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La pillola anticoncezionale: molto più di uno strumento della tecnica

Nel documento La medicalizzazione del corpo della donna (pagine 86-90)

Come la tecnica medica agisce sul corpo femminile

5. Quando “essere donna” significa “essere malata”

5.4. La pillola anticoncezionale: molto più di uno strumento della tecnica

L’entrata in scena della pillola anticoncezionale è relativamente recente, ma i suoi

39

Ivi, cit. p. 29.

Questa è la tipica lettura della PMS che viene data da un punto di vista femminista.

40

P. Borgna, Sociologia del corpo, Laterza 2005, cit. pp. 29-30.

41 Ivi, cit. p. 29. 42 Ivi, pp. 30-31. 43 Ivi, cit. p. 31. 44 Ivi, cit. p. 32.

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effetti sull’idea che le donne hanno della loro stessa fisiologia è stata dirompente. Nel pubblicizzarla, piuttosto che sul suo effetto contraccettivo45, si cerca spesso di focalizzare l’attenzione delle donne su come la “pillola” le possa finalmente “liberare” dalle mestruazioni e quindi emanciparle dal condizionamento imposto dai loro ormoni: per questo possiamo definire la pillola come uno dei più riusciti tentativi di medicalizzazione del ciclo mestruale. Soprattutto tra le adolescenti occidentali, la pillola viene assunta con l’intento di “riprendere il controllo” sulla propria vita, controllo che dal loro punto di vista, evidentemente, è insidiato dalla ricorrenza delle mestruazioni, viste come un problema, una limitazione, certamente non come un segno tangibile del loro essere donne46 (cfr. par. 6.7).

La pillola è «un prodotto sintetico dell’industria farmaceutica, ma non una medicina»47. Quando, negli anni Cinquanta, iniziò ad essere commercializzata, l’ovulazione era «un processo che soltanto da poco, cioè dal 1923, era stato verificato empiricamente»48. Inizialmente, nelle ricette mediche, veniva prescritta al solo scopo di alleviare i dolori mestruali, per evitare le obiezioni di natura morale e religiosa derivanti dal suo impiego come contraccettivo, che tuttavia era il motivo reale per cui veniva assunta49.

La pillola, infatti, è prima di tutto un metodo anticoncezionale, il più efficace tra quelli in commercio. La sua azione contraccettiva consiste nel rilascio di «ormoni estrogeni e progestinici […] sintetici, attivi anche a dosaggi molto bassi, che impediscono il concepimento attraverso vari meccanismi di azione, il più importante dei quali è il blocco dell’ovulazione; gli estro-progestinici, però, possono agire anche alterando la motilità tubarica, rendendo l’endometrio non adatto all’annidamento dell’uovo fecondato ed infine modificando il muco cervicale in modo da renderlo impenetrabile agli spermatozoi»50. «Per ottenere questi risultati soddisfacenti va però precisato che è necessario che non sia dimenticata, nemmeno un giorno, l’assunzione della pillola stessa»51.

Perché le donne fanno ricorso alla pillola? In un’epoca come quella contemporanea,

45

Effetto di per sé rivoluzionario, perché permette di evitare l’arrivo di un figlio non desiderato, possibilità che non era assolutamente concessa alle donne del passato, da sempre “vittime” dell’imprevedibilità della maternità.

46

G. Ranisio, Corpo femminile e medicalizzazione, in D. Cozzi (a cura di), Le parole dell’antropologia medica.

Piccolo dizionario, Morlacchi 2012, pp. 67-84.

47

B. Duden, I geni in testa e il feto nel grembo. Sguardo storico sul corpo delle donne, Bollati Boringhieri

2006, cit. p. 140. 48 Ivi, cit. p. 140. 49 Ivi, p. 139. 50

AA. VV., Salute. Dizionario medico CAP-DEM, RCS Libri 2006, voce Contraccettivi.

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che in ogni campo esalta l’efficienza e le prestazioni, la maternità è giudicata come qualcosa che rallenta la macchina produttiva ed è perciò malvista, se non addirittura ostacolata. In una società per niente a misura di donna, quest’ultima si trova condannata a scegliere tra due alternative contrastanti: «quella di madre senza lavoro o quella di lavoratrice senza maternità»52. In ambito italiano, specialmente, non si danno molti aiuti concreti alle donne incinte e alle neomamme, non esistono le strutture adatte o, comunque, non in numero sufficiente. Si è così arrivati a quella che Chiechi chiama “lotta alla gravidanza non programmata”, che riscuote sempre più consensi nella nostra società. Basti pensare a quanti sono ormai favorevoli a una contraccezione ormonale sempre più prolungata nel tempo, giungendo a giustificare l’assunzione della pillola per decenni53. «I

vari rischi da pillola tendono ad essere sempre più sottaciuti anche quando sono importanti (rischio tromboembolico, rischio di tumore al seno) banalizzando questi trattamenti medici e le sequele derivanti dal necessario iter medico [che li accompagna], [consistente in] visite, accertamenti, esami, ansie e quant’altro. Questa contraccezione così sicura e falsamente tranquillizzante ha finito però per annullare tutta la funzione riproduttiva della donna» 54 . Poiché non si cercano delle valide alternative alla contraccezione ormonale, la pillola appare ancora come l’unico mezzo sicuro per evitare situazioni psicologicamente insostenibili per la donna, legate a una gravidanza indesiderata o a un aborto55.

