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Medicalizzazione del corpo femminile e controllo sociale sulle donne

Nel documento La medicalizzazione del corpo della donna (pagine 75-78)

L’invadenza della medicina e le sue implicazioni etiche

4. Il corpo tra scienza e società

4.3. Medicalizzazione del corpo femminile e controllo sociale sulle donne

Il corpo è diventato un campo di battaglia in cui si scontrano valori diversi, interessi politici, sociali ed economici: in altre parole, il corpo è il fulcro di veri e propri conflitti di potere. Secondo Michel Foucault, tra il XVII e il XVIII secolo si sviluppa in Europa quello che egli chiama “biopotere”29

,cioè «la gestione e il controllo del corpo umano da parte del potere politico»30. Dalle riflessioni di Foucault sulle dinamiche sociali del potere e dell’assoggettamento del corpo emergono i fondamenti per capire gli aspetti storici e sociali della femminilità e della mascolinità, che permettono a loro volta di segnare i confini tra i due generi31. In culture ed epoche differenti, il luogo per eccellenza in cui si è manifestata l’identità collettiva è il corpo femminile, riconoscibile come lo spazio in cui più si esercita il potere di coercizione e di controllo della società32.

Ciò che primariamente differenzia il corpo femminile da quello maschile è la capacità di generare figli; da sempre questa consapevolezza ha determinato un controllo sociale sulle donne, controllo un tempo esercitato attraverso la religione33. E oggi? Ci si può chiedere se, nelle moderne società occidentali, si eserciti ancora questo controllo, oppure se esso sia solo il retaggio di un passato in cui alle donne erano negati i loro diritti. Purtroppo dobbiamo rilevare come il dominio sul corpo delle donne perduri tuttora, sebbene ora si esplichi in una maniera diversa, meno evidente, cioè per mezzo della

medicina, o meglio, della sua ingerenza nella biologia femminile. L’attuale medicalizzazione del corpo femminile, infatti, può essere letta come «la risposta della

modernità alla necessità di controllo sociale sull’attività riproduttiva della donna, una necessità […] che è una costante in tutte le culture»34

. Come già visto (cfr. Cap. 2), la

29

M. Foucault, La volontà di sapere, Feltrinelli 1996.

30

G. Ranisio, Corpo femminile e medicalizzazione, in D. Cozzi (a cura di), Le parole dell’antropologia medica.

Piccolo dizionario, Morlacchi 2012, cit. p. .

31

L. Lombardi, Società, culture e differenze di genere. Percorsi migratori e stati di salute, Franco Angeli 2005, p. 67.

32

N. Diasio, Il vaso di Pandora, ovvero della chiusura del corpo femminile. Aspetti storico-antropologici, in M. Mazzetti (a cura di), Senza le ali. Le mutilazioni genitali femminili, Franco Angeli 2000, pp. ?-?.

33

F. Pizzini, Corpo medico e corpo femminile. Parto, riproduzione artificiale, menopausa, Franco Angeli 1999, p. 11.

In riferimento alla storia del mondo occidentale, non è difficile notare come la religione cristiana abbia notevolmente influenzato la concezione del corpo femminile e di conseguenza l’atteggiamento della società verso le donne e il loro ruolo sociale.

34

F. Pizzini, Corpo medico e corpo femminile. Parto, riproduzione artificiale, menopausa, Franco Angeli 1999, cit. p. 11.

La medicalizzazione ha una storia antica, ma è nell’età moderna che ha dato i suoi frutti più deprecabili. Essa si palesa quando la medicina “sconfina” al di là dei suoi limiti, considerando e affrontando come problemi

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medicalizzazione è un fenomeno che coinvolge l’intera società, ma sembra focalizzare la sua azione proprio sul corpo delle donne e in particolare sui molti aspetti legati alla riproduzione: lo dimostra il fatto che la tecnologia applicata alla medicina fornisce costantemente nuovi mezzi aventi lo scopo di monitorare l’apparato riproduttivo femminile e intervenire su di esso.

