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Organigramma del BNG

2.5 Riflessioni conclusive

La seconda parte di questo capitolo è stata dedicata alla presentazione e all’analisi delle caratteristiche del partito del Bloque Nacionalista Galego. In particolare, si è ripercorsa l’intera evoluzione del BNG attraverso l’adozione di una prospettiva teorica organizzativa, ricorrendo all’analisi delle interrelazioni tra le principali dimensioni che aiutano a definire la natura e i cambiamenti interni dei partiti in quanto organizzazioni complesse: l’identità politica, la strategia e l’organizzazione. Questi tre elementi sono stati messi in relazione con l’ambiente esterno del partito, che è stato concettualizzato in termini di contesto politico e analizzato dal punto di vista del suo “grado di incertezza” [Panebianco, 1982]. A tal riguardo, l’attenzione è stata concentrata esclusivamente su uno dei tre livelli territoriali in cui il BNG agisce, ovvero quello galiziano. La scelta è dovuta alla consapevolezza che per un partito nazionalista sub-statale il contesto regionale è quello che più incide sulla sua attività politica e sulla sua organizzazione. Gli altri due livelli territoriali saranno presi in considerazione nella seconda parte della tesi, quando si analizzerà la politica e la posizione europea del partito. Inoltre, al fine di spiegare alcuni cambiamenti dell’organizzazione partitica, si è fatto riferimento a quello che Janda definisce “the mother of party change”, ovvero il particolare stimolo, generato dall’ambiente, e corrispondente alle scarse performances elettorali del partito [Janda, 1990 cit. in Harmel, 2005: 126]. Questo dipende dal fatto, che è vero che i partiti sono organizzazioni multi-goals e che la ricerca dei voti non deve essere più considerato come un primary goals [Harmel e Janda 1994], ma è anche vero che essa è funzionale al perseguimento degli altri obiettivi, e come tale riveste una particolare importanza.

Utilizzando questi approcci teorici, la trattazione ha seguito l’intera evoluzione del BNG, dalla sua formazione, fino ai nostri giorni. In quest’arco di tempo il partito è decisamente cambiato sia in relazione alla dimensione identitaria e ideologica, sia a quella organizzativa che strategica.

Nei primi anni di esistenza, dal punto di vista identitario-ideologico, il BNG può essere definito come un partito-movimento anti-istituzionale, ispirato da un’ideologia marxista e da un nazionalismo radicale ed elitario, rivolto soltanto a coloro che sono considerati come verdaderos nacionalistas. A partire dalla fine degli anni Ottanta esso introduce una serie di variazioni, che lo conducono a trascurare la dimensione ideologica di sinistra, che, in ogni caso, diventa più moderata e progressista, e a concentrarsi su un nazionalismo aperto, inclusivo e adattabile al contesto istituzionale democratico. Infine, nell’ultimo periodo, mantiene un nazionalismo moderato e graduale, capace di rappresentare un’ampia base sociale.

Le trasformazioni nell’identità e cultura politica sono strettamente legate alla strategia adottata dal BNG nel corso della sua evoluzione politica. Nei primi anni di esistenza esso adotta una strategia anti-istituzionale, di opposizione e di protesta, ispirata dalla logica dell’identità. Soltanto a partire dalla fine degli anni Ottanta del XX secolo, introduce una strategia comprendente, volta ad unificare il movimento nazionalista, ispirata da una logica della competizione e finalizzata ad ottenere votes ed offices. Tale strategia continua a caratterizzare la sua attività anche successivamente, quando, raggiunta una posizione mainstream all’interno del Parlamento Galiziano, si propone come alternativa di governo. Essa viene accentuata durante gli anni di attività governativa (2005-2009), quando è evidente una propensione al compromesso con le altre forze politiche. Infine, terminata l’esperienza di governo, il BNG si propone di attuare una strategia politica, che gli consenta, allo stesso tempo, di conciliare l’attività di opposizione con l’aspirazione a tornare ad essere un partito di governo.

