dire, di disattenzione, cancellate il foglio senza esitare. Dopo la parola di cui sospettate l’origine, ponete una lettera qualsiasi, la lettera l per esempio, sempre la lettera l, e ritornate all’arbitrio imponendo questa lettera come iniziale alla parola seguente. 510

Parliamo a questo punto del surrealismo e del dadaismo. Leggo i relativi manifesti dove vengono dati consigli radicali, paradossali e provocatori per fare una poesia511. Li invito ad approfondire la conoscenza di questi due movimenti artistici e le loro ragioni, sottolineando il legame con i contesti delle guerre mondiali, rimandando per una riflessione pedagogica e per comprendere i loro legami con l’animazione socioculturale al mio testo512.

L’esercizio seguente prosegue il tema delle lettere iniziali allo scopo di sviluppare l’abbassamento delle censure mentali e creare fiducia nel flusso del pensiero. Si tratta dell’Acrostico, un testo scritto partendo da un termine che viene sviluppato in una frase, le parole della frase iniziano con le lettere del termine scelto e ne rispettano la sequenza.

Ne propongo una versione ludica. Siamo al secondo incontro, e dunque, in termini di temporalità nella fase dell’avvio. Le scelte devono avvicinare e motivare, non risultare troppo complesse, far pregustare le possibilità che gli apprendimenti in gioco possono implicare. L’acrostico è fatto usando il proprio nome e formulando una domanda, in seguito si distribuisce a caso il componimento e chi lo riceve deve rispondere alla domanda con un acrostico generato dallo stesso nome.

È un esercizio che trovo divertente che, nelle mie intenzioni, alimenta la relazione fra le persone. L’uso del nome evoca una certa intimità, che trova rassicurazione nel carattere ludico della proposta e nella dimensione surreale delle produzioni. Ecco qualche esempio dei testi realizzati:

Con L' Auto Unta Dove Intendi Andare? Credo L' Autolavaggio

510 Breton A., “Composizione surrealista scritta” (1924), in, De Micheli M., Le avanguardie artistiche del Novecento, Milano, Feltrinelli, 1971, p. 344.

511 Si veda, Tzara T., “Per fare una poesia dadaista” (1918), e, Breton A., “Composizione surrealista scritta”, (1924), in, De Micheli M., Le avanguardie artistiche del Novecento, Op. cit., pp. 299 e sgg.

Ultrarapido Dia Indicazioni Appropriate. Gli Inutili Usi Senza Essenza Possono Paradossalmente Esistere? Giuseppe Io Umilmente Spero Essere Proprio Pura Eresia

L’esercizio si svolge in un clima ilare e gioioso – alcune produzioni sono accolte da leggere ovazioni. Quando concludiamo il giro di letture, il gruppo è particolarmente comunicativo e sereno. Continuiamo in questa atmosfera giocosa. Desiderano cimentarsi ancora nella scrittura di un acrostico. Decidono di usare il nome dell’università e tutti fanno perciò l'acrostico del nome “Supsi”. Ecco alcuni risultati:

Solo Una Proposta: Siate Instancabili. Solo Un Paracadute Sociale Incasinato Stiamo Uniti Per Superarla Insieme

L’acrostico sul tema Supsi, è un’occasione per far notare come la parola scelta guidi poi le altre. Esattamente come nell’immagine del sasso dello stagno di Rodari, ogni parola mette in risonanza altre a lei contigue per suono e significato. Ogni parola richiama altre parole alla soglia della coscienza, la scrittura ne accoglie alcune, altre restano oltre la soglia. Questo atto di accoglienza è guidato dalla relazioni che significati e suoni hanno con la nostra memoria, la nostra personale storia passata, storia agita nel presente e aperta verso il futuro, verso il desiderio.

Su questa base di riflessione propongo l’ultimo esercizio, l’Abbecedario. Il tema è ancora legato al rapporto fra suono dell’iniziale e la parola, come nell’acrostico. Si tratta di partire dalle lettere dell’alfabeto e scrivere parole con le stesse lettere come iniziali, legate da un tema. Il tema scelto è “La mia vita”, propongo dunque di scrivere un abbecedario con parole significative per la propria

vita. Più precisamente si tratta di cogliere la parola – in relazione alla propria vita – che ciascuna lettera evoca.

Compito dalla facile esecuzione tecnica, ma complicato e reso prezioso dalle implicazioni esistenziali. Li invito a eseguire l’esercizio a casa, con calma e nei luoghi e nei tempi che pensano adatti per la concentrazione. Mi porteranno i componimenti la prossima volta.

Ci congediamo con un momento di lettura. Leggo due racconti dello scrittore israeliano Etgar Keret, “Che cosa abbiamo in tasca” e “Scegli un colore”513.