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L’ONTOLOGIA SOCIALE RIVISITATA: MAKING THE SOCIAL WORLD

4. LA COSTRUZIONE DELLA REALTÀ SOCIALE: LA TEORIA DI JOHN SEARLE

4.3. L’ONTOLOGIA SOCIALE RIVISITATA: MAKING THE SOCIAL WORLD

In Making The Social World, Searle offre una spiegazione diversa del fenomeno della creazione dei fatti istituzionali, affermando che essi, così come tutte le funzioni di status, sono creati tramite un tipo particolare di atti linguistici: le “dichiarazioni”482.

Si tratta di atti linguistici con una duplice direzione di adattamento (fit): da linguaggio a mondo e da mondo a linguaggio. Tramite il loro proferimento si muta la realtà di modo che corrisponda al contenuto dell’atto linguistico: l’atto ha successo in quanto al contempo si rappresenta la realtà come cambiata. La sottoclasse principale è costituita dai performativi teorizzati da Austin: promettere, scusarsi, ordinare ad esempio.

Tutta la realtà umana istituzionale è creata e mantenuta in esistenza da rappresentazioni che hanno la forma logica, anche se non la forma esteriore, di status function declarations: è tramite questa mossa all’interno del linguaggio che le funzioni “Y” vengono attribuite ad entità fattuali o istituzionali di grado inferiore. Il linguaggio, tuttavia, per quanto istituzionale, non ha questa origine, rimanendo, anche nella versione più matura della teoria, una istituzione “primitiva” o fondamentale che rappresenta il presupposto per l’esistenza di tutte le altre: questo evita, peraltro, sia il regresso all’infinito sia la circolarità nelle spiegazioni483.

Nel testo in esame, Searle adotta una posizione non si sa quanto consapevolmente brandomiana, sottolineando l’aspetto deontologico del linguaggio, rilevante evidentemente anche per la costruzione della realtà sociale: “once we have an explicit language in which explicit speech acts can be performed according to the conventions of the language, we already have a deontology. We already have commitments, in the full public sense that combines irreversibility and obligation. Language is the basic form of public deontology, and I am claiming that in the full sense that involves the public assumption of irreversible obligations, there is no such

482 SEARLE, John R., Making The Social World: The Structure of Human Civilization, Oxford, Oxford University Press,

2011, pp. 11 ss. Per alcuni spunti critici su quest’opera si vedano: FLYNN, Molly Brigid, A Realer Institutional Reality:

Deepening Searle's (De)Ontology of Civilization, “International Journal of Philosophical Studies”, Vol. 20, N. 1, 2012,

pp. 43-67; HERSHFIELD, Jeffrey, John Searle's 'Making the Social World', “Dialogue: Canadian Philosophical Review”, Vol. 50, N. 4, 2011, pp. 759-778; ROTH, Paul A., Searleworld, “History And Theory: Studies In The Philosophy Of History”, Vol. 51. N.1, 2012, pp. 123-142; SMITH, Simon, Unfair To Social Facts: John Searle And The Logic Of

Objectivity, “Balkan Journal of Philosophy”, Vol. 6, N. 1, 2014, pp. 33-42; TUOMELA, Raimo, Searle's New

Construction of Social Reality, “Analysis”, Vol. 71, N. 4, 2011, pp. 706-719.

483 Lo stesso Searle sostiene che la teoria esposta in The Construction Of Social Reality sia una teoria speciale rispetto

a quella esposta nel testo ora in esame, giacché egli non aveva in quel contesto considerato il ruolo centrale delle status

function declarations. Questo sviluppo nel suo pensiero lo porta ad affermare che l’equivalenza tra fatti istituzionali e

funzioni di status nel senso che essi sono coestensivi: tutte le funzioni di status sono fatti istituzionali, per quanto va precisato non tutti i fatti istituzionali esistano all’interno di precedenti istituzioni intese come sistemi di regole costitutive. SEARLE, John R., Making The Social World: The Structure of Human Civilization, cit., pp. 19 ss.

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deontology without language. … once you have language, it is inevitable that you will have deontology because there is no way you can make explicit speech acts performed according to the conventions of a language without creating commitments”484. Gli atti linguistici, infatti,

possiedono una intrinseca dimensione pubblica, come performances con una valenza sociale, che comporta l’impegno rispetto alle condizioni di soddisfazione dell’atto.

Attraverso la costituzione tramite linguaggio della realtà istituzionale, si creano ragioni intersoggettive per l’azione indipendenti dal desiderio e ciò si verifica quando vi è accettazione collettiva delle status function declarations485.

In definitiva, l’ontologia istituzionale si fonda sulla capacità del linguaggio, e a monte delle creature che lo possiedono, di creare nuove realtà rappresentandole come esistenti, secondo un meccanismo avente la forma generale: “We (or I) make it the case by Declaration that Y status function exists”486.

Le possibilità dell’azione sono enormemente aumentate con l’esistenza delle istituzioni, cui è connessa una deontologia e l’offrire ragioni per l’azione desire-independent: la realtà istituzionale, pertanto, si lega saldamente al concetto di libertà, senza la quale le strutture istituzionali non avrebbero alcun senso per gli uomini, né potrebbero essere avere esistenza continuata nel tempo487.

Anche il potere politico è questione di fatti istituzionali, come sistema di funzioni di status che trae fondamento dal riconoscimento collettivo: ha carattere deontologico ed esiste in base a forme di intenzionalità collettiva488.

Altrove Searle afferma la neutralità morale della sua ontologia sociale: anche comunità moralmente abnormi possono creare fatti istituzionali. Il dipendere di questi da forme di accettazione collettiva non implica in alcun modo la loro accettabilità morale489.

484 Ivi p. 82.

485 Ivi pp. 84-6.

486 Ivi p. 93. Searle illustra questo fenomeno in tre passaggi secondo l’ordine di complessità crescente in cui si

manifesta. Vedi pp. 94-100.

487 Ivi pp. 133 ss.

488 Vedi ivi pp. 160 ss. Searle propone anche una riflessione sui diritti umani a partire dalla sua prospettiva teorica che,

tuttavia, non è immediatamente rilevante ai fini del presente capitolo. Si veda pp. 174 ss.

489 SEARLE, John, The Basic Reality And The Human Reality, inFRANKEN, Dirk; KARAKUS, Attila; MICHEL, Jan G. (a

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