Capitolo 2: Caratteristiche dell'estetica del Visual-Kei I Introduzione e struttura del secondo capitolo
II. L'importanza dei testi nel Visual-Ke
2.1. Caratteristiche trasversali ai diversi periodi 1 Onnivorismo e bricolage
2.1.4. Le maschere del Visual-Kei: tra roleplaying, interpretazione totale e 2,5 dimension
Con il graduale aumento della complessità del messaggio Visual-Kei attraverso la stratificazione di diversi significati, anche l'immagine degli artisti rimase coinvolta in questo processo. Se infatti inizialmente la nomea di alcuni artisti si era consolidata come quella di personaggi “nudi e crudi”,24 con l'emergere di band come i MALICE MIZER che facevano uso di maschere e personaggi,25 vi fu una sempre maggiore tendenza ad interpretare la figura degli artisti (e quindi anche quella della rock-star) come una maschera:
Se si vuole parlare di Visual-Kei correttamente, credo che sia importante l'accezione di “2,5 dimensioni” [2,5 shigen]. In altre parole, è evidente quanto negli artisti dall'era Neo-Visual-Kei in poi i costumi abbiano un “aspetto da personaggio di un manga” [kyarapposa].26
Il termine “2,5 dimensioni” è il termine mediano suggerito da Fujitani per trovare un punto di contatto tra gli artisti Neo-Visual-Kei e quelli dell’epoca d’oro. Infatti, secondo Ichikawa solo gli artisti dell’epoca d’oro possono essere considerati “tridimensionali”, intendendo qui che la personalità di questi artisti sul palco non fosse differente fuori dal palco. Questa affermazione implica che tutti gli artisti successivi manchino di questa continuità tra il proprio personaggio sulla scena e dietro le quinte, rendendo dunque il proprio personaggio sul palco più simile ad una maschera. Tuttavia, Ichikawa e Fujitani utilizzano qui il termine “2,5 dimensioni”, in parte a sproposito, in rapporto ai termini “bidimensionale” (nijigen) e tridimensionale (sanjigen). Con “bidimensionale” si riferiscono all’apparenza di un personaggio (kyarakutā) interpretato dagli artisti per le proprie performance, in opposizione al termine “tridimensionale” usato in riferimento agli artisti che non mostrano nessuna differenza tra la personalità sul palco e quella fuori dal palco. Ne consegue che il termine “2,5 dimensioni” non viene utilizzato da Ichikawa 24 “Le leggendarie band Visual-Kei si sono fatte strada con la loro fissazione che 'dovevano dare
nell'occhio a qualunque costo, le loro esibizioni dovevano essere più veloci e intense e il loro sound più rumoroso di tutti gli altri'. Riflettendoci sopra, quel ‘senso di realtà’ [honkikan] non si trova più sulla scena musicale odierna.” (ICHIKAWA, FUJITANI, Subete wa V-Kei e..., cit., p.80).
25 L'impianto artistico dei MALICE MIZER è fondato sull'idea che in ogni brano e performance i membri della band interpretino dei personaggi inventati differenti. Questo effetto viene reso attraversi i costumi, le movenze e il linguaggio dei componenti della band.
e Fujitani come un modo per riconciliare gli artisti dell'epoca d'oro a quelli dell'era Neo-Visual-Kei, ma per cercare di avvicinare parzialmente i secondi ai primi, senza però riconoscere agli artisti post-2000 alcuna forma di autenticità (o, in altre parole, tridimensionalità).27 Questa differenziazione ricalca la tendenza di questi due autori a dividere gli artisti Visual-Kei nelle categorie “yankī” e “otaku” (dove i primi sono tridimensionali, come persone reali, mentre i secondi bidimensionali, come i personaggi di un anime) e per questo esacerba una divisione che in realtà è molto più vaga. Ad esempio, l'ambiguità tra bidimensionalità e tridimensionalità è ben visibile nei testi e nella figura di hide, che viene invece univocamente considerato da Ichikawa e Fujitani come una personalità tridimensionale: basterà mettere a confronto alcuni passi di due brani di hide. Il primo brano è ever free, pubblicato nel 1998:
Let me, let me free. Let me out. 恋に恋した気持ち 無くしちゃって 誰かに聞いてみる そいで ため息まじりに言いました 「愛って いくらでしょう?」 夢に夢見た季節 忘れちゃって あの子に聞いてみる すると 微笑むあなたは言いました 「夢って食べれるの?」 暮れゆく日々眺めてたら 色褪せたSUNNY DAYS28
Let me, let me free. Let me out.
