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Come sottolineato nel corso di questo capitolo, i principali interpreti e i rappresentanti politici del conflitto centro-periferia e del nazionalismo sono proprio i partiti nazionalisti sub-statali. Essi non soltanto sono presenti in quasi tutte le democrazie occidentali, ma, negli ultimi anni, si stanno trasformando progressivamente da partiti periferici in partiti mainstream, giungendo ad influenzare, talvolta anche in maniera sostanziale, la politica dei loro stati di appartenenza.

Tale ricerca si concentra proprio sullo studio dei partiti nazionalisti sub-statali attraverso l’analisi di tre casi specifici: il Bloque Nacionalista Galego (BNG) presente in Galizia (Spagna), la Lega Nord (LN) presente nelle regioni settentrionali in Italia e lo Scottish National Party (SNP) presente in Scozia (Gran Bretagna).

Nei prossimi capitoli sarà ripercorsa l’evoluzione politica dei tre partiti, mentre nella seconda parte della tesi si esamineranno, attraverso un’analisi empirica, le posizioni da essi adottate verso l’UE.

1.4.1 Un’analisi dei partiti nazionalisti sub-statali di tipo organizzativo

Nei prossimi capitoli si ricostruiranno brevemente le origini del conflitto centro- periferia in Spagna, in Italia ed in Gran Bretagna, e si evidenzieranno le principali caratteristiche delle diverse dottrine nazionaliste, formulate negli anni precedenti all’affermazione dei singoli partiti. Inoltre, si esaminerà in dettaglio l’intera evoluzione politica dei tre partiti, partendo dalla loro rispettiva affermazione e sino ai nostri giorni. Per lo studio dei partiti si adotterà un approccio di tipo organizzativo. Il punto di partenza è costituito dalla consapevolezza che i partiti politici “ […] sono prima di tutto organizzazioni” [Panebianco, 1982: 10]. In particolare, così come evidenziato da molti autori [Panebianco, 1982; Calise, 1992; Katz e Mair, 1994; Harmel e Janda, 1994], “ […] essi sono attori collettivi multidimensionali impegnati in svariati corsi di azione e a risolvere diversi dilemmi organizzativi [Raniolo, 2006b: 23]. Non a caso, essi sono anche definiti come “attori collettivi multi-goals” [Raniolo, 2006b: 23], in quanto perseguono diversi obiettivi strategici, corrispondenti, al sostegno elettorale (votes), alle cariche pubbliche (offices), alla realizzazione di politiche pubbliche (policy) e all’accrescimento di un livello di democraticità interna (party-democracy) [Strom e Muller, 1999; Harmel e Janda, 1994; Raniolo, 2006b]. Sulla base di tali approcci teorici e partendo dalla consapevolezza della complessità dei partiti politici, si esamineranno in dettaglio le caratteristiche dei tre partiti, mostrate nel corso della loro evoluzione, attraverso il ricorso al modello proposto da Raniolo e dall’Osservatorio Fiorentino [2004; 2006b], che mette in risalto tre aspetti fondamentali dei partiti politici: identità o cultura politica, organizzazione e strategia.

Questi ultimi sono definiti come “tre elementi le cui interrelazioni, per un verso, determinano le trasformazioni che i partiti continuamente subiscono e, per l’altro, la loro stessa capacità – più o meno intensa e più o meno intenzionale – di adattarsi al (e/o controllare il) loro ambiente di riferimento” [Raniolo, 2006b: 25]. Seguendo questo modello teorico e adattandolo ai partiti oggetto di studio, le tre dimensioni saranno scomposte attraverso alcune componenti.

In primo luogo l’identità o la cultura politica deve essere intesa come ciò che “[…] esprime le origini e i tratti fondamentali del partito politico (individuazione)” [Raniolo, 2006b, 34]. Sulla base di tale definizione due componenti sembrano essere essenziali per la sua articolazione: il modello originario e l’ideologia. Il “modello originario” [Panebianco, 1982] definisce gli apparati, le strutture e il sistema di valori originari del partito. Questi ultimi, sebbene suscettibili di trasformazione influenzano le scelte future

e la capacità di adattamento del partito [Raniolo, 2004]. Inoltre, fondamentale nella costruzione dell’identità collettiva alla base di un partito è l’ideologia, in quanto permette la delimitazione del suo “territorio di caccia” e della sua base sociale di riferimento [Panebianco, 1982: 300].

Collegata all’identità del partito e in particolar modo al suo modello originario è la dimensione organizzativa. Quest’ultima verrà analizzata sotto il profilo di quella che viene definita come la struttura del partito. Per struttura organizzativa si intende l’insieme delle diverse parti dell’organizzazione, la cui connessione è funzionale al perseguimento degli obiettivi organizzativi [Raniolo, 2004]. Essa sarà scomposta in due componenti: la configurazione organizzativa e la leadership o coalizione dominante [Raniolo, 2006b; Panebianco, 1982]. La prima verrà intesa “[…] come un bilanciamento di spinte alla differenziazione e alla integrazione” [Raniolo, 2006b: 44]. La seconda, invece, verrà analizzata sulla base della sua conformazione (monarchica, oligarchica o poliarchica) e del relativo grado di coesione e stabilità. “Il grado di coesione/divisione si riferisce alla concentrazione/dispersione del controllo sulle zone di incertezza e, per conseguenza, alla concentrazione/dispersione del controllo sulla distribuzione degli incentivi, riguarda quindi i giochi di potere verticali (gli scambi élite-seguaci). Invece, la stabilità/instabilità si riferisce al modo in cui si svolgono i giochi di potere orizzontali (fra le diverse componenti dell’élite) [Panebianco, 1982: cap. 9].

