• Irene Romiti, Vaccine hesitancy: il limbo tra antivaccinisti e sostenitori;
• Irene Matteucci, Antivax nel web 1.0 e 2.0.
Il web e la pratica della vaccinazione: disinformazione e
informazione
Marta Sardi
abstract – Questo lavoro mira a descrivere gli effetti della diffusione via Internet di informazio- ni, divulgate da esponenti del movimento antivaccinazione, screditanti questa pratica preventiva; si fa particolare riferimento all’esempio del ‘caso autismo’ per dimostrare l’infondatezza della maggior parte di esse; ci si interroga anche su quali possano essere i metodi più efficaci per contrastare questa pericolosa tendenza.
Keywords – movimento antivaccinazione, autismo, propaganda, Roberto Burioni. Introduzione
Negli ultimi anni, una percentuale sempre maggiore di individui utilizza Internet per andare a ricer- care in autonomia informazioni relative a molti aspetti della propria vita, primo fra tutti quello sanitario. Purtroppo, però, non molti sono in grado di distinguere fra quelli che sono dati e notizie attendibili e quelli che non lo sono, e dunque il web è stato uno dei veicoli principali della diffusione di movimenti che fino a questo momento erano stati più facilmente arginati dalle istituzioni, come per esempio quello degli antivaccinisti. Il fatto che i contenuti divulgati in rete non siano soggetti, molto spesso, ad alcun tipo
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di revisione o controllo ha reso possibile che pseudo-esperti e informatori fraudolenti avessero modo di convincere molti della attendibilità di ciò che veniva da loro asserito.
Effetti della diffusione del movimento antivaccinazione via Internet
Nella tabella sottostante possiamo osservare quanto abbia inciso l’utilizzo di Internet nella scelta di non vaccinare i propri figli; nell’esempio si prende in considerazione la regione Veneto nell’anno 2008. L’unica fonte informativa che abbia superato Internet nel determinare il rifiuto dell’offerta vaccinale è sta- ta quella delle stesse associazioni contrarie alle vaccinazioni, comunque superata in percentuale nel caso dei vaccinatori parziali1.
Tabella 1 – Frequenza dell’accesso a fonti informative diverse dal pediatra di famiglia1
Vaccinatori totali Vaccinatori totali % Vaccinatori parziali Vaccinatori parziali % vaccinatoriNon vaccinatori %Non
Operatori vaccinali 438 32% 50 37% 50 35% Internet 381 28% 77 55% 111 69% Medicodifiducia esterno al SSN 127 9% 35 26% 71 47% Corso pre-parto 379 28% 33 24% 36 27% Passaparola 587 43% 83 60% 120 76% Librettoinforma- tivo sulle vaccina- zioni fornito dalla sua ASL 797 58% 71 51% 85 58% Mass-media 202 15% 39 29% 51 37% Associazioni contrarie alle vaccinazioni 106 8% 64 46% 142 84%
Nella figura seguente si può invece apprezzare l’aumento dei casi di parotite nel Regno Unito in coin- cidenza con gli anni in cui Internet cominciava ad essere utilizzato da un numero sempre maggiore di persone; la parotite era infatti stata quasi totalmente debellata proprio grazie alle vaccinazioni, per poi riprendere piede con il calo delle stesse2.
Modalità di propaganda degli antivaccinisti in Internet
Poiché i soli dati di fatto non sarebbero sufficienti a dare credibilità alle motivazioni avanzate contro le vaccinazioni dagli esponenti di questo movimento, è stata elaborata dagli stessi nel corso del tempo una spe- cifica retorica, rintracciabile nella maggior parte dei documenti che hanno messo in circolazione, atta a creare quel clima emotivo che può coinvolgere il maggior numero possibile di genitori; essa fa leva proprio sulla loro preoccupazione per la salute dei propri figli, sulla attendibilità delle ricerche scientifiche e su una sempre mag- giore tendenza al complottismo, basata, apparentemente, su una fondamentale diffidenza nei confronti del Sistema Sanitario Nazionale.
Gli artifici retorici principalmente utilizzati possono dunque essere così riassunti:
• richiami a contesti pseudo-scientifici: nomi di organizzazioni o associazioni che rievocano quelle uf-
ficiali; riferimenti a dati scientifici forniti da presunti esperti facenti parte del movimento antivacci- nazione stesso; presentazione di elementi anche a favore delle vaccinazioni per dare una parvenza di obiettività;
• leve emotive: testimonianze personali che raccontano di malattie apparentemente causate dai vaccini;
appelli ai genitori che li esortano a mostrarsi attenti e responsabili evitando di vaccinare i propri figli; introduzione di un’idea di solidarietà fra antivaccinisti e genitori per difendersi dall’alleanza fra case farmaceutiche e governo; incoraggiamento a uno stile di vita più naturale che di per sé è ritenuto suf- ficiente a non far insorgere gravi patologie;
• diffusione di un sentimento di diffidenza nei confronti della comunità scientifica ufficiale: affermazione di
presunte verità tenute nascoste al pubblico concernenti la reale efficacia o pericolosità delle vaccinazioni; sfiducia nei confronti dei medici, cresciuti nell’ortodossia delle pratiche ufficiali e nella più totale igno- ranza riguardo ad altre possibili vie terapeutiche; esempi di medici illuminati che, al contrario, si sono ribellati a scapito della propria carriera alla visione comunemente accettata; rivelazione di un complotto ordito a fini di lucro ai danni dei pazienti;
• dati oggettivi a sfavore delle vaccinazioni: elencazione delle patologie presumibilmente derivate da es-
se; ipersollecitazione del sistema immunitario; inefficacia; motivi per cui le patologie combattute dai vaccini sarebbero in realtà comunque scomparse per altre cause.
