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La “cura” della menopausa

Nel documento La medicalizzazione del corpo della donna (pagine 97-100)

Come la tecnica medica agisce sul corpo femminile

5. Quando “essere donna” significa “essere malata”

5.7. La “cura” della menopausa

La terapia ormonale sostitutiva (TOS) «è […] la terapia di scelta nel trattamento dei disturbi menopausali nelle donne sintomatiche, e si basa sulla somministrazione – per via orale e più recentemente anche transdermica – dell’ormone femminile (estrogeni) venuto a mancare per la cessazione dell’attività ovarica. La discussione sulla validità o meno della TOS è molto accesa ormai da anni, e se fino a pochi anni fa i vantaggi (su osteoporosi, funzione intellettiva e cognitiva, rischio cardiovascolare oltre agli indiscutibili benefici sulla sintomatologia vasomotoria [vampate di calore], sul trofismo di cute e mucose, sul tono dell’umore, sull’insonnia) sembravano superare i possibili svantaggi (rappresentati sostanzialmente da un minimo incremento del rischio di neoplasia mammaria) in ogni condizione e per ogni durata di terapia, ora la tendenza terapeutica è molto più conservativa. […] le più recenti linee guida nazionali e internazionali suggeriscono l’impiego della terapia – nella donna di età superore ai 50 anni – solo in presenza di sintomatologia o con elevato rischio osteoporotico, e per una durata di somministrazione di estrogeno non superiore ai cinque anni»108.

Sebbene oggi la TOS sia diffusa, la sintesi artificiale dei primi ormoni femminili è relativamente recente e risale agli anni Trenta del Novecento. La somministrazione di ormoni alle donne in menopausa ha inizio nel 1947, ma in breve apparve chiaro che queste assunzioni provocavano l’insorgere di tumori negli organi e nei tessuti che dipendono normalmente dagli estrogeni, come l’apparato genitale e il seno. Dopo un primo blocco delle vendite, queste ripresero nel 1966, con la commercializzazione di nuove pillole agli estrogeni ritenute più sicure e dagli effetti quasi “miracolosi”109

. Tra alti e bassi – l’entusiasmo delle donne (e delle case farmaceutiche) veniva regolarmente spento da ricerche che dimostravano la cancerosità di questi trattamenti – arriviamo ai giorni nostri, in cui «i sostenitori di prescrizioni ormonali sistematiche continuano a somministrarli [gli ormoni] alle loro pazienti, partendo dal presupposto che la menopausa è un fatto di carenza ormonale e quindi una malattia, da trattare pertanto allo stesso modo che il diabete o altro»110. Assumere ormoni sintetici quando il corpo ha smesso di produrli non sembra per niente strano o innaturale: d’altronde non è quello che si fa per moltissime

108

AA. VV., Salute. Dizionario medico MEN-OTT, RCS Libri 2006, voce Menopausa.

109

F. Pizzini, Corpo medico e corpo femminile. Parto, riproduzione artificiale, menopausa, Franco Angeli 1999, pp. 192-194.

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patologie determinate da una insufficienza o da un “malfunzionamento” dell’organismo? Anche gli slogan pubblicitari di alcune case farmaceutiche rendono subito chiaro ciò che esse vogliono trasmettere alle donne; negli anni Novanta uno di questi recitava: “Perché subire la menopausa se ci sono gli ormoni?”111 Mentre si concentra l’attenzione delle

donne su messaggi come questi, si evita volutamente di dire che molti dei disturbi collegati alla menopausa sono passeggeri, che non sempre i problemi cardiocircolatori e l’osteoporosi ne sono una diretta conseguenza112

, che anche gli uomini sono vittime di queste patologie. Al contrario, a favore della TOS vengono addotti proprio i suoi benefici in termini di prevenzione dall’osteoporosi e delle malattie cardiovascolari. I disturbi tipici della menopausa, nel complesso, colpiscono una percentuale di donne relativamente bassa, tra il 15 e il 20%. Per questo le case farmaceutiche si sono viste costrette a “tirare in ballo” l’osteoporosi, un problema che invece interessa la maggior parte della popolazione femminile.

La medicina tende sempre più «all’uso su vasta scala dei ritrovati farmacologici e tecnologici, mentre poca o nessuna attenzione viene posta alle situazioni individuali»113. Raramente si tiene conto del fatto che ogni donna è diversa dalle altre, sia dal punto di vista fisico che psichico, e che perciò non necessariamente gli ormoni avranno gli stessi effetti su tutte coloro a cui saranno somministrati 114 . L’errore insito in una medicalizzazione della menopausa estesa indifferentemente a tutte le donne è facile da smascherare mettendo a confronto la cultura occidentale con quella giapponese (cfr. par. 5.6).

In Giappone, rispetto ai Paesi occidentali, c’è una maggior diffusione della conoscenza diretta della medicina: i giapponesi sono fortemente educati alla salute fin da bambini e hanno una notevole capacità di avvalersi di cure tradizionali che hanno una storia millenaria. Nel campione preso in esame da Margareth Lock per il suo studio pubblicato nel 1993115, il 60% delle donne intervistate affermavano di non essersi mai recate dal medico per problemi relativi al konenki. Gli stessi medici vedevano il konenki come una

111

Ivi, p. 196.

112

La demineralizzazione delle ossa spesso e volentieri è provocata da uno stile di vita scorretto e da un’alimentazione inadeguata, non tanto dalla menopausa in sé.

113

F. Pizzini, Corpo medico e corpo femminile. Parto, riproduzione artificiale, menopausa, Franco Angeli 1999, cit. p. 207.

114

Ivi, p. 207.

115

M. Lock, Encounters with aging. Mythologies of menopause in Japan and North America, University of California Press 1993.

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normale tappa del processo di invecchiamento116. Inoltre, nonostante in Giappone, come nella maggior parte dei Paesi occidentali, esista «un forte ed aggressivo mercato farmaceutico, si registra una considerevole resistenza alla medicalizzazione del konenki e alle terapie ormonali di sostituzione»117. La riluttanza ad accettare le cure ormonali nasce sia dalla paura che queste provochino tumori o disturbi cardiovascolari, sia dal fatto che in Giappone la diffusione dell’osteoporosi e la mortalità per malattie cardiache non raggiungono i livelli europei o del Nord America118.

116

F. Pizzini, Corpo medico e corpo femminile. Parto, riproduzione artificiale, menopausa, Franco Angeli 1999, p. 207-208.

Si tenga presente che le interviste di Lock risalgono al biennio 1983-1984, anni in cui il mercato delle cure ormonali non era ancora aggressivo come è oggi.

117

F. Pizzini, Corpo medico e corpo femminile. Parto, riproduzione artificiale, menopausa, Franco Angeli 1999, cit. p. 209.

Tuttavia, anche in Giappone le cose stanno lentamente cambiando, perché tra le giovani donne si stanno diffondendo modelli occidentali di giovinezza. Forse in futuro assisteremo alla medicalizzazione della menopausa anche in un Paese come il Giappone, che aiutato da un fattore culturale molto forte per lungo tempo è riuscito a resistere alla “globalizzazione medica”.

118

F. Pizzini, Corpo medico e corpo femminile. Parto, riproduzione artificiale, menopausa, Franco Angeli 1999, p. 209.

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Nel documento La medicalizzazione del corpo della donna (pagine 97-100)

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