LINGUAGGIO E PRASSI DISCORSIVA LA TEORIA DI ROBERT B BRANDOM
4. LA CONCEZIONE ESPRESSIVA DELLA RAZIONALITÀ
Wilfrid Sellars, cui congiuntamente a Richard Rorty è dedicato Making It Explicit, è senza dubbio l' "eroe" del libro, la figura presente dietro ogni argomentazione, nei confronti del quale Brandom nutre ammirazione profondissima, ritenendo che egli abbia definitivamente smantellato i pregiudizi perduranti derivanti dal cartesianesimo, particolarmente nel suo capolavoro Empirismo e Filosofia della Mente246, dove si avanza la teoria inferenzialista su cui poggia in
gran parte il modello della deontic scorekeeping practice. Manifestamente nel suo pensiero e, in modo più inconsapevole in quello di Frege, si trovano le motivazioni filosofiche per un progetto teorico la cui natura sia dichiaratamente espressiva: Brandom, che ne condivide l’aspirazione di fondo, afferma di perseguire lo scopo del raggiungimento di un equilibrio espressivo, lungo le coordinate della pratica interpretativa e del metalinguaggio logico.
Posto che egli vede nelle locuzioni logiche uno strumento per poter dire quello che può altrimenti essere soltanto fatto e che quindi questa etichetta va applicata a tutte le espressioni che
245 Brandom, Robert, Making It Explicit, cit. pp. 185-6.
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hanno un ruolo esplicitante sia sul piano semantico che su quello pragmatico, la logica appare come organo della consapevolezza, un mezzo per accedere alla nostra vera natura razionale. Nell’acquisizione di un linguaggio naturale, i partecipanti hanno imparato a rendere esplicito quello che sono implicitamente in grado di fare. Con l’aiuto del vocabolario logico si rende esplicita la conoscenza intuitiva che possediamo riguardo al mondo in cui il nostro linguaggio può essere usato conformemente a delle regole.
Per Brandom, il fine cui deve tendere lo sforzo teoretico è l’elaborazione di un metalinguaggio in cui siano descritte le pratiche sufficienti a conferire, alle varie locuzioni considerate, tutte le forme e i contenuti richiesti per svolgere ed enunciare la teoria stessa247.
Il tema della razionalità espressiva veniva da Sellars affiancato al cosiddetto Metodo Socratico, grazie al quale vengono codificati in forma asseribile i contenuti materiali inferenziali che egli e lo stesso Brandom ritengono costitutivi della dimensione concettuale.
Il Metodo Socratico si contrappone al metodo induttivo che sviluppa conclusioni generali sulla base di fatti particolari tramite generalizzazione. Questo è, però, possibile soltanto ove nel linguaggio siano disponibili le risorse espressive della forma condizionale248.
Per certi versi si tratta del cuore della teoria sviluppata da Brandom, quantomeno sul piano metodologico. La formulazione in asserzioni condizionali permette l'assoggettamento dei contenuti impliciti al controllo della ragione. Quando, come spesso accade nel caso delle lingue naturali, il contenuto espresso dalle parole non è chiaro, è possibile la discussione e rettificazione dei concetti.
La forma proposizionale è il requisito che si richiede nello Sprachspiel di cui facciamo parte perché un contenuto possa fungere da premessa e conclusione e quindi essere ricombinabile in inferenze. Questo vale sia per le inferenze di un medesimo soggetto, sia per le inferenze che implicano la trasmissione interpersonale dei contenuti stessi.
Prima dell'ingresso nello stadio autocosciente del linguaggio, i parlanti possono risolvere le questioni relative alla correttezza soltanto al livello della pratica, assumendo un atteggiamento che consiste nel trattare implicitamente una inferenza come corretta249.
247 Nei vari capitoli del testo, in particolare nella seconda parte del volume, si introducono alcune locuzioni aventi un
ruolo espressivo rispetto ad alcune caratteristiche della pratica: "True", "Refers", "Of", ma anche "Claims
that","Believes that". Così la semantica e la pragmatica delineata nella prima parte del testo possono essere rese esplicite
grazie a queste locuzioni al fine di raggiungere un equilibrio espressivo.
248 Ivi pp. 105-7.
84 5. LA NOZIONE DI STATUS DEONTICO
Per Brandom i tipi fondamentali di status deontico sono due: commitment ed entitlement. Il commitment è lo status deontico basilare discorsivo, cui si può assegnare in certa misura il ruolo tradizionalmente svolto dalla credenza; l’entitlement, l’avere titolo, in senso pragmatico normativo, alla performance, è ad esso coordinato.
Essi corrispondono ai primitivi deontici tradizionali di obbligo e permesso, ma sono preferibili a questi non recando con sé l'idea del comando o dell’autorità di un superiore, e quindi non causando lo slittamento dell’interesse teorico verso un'indagine sulla natura del commando o dell’autorità250.
L'approccio di Brandom è originale nel trattare le relazioni reciproche tra i due primitivi. Solitamente l’uno è spiegato in termini dell’altro, mentre nel modello di Brandom essi possiedono uno statuto concettuale indipendente.
Gli status deontici sono costituiti dagli atteggiamenti pratici di attribuzione e riconoscimento all'interno della comunità. Dal punto di vista naturalistico, le performances legate a tali status deontici non esibiscono nessun tratto peculiare rispetto ad altri eventi della realtà fisica. Impegni e titoli sono sempre negli occhi degli “osservatori”, che attribuiscono quel carattere normativo costitutivamente, considerando la performance appropriata se e finché è conforme all'autorizzazione o licenza.
