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Dagli anni Novanta al Duemila: Scalfaro e Ciamp

le visite in Italia dei presidenti della Repubblica (1948-2006)

4. Dagli anni Novanta al Duemila: Scalfaro e Ciamp

Il nono presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, fu eletto alla più alta carica dello Stato il 25 maggio 1992, due giorni dopo l’assassinio di Giovanni Falcone e tre mesi dopo lo scoppio dello scandalo di “Tangentopoli” e l’inizio dell’inchiesta “Mani pulite”: un momento della vita del Paese in cui le istituzioni sembravano crollare di fronte al feroce attacco della mafia e all’emersione dei mali interni della politica e dei partiti. Fu così che al sedicesimo scrutinio il Parlamento raggiunse un accordo sul nome di Scalfaro, che appena un mese prima era stato eletto presidente della Camera. Pie- montese, magistrato, anch’egli democristiano di lungo corso, aveva partecipato all’As- semblea Costituente e poi iniziato una lunghissima carriera politica durante la quale fu titolare di diversi ministeri.

Il settennato del nuovo presidente fu molto difficile, sia perché il crollo dei partiti tradizionali portò a una notevole disaffezione dei cittadini verso la politica, sia perché la nuova legge elettorale del 1993 favorì il bipolarismo e tolse di fatto al capo dello Stato uno dei più significativi poteri affidatigli dalla Costituzione: la scelta del capo del governo. Inoltre, l’irruzione nella vita pubblica di Berlusconi e la nascita di nuove for- mazioni come Forza Italia e Lega Nord delinearono uno scenario politico completamen-

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te nuovo con scontri molto inaspriti. Scalfaro però, cattolico convinto ma anche uomo fedelissimo delle istituzioni e tenace assertore della laicità dello Stato, pur fatto bersa- glio di durissimi attacchi anche a livello personale, seppe difendere con forza la Costi- tuzione e il rispetto delle regole democratiche.

Per quanto riguarda l’aspetto della sua attività che interessa in questa sede rilevia- mo che viaggiò moltissimo, sia all’estero sia in Italia, sempre accompagnato dalla figlia Marianna che svolgeva il ruolo di first lady (essendo vedovo): si arrivò a circa 100 viaggi all’estero e a 341 visite in Italia, che è fino a oggi il numero più alto di interventi di tutti i capi dello Stato italiani. Tra i viaggi fuori dai confini nazionali si nota che Scalfaro è stato il primo a visitare l’India, la Finlandia e due Paesi africani come l’Etiopia e l’Eritrea, legati all’Italia da un passato coloniale non facile da superare.

Le visite in Italia toccarono il numero di quasi 60 all’anno nel periodo centrale del settennato, dal 1994 al 1997, con un calo nel 1995 e nel 1998 perché in quelle date il presidente compì numerosi viaggi all’estero, alcuni dei quali davvero impegnativi (In- dia e Sud America nel 1995; Giappone, Cina e Australia nel 1998). Scalfaro conferma la tendenza iniziata con Cossiga a visitare molte località, anche piccole, e infatti la somma degli interventi nelle maggiori città (Milano, Napoli, Firenze, Torino, Venezia e Genova) ammonta a 100, meno di un terzo del totale: tra esse, comunque, Milano si conferma quella più visitata, seguita da Torino, Napoli e Firenze; il presidente partecipò inoltre a numerosi eventi nel suo Piemonte.

Analogamente alla distribuzione più capillare dei luoghi si riscontra una più equili- brata varietà della tipologia degli interventi. Gli eventi culturali scendono a meno di un quarto del totale e sono rappresentati dalla consueta varietà di mostre, concerti, conve- gni ecc.: vale la pena ricordare la grande mostra su Chagall a Ferrara; quelle sul Rina- scimento, sui Maya e su Tiepolo a Venezia; l’inaugurazione del Museo Morandi a Bo- logna; il restauro degli affreschi di Piero della Francesca ad Arezzo; la riapertura del Museo di Capodimonte a Napoli e dei Teatri Comunali di Trieste e Agrigento; la gran- de esposizione sui Gonzaga a Mantova e così via.

Durante il mandato di Scalfaro il triennio 1993-1996 fu dedicato alle celebrazioni del cinquantesimo anniversario della guerra partigiana e della fine del secondo conflitto mondiale; per questo il presidente intervenne a ben sessanta cerimonie commemorative di episodi della Resistenza, benché non vi avesse partecipato personalmente perché, in quanto magistrato, era stato congedato dall’esercito regio nel 1942 e aveva ripreso la sua attività. Già nel 1992 si organizzarono due cerimonie molto toccanti: il ritorno in Italia dei resti mortali di oltre 1.500 soldati provenienti da Russia, Ucraina e Germania – accolti dal capo dello Stato all’Aeroporto di Ronchi dei Legionari il 19 settembre – e il raduno dei superstiti della Brigata “Giustizia e Libertà” a Gaggio Montano nel- l’ottobre seguente. Dal marzo 1993 iniziarono gli eventi in ricordo dei terribili eccidi di civili e dei sacrifici dei singoli che purtroppo furono perpetrati e causati dai nazifascisti in ogni parte d’Italia, ma anche i festeggiamenti della liberazione delle varie città, che si conclusero a Milano il 25 aprile 1995.

