• Non ci sono risultati.

2. Il cristianesimo tedesco

2.2 La chiesa protestante tedesca prima del Nazismo

Il “disprezzo luterano verso ogni forma organizzata della chiesa e della religione”320, aveva

condotto, in ambito tedesco, da una parte a una certa perdita di autonomia della dimensione religiosa rispetto all'autorità politica e dall'altra, a intrecciare sempre di più la religiosità con l'esperienza umana, privata e personale. L'insieme di queste due istanze, ebbe sicuramente modo di trovare terreno fertile nell'epoca romantica, con la centralità del sentimento e dell'esperienza vissuta che venivano ad animare la concezione del cristianesimo da una parte e la rinnovata passione nazionalista dall'altra.

Da un punto di vista filosofico, a partire dal vuoto lasciato dal trascendentalismo kantiano, che investiva il soggetto pensante di un ruolo attivo nella determinazione del mondo intorno a sé, pur confinandolo entro limiti ben identificati, l'idealismo tedesco cercò di realizzare il compimento del connubio tra coscienza e realtà e lo trovò infine nella storia dell'uomo, che nel sistema hegeliano diviene “lo sviluppo dei momenti della Ragione”321. Il dogma cristiano dell'Incarnazione diveniva

allora la prefigurazione della Ragione che si realizza nella storia del mondo, passando attraverso il singolo soggetto, il suo popolo, la sua cultura. In questo senso, la filosofia, per Hegel, viene ad essere il compimento della religione, in quanto che rende esplicita quella logica che nel mistero cristiano era ancora rappresentata metaforicamente. Questo potrebbe apparire semplicemente un pensiero astratto, per quanto complesso, e tuttavia, come bene evidenzia Vincenzo Cicero: “la riconciliazione con la realtà è garantita dalla filosofia, nel senso che, per Hegel, nella propria filosofia avviene la riconciliazione assoluta di Dio con se stesso[…] Con il Protestantesimo, con la Riforma di Lutero, si è inaugurata l'ultima fase necessaria della storia del mondo, e questa fase è giunta ora al suo culmine e compimento nella filosofia di Hegel, cioè nella dimensione spirituale- assoluta in cui Dio si riconcilia eternamente con se stesso”322. Non solo, ma il compimento di questo

progresso storico e politico, comprende infine la delineazione di uno Stato etico in cui le astratte aspirazioni individualistiche del soggetto vengono pienamente espresse dalla concreta organizzazione comune di leggi e norme razionali. Il tema ulteriormente significativo è che Hegel vide a un certo punto questo compimento etico della politica e della storia prossimo a realizzarsi proprio nel contesto storico-geografico a cui apparteneva: lo stato prussiano governato da Federico Guglielmo III, il quale del resto, dopo aver contribuito alla caduta di Napoleone, si apprestava a ristrutturare il proprio territorio anche dal punto di vista religioso, istituendo nel 1817 un

Kultusministerium, Ministero del culto, con l'obbiettivo di riorganizzare anche a livello provinciale

le strutture statali di direzione della chiesa. Inoltre, promosse l'Unione delle antiche province ecclesiastiche prussiane che faceva leva sugli aspetti comuni presenti tra le varie confessioni protestanti tedesche. Ora, questa volontà di unione nasceva nell'ambito del cosiddetto “Movimento di risveglio” che sulla scia del romanticismo e della filosofia idealista, mirava a cogliere l'essenza del messaggio cristiano, e per farlo, in base alle riflessioni di Schleiermacher nei Discorsi sulla

religione, si richiamava alla comune esperienza umana del sentimento religioso definito: “coscienza

immediata che ogni essere finito è nell'infinito e attraverso l'infinito che ogni essere temporale è

320 S. BOLOGNA, La chiesa confessante sotto il nazismo, cit., p. 16

321 G.W.F. HEGEL, Grundlinien der Philosphie des Rechts, Berlino, 1820, trad. it. di V. Cicero, Lineamenti di filosofia del diritto, Mialno, Bompiani, 2006, p. 563

nell'eterno”323, oltre che alla comune fede in Cristo e nel Vangelo. Come spiega Sergio Bologna: “con Schleiermacher s'inizia una nuova epoca della teologia protestante, di quella teologia detta cioé ‘liberale’, che tenterà in primo luogo di affrontare tutti i problemi posti dalla cultura laica e soprattutto il problema della storia, che verrà intesa come una seconda fonte della Rivelazione oltre a quella della Scrittura. L'ultimo illustre rappresentante di questa corrente sarà Adolph Von Harnack”324

Possiamo aggiungere, proprio che questa corrente è l'oggetto principale della polemica di Karl Barth che inizia con L'Epistola ai Romani del 1922.