Infine, le strategie adottate dal partito devono essere messe in relazione con gli scopi da esso perseguiti e con il mantenimento dell’equilibrio tra identità e competizione. Come si è accennato, i partiti perseguono molteplici obiettivi. Essi possono essere considerati come vote-seekers, quando perseguono principalmente il sostegno elettorale, office- seekers, quando la loro azione è finalizzata ad ottenere cariche pubbliche, e policy- seekers, quando agiscono al fine di realizzare determinate politiche pubbliche. Naturalmente, più obiettivi possono essere perseguiti contemporaneamente. Inoltre, solitamente la ricerca del sostegno elettorale non è fine a se stessa, ma funzionale all’ottenimento di offices o di policy [Strom e Muller, 1999]. Infine, un altro scopo del partito può essere quello dell’accrescimento del livello della democrazia interna; in tal caso si parla di party-democracy seekers [Harmel e Janda, 1994]. E’ necessario sottolineare, però, che “le strategie dei partiti riflettono e devono conciliare logiche diverse […]” e che sono condizionate da vincoli organizzativi e dalla natura istituzionale e competitiva dell’ambiente politico esterno [Raniolo, 2006b: 24].

È bene precisare sin da ora che le tre dimensioni, per quanto tra loro distinte, sono comunque interconnesse e che pertanto nella trattazione di ciascuna di esse talvolta sarà necessario il riferimento anche ad aspetti che formalmente rientrano nelle altre due. Si esaminerà, dunque, l’evoluzione del BNG, della LN e dell’SNP con riferimento alle tre dimensioni appena esposte e mettendole in relazione con i rispettivi e principali ambienti di riferimento di ciascun partito. In particolare, nel caso del BNG si terrà in considerazione il contesto galiziano, per la LN il contesto politico statale e nel caso dell’SNP quello statale e successivamente anche quello scozzese. L’ambiente politico verrà, dunque, concettualizzato in termini di “grado di incertezza” [Panebianco, 1982] e con riferimento ai principali trends ambientali e a particolari eventi [Harmel e Janda, 1994].

Tabella 1.2- Le dimensioni fondamentali dei partiti politici Dimensioni Componenti

Identità

Modello Originario

Si riferisce agli apparati, alle strutture e al sistema di valori originari del partito che condizionano la sua futura evoluzione e danno l’imprinting originario.

Ideologia

Permette la delimitazione del “territorio di caccia” e della base sociale di riferimento del partito. Nel caso dei partiti nazionalisti sub- statali l’ideologia si riferisce naturalmente sia al cleavage centro-periferia che a quello destra-sinistra.

Organizzazione

Configurazione Organizzativa

È intesa come il bilanciamento di spinte alla differenziazione e all’integrazione tra le diverse parti e componenti dell’organizzazione.

Leadership

Può essere monarchica, oligarchica o poliarchica e presenta diversi livelli di coesione e stabilità.

Strategia

Logiche

Le strategie del partito sono condizionate dal mantenimento dell’equilibrio tra una logica dell’identità e una logica della competizione. Obiettivi

I partiti sono attori multi-goals. Essi possono perseguire: votes, offices, policy e la democrazia interna.

Capitolo Secondo

Il nazionalismo galiziano e il Bloque Nacionalista Galego

La questione territoriale e il nazionalismo sub-statale sono elementi centrali della politica spagnola contemporanea. Rivendicazioni nazionalistiche di autodeterminazione provengono da molte comunità presenti su territori periferici che rientrano nei confini dello stato spagnolo. Alcune di tali rivendicazioni hanno origini storiche molto lontane nel tempo, mentre altre sono emerse soltanto successivamente all’instaurazione della democrazia e dell’attuale sistema territoriale. Tra le comunità che si definiscono come nazioni e a cui viene riconosciuta un’identità distinta, sulla base di caratteristiche linguistiche e culturali, nonché di vicende storiche politiche precedenti, rientra quella della Galizia. In tale regione, il nazionalismo ha origini storiche e, ancora oggi, continua ad essere uno dei principali fenomeni della politica galiziana. Attualmente l’interprete politico principale del nazionalismo galiziano è sicuramente il Bloque Nacionalista Galego (BNG). Esso nasce nel 1982 come forza politica marginale e si evolve fino a diventare uno dei principali partiti all’interno dell’arena politica Galiziana.

Nella prima parte di questo capitolo si ripercorrerà brevemente l’evoluzione storica del movimento nazionalista galiziano, sin dalla fine del 1800, mettendone in rilievo le principali caratteristiche.

La seconda parte, invece, sarà dedicata allo studio del Bloque Nacionalista Galego. Essa, utilizzando una prospettiva organizzativa, si concentrerà sull’analisi della natura e delle trasformazioni del partito. In particolare, sulla base dell’approccio teorico che considera i partiti come organizzazioni complesse [Panebianco, 1982; Raniolo, 2006b; et al.] e come attori collettivi multi-goals [Strom e Muller, 1999; Harmel e Janda, 1994; Raniolo 2004; et al.], il BNG sarà studiato in una prospettiva diacronica in relazione a tre principali dimensioni: l’organizzazione, la strategia e l’identità o cultura politica [Raniolo, 2006b].

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