Infine, in corrispondenza con le trasformazioni avvenute nelle dimensioni identitaria e strategica, il BNG modifica anche la propria struttura organizzativa. Infatti, da una formazione ombrello con uno scarso grado di istituzionalizzazione, si trasforma lentamente in un partito classico, internamente ancora fazionalizzato, ma organizzato secondo principi maggiormente centralistici. Anche in questo caso sono riscontrabili tre fasi. La prima in cui si propone come fronte capace di rappresentare le varie organizzazioni nazionaliste, ma che, proprio per la natura della sua identità politica, riesce ad includere soltanto le formazioni di sinistra. La seconda in cui consolida la

formazione, includendo tutti i partiti nazionalisti. E una terza fase in cui la complessità interna e le nuove responsabilità politiche lo inducono ad introdurre meccanismi volti ad una maggiore strutturazione.

Attualmente, dunque, il BNG è il risultato di tutte queste trasformazioni, avvenute nelle tre dimensioni: identitaria, organizzativa e strategica. È un partito che si ispira formalmente ai principi originari, ma che in sostanza è decisamente diverso rispetto al passato. Rimane un partito nazionalista e di sinistra, ma che, attraverso una moderazione dei discorsi, si rivolge ad un’ampia base sociale. Inoltre, si ispira ai principi democratici e assembleari, fondativi del suo modello originario, ma punta alla realizzazione di un’organizzazione di massa, in cui il centro decisionale corrisponda all’Esecutivo e si caratterizzi per la sua coesione e unità interna. Inoltre, attua una strategia politica che gli consenta di differenziarsi rispetto alle altre formazioni politiche, ma anche di giungere ad eventuali compromessi. In sostanza, si può sostenere che il BNG abbia attuato un processo di istituzionalizzazione, che lo ha condotto verso una sempre maggiore normalizzazione, necessaria per ottenere voti, cariche pubbliche e di governo.

Sulla base di quest’evoluzione sembrano doverose alcune riflessioni conclusive. In primo luogo, come si è evidenziato nel corso della trattazione, il fattore che più di tutti rende visibile la natura politica del BNG è la sua struttura organizzativa di tipo assembleare e plurale, corrispondente al modello delle formazioni ombrello. Tale struttura può essere definita come l’elemento di forza e al contempo di debolezza del partito. Infatti, da una parte ha contribuito a garantirgli, nel tempo, una grande capacità di penetrazione sociale e una crescente affermazione elettorale, attraverso l’attività di socializzazione svolta dai vari partiti interni ad esso. Inoltre, i principi della democrazia e del pluralismo interno, perlomeno teoricamente esistenti e alla base della sua organizzazione, hanno contribuito a differenziarlo dalle altre formazioni politiche. D’altra parte, però, la grande eterogeneità ideologica e programmatica delle sue diverse anime politiche ha reso più difficile l’adozione di decisioni chiare, ha generato conflitti e rallentato i cambiamenti interni, necessari per lo svolgimento di attività pratiche e il raggiungimento di obiettivi competitivi.

Infine si è visto come solitamente le formazioni ombrello siano destinate alla scomparsa repentina, dovuta al raggiungimento degli obiettivi che sono alla base della loro aggregazione. Il BNG rientra in quelle formazioni ombrello che persistono, ma che, allo stesso tempo, si trasformano, dando vita ad un modello organizzativo differente.

Tuttavia, i cambiamenti introdotti dal BNG sono stati molto lenti e all’inizio poco incisivi. La vera trasformazione è avvenuta dall’inizio degli anni 2000. Pertanto un elemento che ha favorito la persistenza e il rafforzamento del BNG nel corso di tutta la sua evoluzione deve essere considerato il ruolo svolto dal partito e oggi fazione dominante dell’UPG, che ha avuto la capacità e la forza di orientare una serie di scelte politiche, più o meno vincenti.

