Apomediazione
Riccardo Calliari
abstract – Questo elaborato descrive i principali approcci tenuti dall’utente in relazione alla ricerca di informazioni e servizi, con particolare attenzione al ruolo svolto dall’apomediazione e dall’apomedia- tore con l’avvento del web 2.0. Insieme alla definizione di apomediazione e alla descrizione della figura dell’apomediatore il testo si focalizza sugli strumenti che hanno reso possibile la nascita di questa figura e i relativi vantaggi e rischi che essa comporta per l’utente che ricerca informazioni o servizi online. keywords – apomediazione, apomediatore, disintermediazione, informazioni, servizi.
Introduzione
Un soggetto alla ricerca di informazioni in ambiti tecnici e/o specializzati ha la possibilità di percor- rere differenti vie per ottenere i dati richiesti, rivolgendosi o non rivolgendosi, a seconda dei casi, a terze parti per l’ottenimento degli stessi.
Gli elaborati di Informatica Biomedica prodotti dagli studenti 117
In un primo caso, colui che necessita informazioni in un determinato ambito può rivolgersi ad uno specialista del settore. Tale via risulta dunque mediata da parte di una figura formata che riveste il ruolo di intermediario tra la conoscenza e il fruitore della stessa1. Questo tipo di processo presenta vantaggi e
svantaggi in quanto le informazioni risultano essere di sicura e certificata qualità, ma possono tuttavia non comprendere una completa e accurata visione di insieme, privilegiando l’opinione dell’intermediario in merito all’argomento in esame. Infine, gli specialisti possono non sempre essere accessibili e/o alla por- tata di tutti a causa di possibili elevati tempi di attesa e oneri economici.
Se nel passato la figura dell’intermediario risultava essere spesso l’unica via per ottenere le informa- zioni richieste, la nascita e lo sviluppo del web hanno portato alla comunità un’importante alternativa nella ricerca di informazioni, incentivando così il processo di disintermediazione.
La disintermediazione consiste nell’«eliminazione del tradizionale intermediario […] tra la risorsa e il beneficiario»2, e dunque, nel fare ciò, il soggetto bypassa completamente lo specialista cercando direttamen-
te nel web le informazioni necessarie. Ciò comporta un accesso più rapido, immediato ed economico alle conoscenze, unito però ad un elevato rischio di incorrere in informazioni errate e potenzialmente dannose3.
Con la nascita del web 2.0 (sviluppo del web con nascita di applicazioni che permettono un sempre maggiore livello di interazione tra utente e sito web, come social network, forum, blog, wiki e piatta- forme di condivisione di media4) si configura una terza via nell’approccio alla ricerca di informazioni:
l’apomediazione.
L’apomediazione
L’apomediazione è un particolare tipo di disintermediazione definita da G. Eysenbach come:
una strategia per la ricerca di informazioni nella quale le persone si affidano in misura minore agli esperti e alle autorità, un tempo considerati come ‘guardiani’, preferendo essere ‘orientati’ da […] soggetti pronti […] a guidare il consumatore verso informazioni e servizi di elevata qualità senza avere bisogno di andare direttamente alla fonte di informazione, e con un limitato potere individuale di mo- dificare o vagliare l’informazione che viene scambiata1.
Di fatto, dunque, l’apomediazione consiste nell’utilizzo di persone che facilitano il nostro accesso a risorse accurate orientando le nostre ricerche al fine di evitare fonti non attendibili e/o irrilevanti. Tale approccio si differenzia fortemente dall’utilizzo di un intermediario tradizionale: uno specialista, infatti, si pone tra informazioni e fruitore non consentendo un accesso diretto alla fonte se non mediato dalle proprie conoscenze e opinioni; un apomediatore invece si posiziona ‘al tuo fianco’ nella ricerca e consul- tazione delle fonti «senza essere un prerequisito per ottenere le informazioni». Pertanto, le risorse sono e rimangono direttamente accessibili al fruitore e l’apomediatore possiede solo un limitato potere di mo- dificare e selezionare le informazioni, mentre «la credibilità e la qualità di un intermediario [tradizionale n.d.r.] determina pesantemente la qualità e la credibilità delle informazioni che riceve il fruitore»1. L’apomediatore
Gli apomediatori, come già detto in precedenza, non sono specialisti qualificati, ma semplici utenti che possiedono un’esperienza in un particolare ambito o in una nicchia dello stesso che, pur non essendo ufficialmente riconosciuta, può risultare valida e utile nell’orientare la ricerca di informazioni di un altro utente.
Un chiaro esempio di apomediatore può essere un paziente che, dopo aver sviluppato una determina- ta patologia e dunque essersi informato approfonditamente sulla stessa, condivide le proprie conoscenze indicando le sue fonti come valide e inerenti.
tipo di collaborazione tra pari, la cui opinione può essere condivisa e discussa in un più ampio processo di informazione e consultazione e che andrà ad influenzare il grado di credibilità di fonti, informazioni e servizi presenti in rete1,5.
