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IL CONTENUTO DELLA CHIAMATA

Nel documento Il ritorno dello gnosticismo (pdf) (pagine 115-119)

Immagini e simboli gnostici LO "STRANIERO"

IL CONTENUTO DELLA CHIAMATA

Che cosa è venuta a comunicare agli uomini la chiamata? Il suo contenuto è

determinato dallo scopo che essa ha di "risvegliare", e talvolta l'intero messaggio può essere semplicemente l'avvertimento del risveglio; quasi sempre ne è l'apertura. "Sono la chiamata del risveglio dal sonno nell'Eone della notte", comincia un estratto dalla scrittura dei Perati in Ippolito (Re/ut. V, 14, 1). Qui la chiamata come tale è il contenuto proprio, poiché afferma semplicemente che quello che il suo essere ha detto, effettuerà: il risveglio dal sonno. Tale risveglio è costantemente designato come l'essenza della sua missione, sia da parte del messaggero che da parte di coloro che lo mandano.

"Sono una parola, un figlio di parole, che è venuto nel nome di ]awar. La grande Vita mi ha chiamato, incaricato e preparato, me, Anosh [Uomo], il grande Uthra figlio dei potenti... Mi ha mandato a sorvegliare questa èra, a scuotere dal loro sonno e far alzare coloro che dormono. Essa mi ha detto: "Va', raccogliti dei seguaci dal Tibil ... Scegli, e trascina l'eletto fuori del mondo ... Istruisci le anime, che non muoiano e periscano, e non siano trattenute dalla tenebra densa ... Quando tu vieni nella terra Tibil, i malvagi non sapranno niente di te ... Non temere e non spaventarti, e non dire 'Sono qui solo'. Quando il timore ti sopraffà, noi tutti saremo al tuo fianco ... "" (Ginza 295 s.).

"Essi profusero sui guardiani una chiamata sublime, per scuotere e far alzare coloro che dormono. Essi dovevano risvegliare le anime che avevano errato fuori del luogo della luce. Essi dovevano svegliarle e scuoterle, perché potessero alzare la faccia al luogo della luce"

(Ginza 308).

Pertanto, il primo effetto della chiamata è sempre descritto come "risveglio", come nelle versioni gnostiche della storia di Adamo. Spesso l'esortazione semplicemente formale: "Svegliati dal sonno" (o "dall'ebbrezza", o meno frequentemente "dalla morte"), con elaborazione metaforica e con frasario differente, costituisce il solo contenuto del richiamo gnostico alla salvezza. Tuttavia questo imperativo formale racchiude implicitamente tutto lo schema speculativo nell' ambito del quale le idee di sonno, ebbrezza, risveglio, assumono il loro significato specifico; e di regola la chiamata rende esplicito tale schema come parte del suo contenuto, cioè collega il comando del risveglio con i seguenti elementi dottrinali: il ricordo dell'origine celeste e della storia trascendente dell'uomo; la promessa della redenzione, in cui è compresa anche la ragione della missione del redentore e della sua discesa nel mondo; e infine l'istruzione pratica sul come vivere d'ora in avanti nel mondo, in conformità della "conoscenza" recentemente acquisita e in preparazione dell' eventuale ascesa.

Ora, questi tre elementi contengono in nuce il completo mito gnostico, perciò la

chiamata gnostica di risveglio è una specie di sunto della dottrina gnostica in generale. La gnosi trasmessa dal messaggio e compressa in esso in pochi termini simbolici

costituisce tutto il mito cosmogonico-soteriologico, la cui narrazione presenta l'evento di tale messaggio come una fase, di fatto la svolta che imprime al movimento totale una direzione opposta. Questa "conoscenza" compendiosa dell'insieme teoretico ha il complemento pratico nella conoscenza della retta "via" verso la liberazione dalla schiavitù del mondo. Nelle numerose versioni letterarie della chiamata, l'uno o l'altro di tali aspetti può predominare o essere espresso in maniera esclusiva: il ricordo del- l'origine, la promessa della salvezza, l'istruzione morale.