Barbara Duden ritiene «che la pillola abbia segnato l’avvento di una nuova […] grande epoca della tecnica»56: la sua comparsa annuncia «il passaggio dall’epoca in cui il corpo stava all’ombra della strumentalità e responsabilità personale all’epoca in cui il corpo sta sotto il segno dell’ottimizzazione di un sistema»57

. «Con la pillola quotidiana, è diventata abituale la prassi di “regolarsi” da sé. La pillola è il paradigma della tecnica contemporanea che non serve per “fare” qualcosa, ma per “determinare” e “impostare”

52

L. M. Chiechi, Donna, etica e salute, Aracne 2006, cit. p. 81.

53

Ivi, p. 80.

54

Ivi, cit. p. 80.

Informazioni recenti sui rischi delle pillole di cosiddetta “terza” e “quarta generazione” si trovano in: E. Dusi,

La battaglia della pillola. “Oggi più rischiosa di ieri”. L’Europa apre un’inchiesta. Ictus e trombosi: pioggia di cause su Big Pharma, la Repubblica del 30/1/2013, p. 21.

55

Ivi, p. 81.

56

B. Duden, I geni in testa e il feto nel grembo. Sguardo storico sul corpo delle donne, Bollati Boringhieri

2006, cit. p. 135.

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una certa condizione a proprio piacimento»58. Qui si manifesta la profonda ambiguità della pillola: essa sottrae il corpo delle donne al dominio millenario esercitato dalla loro biologia, solo per consegnarlo nelle mani della tecnica medica, che promette di realizzare i desideri femminili59.

Simbolicamente, la pillola ha un particolare potere come segno carnale della decorporeizzazione60. Dice ancora Duden: «È lecito chiedersi se la biografia individuale non rischi di diventare il protocollo di una gestione di sé completamente affidata alla chimica: la donna gira l’interruttore della procreazione su off e poi cerca di rimetterlo

temporaneamente su on, sempre che ci riesca»61. Ciò che a Duden preme far notare «è la

modernizzazione del corpo a opera di una nuova esperienza del proprio vissuto, di una nuova percezione di sé»62. Secondo Duden la pillola è un «comando impartito al proprio corpo di trasformarsi in modo invisibile»63, «un prodotto della tecnica che ha conseguenze sistemiche vaghe e imprevedibili»64. In questo, la pillola è totalmente diversa rispetto agli altri metodi anticoncezionali65. Duden si chiede se si possa vederla come un mezzo, uno strumento per raggiungere un fine. Il preservativo rientra a pieno titolo in questa definizione, poiché «è palesemente un pezzo di gomma che blocca il flusso dello sperma»66 e non altera affatto il corpo della donna67. La pillola, invece, è «un comando chimico […] che modifica in modo stabile e a lunga scadenza il suo stato di salute, il suo comportamento, l’esperienza del proprio vissuto, anche se le si fa credere che il processo è reversibile»68. Possiamo quindi affermare che «la pillola è perfettamente in linea con il comportamento, l’esperienza e la logica della contemporaneità, che all’epoca della sua introduzione era appena all’inizio»69

.

58

Ivi, cit. p. 135.

59

Desideri che vanno dalla liberazione dal vincolo biologico del ciclo mestruale alla maternità “programmata” (G. Ranisio, Corpo femminile e medicalizzazione, in D. Cozzi (a cura di), Le parole dell’antropologia medica.

Piccolo dizionario, Morlacchi 2012, pp. 67-84).

60

B. Duden, I geni in testa e il feto nel grembo. Sguardo storico sul corpo delle donne, Bollati Boringhieri

2006, p. 138. 61 Ivi, cit. p. 138. 62 Ivi, cit. p. 138. 63 Ivi, cit. p. 140. 64 Ivi, cit. p. 141. 65 Ivi, p. 135. 66 Ivi, cit. p. 141. 67

Ovviamente il preservativo non agisce nemmeno sul corpo maschile, a differenza di quanto fa la pillola con quello femminile.

68

B. Duden, I geni in testa e il feto nel grembo. Sguardo storico sul corpo delle donne, Bollati Boringhieri 2006, cit. p. 141.

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Nel documento La medicalizzazione del corpo della donna (pagine 86-90)

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