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I punti di divergenza tra Gnosticismo e Cristianesimo ortodosso

Nel documento Il ritorno dello gnosticismo (pdf) (pagine 62-66)

Numerosi erano i punti di divergenza che i Padri della Chiesa dei primi secoli individuarono tra il cristianesimo di quella che sarà la Chiesa Cattolica e il cristianesimo degli Gnostici.

Gli Gnostici, come già detto, divergevano in modo fondamentale dai cristiani ortodossi sul problema della successione apostolica. I vescovi cristiani sono, nell'insegnamento della Chiesa i veri successori degli Apostoli, attraverso una

successione ininterrotta che risale ai primi compagni di Cristo e all'investitura che, a differenza di tutti gli altri, egli diede loro visitandoli corporealmente dopo la sua morte e resurrezione. Tutti gli altri cristiani hanno sperimentato dellevisioni, che non possono legittimare il passaggio dei poteri.

Gli gnostici non celebravano l'Eucaristia o altri pasti rituali in commemorazione della morte di Cristo, perché per essi non era attraverso la sua morte che l'umanità era stata salvata, ma attraverso la sua incarnazione.

La visione dell'uomo come peccatore è alquanto diversa nel pensiero gnostico e in quello cristiano ortodosso: per quest'ultimo il peccato originale può essere rimosso

dall'uomo, mentre per gli Gnostici l'uomo naturale è del tutto corrotte e assolutamente non redimibile

I Vangeli canonici e gli insegnamenti della Chiesa riservano una particolare attenzione ai rapporti interpersonali. Il Gesù dei Sinottici e Paolo pongono l'amore per il prossimo al disopra di tutte le altre virtù, mentre agli Gnostici interessa molto di più il rapporto verticale con la divinità o il rapporto col proprio sé, e anzi, secondo la loro caratteristica visione, la salvezza non può venire dall'uomo o dai rapporti con l'uomo, che è un essere ilico e totalmente corrotto.

La dottrina del sacrificio salvifico è estranea agli gnostici. La passione di cristo è dovuta all'odio degli Arconti è non ha valore redentivo. Il Messia o Salvatore agisce tramite l'illuminazione dell'anima del fedele, che è un evento atemporale, che si verifica individualmente quando la persona è pronta ed è diverso per ciascuno, perché, come dicono gli Ismailiti, è commisurato al grado di evoluzione spirituale conseguito. Gli gnostici parlano di "chiamata" per alludere a una esperienza individuale, ad uno "svegliarsi dal sonno". La chiamata si identifica con la

comunicazione della gnosi, della conoscenza del proprio destino. Nelle narrazioni può avere la forma del saluto. Talvolta si dice che la chiamata è "ad Adamo", cioè al principio di luce che è in noi

Nel cristianesimo ortodosso Dio è essenzialmente visto come esterno al sé. Invece la via della gnosi è una conoscenza del dio entro di sé.

Oltre gli angeli, e superiore ad essi, gli Gnostici hanno una molteplicità di divinità, gli Eoni, che compongono il Pleroma. Queste tracce politeistiche sono completamente assenti nel Cristianesimo ortodosso, che si rifà più strettamente al monoteismo

ebraico.

La fede cristiana ortodossa è pistis, cioè un credere fiducioso in base alla testimonianza apostolica, che qualcosa è stato, è e sarà; la rivelazione del dio dell'antico testamento si manifesta con gli atti di potenza, con cui si rivela il dio potente che ripara i torti, porta in salvo Israele, ecc. Anche nei Vangeli l'annuncio di Cristo è tramite le sue opere, i segni, le guarigioni.

La fede giudaica è emunah, fiducia nel patto.

"Islam" significa "sottomissione" alla parola di Allah, come espressa dal suo messaggero Maometto.

Ma la gnosi non è un "credere che", una "fiducia in" o una "sottomissione", quanto piuttosto una mutua conoscenza, un simultaneo essere conosciuto di Dio e da Dio.Lo gnosticismo, come nota Mircea Eliade, con il suo cosmo governato dagli astri, rimane estranea alla rivoluzione operata a proposito del destino dipendente dagli astri dal cristianesimo ortodosso, che ha distrutto il destino individuale, astrologico, per ripristinare la libertà umana e rendere l'uomo solidale con un destino collettivo, adamitico, e non magico, cosmico.

