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Organigramma del BNG

1979 1984 1989 Federazione Union

4.1 Le origini storiche del nazionalismo Scozzese

4.1.1 Il movimento nazionalista scozzese

Lo Scottish National Party (SNP), in maniera simile alla maggior parte dei partiti nazionalisti sub-statali, si forma in un contesto già caratterizzato dalla presenza di un movimento culturale e politico di tipo nazionalista, le cui origini risalgono al periodo successivo al primo conflitto mondiale.

Il movimento nazionalista era il risultato della presenza di diverse organizzazioni, distinte tra loro per dimensioni organizzative, obiettivi, strategie e proposte politiche e accomunate da una debolezza strutturale, che le avrebbe condotte ad una rapida dissoluzione [Lynch 2002, 25]. Le principali organizzazioni erano: la Scottish Home Rule Association (SHRA) e la Scots National League (SNL). A queste si aggiungevano due partiti: il National Party of Scotland (NPS) e lo Scottish Party (SP).

La Scottish Home Rule Association era stata fondata inizialmente nel 1886, ma, dopo un breve e fallimentare periodo di attività, era stata rifondata nel 1918. Tale associazione, dal punto di vista formale era ideologicamente neutra, ma concretamente subiva l’influenza della componente che sosteneva e faceva riferimento al Labour Party. Essa era nata con lo scopo di ottenere una Home Rule, ovvero una legislazione regionale, che

dotasse la Scozia di un proprio Parlamento, la cui attività avrebbe dovuto riguardare unicamente le questioni locali, nel rispetto di un più ampio governo britannico.

La strategia utilizzata dall’associazione era quella di tentare di ottenere l’autogoverno attraverso il coinvolgimento sia della società scozzese in generale, che dell’élite parlamentare. Proprio per questa ragione, essa svolgeva un’intensa attività politica, finalizzata a raccogliere il più alto numero di adesioni in Scozia e a coinvolgere gli attori politici presenti nel Parlamento. Tale attività si concretizzava nell’organizzazione di incontri pubblici e nella diffusione di informazioni, nonché nella proposta di realizzazione della Scottish National Convention, in cui avrebbero dovuto partecipare sia i parlamentari che i membri stessi dell’Associazione, con lo scopo principale di redigere un documento costituzionale per il riconoscimento dell’autogoverno Scozzese. La Scottish National Convention, però, attiva nel periodo tra il 1924 e il 1927, si dimostrava un fallimento, in quanto la proposta presentata in Parlamento era sostenuta da pochissimi parlamentari, per lo più appartenenti al Labour Party, e da un ristretto numero di organizzazioni e di singoli individui [Lynch, 2002: 28-33].

Alla Scottish Home Rule Association, nel 1920 si era affiancata la Scots National League. Essa, soprattutto nei primi anni, era un’organizzazione culturale sostenitrice della posizione secondo cui la Scozia fosse una colonia dell’Inghilterra e a favore del mantenimento e del riconoscimento del Gaelico come lingua ufficiale. Dopo un’iniziale fase, caratterizzata dal nazionalismo romantico e culturale, l’associazione, però, diretta da Tom Gibson, precedentemente attivo nella SHRA, si sarebbe orientata prevalentemente verso il raggiungimento dell’obiettivo dell’indipendenza, tentando di trasformarsi in un’organizzazione più simile ad un partito politico, basata su un’articolazione territoriale e su precisi criteri di adesione. Tale trasformazione, però, avrebbe portato alla scissione del gruppo favorevole al mantenimento di un’attività culturale. Essi, a loro volta, avrebbero dato vita allo Scottish National Movement [Lynch, 2002: 33-34].

In tale contesto, caratterizzato da un movimento nazionalista vario e frammentato, “ […] coloro che non erano convinti della sostenibilità della devolution e quelli che ritenevano che i partiti politici Britannici fossero incapaci o non avessero la volontà di favorire cambiamenti costituzionali trovarono un accordo sulla necessità di dare vita ad un nuovo partito politico, anche se esistevano manifeste incompatibilità ideologiche riguardo all’ampiezza di poteri che l’autogoverno avrebbe dovuto comportare” [Finlay, 2009: 21]. Quest’accordo, raggiunto nel 1928, tra la Scottish National League, lo

Scottish National Movement, la Glascow University Student Nationalist Association (GUSNA) e alcuni attivisti della Scottish Home Rule Association, dava vita al National Party of Scotland. Quest’ultimo si ritrovava diviso in due principali gruppi: i moderati, che aspiravano al raggiungimento della devolution e i fondamentalisti, orientati, invece, all’ottenimento dell’indipendenza. A questa distinzione, derivante dalle contrapposte preferenze relative agli obiettivi costituzionali, si aggiungevano divisioni trasversali riguardanti la strategia da adottare. Esse contrapponevano coloro che auspicavano alla trasformazione del partito in una sorta di gruppo di pressione rispetto alle altre forze politiche e chi, al contrario, sosteneva la necessità di mantenere l’autonomia del partito nelle competizioni elettorali [Finlay, 2009: 22].

Inizialmente, nonostante le divisioni interne e la diversa provenienza dei principali membri, il partito adottava una posizione ideologica di centro-sinistra, proponendosi di partecipare alle elezioni per il raggiungimento dell’indipendenza della Scozia. Tuttavia, i conflitti interni tra i fondamentalisti e i moderati rendevano estremamente debole l’immagine del nuovo partito. Infatti, erano soprattutto le posizioni estreme di quei membri sostenitori di un nazionalismo ideale, costruito sulla riproposizione delle tradizioni celtiche, ad attirare l’interesse pubblico e conseguentemente a danneggiare la credibilità dell’attività dell’intero partito. Quest’ultimo, infine, proprio per la necessità di ampliare la membership e consolidare il supporto elettorale, adottava una posizione moderata. La scelta di adottare una strategia di moderazione era dovuta anche alla formazione di un nuovo partito nazionalista sub-statale, lo Scottish Party.

Esso era non soltanto contrario alle tendenze indipendentiste dell'NPS, e favorevole, invece, al raggiungimento di una versione più moderata di Home Rule all’interno della Gran Bretagna e dell’Impero Britannico, ma era anche ideologicamente tendente verso il centro-destra dello spettro politico [Finlay, 2009: 23]. Come sottolinea Lynch, lo Scottish Party era sostanzialmente una “conchiglia vuota in termini di programma, di organizzazione e di membership”, ma otteneva un certo livello di rispettabilità e suscitava attrazione su alcuni membri dell’NSP, proprio perché mostrava delle credenziali più in linea con l’establishment Scozzese [Lynch, 2002: 38].

In sostanza il movimento nazionalista sub-statale, in quegli anni, era popolato da una serie di organizzazioni e piccoli partiti tra loro molto diversi per composizione, ideologia, strategia e obiettivi costituzionali perseguiti.

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