Capitolo 3: Antologia di brani Visual-Ke
3.1. Un excursus fra i classici dell’epoca d’oro
3.1.6. Malice Mizer Gekka no yasōkyoku: il Visual-Kei alla ricerca di un ideale di eleganza
何かに導かれ、森の中を歩いていた幼い僕は 不思議にもただ引き寄せられるままに
古い小屋に着いた僕は、
45 ICHIKAWA, Watashi ga..., cit., p.24.
46 Carolyn S.STEVENS, “Buying Intimacy: Proximity and Exchange at a Japanese Rock Concert”, in
Kelly W. (a cura di), Fanning the flames: Fans and consumer culture in contemporary Japan, New York, State University of New York Press, 2004, pp.59-78.
ホコリにまみれた横たわるピエロに気を惹かれる 人形は哀しそうな…でも嬉しそうな顔をして、”屋敷に連れてって”と… 涙を浮かべ僕に抱かれた 階段を昇り抜け、光を放ち彼を待つ少女の人形と互いに見つめ合う 綺麗な夜だから…哀しい夜だから優しく笑って見守ってあげる 寂しい夜だから…最後の夜だからこれからも二人を離したりはしないから 月の光は彼らを…踊る彼らを映し出し、壁に映る姿は生まれ変わる前のままに 見つめ合う二人は”最後の夜…”と、つぶやいて この夜が明けるまで熱い想いで踊る 綺麗な夜だから…哀しい夜だから泣かずに笑って見守ってあげる 寂しい夜だから…最後の夜だからこれからも二人を見守ってあげる 綺麗な夜だから… 綺麗な夜だから…哀しい夜だから優しく笑って見守ってあげる 寂しい夜だから…最後の夜だからこれからも二人を離したりはしないから 忘れたりはしないから… 二人を忘れはしないから…47
MALICE MIZER - Notturno sotto la luna
Guidato da qualcosa, il giovane me si incamminò dentro la foresta E per quanto fosse bizzarro, continuavo ad essere trascinato Giunto ad una vecchia casetta
47 “MALICE MIZER - Gekka no Yasoukyoku / Gekka no Yasōkyoku PV [HD 1080p]”, in “Youtube”, 2016, https://www.youtube.com/watch?v=qDg2-6jN-78, 03/10/2020; “MV Video Malice Mizer – Gekka no Yasoukyoku with LYRICS”, in “JpopAsia”, 2010,
La mia attenzione venne attirata da una bambola di un pierrot stesa per terra e completamente coperta di polvere
La bambola aveva un’espressione così triste... eppure anche così felice Mi disse “portami alla villa”... con le lacrime agli occhi si strinse a me Salii le scale lasciandomele alle spalle
Incontrai lo sguardo di una luminosa bambola di donna che lo stava aspettando
Poiché è una notte bellissima... Poiché è una notte di solitudine, sorriderò dolcemente mentre veglierò su di loro
Poiché è una notte di solitudine... Poiché è l’ultima notte, d’ora in poi non li farò più dividere La luce della luna... li illumina mentre danzano, e le loro ombre proiettate sul muro erano come nel momento prima di morire e rinascere
I due, guardandosi negli occhi, sussurrarono “l’ultima notte...” E danzarono fino all’alba con una bruciante passione
Poiché è una notte bellissima... Poiché è una notte di solitudine, sorriderò dolcemente mentre veglierò su di loro
Poiché è una notte di solitudine... Poiché è l’ultima notte, d’ora in poi non li farò più dividere Poiché è una notte bellissima...
Poiché è una notte bellissima... Poiché è una notte di solitudine, sorriderò dolcemente mentre veglierò su di loro
Poiché è una notte di solitudine... Poiché è l’ultima notte, d’ora in poi non li farò più dividere Non me ne dimenticherò...
Non li dimenticherò...
Il singolo, uscito nel 1998 sotto la Nippon Columbia e in collaborazione con la Midi:Nette (gestita da Mana, il leader della band), si posizionò undicesimo nella classifica Oricon, ma continuò a vendere abbastanza da rimanere in classifica per dodici settimane di fila, ottenendo il disco d’oro pochi mesi dopo l’uscita del brano. Ad oggi,
fatto la strada al successivo album della band, Merveilles, uscito il mese successivo e divenuto emblema dello stile dei Malice Mizer.
