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Il rapporto medico-paziente al tempo dei social network Niccolò Cardin

abstract – Questo elaborato prende in esame l’avvento dei social network nella vita personale di tutti noi. Ne ricerca quindi una possibile adozione da parte dei medici, al fine di riscoprire l’individualità del paziente per riumanizzare una scienza sempre più votata alla disumanizzazione. L’analisi non tralascia tuttavia le minacce per la privacy e per la credibilità del professionista della salute, insite in questa nuo- va forma di comunicazione. L’obiettivo di questo lavoro è quindi quello di aprire un possibile confronto tra chi vede nei social network un nuovo strumento nelle mani del medico, e chi, invece, ritiene che questi non siano adatti per un rapporto professionale.

keywords – rapporto medico-paziente, social network, privacy, social media. Contesto culturale

«Il paziente è il portatore di un male; […]. Nessun medico va più a casa dell’ammalato, vede la sua quotidianità, capisce i suoi rapporti affettivi. Non ne ha più il tempo»1.

Con queste parole Terzani esplica nel migliore dei modi la percezione ormai dilagante del medico. Le sempre più pressanti scoperte a livello tecnologico e biologico hanno portato ad una ‘disumanizzazione’ sempre più marcata della medicina. Il paziente non è più considerato nel suo insieme, bensì viene ‘spac- chettato’ e studiato nelle sue componenti infinitesimali con il solo scopo di trovare la causa oggettiva del male. Tutto ciò che non è tangibile e studiabile non viene considerato, tagliando fuori, di fatto, l’essere soggetto peculiare della persona.

È qui che va ricercata la crisi del rapporto tra medico e paziente, nonché l’esponenziale ascesa delle cure ‘fai da te’ o delle cosiddette ‘medicine alternative’. Siamo giunti persino a parlare di ‘fallimento del successo’: da una parte una medicina capace di curare sempre più malattie un tempo mortali, dall’altra un sempre più crescente sospetto e sfiducia verso questa2.

Il XXI secolo è stato caratterizzato tuttavia anche dall’ascesa di nuove vie di comunicazione: i social network. Riprendendo la definizione data dall’enciclopedia online Treccani: «con l’espressione social net- work si identifica un servizio informatico on line che permette la realizzazione di reti sociali virtuali. Si tratta di siti internet o tecnologie che consentono agli utenti di condividere contenuti testuali, immagini, video e audio e di interagire tra loro».

Il più diffuso, Facebook, conta al 30 giugno 2016 oltre 1,7 miliardi di utenti attivi mensilmente in tut- to il mondo3.Un fenomeno che pare inarrestabile, capace di coinvolgere sia i paesi occidentali che quelli

in via di sviluppo, sia le fasce altolocate della popolazione che quelle più povere. L’unico requisito: una connessione Internet.

I vantaggi dei social media sono evidenti anche in ambito medico: questi hanno permesso la creazio- ne di comunità virtuali di professionisti per lo scambio di informazioni e opinioni, con beneficio per la diffusione del sapere medico4.

Sorge allora spontaneo domandarsi: possono i social network riavvicinare medico e paziente, rista- bilendo quella comunicazione che manca alla professione odierna? Oppure la soluzione va ricercata in altre forme di interazione?

Social network: opportunità o tecnologia di scarsa utilità?

Il rapporto medico-paziente sui social network è un tema spinoso e dibattuto. Un recente studio dal titolo Why Can’t We Be Friends? A Case-Based Analysis of Ethical Issues with Social Media in Health

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Care5 cerca di analizzare la questione da un punto di vista etico e professionale. Per un più concreto

studio si avvalgono anche di esempi, che spaziano dallo stalking del dottore da parte del paziente alla violazione del segreto professionale. Viene evidenziato quindi dagli autori come il confine tra opportu- nità e pericolo sia molto labile, e dipenda principalmente dal comportamento che il medico adotta sui social network a cui è iscritto. Lo studio infatti evidenzia come vi sia una notevole potenzialità nell’uso di Internet per fini medici, proprio grazie alla rapidità, se non addirittura immediatezza, delle comuni- cazioni. Allo stesso tempo, tuttavia, riconosce come l’uso improprio delle nuove tecnologie possa essere causa di pericoli per la propria incolumità e per la propria privacy, nonché possa anche avere ripercus- sioni a livello lavorativo.

Esiste una direttiva comune per il rapporto medico-social network?

Una vera e propria direttiva per l’uso dei social network da parte dei professionisti della salute non esiste, sebbene uno studio6 abbia tentato di tracciare delle linee guida per minimizzare i rischi derivanti

dall’uso dei social media da parte dei medici. In particolare, i quattro punti chiave mostrati sono: • mantenere il più alto livello di professionalità possibile;

• essere genuini, senza aver paura di essere se stessi all’interno dei social network; • chiedere aiuto a chi è più informato in questo campo;

• essere attenti, tenere a mente il motivo della permanenza sui social network e partecipare attivamente.

