Abstract – Questo lavoro descrive la diffusione di bufale e dell’informazione di stampo complottista sul web, analizzandone in minima parte la fenomenologia. Osservandone i contenuti, si nota come la salute sia frequentemente menzionata e di conseguenza minacciata da tale disinformazione. L’obiettivo è pertanto quello di offrire una panoramica sulla situazione ed alcune informazioni e consigli utili nella pratica di debunking.
Keywords – Bufale, echo chamber, informazione complottista, movimento anti-vaccinazione, debunking.
Introduzione
Nel 1997 si diffuse la voce secondo la quale Bill Gates avrebbe pagato coloro che avessero inoltrato una email per conto di Microsoft. Da allora, soprattutto grazie alla esplosione di Internet, bufale come queste si sono diffuse pressappoco in ogni settore, dalla politica all’ambiente, dalla tecnologia alla medici- na. Pur avendo la possibilità di ottenere informazioni più corrette e complete, spesso gli utenti del web si limitano alla condivisione di notizie non verificate e tuttavia accettate con atteggiamento acritico1. Reti sociali
L’avvento del web ha cambiato il modo in cui le persone formano le proprie opinioni: tale scenario, a cui vanno aggiunti l’analfabetismo funzionale, ovvero l’incapacità di usare le informazioni a propria dispo- sizione per comprendere efficacemente un testo (in Italia ne è ‘colpevole’ circa la metà della popolazione tra i 15 ed i 65 anni), e l’esposizione selettiva ai contenuti – guidata dal cosiddetto confirmation bias – crea fenomeni sociali massivi attorno a informazioni false. Tramite i social network, diventa possibile creare del- le echo chamber in cui vi è la tendenza a circondarsi di una rete sociale che fruisca e fornisca il medesimo tipo di informazioni a cui siamo già esposti: più ci addentriamo nel mondo delle bufale, più lo fa anche la nostra rete sociale e più, per le proprietà intrinseche di tale disinformazione, sarà difficile uscirne. Al con- trario dell’informazione scientifica, infatti, l’informazione complottista non cerca causalità, bensì giustifica tramite la presenza di un motore intenzionale non solo i fatti, ma spesso anche le controprove; i gruppi che si avvalgono di bufale tenderanno pertanto sempre di più ad escludere tutto quello che va contro la propria visione del mondo. Tale atteggiamento viene definito omofilia ed è stato riscontrato sottoponendo a cam- pagne di informazione (in un processo detto di debunking) utenti che interagiscono con questo tipo di con- tenuti2,3. La probabilità degli esposti a debunking di continuare a fruire di informazioni complottiste è del
30% superiore a quella dei non esposti, segno che l’omofilia fa sì che si allontanino i conflitti per proteggere le proprie opinioni. Tale fenomeno è denominato backfire effect e si verifica in difesa di una semplificazione delle cause, la quale riesce a identificare un oggetto da colpevolizzare riducendo la complessità delle situa- zioni reali2,4.
Trend
Metodi semiautomatici per la verifica degli argomenti trattati nelle echo chambers complottiste di Facebook Italia mostrano che le principali categorie sono fondamentalmente quattro: geopolitica, salu- te, ambiente e dieta; tutte hanno attività quantitativamente comparabili ed un proprio bacino di utenza, similmente a quanto accade nella regione statunitense (in cui va ad aggiungersi l’argomento ‘alieni’). Le
quattro aree semantiche sono state riportate nella figura 1, che riunisce i termini, tipici dei post di disin- formazione, con più occorrenze entro tali categorie.
Figura 1 – Schema delle occorrenze dei termini complottisti in pagine italiane di Facebook (ricavate con modalità descritte in Bessi et al. 20154)
Come in Italia, anche negli Stati Uniti la sfera della salute non è priva di opinioni complottiste: secondo lo studio pubblicato in [5], il 37% del campione di americani esaminati concorda sul fatto che l’FDA (Food and Drug Administration) stia volontariamente nascondendo cure naturali per il cancro, il 20% sull’insab- biamento da parte delle compagnie telefoniche della correlazione tra tumori e telefoni cellulari, un altro 20% afferma che i medici vogliano vaccinare i bambini pur conoscendo il legame dei vaccini con l’auti- smo. E ancora, il 12% è convinto che la CIA stia infettando gli afroamericani con HIV anziché vaccinarli contro l’epatite, il 12% che la distribuzione di cibi OGM sia parte di un programma di decremento della popolazione mondiale, il 12% che la fluorizzazione dell’acqua sia un metodo per scaricare prodotti chimici nell’ambiente. Il 49% del totale concorda sull’esistenza di almeno un complotto in ambito sanitario, mentre il 18% dà credito ad almeno 3. Tali opinioni sono inoltre associate con un consumo maggiore di integratori vegetali e cibi bio ed una minore fruizione di checkup annuali, visite odontoiatriche e vaccini stagionali contro l’influenza, oltre che un minor uso di protezione solare. Si noti come la fruizione di informazioni complottiste porti ad una scarsa fiducia nella medicina tradizionale a favore di quella alternativa.