Ho perso il sentimento di essere innamorato dell'amore e mi sono rivolto a qualcuno,
scoraggiato, in una serie di sospiri mi ha detto
27 Ichikawa, pur accettando la definizione di “2,5 dimensioni”, di seguito commenta così: “Tornando sul discorso precedente delle ‘2,5 dimensioni’, si può dire che quando si cerca di esprime un qualcosa di bidimensionale in tridimensione, esso diventa in 2,5 dimensioni, giusto? Tuttavia, poiché in fin dei conti bidimensione e tridimensione [degli artisti] sono due cose a parte, non si possono veramente utilizzare nello stesso contesto” (ICHIKAWA, FUJITANI, Subete wa V-Kei e …, cit., p.19).
28 “Hide: Ever Free Lyrics”, in “LyricWiki”, 2012, https://lyrics.fandom.com/wiki/Hide:Ever_Free, 03/10/2020.
“Quanto vale l'amore?”
Ho dimenticato la stagione in cui sognavo in un sogno e mi sono rivolto a quella ragazza,
e così, tu, sorridendo, mi hai detto “I sogni si possono mangiare?”
Quando passo il mio sguardo su questi giorni al tramonto, vedo solo SUNNY DAYS dai colori spenti
In questi pochi versi, si può notare quanto l'io narrante della canzone venga presentato come il cantante stesso, producendo un effetto di realismo (o di tridimensionalità, per dirla nei termini di Ichikawa e Fujitani). Tuttavia, si può notare quanto hide faccia uso di personaggi per parlare di sé in maniera indiretta (e dunque rendendo più ambigua la propria tridimensionalità) in Pinku supaidā (Ragno rosa), uscito poche settimane prima di ever free: 君は嘘の糸はり巡らし 小さな世界全てだと思ってた 近づくものは何でも傷つけて、 君は空が四角いと思っていた 「これがすべて...どうせこんなもんだろう?」 君は言った... それも嘘さ... ケバケバしい君の模様が寂しそうで 極楽鳥が珍しく話しかけた 「蝶の羽いただいてこっち来いよ。 向こうでは思い通りさ。」29
Filando la tua tela di bugie
credevi che il tuo piccolo mondo fosse tutto. Ferivi tutto ciò che ti si avvicinava
e credevi che il cielo fosse quadrato.
29 Il brano verrà analizzato anche nel capitolo 3 dell’elaborato (“Lyrics Pink Spider (Cornelius) by Hide (romaji) from album – Tribute Spirits”, in “JpopAsia”, 2010,
“Questo è tutto... non c'è altro?”
Dicevi così... ma anche quella era una bugia... Tu, che eri così appariscente, avevi un aspetto triste
e così un uccello del paradiso ti ha eccezionalmente rivolto la parola. “Fatti dare delle ali da farfalla e vieni con me.