Citeremo dalla letteratura gnostica alcune di queste chiamate di risveglio, iniziando con esempi manichei. La prima di tali chiamate nel dramma del mondo, narrato dal

sistema manicheo con rigida rappresentazione, avviene prima dell'inizio del nostro mondo ed è rivolta all'Uomo Primordiale, che giace incosciente nelle profondità dopo essere stato vinto e assorbito nell'iniziale lotta precosmica di luce e tenebre. La scena seguente è tratta dal racconto siriaco di Teodoro bar Konai:

"Allora lo Spirito Vivente chiamò ad alta voce; e la voce dello Spirito Vivente divenne come una spada acuminata e mise a nudo la forma dell'Uomo Primordiale. E gli disse:

"Sia pace a te, buono tra i cattivi, essere luminoso tra le tenebre, Dio che dimori tra i bruti di collera i quali non conoscono il suo onore".

Perciò l'Uomo Primordiale gli rispose e disse: "Vieni per la pace di colui che è morto, vieni, o tesoro di serenità e di pace!" e disse inoltre a lui:

"Come stanno i nostri Padri, i Figli di Luce nella loro città?".

E la Chiamata gli disse: "Stanno bene". E Chiamata e Risposta si unirono uno all'altro e salirono alla Madre di Vita e allo Spirito Vivente. Lo Spirito Vivente assunse la Chiamata e la Madre di Vita assunse la Risposta, il suo amato figlio".

Qui in apparenza la chiamata ha la forma di un semplice saluto. Come tale, tuttavia, include il ricordo dell' origine divina di colui che è salutato, ossia il risveglio della conoscenza di se stesso, persa nel veleno delle tenebre, e nello stesso tempo la promessa della sua salvezza: l'apostrofe "essere buono tra i cattivi", ecc., rappresenta il ricordo; il saluto "sia pace a te" rappresenta la promessa. La commovente richiesta dell'Uomo Primordiale circa i Figli di Luce nella loro città può essere intesa in rapporto al fatto che egli è andato incontro al suo destino per la loro protezione. Svegliato dal suo

stupore, egli desidera sapere se il sacrificio ha raggiunto il suo scopo. Un'altra versione di tale scena è venuta alla luce nel frammento di Turfan:

"Scuoti di dosso l'ebbrezza nella quale ti sei addormentato, svegliati e guardami!

Buone nuove a te dal mondo della gioia dal quale sono mandato per causa tua".

Ed egli rispose a colui che è senza sofferenza: "Sono io, il figlio di coloro che sono benevoli. Sono confuso e vedo lamentazione.

Guidami fuori dall' abbraccio della morte". [Il messaggero dice:]

"Potenza e prosperità del Vivente su di te dalla tua casa!

Seguimi, figlio della benevolenza, metti sul tuo capo la corona di luce"

In un altro testo di Turfan, la cosiddetta "Messa breve dei morti", troviamo la chiamata indirizzata all' anima in modo generico, distaccata dal contesto mitologico:

"Anima mia, o splendidissima, dove te ne sei andata? Ritorna di nuovo. Svegliati, anima di splendore, dal sonno dell'ebbrezza nel quale sei caduta ... , seguimi al luogo della terra sublime dove tu da principio dimori ..."