Tabella 2.3 -Le dimensioni organizzative del BNG

Identità

1982- 1989

Affermazione per diffusione territoriale; valori fondativi dell’organizzazione: democrazia e pluralismo interno.

Nazionalismo radicale ed esclusivo; ideologia marxista-leninista.

1989-2010

Nazionalismo aperto ed inclusivo;

ideologia di sinistra (più moderata che in passato).

Organizzazione

1982-1989

Organizzazione ombrello comprendente soltanto i partiti e i movimenti di sinistra- configurazione organizzativa decentrata. Coalizione dominante poliarchica- posizione egemonica UPG.

1989-1997

Ampliamento della membership e tendenza verso una maggiore centralizzazione- coalizione dominante plurale e stabile, ma divisa.

2000-2010

Tendenza verso una maggiore centralizzazione e rafforzamento del livello di sistemicità. Riduzione del potere dei partiti interni e divaricazione tra il party in central office e il party on the ground. 2003 e 2009 sostituzione del leader.

Strategia

1982-1989 Strategia di protesta e anti-sistema; prevalenza della logica dell’identità. 1989-2010 Prevalenza della logica della competizione e massimizzazione degli obiettivi di votes e offices.

Capitolo Terzo

Il leghismo e la Lega Nord (LN)

Il partito della Lega Nord (LN) è stato classificato in molteplici modi. In alcuni casi è stato associato ai movimenti di protesta, a quelli comunitari, o ancora a quelli razzisti e anti-immigrazione, ma anche ai partiti federalisti, a quelli populisti o di estrema destra e infine ai partiti nazionalisti sub-statali. Come sostenuto da Tambini, “la Lega è quindi tutte queste cose in parte, nessuna di esse pienamente, e molto di più” [Tambini, 2001: 6]. Infatti, come emergerà dalla seguente trattazione, la Lega Nord ha un’identità multiforme e variabile nel tempo e proprio per questa ragione presenta molteplici caratteri che rendono difficile una sua chiara categorizzazione. Tuttavia ciò che non scompare mai nel pensiero leghista è il riferimento al conflitto centro-periferia [Tarchi, 1998]. La Lega è pertanto prima di tutto un partito che è riuscito a sollevare nel dibattito politico italiano, incentrato storicamente e prevalentemente sul conflitto ideologico, quello territoriale-identitario. La sua principale abilità è stata quella di creare, tramite l’uso di un nazionalismo di tipo esclusivo, una comunità collettiva di riferimento, contribuendo a far emergere la “questione settentrionale”. Da questo punto di vista, esso fa parte dei movimenti nazionalisti sub-statali di ‘terza generazione’, ovvero rientra tra quelli sorti tra la metà degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta. In Italia il suo ingresso in politica è stato inizialmente accolto con incredulità e con una certa diffidenza rispetto alla sua credibilità in quanto reale forza politica. Contrariamente alle aspettative di una sua scomparsa immediata, la Lega Nord, negli anni, attraverso un processo di evoluzione caratterizzato da alti e bassi, è riuscita ad affermarsi come partito di governo e a radicarsi ampiamente nelle regioni settentrionali, giungendo attualmente anche a penetrare in alcuni territori dell’Italia centrale.

Questo capitolo è quindi orientato ad analizzare la Lega Nord in quanto partito nazionalista sub-statale, mettendo in luce gli aspetti principali della sua identità politica, della sua organizzazione e della sua strategia politica. L’analisi del partito è preceduta da una breve trattazione riguardante le caratteristiche del sistema partitico e della società italiana durante gli anni in cui il leghismo comincia ad affermarsi. Tale trattazione risulta necessaria proprio per favorire una migliore comprensione delle condizioni strutturali e socio-politiche che hanno favorito la nascita e l’affermazione della Lega Nord.

Il capitolo prosegue con la ricostruzione dei principali aspetti del leghismo nella fase delle tre leghe autonomiste per poi concentrarsi sul partito della Lega Nord.

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