Durante il settennato caddero anche importanti anniversari di eventi storici: per esempio il 7 gennaio 1997 fu festeggiato con grande solennità a Reggio Emilia il bicen- tenario del Tricolore; nell’ottobre 1994 Scalfaro andò a Trieste per i 40 anni del ricon-

Da Luigi Einaudi a Carlo Azeglio Ciampi 61 giungimento della città all’Italia e nel settembre 1997 a Gorizia per i 50 anni dal ritorno all’Italia di questa località; infine, nel 1998 si ricordò l’80° anniversario della conclu- sione della prima guerra mondiale. Grande rilievo fu dato nel giugno 1996 ai cin- quant’anni della scelta repubblicana effettuata dal popolo con il referendum istituziona- le del 2 giugno 1946: il 1° giugno il presidente andò a Redipuglia e a Bari per deporre corone d’alloro ai due Sacrari; il giorno seguente, a Roma, si tennero solenni manife- stazioni: oltre ai tradizionali ricevimenti al Quirinale, i giardini del Palazzo furono aperti al pubblico. Inoltre, Scalfaro pronunciò un discorso alla Camera, ricevette i membri superstiti dell’Assemblea costituente e inaugurò l’Archivio storico della presi- denza della Repubblica.

Poche furono le visite del presidente a eventi di carattere economico, anche se tor- nò alla Fiera del Levante di Bari e andò all’Interflora di Genova e a Cagliari per la Fiera internazionale; notevole fu invece il suo interesse per il campo sociale, certamente so- stenuto dalla sua profonda fede cattolica. Ben 51 interventi riguardarono questo settore: visitò quattro volte il Carcere minorile di Nisida; partecipò a convegni sui temi della so- lidarietà e della carità, affrontati sia dal punto di vista laico che religioso; andò nell’agosto 1993 al Meeting di Rimini organizzato da Comunione e Liberazione; visitò molte strutture e centri nati per accogliere vittime della tossicodipendenza (tra i quali la Comunità di Nomadelfia e quella di don Gelmini ad Amelia) e diede il suo appoggio a svariate associazioni di volontariato.

Sempre favorevole a iniziative atte a favorire un corretto sviluppo psico-fisico dei giovani, Scalfaro partecipò per ben tre volte alle cerimonie inaugurali dei Giochi della Gioventù. Profondamente credente, intervenne a numerose cerimonie di carattere reli- gioso sia in forma privata che ufficialmente, incontrando anche papa Giovanni Paolo II a Loreto in occasione dell’apertura del VII Centenario lauretano; contemporaneamente presenziò a molte commemorazioni di personalità: dall’arcivescovo di Firenze Benelli a monsignor Bonomelli; da Benedetto Croce a Ezio Franceschini; da don Gnocchi a Ro- berto Ruffilli ai politici Spadolini, Gonella, Pella, Terracini e Matteotti.

Il settennato di Scalfaro vide il lento esaurirsi della tremenda stagione del terrori- smo e degli attentati di mafia, che peraltro toccarono proprio in quel momento il loro apice: due mesi dopo la strage di Capaci l’Italia sgomenta assistette all’uccisione di Paolo Borsellino e degli agenti della scorta, per arrivare poi agli attentati mafiosi del 1993 a Roma, Firenze e Milano. Il Paese fu colpito in quegli anni anche da due gravi al- luvioni in Piemonte e in Toscana e dal terremoto dell’Umbria del 1997, alle cui popola- zioni il presidente non mancò di mostrare la sua vicinanza.

Scalfaro ebbe importanti incontri politici fuori dal Quirinale: a Caserta, dove nel luglio 1994 offrì un pranzo ai capi di Stato e di Governo riuniti per il vertice G7 di Na- poli; a Firenze, dove nel 1996 offrì una colazione ai partecipanti al Consiglio Europeo; ancora a Firenze e poi a Napoli incontrò due volte il presidente francese Chirac in occa- sione del vertice italo-francese; accompagnò poi il presidente Clinton al Cimitero mili- tare americano di Nettuno nel giugno 1994.

Infine, Scalfaro commemorò tre suoi predecessori: a Pontedera nel maggio 1995 ri- cordò il quarantennale dell’elezione di Giovanni Gronchi a presidente; a Savona nel di- cembre 1996 partecipò a un evento per il centenario della nascita di Sandro Pertini; a

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Torino nel giugno 1998 intervenne alla celebrazione del 50° anniversario dell’elezione di Luigi Einaudi a primo presidente eletto della Repubblica.

L’ultimo presidente preso in esame in questa sede, Carlo Azeglio Ciampi, è stato il primo capo di Stato non parlamentare della storia della Repubblica, il secondo ex go- vernatore della Banca d’Italia (dopo Einaudi) e il secondo presidente eletto al primo scrutinio (dopo Cossiga). Come Pertini, ha goduto di vasta popolarità e, proseguendo un’iniziativa ripresa in via sperimentale da Scalfaro, ha cercato di fare del Quirinale «la casa degli italiani» aprendo al pubblico il palazzo ogni domenica e i giardini ogni 2 giugno; inoltre, ha fortemente incentivato il culto della bandiera e dell’inno nazionale.