Nello gnosticismo e nei sistemi di pensiero affini, non c'è una sola figura: molte divinità possono aiutare il fedele a salire, e questo è un netto punto di differenza.La natura solitaria della ricerca gnostica di dio si contrappone all'affermazione di

Matteo: "là dove due o tre sono radunati in mio nome là sono io".

Un documento gnostico suona invece: "Cristo disse: là dove ci sono due essi non sono senza Dio; e dove c'è uno solo, io sono con lui. Alza la pietra e mi troverai, spacca il legno e io sono là". Lo scopo è chiaramente di legittimare la comunione privata con Dio così cara all'animo gnostico. Non c'è un reale bisogno per l'altro.

Gli gnostici fanno riferimento al detto del Cristo: "il regno dei cieli è dentro di voi". Un documento dello stesso papiro dice: "Il regno dei cieli è entro di voi: e chi conosce se stesso lo troverà"

Gli gnostici enfatizzano il rapporto verticale con Dio anziché il rapporto orizzontale con gli altri, ciò che è tipico dei mistici. Ricerca di Dio come ricerca interiore, ricerca del Sé. Il culto comunitario non riveste la posizione centrale che ha nel cristianesimo ortodosso

Nel Vecchio Testamento l'uomo santo non è colui che medita sul Sé, ma colui che medita la legge di Dio o su Dio o sulle opere di Dio. La parola ebraica per la

meditazione è hagah, che vuol dire "muovere le labbra". Quando il salmista medita lo fa su una legge, un gesto o un evento di Dio.

Per la Bibbia è inconcepibile che la meditazione produca una scoperta di Dio tramite la scoperta del Sé, perché il Dio di Israele è esso stesso lo scopritore. E' Dio che ha cercato Israele e l'ha eletto suo popolo, e non il contrario. E' il moto di Dio verso la creatura che viene enfatizzato nel Vecchio Testamento, non il contrario

In modo non dissimile, tutto il Corano può essere letto come meditazione sulle opere di Dio

Nel Vecchio Testamento Dio convoglia i suoi messaggi attraverso i profeti o manifestandosi a Mosé e ai patriarchi, e manifesta le sue leggi e il suo volere. Non illumina le singole persone.

Quando invece gli esseri umani sono percepiti in termini individualistici, non relazionali, non dipendenti da nessun'altra creatura nella loro ricerca per Dio, ne segue che anche Dio è isolato e non-relazionale. Se noi troviamo Dio tramite autocoscienza, Dio è più o meno un riflesso di noi stessi.

Gli gnostici negano qualsiasi comunicazione tra Dio e l'uomo. Dio è inaccessibile. Dio non va verso l'uomo, ma l'uomo verso dio. Ovviamente gli gnostici rigettano

la provvidenza

In nessun punto è detto in Basilide e Valentino che "dio è amore". Si enfatizza la conoscenza ma non l'amore

Viene fatta scarsa menzione all'aiuto reciproco, al missionarismo, al cristiano che guida il cristiano ("se uno dà scandalo prendetelo da parte…") e simili

All'affermazione: "ciò che farete al più piccolo di questi lo farete a me" si contrappone: "ciò che farete a voi lo farete a me"

Invece, nella teologia paolina la salvezza richiede non conoscenza, ma fede, speranza e carità. In un passo famoso, probabilmente diretto contro gli gnostici, Paolo dice: "se anche conoscessi tutti i misteri e possedessi tutta la conoscenza, ma non avessi

l'amore, io sarei niente. Le lingue taceranno, la conoscenza svanirà. Perché la nostra conoscenza è imperfetta".

Dice Giovanni: "se diciamo che siamo senza peccato inganniamo noi stessi, e la verità non è in noi… E saremo sicuri che lo conosciamo da questo, se osserviamo i suoi comandamenti. Colui che dice, 'Io lo conosco' ma disobbedisce ai suoi comandamenti è un bugiardo, e la verità non alberga in lui". E i comandamenti sono quelli

dell'amore: l'autore prosegue a dire che colui che dice di amare dio ma non ama il suo fratello è un mentitore

Il problema della salvezza è visto in modo radicalmente diverso dai cristiani ortodossi e dagli Gnostici.