Il particolare caso del movimento anti-vaccinazione merita una parentesi a parte. Stando alle teorie più popolari, le compagnie farmaceutiche otterrebbero grandi profitti corrompendo i ricercatori per falsificarne i dati ed ingigantire le statistiche sulla loro efficacia. Nel 2008, l’insufficiente tasso di vaccinazione contro mor- billo, parotite e rosolia portò il morbillo ad essere dichiarato endemico nel Regno Unito, a distanza di 14 anni dall’arresto della sua diffusione. Sebbene questo possa essere il risultato di più fattori, è importante capire co- me i genitori, posti di fronte alla scelta di vaccinare o meno i propri figli, siano più propensi a documentarsi su Internet che a richiedere un consulto al proprio medico e si trovino pertanto bersagliati dalle campagne anti-vaccinazione, le quali, a causa della popolarità acquisita sia in positivo che in negativo, sono tra i risultati proposti dai motori di ricerca per le query collegate ai vaccini. È possibile e probabile che prestare fede a tali teorie (nonché l’esserne esposti) aumenti il senso di impotenza nei confronti della nostra salute e, contempo- raneamente, riduca la fiducia nel personale medico, riducendo a propria volta il tasso di vaccinazione6. Debunking
La difesa di fatti scientifici o medici è spesso vista come un asservimento – consapevole o meno – al ‘sistema’, nel tentativo di nascondere la ‘verità’, in un atteggiamento che unisce il bias di conferma (l’ascolto esclusivo di informazioni che confermano i propri preconcetti), il blind-spot bias (riconoscere i bias altrui
Gli elaborati di Informatica Biomedica prodotti dagli studenti 57
ma fallire nel notare i propri) ed il backfire effect. È tuttavia dimostrabile come in un complotto formato da poche migliaia di persone (nelle condizioni più ottimistiche) il fallimento si presenterebbe entro decenni, scadenza che diminuisce ad alcuni anni superando le centinaia di migliaia, considerando solamente fattori intrinseci al complotto stesso7.
Da parte degli utenti del web è comunque auspicabile tenere a mente come la diffusione delle no- tizie a prescindere dal loro contenuto sia creazione della disinformazione; niente deve essere inoltrato o alimentato qualora non lo si sia verificato: spesso è sufficiente digitare su un qualsiasi motore di ricerca le parole chiave dell’articolo per ottenere una sua smentita, basti pensare al caso del senatore Cirenga (personaggio non realmente esistente che avrebbe proposto una legge per lo stanziamento di denaro ai senatori)8.
Conclusioni
Come analizzato, risulta evidente il rischio causato dalla disinformazione in rete, senza eccezione per quanto riguarda l’ambito sanitario. Il problema negli ultimi anni ha assunto proporzioni tali da essere descritto nel 2013 dal World Economic Forum come una delle minacce più serie per la società (si veda Global Risks 20139). La disinformazione si diffonde attraverso focolai strutturati sotto forma di echo cham- bers, all’interno delle quali l’utente allontana sempre più le prove in contrasto con le proprie argomenta-
zioni, trasformando l’intelligenza collettiva auspicabile dal web in ignoranza collettiva. Se pur il WWW può essere un eccellente metodo di propagazione della cultura, basta poco affinché esso crei l’illusione della conoscenza: in Internet diventa facile credersi un esperto di qualsiasi argomento per aver letto a riguardo, scordandosi che spesso c’è necessità di anni di studi o di un livello di esperienza inarrivabile virtualmente per poter essere padroni di un argomento. Attraverso una presa di coscienza di ciò, sarà dunque innegabile la necessità di verificare le informazioni che si ha intenzione di condividere, senza scordarsi che la diffusione di informazioni non è un bene a prescindere dal loro contenuto.
Bibliografia
1 Come ti costruisco una bufala sul web – Inchieste. la Repubblica, < https://inchieste.repubblica.it/it/re- pubblica/rep-it/2015/01/08/news/come_ti_vendo_una_bufala_sul_web-103114905/> (ultimo accesso: 03/2019).
2 Quattrociocchi W. (2016) L’era della (dis) informazione. Le Scienze 570, 30-39.
3 Del Vicario M., Bessi A., Zollo F., Petroni F., Scala A., Caldarelli G., Stanley H.E., Quattrociocchi W. (2016) The spreading of misinformation online. PNAS CXIII(3), 554-559.
4 Bessi A., Zollo F., Del Vicario M., Scala A., Caldarelli G., Quattrociocchi W. (2015) Trend of Narratives in the Age of Misinformation. PLoS One X(8), e0134641.
5 Oliver J.E., Wood T. (2014) Medical Conspiracy Theories and Health Behaviors in the United States. JAMA Intern Med CLXXIV(5), 817-818.
6 Jolley D., Douglas K.M. (2014) The Effects of Anti-Vaccine Conspiracy Theories on Vaccination Intentions. PLoS One IX(2), e89177.
7 Grimes D.R. (2016) On the Viability of Conspiratorial Beliefs. PLoS One XI(1), e0147905.
8 Il potere della (Dis)informazione nell’era della grande credulità. La Stampa, <http://www.lastampa. it/2014/03/22/esteri/le-bufale-e-lera-della-grande-credulit-Fpyqsl4f0fEJyBGxr9AuMN/pagina.html> (ul- timo accesso: 02/2019).
9 Global Risks 2013 – Reports. World Economic Forum, <http://reports.weforum.org/global-risks-2013/risk- case-1/digital-wildfires-in-a-hyperconnected-world/> (ultimo accesso: 02/2019).