Proviamo ora a stilare un profilo storico della medicalizzazione del corpo femminile. Essa nasce quando la medicina, da “arte” che era, si eleva al rango di “scienza”. Ciò che vediamo oggi sono i risultati della decisione della medicina di avere come obbiettivo la salvaguardia e il miglioramento della salute umana35. Il passaggio da “arte della guarigione” a “scienza medica” ha avuto come effetto collaterale l’oggettivazione del corpo, in special modo di quello femminile. Grazie all’imporsi del pensiero cartesiano e della divisione tra mente e corpo, è oggi quasi impossibile non vedere quest’ultimo in un’ottica meccanicistica. «Se il corpo è considerato una macchina e può essere scomposto nelle sue varie parti, ne consegue che la riproduzione è rappresentata come un processo lineare e la nascita come un processo industriale, sottoposto a controllo, così come è esemplificato dalle pratiche ospedaliere»36.

Possiamo chiederci quanto questo tenda a modificare la concezione che le donne hanno della loro corporeità37. Perché la percezione di se stessi, del proprio corpo, è in continua evoluzione e le nuove tecnologie messe in campo dalla medicina, soprattutto quelle che permettono di “vedere attraverso la pelle”, contribuiscono in modo determinante a formare tale percezione. A questo proposito, possiamo dire che, rendendo visibile ciò che per natura è invisibile, il corpo della donna si è trasformato, come dice Barbara Duden, in un “luogo pubblico”38

(cfr. par. 6.1).

Con le moderne innovazioni tecnologiche ci si attende di non dover più «subire le “incertezze della natura” ma di poterla controllare, che si tratti di fecondità, di gravidanza, di parto, di menopausa o di infertilità […]. Tutti questi eventi diventano necessari di

medici questioni che non richiederebbero affatto un trattamento di questo tipo (G. Ranisio, Corpo femminile

e medicalizzazione, in D. Cozzi (a cura di), Le parole dell’antropologia medica. Piccolo dizionario,

Morlacchi 2012, pp. 67-84).

35

G. Ranisio, Corpo femminile e medicalizzazione, in D. Cozzi (a cura di), Le parole dell’antropologia medica.

Piccolo dizionario, Morlacchi 2012, pp. 67-84.

36

Ivi, cit. p. .

37

È un quesito che si pongono filosofi, psicologi, antropologi, sociologi, storici, soprattutto se si tratta di donne, come molti tra gli autori consultati per questa Tesi (Battaglia, Borgna, Duden, Lombardi, Pizzini, Ranisio).

38

B. Duden, Il corpo della donna come luogo pubblico. Sull’abuso del concetto di vita, Bollati Boringhieri 1994, p. 107.

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intervento medico e da qui scaturisce la delega del proprio atto di mettere/non mettere al mondo, agli esperti della medicina e della tecnologia della riproduzione»39, forse senza rendersi conto che si sta delegando anche il controllo sul proprio corpo.

Si può affermare che la prima medicalizzazione del corpo femminile prenda forma quando, sulla scena del parto, accanto all’ostetrica compare la figura del medico. Tra il XVIII e il XIX secolo l’assistenza alla procreazione – intesa come processo che va dalla gravidanza al parto – da pratica esclusivamente femminile è passata ad essere una tecnica

maschile. Da allora il controllo medico sul corpo della donna incinta è andato aumentando

d’intensità, al punto da poter affermare che oggi la riproduzione è una prerogativa femminile che avviene sempre sotto supervisione – medica – maschile40.

39

L. Lombardi, Medicalizzazione del corpo e potere della medicina: questioni di genere?, in Elisabetta Camussi - Nadia Monacelli (a cura di), Questioni sul corpo in psicologia sociale. Atti del Convegno GDG

organizzato dal Gruppo Disparità di Genere (Milano, 7-8 maggio 2010), UNI.NOVA 2010, cit. p. 151. Per quanto concerne l’infertilità, con la procreazione medicalmente assistita (PMA) oggi si è riusciti a svincolare la riproduzione dalla sessualità, privando l’uomo – inteso come specie umana – del suo potere generativo e scavalcando la Natura con la tecnica; in questo caso, il controllo sulla procreazione è ancor più nettamente una prerogativa esclusiva del mondo medico (F. Pizzini, Corpo medico e corpo femminile. Parto,

riproduzione artificiale, menopausa, Franco Angeli 1999, pp. 20-21).

40

F. Pizzini, Corpo medico e corpo femminile. Parto, riproduzione artificiale, menopausa, Franco Angeli 1999, pp. 18-19; I. M. Gaskin, La gioia del parto. Segreti e virtù del corpo femminile durante il travaglio e la

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PARTE II

Nel documento La medicalizzazione del corpo della donna (pagine 75-78)

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