Laggiù potrai fare come ti pare”
In tutto il brano non ci sono personaggi realistici, ma solo rappresentazioni di vari personaggi in forma di animali (il ragno rosa, l'uccellino del paradiso, la farfalla). È possibile ricollegare alcuni di questi animali a persone realmente esistite e che hanno avuto uno stretto rapporto con hide (cosa che verrà fatta con l'analisi del brano nel capitolo 3 dell'elaborato), tuttavia queste rappresentazioni non sono altro che un esempio di quei personaggi che Ichikawa e Fujitani avrebbero considerato bidimensionali. Questo dimostra che anche fra gli artisti dell’epoca d’oro vi sono personalità anche importanti che secondo le categorie di Ichikawa e Fujitani ricadrebbero nella categoria delle 2,5 dimensioni.
E se da un lato si possono trovare artisti ambiguamente a metà fra personaggi reali e personaggi fantastici come hide, sono presenti anche artisti che hanno dedicato tutta la loro carriera alla creazione di un personaggio fantastico (un kyarakutā) nel mondo reale. È il caso di Mana (generalmente chiamato Mana-sama sulla scena in una sorta di ammirazione per la sua immagine emblematica), chitarrista e fondatore dei MALICE MIZER, che ha assunto l'aspetto e la personalità di una bambola e, proprio per non creare un divario tra personaggio di scena e realtà, non parla mai direttamente al pubblico: anche durante le interviste, bisbiglia alle orecchie dei suoi compagni di band che riportano le sue risposte, fa gesti oppure usa cartelli per comunicare. Secondo lo stesso principio, si può applicare un'operazione simile interpretando la parte di una rock-star: in un certo senso, Yoshiki può essere visto come una maschera, un personaggio fittizio tanto quanto Mana. Dunque, sebbene non sia stato comprovato, è possibile che il motivo per cui un numero non indifferente di artisti Visual-Kei tende a non rivelare informazioni precise sul proprio passato sia dovuto al fatto che queste informazioni potrebbero stridere con l'aura del personaggio interpretato.
di un concept album ma divisi dall'immagine dell'artista. Questo tipo di interpretazione viene definita da Ichikawa come “un altro tipo di Visual-Kei” (mō hitotsu no V-Kei)30 ed ha avuto una discreta popolarità tra vari artisti dell'era '00. Ne possiamo trovare un esempio interessante nel brano Tsuki no hime (La principessa della luna, riferimento al personaggio della principessa Kaguya nel Taketori monogatari) dei Kiryū, pubblicato nel 2009:
月へと還ると告げた時に 見え隠れさせていた貴方達の心情
本当は誰にも必要とされない 「さようなら」の一言も言わせて貰えず
それでも私は信じたかった 欺瞞にも一輪の優しさがあると
私が私である事の意味 生まれ咲き、散り死に行く走馬灯の意味を…31
Quando ho annunciato che sarei tornata sulla Luna, ho intravisto i vostri veri sentimenti,
in realtà nessuno mi ha mai considerato essenziale e non mi è nemmeno stato concesso di dire “addio”... Nonostante ciò, nell'inganno in cui io ho voluto credere sono convinta che ci sia un petalo32 di gentilezza e questo è il significato di essere me stessa, il significato di questo carosello di immagini33 di quando si muore dopo essere nati, sbocciati e appassiti...
In questo brano i Kiryū reinterpretano la storia del Taketori monogatari dal punto di vista della principessa Kaguya ed è evidente anche dal testo che il locutore è la stessa principessa, la cui voce è affidata al cantante della band. Infatti, la storia non è raccontata in terza persona, ma al contrario è chiaramente in prima persona, ad indicare la sovrapposizione tra la voce cantante e la protagonista.