Il brano è la storia di due amanti trasformati in bambole che trascorrono la loro ultima notte insieme, il tutto raccontato come una fiaba dei fratelli Grimm.48
Il video, sfumato con un effetto seppia, dà un tono rétro alle immagini, suggerendo che la storia appartenga ad un passato lontano e non ben precisato, classico artificio retorico delle fiabe. Il videoclip è decisamente innovativo se comparato a quelli del Visual-Kei dell’epoca: invece che suonare, i membri della band mettono in scena il racconto dei testi, ampliandone il contesto. Questa scelta mostra la volontà della band di creare un prodotto completo, che vada oltre alla sola musica,49 come dichiarato da Mana,
chitarrista e leader della band. Tuttavia poiché nei videoclip “le immagini tendono a mettere in secondo piano il testo”,50 l’insieme di musica, video e immagini finisce per
dare preponderanza al solo elemento visivo, rendendo le liriche in buona parte invisibili. Questo stile, per quanto teoricamente inedito e interessante, nella pratica potrebbe aver sbilanciato il prodotto verso l’aspetto esteriore della band, dando origine allo stereotipo negativo delle mikake taoshi no bando di cui abbiamo discusso nel capitolo uno. Inoltre, un ulteriore effetto della scelta di una narrativa visiva di un racconto in cui gli artisti recitano come attori è che tende a escludere il pubblico dalla scena, eliminandone il coinvolgimento diretto.51 In questo modo, riposizionando lo spettatore al di fuori della
scena, i Malice Mizer si distanziano dallo stile degli X Japan, caratterizzato da un’interlocuzione diretta con il pubblico.
Nel descrivere lo stile della band, Mana lo definisce “ereganto”,52 ossia elegante,
raffinato. Già da questa dichiarazione possiamo vedere l’enorme distanza tra il classico motto del Visual-Kei delle origini “PSYCHEDELIC VIOLENCE CRIME OF VISUAL SHOCK”, di cui i Malice Mizer mantengono la sola componente visiva. A livello testuale, la ricerca di raffinatezza punta principalmente alla creazione di scenari che rievocano atmosfere buie (ad esempio la foresta, la notte, vecchi palazzi) che il pubblico
48 “MALICE MIZER Hot Wave Interview Gekka no Yasoukyoku/ Gekka no yasōkyoku”, in Youtube, 2015, https://www.youtube.com/watch?v=zHX-PchFPW4, 03/10/2020.
49 Nel libro-intervista alla band, Mana stesso dichiara così: “Ovviamente la musica è la base, però per i Malice Mizer ho pensato ad un concept anche visuale, come ad esempio rappresentare realmente il suono e il mondo fantastico della band sul palco” (NAKAI, Akira, Itanshinmon, Tōkyō, Ohta Publishing, 1998, pp.11-12).
50 Si veda la nota 11 di questo capitolo. 51 VERNALLIS, Experiencing..., cit., p.62. 52 NAKAI, Itanshinmon,..., cit., p.19.
possa associare allo stile dark e goth.53 Tuttavia, anche questa tecnica finisce per
appoggiarsi alla componente visiva del medium, molto più efficace nel descrivere atmosfere e scenari.54 Allo stesso tempo, questa distanza dallo stile classico del
Visual-Kei è ciò che ha permesso alla band di introdurre nuove tematiche e forme di espressione all’interno del genere, ampliandone la portata al di là del semplice grido di ribellione delle band genitrici del fenomeno. Non va infatti dimenticato che il nome della band deriva da una riflessione sull’esistenza umana dei due fondatori del gruppo,55
ponendo dunque al centro del focus dei brani il concetto esistenziale di un’umanità destinata alla malvagità e alla tristezza.
Il lascito della band è in due parti: una visiva e una concettuale. La prima trova la sua espressione in un aspetto esteriore legato allo stile barocco e rococò francese che ancora oggi viene replicato in stili simili da band come i Versailles e i D. La seconda invece corrisponde alla tematica esistenziale che, dopo essere stata introdotta dalla band, sarà il punto di partenza per le tematiche di un grande numero di gruppi Neo-Visual-Kei, i quali porteranno queste riflessioni al di fuori dell’immaginario gotico dei Malice Mizer.
3.1.7. hide with spread beaver - pinku supaidā: il Visual-Kei come narrazione