• Non ci sono risultati.

CAPITOLO 3: I BUSINESS GAMES

3.2 Le simulazioni

3.2.5 Le variabili utili alla classificazione

Seguendo una linea generale, dalla letteratura sui modelli di simulazione emerge che essi si possono classificare sulla base di diversi criteri distintivi. Una prima variabile distintiva risulta quella tra i modelli continui, nei quali le variabili cambiano con una certa stabilità e i modelli discreti, in cui il valore delle variabili si modifica all’interno di determinati istanti di tempo. Una seconda distinzione invece è rappresentata dai modelli statici, che riproducono un sistema in un particolare istante e i modelli dinamici, che descrivono un sistema in evoluzione nel tempo (AA.VV.).

Queste non rappresentano comunque le uniche classi con le quali i modelli di simulazione si possono distinguere.

A proposito delle simulazioni, grazie anche alla presentazione e discussione delle simulazioni aziendali della storia del management, Eminente et al. (1985) hanno proposto una classificazione delle simulazioni che possono essere riassunte in queste categorie:

 Elaborazione dei dati della simulazione. Grazie alla diffusione e allo sviluppo di nuove tecniche elettroniche, i computer hanno permesso la simulazione di più anni successivi in tempo brevissimo, tuttavia, le singole esigenze hanno spinto alcuni studiosi a preparare giochi più semplici, per i quali i calcoli del modello possono essere effettuati anche con semplici macchine contabili o addirittura manualmente.

 Numero di squadre consentite dal modello. Caratteristica importante nelle simulazioni a finalità didattica, può prevedere da un minimo di tre fino a un massimo di dieci squadre per modello. La scelta del modello per il numero delle aziende in concorrenza non dipende però tanto dalla numerosità dei partecipanti, quanto piuttosto dalle possibilità degli amministratori di seguire e guidare un ampio numero di squadre. La maggior parte delle simulazioni indicano comunque come composizione ideale un gruppo di cinque o sei partecipanti.

 Specificità o generalità del modello. Si dice che alcuni giochi possono avere una natura specifica, con riferimento alle relazioni tra i fattori usati nel gioco, ovvero se essi sono stati usati per riprodurre il più realisticamente possibile la gestione relativa ad un certo prodotto o settore industriale. Sono proprio i modelli specifici che trovano maggior uso nei corsi di addestramento organizzativo delle aziende, mentre nelle università o negli istituti formativi, a causa dei diversi indirizzi degli studenti o per la loro provenienza, sono preferiti i modelli con carattere generale. In questa categoria si simula la gestione di un’azienda in generale, quindi senza riferimenti a particolari settori industriali o merceologici.

 Modelli di gestione totale o funzionale. Questa distinzione si basa sul fatto che un modello includa quasi tutti gli aspetti dell’attività aziendale oppure ponga maggiore attenzione su funzioni specifiche, come la produzione, il marketing, la finanza, ecc.

148

 Modelli deterministici o probabilistici. Quando un modello contempla in maniera definita le relazioni di causa effetto tra le variabili e non include elementi casuali allora viene definito deterministico, al contrario probabilistico.

 Modelli interattivi o non interattivi. Si parla di modelli interattivi quando le decisioni prese da una squadra influenzano l’andamento dei gruppi concorrenti. Nei giochi più semplici, invece, dove i partecipanti agiscono indipendentemente e dove l’aspetto competitivo si limita al confronto dei risultati, si parla invece di simulazioni non interattive.

 Modelli quantitativi e modelli con aspetti qualitativi. La maggior parte dei modelli presenta delle relazioni tra i fattori che sono determinate matematicamente, per questo chiamati quantitativi. Alcuni autori tuttavia hanno incluso anche fattori che possono definirsi qualitativi, come il giudizio di un comitato di controllo sull’andamento della gestione delle squadre.

 Numero di prodotti o zone prese in considerazione. Sotto l’aspetto commerciale le simulazioni possono includere una diversa combinazione di prodotti, mercati, zone geografiche di consumo e questo comporta una maggiore o minore complessità del modello.

In aggiunta a questa distinzione tra i modelli simulativi, Eminente et al. (1985) riportano anche una serie di aspetti organizzativi che le caratterizzano e che ai fini dell’indagine sembrano utili per approfondire la classificazione dei Business Games.

Gli aspetti sottolineati dagli autori sembrano inoltre importanti da esaminare, in quanto in grado di influenzare il raggiungimento di determinati obiettivi didattici. Di seguito verranno trattati nello specifico:

1. I tempi di decisione. I tempi di decisione per ogni periodo delle simulazioni di gestione sono funzione della natura del modello, del livello dei partecipanti e degli obiettivi didattici definiti a priori. Per questo modelli più complessi, partecipanti con nessuna esperienza di fatti aziendali e obiettivi didattici più ampi, comportano tempi di decisione più lunghi.

2. La dimensione delle squadre. In generale tutte le simulazioni di gestione stabiliscono un numero minimo e massimo di partecipanti e di conseguenza la numerosità dei soggetti all’interno di ogni gruppo di gioco. Tenendo conto della psicologia sociale e delle ricerche condotte sulla comunicazione nei piccoli gruppi, la dimensione delle squadre non dovrebbe superare le 5-6 unità. La specificità delle situazione, può tuttavia richiedere dimensioni notevolmente diverse da quelle ritenute ottimali.

3. Il posizionamento delle simulazioni all’interno dei corsi di formazione. Sebbene molte simulazioni vengano effettuate all’esterno di qualsiasi corso, per esempio come mezzo di aggiornamento professionale, in generale sono molto più frequenti quelle introdotte all’interno di ambienti scolastici. In generale il posizionamento delle simulazioni avviene alla fine del corso, fattore giustificato se la simulazione stessa costituisce un’occasione per riassumere dei

149 temi trattati , quindi con finalità didattiche. Meno opportuno invece appare il posizionamento delle simulazioni quando l’obiettivo è l’addestramento al lavoro di gruppo oppure l’apprendimento di alcune tecniche di gestione.

4. Il numero di decisioni. È sempre teoricamente concepibile che una simulazione venga usata anche per periodi limitati di tempo o addirittura una sola volta, se l’obiettivo è l’apprendimento di una singola tecnica. In generale però quasi tutte le simulazioni di gestione dovrebbero avere un arco temporale sufficientemente lungo. Tale dimensione temporale risulta indispensabile per tutti quei modelli che vengono giocati con finalità formative, con particolare riferimento all’orientamento strategico delle imprese.

150

Documenti correlati