Apomediazione e web 2.0
Nell’introduzione, è stato accennato come la nascita e lo sviluppo del web 2.0 abbiano influenzato e determinato la nascita dell’apomediazione e degli apomediatori. Tutto ciò è stato reso possibile dalla na- scita di piattaforme che permettono un’interazione attiva tra utenti, i quali sono liberi di scambiarsi infor- mazioni. Di fatto, così facendo, le informazioni e i servizi offerti in rete e una loro valutazione sono stati posti nella stessa area di utilizzo e consultazione. Nel web 1.0 le informazioni risultavano infatti presenti, ma senza la possibilità di presentare dei feedback riguardanti la loro affidabilità; con il passaggio da un web ‘tecnico’ ad un web maggiormente ‘divulgativo’ e partecipato gli utenti hanno ovviato a questa proble- matica con i propri interventi sulle diverse piattaforme e applicazioni messe a disposizione dal web 2.04.
L’apomediazione, dunque, pur essendo un fenomeno scarsamente conosciuto, ha cambiato radical- mente l’utilizzo delle risorse informatiche, grazie all’apporto di apomediatori più o meno consapevoli del ruolo che rivestono nel determinare la credibilità di un’informazione. Un esempio pratico di questo fenomeno possono essere considerate le recensioni sull’affidabilità dei venditori nei siti di e-commerce, o le valutazioni espresse dai clienti di ristoranti e hotel di tutto il mondo su portali come TripAdvisor, che guidano l’utente nella scelta del prodotto o del servizio da acquistare3.
Vantaggi dell’apomediazione
In un contesto in cui la presenza sempre più ricca di informazioni sul web porta ad un sempre più fre- quente processo di disintermediazione, l’apomediazione si configura come uno strumento fondamentale per la raccolta di informazioni e l’accesso a servizi on line. Essa, infatti, permette di unire i vantaggi di un ap- proccio parzialmente mediato a delle risorse sempre accessibili e consultabili senza vincoli. Il maggior pro- blema che si riscontra nel ‘taglio dell’intermediario’ risulta essere la grande mole di informazioni presenti nel web che potrebbe disorientare il fruitore facendogli privilegiare fonti non accurate, inattendibili o addi- rittura fraudolente1. L’apomediatore guida il fruitore a fonti attendibili evitando i casi sopra citati, e permet-
tendo così un’integrazione vantaggiosa tra potenzialità del web e un approccio mediato all’informazione. Nella figura 1 viene illustrato come l’apomediazione possa risultare utile a limitare i casi di informa- zione errata in un ambito delicato come la salute.
Conclusioni
L’apomediazione ha cambiato radicalmente l’approccio alla ricerca di informazioni da parte degli utenti, i quali, a seconda dei casi, scelgono se preferire l’intermediazione da parte di uno specialista o fi- darsi dell’apomediazione da parte di uno o più pari, in base al proprio grado di autonomia e alle proprie conoscenze pregresse. Con lo sviluppo costante nel web di nuove piattaforme e servizi, il ruolo rivestito dall’apomediazione non può che risultare centrale al giorno d’oggi, con prospettive di ulteriore crescita nell’immediato futuro auspicandone uno sviluppo che porti ad una sempre maggiore affidabilità e un minor utilizzo a scopo fraudolento del web. Nonostante ciò, l’apomediazione non pretende di sostituire l’intermediazione di uno specialista, il quale risulta sempre essere disponibile qualora l’approccio infor- matico dovesse fallire e che, a sua volta, può contribuire a formare futuri apomediatori.
Bibliografia
1 Eysenbach G. (2008), Medicine 2.0: Social Networking, Collaboration, Participation, Apomediation, and Openness. JMIR.
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2 Disintermediation. Business Dictionary, <www.businessdictionary.com/definition/disintermediation. html> (ultimo accesso: 02/2019).
3 Piacentini G., Ventriglia F. (2010) La Medicina e la Rete: situazione attuale e prospettive future. In: A.A. Romita, F Marzano (a cura di) Il senso dell’innovazione. Pisa: Plus – Università di Pisa, 163-172.
4 Web 2.0 (Wikipedia), <https://it.wikipedia.org/wiki/Web_2.0> (ultimo accesso: 02/2019).
5 Apomediation and Apomediary – Definitions. VeryWell, <https://www.verywell.com/apomediation-defi- nition-2615145> (ultimo accesso: 02/2019).
Figura 1 – I cerchi rappresentano informazioni sulla salute del paziente e informazioni generali sulla salute, l’inter- sezione rappresenta l’insieme di informazioni rilevanti e credibili a cui si può giungere mediante un intermediario (freccia continua), attraverso la guida di apomediatori (punti verdi e frecce tratteggiate) o non giungervi raggiun- gendo informazioni non utili (frecce a puntini)1
6. Infodemiology e infoveillance
Infodemiologia (infodemiology) è una crasi tra i termini informazione ed epidemiologia e può essere definita come la scienza che studia la distribuzione e i determinanti dell’in- formazione in rete. Lo scopo di tali studi è informare e prevedere azioni coordinate a pro- tezione della salute pubblica (infoveillance).
Questa tematica può essere affrontata da due punti di vista. Il primo è la distribuzio- ne dell’informazione in rete analizzando dati aggregati sulla prevalenza o sui modelli di distribuzione dell’informazione nel web e nei social media. Il secondo è analizzare la ri- chiesta di informazione esaminando le parole chiave utilizzate dagli utenti per interroga- re i motori di ricerca. Il database di Google che contiene le ricerche degli utenti è Google Trends:<https://trends.google.it/trends/?geo=IT>.
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