Già negli anni del governo di Federico Guglielmo III, il movimento unionista si scontrava comunque con il nascente “movimento confessionalista”, che riprendeva un’ altra tradizione tipica del luteranesimo, caratterizzata dalla volontà di definire e distinguere il proprio specifico credo tramite la sua definizione appunto in una “confessione”, come aveva fatto lo stesso Lutero e successivamente a lui numerosi altri riformatori che avevano così portato alla varietà di credo tipica del protestantesimo.

Il movimento unificatore venne portato avanti negli ultimi anni del regno di Federico Guglielmo III e poi sotto il suo successore Federico Gugliemo IV, anche con l'impulso del giurista e filosofo di corte Julius Stahl. Egli mirava ad una riforma delle strutte ecclesiastiche nella direzione di un'organizzazione episcopale simile a quella cattolica o anglicana che vedeva l'inserimento di sovrintendenti del clero in ogni provincia e di un comune vescovo primate di Germania, individuato da Stahl nella sede di Magdeburgo. Questo andava contro la struttura presbitero-sinodale tipica soprattutto della chiesa riformata che aveva larga presenza nella Baviera e nello Hannover. La chiesa tedesca continuò comunque a rimanere indeterminata e instabile e una nuova spinta alla passione e all'orgoglio nazionalistico tedeschi venne con la reggenza di Guglielmo I e del cancelliere Bismarck. Sotto questo governo che portò la Germania unita ad un ruolo di primordine sul piano internazionale grazie alle vittorie conseguite sulla Francia di Napoleone anche la chiesa evangelica venne riorganizzata con la formazione di sinodi dipartimentali e, a livello più alto, provinciali. Questi ultimi composti da rappresentanti delle singole zone ma anche da membri nominati dal re e di un rappresentante della facoltà teologica provinciale. Nel 1876 verrà istituito anche un Generalsynode che avrebbe dovuto essere convocato dal Re, supremo governatore della chiesa, ogni sei anni, allo scopo di valutare e promulgare le leggi ecclesiastiche elaborate nei vari distretti regionali. A quegli anni risale anche il Kulturkampf che vide Bismarck come promotore di una serie di provvedimenti anticattolici che miravano a difendere il protestantesimo tedesco contro l'accrescersi del potere della Chiesa di Roma che era in quegli anni impegnata nel Concilio Vatitcano I. Risale a questi anni (1870) anche la formazione del partito cattolico Zentrum. Di fronte al timore di un rafforzamento cattolico, ritornarono nelle chiese luterane e riformate di Germania spinte unificatrici, caratterizzate dalla fedeltà all'autorità statale di Bismarck, oltre che dalla ritrovata necessità di impegnarsi in campo sociale, attività che fino ad allora il protestantesimo aveva lasciato, per tradizione, soprattutto al campo cattolico. Questa esigenza sorse anche dal pericolo rappresentato dal crescere del fronte socialista-proletario, che diventava un altro forte

323 Cit. in N. ABBAGNANO, G. FORNERO, La filosofia 2b: dall'Illuminismo a Hegel, Torino, Pearson Italia, 2010, p. 359

richiamo per le masse indifese e bisognose di sostegno materiale. Il teologo Joahn Heinrich Wichern di Amburgo promosse una Innere Mission, una Missione Interna rivolta alle popolazioni tedesche, che mirava a instaurare attività sociali e assistenziali per riportare infatti le folle all'appartenenza alla chiesa evangelica e alla fede nelle sue dottrine, anche tramite nuove forme di catechizzazione.