Situazione attuale

Secondo uno studio7 pubblicato sul Journal of Medical Etichs, i medici sono restii ad usare i social net-

work al fine di costruire un più profondo rapporto con i propri pazienti. Infatti, su un campione di 202 medici, il 73% dichiara di avere un profilo Facebook. Di questi, oltre il 90% condivide nome, cognome, data di nascita e foto profilo, mentre solo poco più del 50% condivide anche l’indirizzo email. Il dato più interessante tuttavia è quello riguardante il rapporto con i pazienti: ben l’85% degli intervistati dichiara che non accetterebbe una richiesta d’amicizia proveniente da loro assistiti, principalmente per mantenere le distanze e per salvaguardare la propria privacy.

Analisi conclusiva

Il dibattito sull’uso dei social network è aperto. Non è possibile escludere totalmente i social network dai possibili strumenti di riavvicinamento tra medico e paziente, viste le loro grandi potenzialità. Tutta- via, l’adozione di queste tecnologie porta con sé numerose incognite circa la loro sicurezza.

È difficile trovare una risposta conclusiva al quesito iniziale. Certo è che rimane compito del medico saper mantenere, specialmente all’interno dei social network, un atteggiamento eticamente corretto e un rapporto con il paziente approfondito, ma pur sempre lavorativo. Allo scopo di tutelare la sua profes- sionalità e serietà, il dottore deve tenere bene a mente la natura pubblica di ciò che divulga in tali sedi, nonché le implicazioni insite in tali forme di comunicazione circa la propria privacy e quella del paziente. Sono auspicabili ricerche maggiormente approfondite per quanto riguarda la necessità del rinnova- mento della comunicazione trattata in questo elaborato. È necessario soprattutto prestare maggiore at- tenzione al bisogno di un più facile dialogo tra la figura del medico di base e assistito, ricercando anche il possibile ruolo che i social network possono rivestire per raggiungere tale scopo. Sono prima di tutto i medici di famiglia infatti ad avere il delicato compito di imparare ad interagire con il proprio paziente, affinché sia possibile il raggiungimento di una più approfondita conoscenza della personalità e del vis- suto del soggetto. Questo permetterebbe, anche grazie ad un rinnovato rapporto di fiducia, un miglior confronto costruttivo tra le due parti, sia per quanto riguarda la ricerca del trattamento più consono al soggetto, che per quanto riguarda le cure e le diagnosi trovate online. Una rinnovata conoscenza potreb-

be allo stesso tempo evitare le spiacevoli conseguenze del fai da te in campo della salute e permettere una maggiore responsabilizzazione di entrambi i soggetti sui propri ruoli.

In conclusione, quindi, rimane tutt’ora da comprendere se le opportunità in campo medico offerte dai social network siano predominanti rispetto ai rischi.

Bibliografia

1 Terzani T. (2004) Un altro giro di giostra. Milano: TEA.

2 Treccani Medico paziente: un rapporto in crisi, <http://www.treccani.it/enciclopedia/medico-paziente-un- rapporto-in-crisi_(XXI-Secolo)/> (ultimo accesso: 02/2019).

3 Facebook Reports Second Quarter 2016 Results, <https://investor.fb.com/investor-news/press-release-de- tails/2016/Facebook-Reports-Second-Quarter-2016-Results/default.aspx> (ultimo accesso: 02/2019). 4 Rolls K., Hansen M., Jackson D., Elliott D. (2016) How Health Care Professionals Use Social Media to Cre-

ate Virtual Communities: An Integrative Review. J Med Internet Res June 16.

5 Parsi K., Elster N. (2015) Why Can’t We Be Friends? A Case-Based Analysis of Ethical Issues with Social Media in Health Care. AMA J Ethics November 1.

6 Grajales F.J., Sheps S., Ho K., Novak-Lauscher H., Eysenbach G. (2014) Social media: a review and tutorial of applications in medicine and health care. J Med Internet Res February 11.

7 Moubarak G., Guiot A., Benhamou Y., Benhamou B., Hariri S. (2010) Facebook activity of residents and fellows and its impact on the doctor-patient relationship. Journal of Medical Ethics.

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10. La qualità delle mobile health apps

Non esistono molti studi statistici che ci informano sulla diffusione dei dispositivi mo- bili tra i medici e su quanti di loro hanno installato applicazioni software denominate app, programmi creati con lo scopo di rendere più specifiche e/o estendere le funzioni di questi piccoli computer. Un sondaggio pubblicato nel 2012 dal Accreditation Council for Graduate Medical Education ha dimostrato che oltre l’85% di coloro che hanno ri- sposto hanno usato uno smartphone e una metà di loro almeno un’applicazione mobile su base giornaliera: principalmente guide per i farmaci, calcolatori medici, gestorammi o software per individuare codici identificanti particolari patologie. Questo semplice dato indica un’ampia diffusione di applicazioni software per dispositivi mobili tra il personale sanitario.

Esistono migliaia di app per la salute, tanto che è difficile orientarsi di fronte a un’of- ferta così variegata. Molto spesso l’unica indicazione è il numero di stelle loro assegnate da utenti che le hanno utilizzate. Ciò rappresenta una valutazione estremamente sogget- tiva che non possiede alcun criterio di uniformità. È quindi necessario definire dei criteri per la valutazione della qualità delle heath mobile apps.

Gli elaborati selezionati su questo argomento sono:

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