Nella letteratura mandea abbondano le versioni della chiamata di risveglio, indirizzata sia ad Adamo (non identico all'Uomo Primordiale), sia all'infinito numero di credenti del mondo. Il simbolismo collegato ad Adamo verrà preso in considerazione più sotto; qui diremo soltanto che il motivo biblico del suo sonno nel Giardino è trasformato in un simbolo della condizione umana nel mondo. Il seguente passo presenta uno stretto

parallelismo con le versioni manichee:

"Essi crearono il messaggero e lo mandarono al capo delle generazioni. Egli chiamò con voce celeste nel tumulto dei mondi. Alla chiamata del messaggero, Adamo, che giaceva là, si svegliò ... e venne incontro al messaggero: "Vieni in pace, tu messaggero, inviato della Vita, che sei venuto dalla casa del Padre. Come sta salda nei suoi luoghi la cara splendida Vita! E come sta qui in lamento la mia forma tenebrosa!". Allora il messaggero replicò: "Tutti ti ricordano con amore e ... mi hanno mandato da te. Sono venuto e ti istruirò, Adamo, e ti libe- rerò da questo mondo. Porgi orecchio e ascolta e sii istruito, e sali vittorioso al luogo della luce" " (Il Libro Mandeo di Giovanni,57).

L'istruzione menzionata qui è spesso inclusa nella chiamata come spiegazione del comando "Non dormire", e talvolta si prolunga in lunghe omelie morali che assorbono l'intero contenuto della chiamata e per la loro lunghezza fanno della situazione di base una semplice finzione letteraria.

"Un Uthra chiama dal di fuori e istruisce Adamo, l'uomo. Egli parla ad Adamo: "Non riposare e non dormire e non dimenticare quello di cui il Signore ti ha incaricato. Non essere un figlio della casa e non essere chiamato un peccatore nel TibiI. Non amare ghirlande dal piacevole profumo e non prendere piacere in una donna avvenente ... Non amare la concupiscenza né le ombre ingannatrici ... Nel tuo andare e venire, guarda di non dimenticare il tuo Signore [ecc. ecc.]. .. Adamo, osserva il mondo, che è cosa del tutto senza sostanza, ... nel quale non devi riporre alcuna fiducia. Le bilance sono preparate, e tra migliaia essi scelgono una [sola anima] ... Le ghirlande profumate appassiscono, e la bellezza della donna diventa come se non fosse mai stata ... Tutte le opere passano, hanno la loro fine e sono come se non fossero mai state" " Talvolta la chiamata di risveglio è immediatamente connessa con l'ingiunzione di lasciare il mondo: è al tempo stesso il messaggio di morte ed è quindi seguito dall'ascesa dell'anima, come nell'esempio seguente.

"Il Salvatore si avvicinò, stette al capezzale di Adamo, e lo svegliò dal suo sonno. "Sorgi, sorgi, Adamo, metti via il tuo corpo vile, il tuo vestito di creta, i ceppi, la catena ... , perché è giunto il tuo tempo, la tua misura è piena, per partire da questo mondo ... " " (Ginza 430). Talvolta l'intero contenuto della chiamata è concentrato nella sola ammonizione di essere vigilante su se stesso:

"Ho mandato una chiamata nel mondo: ogni uomo sia vigilante su se stesso. Chiunque è vigilante su di sé sarà salvato dal fuoco divoratore" (Ginza 58).

La formula tipica di risveglio è passata anche nel Nuovo Testamento, dove si ritrova in Efesini. 5, 14 come citazione anonima:

Per concludere citiamo dal Poimandres a versione ellenistica della chiamata di risveglio, che è stata distaccata dal mito ed è usata come mezzo stilistico di esortazione etico- religiosa.

"O popoli, uomini terrestri, che vi siete abbandonati all'ebbrezza e al sonno e all'ignoranza di Dio, diventate sobri, mettete fine alla vostra ubriachezza, all'incanto del sonno irrazionale!. .. Perché, o uomini terrestri, vi siete dati alla morte, voi che eravate investiti del potere di condividere l'immortalità? Cambiate le vostre vie, voi compagni di viaggio dell'errore e compagni dell'ignoranza; abbandonate la luce tenebrosa [cioè il cosmo], prendete parte all'immortalità e lasciate la corruzione" (Corpus Hermeticum I, 27 S.).35

Nel documento Il ritorno dello gnosticismo (pdf) (pagine 115-119)

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