Assumere un impegno è fare qualcosa che rende appropriato attribuirlo: per spiegare in cosa consistano tali status l'attenzione va focalizzata sull'atteggiamento dell’attribuzione. L'impegno (commitment) può essere compreso nei termini del titolo o licenza, nel senso che assumere un impegno autorizza gli altri a sanzionare legittimamente o appropriatamente le performances in senso positivo o negativo251.
Ci sono due modi di assumere un impegno: direttamente, tramite avowal, o consequenzialmente252.
Questi due modi corrispondono ai tradizionali due sensi di credenza, in gioco nell’interpretazione intenzionale: quello ideale, ed allora si tratta di una credenza consequenzialmente espansa, indipendente dal riconoscimento del soggetto, e quello concreto, che implica, per contro, il riconoscimento del soggetto cui si ascrive la credenza medesima. Nel primo caso, la credenza si estende oltre ciò di cui si ha consapevolezza, comprendendo anche
250 Ivi pp. 159-61.
251 Ivi pp. 161-3. 252 Ivi pp. 193 ss.
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quanto si dovrebbe razionalmente credere sulla base dei rapporti inferenziali di implicazione e incompatibilità, sussistenti tra una credenza riconosciuta e quelle che da essa derivano.
Asserire è il modo principale di assumere un impegno. Le asserzioni sono ciò per cui vengono chieste ragioni ed, anzi, sono la forma delle ragioni stesse; si tratta di performances con cui si assume apertamente un impegno asserzionale253.
E’ essenziale per la loro forza o significanza pragmatica che le asserzioni siano proposte dai partecipanti al game of giving and asking for reasons come ragioni, nel senso che esse devono essere disponibili per gli altri parlanti come premesse in inferenze e perciò trasmissibili secondo la loro articolazione inferenziale254.
Quanto all’entitlement, Brandom individua tre modi per rivendicare il proprio titolo: attraverso la giustificazione, attraverso il deferimento e invocando la propria autorità come osservatore affidabile e produttore di nonobservational reports.
La giustificazione si basa sulla produzione di ulteriori asserzioni che fungono da premesse di una inferenza la cui conclusione è l'asserzione contestata, per cui si può dire che accettare la giustificazione significa, per l'audience, aderire all'inferenza proposta255. Ancora una volta
emerge il legame tra l'articolazione inferenziale e la pratica giustificatoria.
Tramite il deferimento ci si può appellare all'autorità di un altro assertore. Che nel sistema esista tale modalità di rivendicazione del titolo è una conseguenza della presenza della licenza di riasserzione, che non si risolve in trasmissione di contenuti a senso unico, ma comporta uno scambio virtuale tra assertore e audience, e responsabilità del primo, nelle circostanze in cui si verifica la contestazione del titolo.
Quale è il significato pragmatico della differenza tra commitment garantiti da un titolo e non? L'asserzione non garantita non avrà autorità inferenziale e non potrà essere una premessa per le
253 Ivi p. 157.
254 Ivi pp. 168-72. Sono tre le dimensioni di questa articolazione inferenziale. La prima riguarda le modalità di
trasmissione degli impegni e dei titoli a livello intrapersonale, che Brandom definisce committiva o commitment-
preserving, per quanto riguarda gli “impegni" - esemplificata dalle inferenze deduttive e da quelle materiali – e
permissiva o entitlement-preserving per quanto concerne i “titoli” – esemplificata dalle inferenze induttive empiriche. In questo quadro, l’incompatibilità tra due impegni si può definire dicendo che essi sono incompatibili se l'impegno verso un'asserzione preclude il titolo ad un'altra. La seconda specie di articolazione inferenziale deriva dal distinguere tra due specie di inheritance: quella concomitante e quella comunicativa, ovvero tra intrapersonal o interpersonal use di un'asserzione come premessa. Al livello interpersonale o comunicativo, proporre un'affermazione come vera ha come conseguenza il fornire agli altri una licenza all'attribuzione; è proporre qualcosa che è appropriato che gli altri trattino come vera, approvandola (endorsing). La terza dimensione della articolazione inferenziale è costituita dalle relazioni normative di autorità e responsabilità, che vengono correlativamente istituite in tale pratica. L'adesione ad un impegno doxastico comporta l'autorizzazione ad asserzioni ulteriori, una licenza di riasserzione potenzialmente destinata a tutti i partecipanti, secondo il principio egalitario fondamentale sottostante la pratica. La responsabilità è necessaria per evitare il rischio di una circolarità concettuale nella spiegazione della natura della trasmissione di impegni e titoli: gli altri parlanti possono ereditare il titolo per una propria asserzione dall'assertore, che ne diviene così il garante.
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transizioni inferenziali altrui. Nello Sprachspiel deontico ideale, descritto qui, fare un'asserzione, senza averne il titolo, costituisce violazione di una norma. La sanzione per tale violazione è di tipo interno: l'asserzione per cui il soggetto non aveva titolo, viene ritenuta inadatta a fornire il titolo agli impegni, il cui contenuto consegue da quello asserito, lungo le tre dimensioni dell'articolazione inferenziale.
Secondo Brandom, il modello da lui elaborato della pratica linguistica può dirsi caratterizzato da una default and challenge structure of entitlement. In questa pratica linguistica quando si attribuisce un impegno, solitamente, ossia di default, è attribuito il corrispondente titolo. La contestazione (challenge) deve essere appropriata, e non si fissa in uno status deontico particolare: essa contiene in sé i meccanismi per una fondazione pragmatica del game of giving and asking for reasons immune ad argomenti di tipo logico-formale ed all’argomento del regresso.