Altrettanto importante per quanto riguarda la possibilità di influenzare l’opinione pubblica è la fre- quenza e l’immediatezza con cui è probabile rinvenire siti e pagine web dedicati alla propaganda anti- vaccinazione. Uno studio ha per esempio dimostrato come digitando su google le parole ‘vaccinazione’ e ‘immunizzazione’ i primi dieci siti trovati su Google siano schierati a favore di questo movimento, come, del resto, il 43% dei siti trovati in totale3.
Un esempio su tutti: il ‘caso autismo’
A dimostrare l’infondatezza della maggior parte delle notizie diffuse dal movimento antivaccinazione per quanto riguarda la relazione fra patologie di vario tipo e la somministrazione di vaccini, si può citare il noto esempio dell’ipotizzata relazione fra il vaccino trivalente MMR (che immunizza contro morbillo, parotite e rosolia) e l’insorgere dell’autismo, insieme a una forma non specifica di colite e di iperplasia lin- foide dell’intestino. Il British Medical Journal pubblicò infatti un editoriale che definiva questa presunta relazione non come l’esito di una sperimentazione mal condotta, ma come una frode deliberata. L’autrice dell’articolo sottolineò infatti come i dati su cui si basava l’affermazione della relazione causale fra il vac- cino e le suddette patologie fossero in gran parte falsi; infatti non a tutti i bambini presi in esame nella sperimentazione era stato realmente diagnosticato l’autismo come invece veniva sostenuto, e comunque tra quelli ai quali invece era stato effettivamente diagnosticato ce n’erano alcuni che avevano mostrato i primi sintomi precedentemente alla vaccinazione, altri invece troppo tempo dopo perché si potesse sta- bilire con certezza una relazione4.
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Contrastare il movimento con le sue stesse armi: un medico utilizza Facebook a questo scopo
Per contrastare la pericolosa tendenza che sta portando molti genitori a evitare di vaccinare i propri figli sono stati fatti dei tentativi di dissuadere il pubblico dal dare ascolto alle ricerche e ai dati forniti dai movi- menti antivaccinazione, ma invano. Uno studio ha infatti dimostrato come le persone tendano a reagire in modo ancor più negativo rimanendo fermi sulle proprie posizioni, con quello che è stato definito un backfire
effect. Bisognerebbe tentare invece, secondo lo studio, di concentrare la campagna mediatica non sulla falsità
delle affermazioni dell’opposta fazione, ma sui rischi maggiori cui si va incontro evitando la vaccinazione; opporre, dunque, ai presunti rischi della vaccinazione i rischi ancora maggiori dovuti al fatto che essa non sia messa in atto. Il pubblico tende infatti a sottovalutare questi ultimi, proprio perché le malattie debellate con la prevenzione non si avvertono più come una reale minaccia a causa della loro lontananza nel tempo5.
Per quanto riguarda poi le modalità di diffusione del messaggio, un medico, Roberto Burioni, ha dato un esempio positivo creando una pagina Facebook, proprio come sono soliti fare gli antivaccinisti, tramite la quale rispondere direttamente alle preoccupazioni e ai dubbi dei genitori per poterli rassicurare in merito alla questione. Nell’intervista che ha poi rilasciato dice di ritenersi soddisfatto dei risultati finora ottenuti e descrive le innumerevoli persone che gli si sono rivolte, per poi manifestargli la propria gratitudine6.
Per i lettori più interessati, è possibile visitare la suddetta pagina a questo indirizzo <https://www. facebook.com/robertoburioniMD/?pnref=story>.
Conclusioni
Con l’avvento di Internet e il suo sempre maggiore utilizzo da parte del pubblico, coloro che vogliono divulgare informazioni atte a diffondere la paura e la diffidenza hanno potuto agire quasi indisturbati, provocando effetti negativi anche in ambito sanitario. Ciononostante, possiamo imparare a riconoscere i motivi per cui queste affermazioni hanno avuto una tale influenza sull’opinione pubblica e a prendere contromisure più efficaci. Infatti bisogna sempre tener presente che il web è un mezzo di informazione di per sé neutrale, che può, quindi, veicolare altrettanto efficacemente messaggi negativi quanto un reale sapere scientifico, laddove lo si sappia trasmettere al grande pubblico in modo chiaro e convincente.
Bibliografia
1 DGR 25 novembre 2008, n. 3664 – All. B in materia di “Indagine sui Determinanti del Rifiuto dell’Offerta Vaccinale nella Regione Veneto”, <http://prevenzione.ulss20.verona.it/iweb/1324/argomento.html> (ultimo accesso: 02/2019).
2 Gupta R.K., Best J., MacMahon E. (2005) Mumps and the UK epidemic 2005. BMJ CCCXXX(7500), 1132-1135.
3 Davies P., Chapman S., Leask J. (2002) Antivaccination activists on the world wide web. Arch Dis Child 87, 22-25.
4 Gasparini R., Panatto D., Lai P.L., Amicizia D. (2015) The “urban myth” of the association between neuro- logical disorders and vaccinations. J Prev Med Hyg LVI(1), E1-E8.
5 Horne Z., Powell D., Hummel J.E., Holyoak K.J. (2015) Countering antivaccination attitudes. Proc Natl Acad Sci USA CXII(33), 10321-10324.
6 Questo medico italiano sta usando Facebook per combattere le bufale degli antivaccinisti, <https://news.vice. com/it/article/roberto-burioni-medico-vaccini-facebook-bufale> (ultimo accesso: 02/2019).