Da queste premesse discende naturalmente che anche Ciampi viaggiò molto, sia all’estero che in Italia (ma meno di Scalfaro): in campo internazionale sono da segnala- re i viaggi in Cina, India, Sud Africa, Russia e la prima visita di un presidente italiano nei territori dell’Autonomia palestinese, nell’ambito di un viaggio in Israele nel 1999. In Italia Ciampi effettuò il maggior numero di visite nel triennio 2000-2002, per poi at- testarsi su un numero costante di circa 25 all’anno e raggiungere l’obiettivo prefissatosi di visitare tutte le province italiane. Sempre accompagnato dalla moglie donna Franca, il presidente fu accolto ovunque con entusiasmo dalla gente, che amava non soltanto l’immagine del tecnico, del ‘non politico’ che aveva fortemente contribuito a portare l’Italia nell’Europa dell’euro, ma anche quella di una coppia unita e serena. Come Scal- faro, Ciampi non privilegiò città particolari, tranne molte visite effettuate nella nativa Livorno e a Milano che, pur lontana dai livelli toccati con i primi presidenti, resta quel- la più visitata.

Come per tutti i presidenti, anche tra le visite di Ciampi le più numerose risultano essere quelle legate a eventi culturali, ma è confermato il trend già rilevato per Scalfaro di un minore stacco rispetto ad altre tipologie. Andò varie volte all’inaugurazione della stagione lirica della Scala, fece un viaggio tra le bellezze della Sicilia insieme al presi- dente tedesco Rau e visitò molte mostre (le Bibbie atlantiche a Cassino, Balthus a Ve- nezia, la Pinacoteca Agnelli al Lingotto di Torino, Napoleone a Milano, Rubens a Ge- nova e Gentile da Fabriano nella cittadina patria del grande pittore rinascimentale). Du- rante questi anni si ultimarono molte importanti operazioni di restauro, i cui magnifici risultati il presidente non mancò di visitare: Villa d’Este e Villa Gregoriana a Tivoli, il Crocefisso di Cimabue e gli affreschi di Piero della Francesca ad Arezzo, il Teatro Ma- libran a Venezia, la Cappella degli Scrovegni a Padova, il Teatro Goldoni a Livorno.

Durante il settennato si ricordò il sessantesimo anniversario del 1943-1946, cui il presidente diede particolare rilievo anche perché dopo l’8 settembre il giovane sottote- nente Ciampi si era rifiutato di aderire alla Repubblica di Salò e si era unito in Abruzzo a un gruppo che si ispirava al Partito d’azione, compiendo un avventuroso viaggio dalla Maiella fino a Bari. Inoltre, non si può non considerare come gli anni Novanta e Due- mila siano stati un periodo molto difficile per le istituzioni e di grande disaffezione del- la popolazione per la politica, cosicché i due predecessori del presidente Napolitano hanno difeso la Costituzione non solo vigilando attentamente sulla sua osservanza, ma anche ricordando con particolare rilievo i fatti tragici ed eroici che hanno portato alla fine del fascismo e alla nascita di un’Italia libera e democratica.

Da Luigi Einaudi a Carlo Azeglio Ciampi 63 Ciampi partecipò a molte cerimonie funebri, sia per la morte di insigni personalità come Leo Valiani, Paolo Barile, Carlo Bo, Francesco De Martino, Gianni Agnelli, Alessandro Galante Garrone, Norberto Bobbio, Mario Luzi, sia perché in quegli anni ci furono le prime vittime italiane nei conflitti in Iraq e in Afghanistan.

Infine, altre ricorrenze importanti durante il settennato furono i 50 anni dal ricon- giungimento di Trieste all’Italia e i 140 anni dell’unità d’Italia, i cui festeggiamenti a Torino nel novembre 2001 hanno preannunciato e preceduto i grandi eventi del 2011.

Alla fine di questa breve carrellata si può concludere che nel corso dei sessantacin- que anni di storia repubblicana la figura del presidente della Repubblica si è avvicinata sempre di più ai cittadini, che conoscono molto meglio che nei primi decenni postbellici la persona e l’attività del capo dello Stato: questo è certamente dovuto a una diversa in- terpretazione del proprio ruolo da parte dei più recenti protagonisti, che intervengono nella vita pubblica con discorsi, messaggi, interviste, uso delle moderne tecnologie (ba- sti pensare che anche il Quirinale si è dotato dal 2002 di un sito web); ma sicuramente molto importanti sono state, a tal fine, le sempre più numerose visite dei presidenti in ogni angolo del Paese, dove sono stati sempre accolti da cittadini entusiasti di sentire vicina ai problemi della gente la più alta figura istituzionale dell’Italia.

L’epurazione dei magistrati del Consiglio Superiore

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