A seguito di questi esempi, due possibili categorizzazioni dei personaggi interpretati da questi artisti alternative a quelle di Ichikawa e Fujitani potrebbero essere quelle di 30 Il termine è usato da Ichikawa mentre discute con con yasu dei Janne da Arc riguardo allo stile di quest'ultimo: “Dopo aver sentito che in passato tu [rivolgendosi a yasu] eri un otaku, appassionato di videogiochi ed eri anche intenzionato a diventare un mangaka, ho inteso la visione del mondo di
ANOTHER STORY [album uscito nel 2003, parallelamente all'omonimo libro che racconta la storia
completa dei personaggi del'album]. È proprio come un roleplay. […]. Non c'è assolutamente nessuna estetica dell'oscurità, ma [grazie a questo album] ho capito che esiste “un altro tipo di Visual-Kei” [riferendosi alla tecnica di creazione di uno o più alter ego immaginari per raccontare la storia di un album] (ICHIKAWA Tetsushi, Watashi ga Visual Kei datta koro, Tōkyō, Takeshobō Bunko, 2005, p.56). 31 “Tsuki no hime (Tsuki no hime shūroku)/Kiryū no kashi”, in “rocklyric.jp”, 2010,
https://rocklyric.jp/lyric.php?sid=90971, 03/10/2020.
32 La parola usata qui è ichirin che si usa in riferimento ai petali dei fiori, probabilmente va intesa come “un frammento”, “un briciolo”.
33 È un riferimento alle immagini della propria vita che scorrono come un flash davanti agli occhi di chi sta per morire.
“interpretazione totale” e “role-playing”. Nella prima categoria si possono includere tutti gli artisti che interpretano in ogni performance lo stesso personaggio, più o meno realistico, includendo quindi artisti come X Japan (la cui “parte” è quella degli yankī) e anche i Golden Bomber (i cui personaggi sono quelli di caricature di altri personaggi del Visual-Kei anche fuori dal palco). Alla seconda categoria possono invece essere ricondotti tutti quegli artisti che interpretano dei personaggi in maniera saltuaria: tra i principali esempi possiamo includere yasu dei Janne da Arc (specializzato nell'interpretazione di personaggi femminili sempre differenti) e i D (che in più brani, ma non in tutti quelli del loro repertorio, hanno interpretato Justice e i suoi compagni di avventure, una brigata di vampiri che affronta numerose avversità in periodi storici sempre differenti).
Le definizioni di “bidimensionalità” e “tridimensionalità” implicano anche una potenziale correlazione con i termini “personaggi piatti” e “personaggi a tutto tondo” che in realtà è inesistente. Non bisogna infatti cadere nell'errore di considerare i personaggi “bidimensionali” come personaggi piatti anche solo per due semplici motivi: il primo è una questione di immagine, ossia il fatto che nessun artista intenzionato a portare avanti una narrativa ha un incentivo a legarsi ad un personaggio piatto e, di conseguenza, che non si evolve; il secondo è che grazie alla teoria dell'addizione nel Visual-Kei, rispetto ad altri generi, è molto più semplice traslare e approfondire la narrativa di un certo personaggio (ad esempio, è molto più semplice per un artista Visual-Kei vestire i panni di un idol, come nel caso di band come Kameleo e Gravity, piuttosto che il contrario). La tridimensionalità di questi personaggi interpretati è ribadita anche da Asagi, cantante e principale compositore dei D, in una intervista del 2020:
Finché non definisco l'immagine del mondo che voglio esprimere, non riesco nemmeno a scrivere una sola parola. Prima penso alla trama, scrivo la storia, inserisco ogni cosa fin nei minimi dettagli e solo dopo inizio a scrivere [i testi delle canzoni]. [Riferendosi alle performance per il nuovo singolo su un tema della tradizione giapponese]Anche durante gli MC34 tendo a parlare più del solito, spesso con battute che il protagonista direbbe... Anche quando cerco di coinvolgere il pubblico dico frasi come “scatenatevi con violenza” [l'espressione usata è “hageshiku kuruikere”, costruzione che riprende il linguaggio classico] o “venite al mio cospetto” [come prima, l'espressione originale è “iza mairan”],
34 Con MC ci si riferisce generalmente agli intervalli, più o meno brevi, tra i brani di un live che le band usano in genere per parlare ai fan o incitarli.
tutte frasi con una nuance folkloristica giapponese […].35
2.2. Temi generali all’interno del Visual-Kei