Nel Vecchio Testamento viene enfatizzata la retta azione (il fas degli antichi romani), il patto comunitario di Dio, la parola di Dio convogliata a tutta Israele tramite i profeti. Dio interviene nella storia per salvare il suo popolo.

Secondo gli Gnostici, invece, la salvezza è un fenomeno atemporale che avviene all'interno di ogni individuo. Dio non era unione di umano e divino.

Gli gnostici o erano docetisti (cristo era un fantasma o corpo incorruttibile) o

parlavano di eoni che avevano abitato il corpo di un Cristo terrestre. Come docetisti era per loro difficile accettare che la risurrezione dai morti e l'incorruttibilità fossero avvenuti in un dato momento storico

La salvezza gnostica, come dice Gilles Quispiel, è una questione di vivide emozioni e di esperienza personale. Laddove le Scritture canoniche parlano di un Dio che salva un popolo, che lo salva collettivamente, riscattando il peccato originale per tutti e portando la provvidenza per tutti. Dio, come Cristo, agisce potentemente nella storia, salva il popolo eletto dai pericoli, lo libera dalla schiavitù egizia, gli trova una terra promessa. Gli gnostici invece danno rilievo ai passi della Bibbia che parlano della conoscenza che Cristo porta.

Pare che alcuni gnostici, come Eraclione e Valentino, vedessero la vicenda del Cristo come allegorica di una vicenda atemporale che avviene entro di noi.

La rivelazione delle scritture sul Cristo storico e ciò che disse non aveva per gli gnostici grande ruolo, perché era il contatto personale col Cristo eonico che li salvava Inoltre, nello gnosticismo e nei sistemi di pensiero affini, non c'è una sola figura: molte divinità possono aiutare il fedele a salire verso il cielo.

Giudaismo e cristianesimo vedevano il problema della salvezza nel peccato, nel non rispettare le leggi di Dio. Gli gnostici lo vedevano nell'ignoranza, dovuta non a loro colpa. "L'ignoranza del Padre produsse angoscia e terrore. E l'angoscia si fece solida come una nebbia che fece sì che nessuno fosse più in grado di vedere" (Vangelo della Verità)

La salvezza cristiana ha una importante dimensione collettiva. Il vescovo Leslie Newbin parla invece per gli Gnostici di "cristianesimo individualistico" ed osserva criticamente: "L'oggetto a cui la grazia di Dio è diretta è l'intera creazione e l'intera famiglia umana, non le anime umane concepite come miliardi di monadi separate, ciascuna distaccata dal suo posto nel tessuto del mondo umano e naturale"

Mentre gli gnostici rifiutano qualsiasi positività delle esperienze terrene, ci sono continui accenni, nella interpretazione ortodossa, ad esempio nella tradizione paolina, alla positività delle esperienze e in particolare della sofferenza per la maturazione dell'individuo. D'altro canto, la Chiesa non ammette il suicidio: se Dio ci ha dato la vita, vuol dire che va vissuta perché ha un valore positivo, anche se al momento non possiamo vederlo.

Gli gnostici hanno seri problemi ad accettare il Vecchio Testamento, come parola di Ialdabaoth, il Dio malvagio

Per la Bibbia la creazione è buona e le sue azioni giuste. Nessuno può criticare Dio. Giobbe viene rimproverato per essersi lamentato della sua sorte.

contraddice direttamente gli gnostici. Giovanni dice che la seconda personal il Logos, era con Dio nella creazione.

Questo è ribadito anche da Paolo nell'Epistola ai Colossesi: "Perché tutte le cose sono state create in Cristo, in cielo e sulla Terra, visibili e invisibili… tutto fu creato per lui e attraverso di lui". Gli gnostici negano invece qualsiasi rassomiglianza, la radicale assenza di contatto tra Dio e il cosmo

La Bibbia parla della Sapienza, personificandola, e facendole dire: "Io ero con Dio quando lui costruiva l'universo". Ma questo non è accettabile per gli

gnostici: Pistis Sophia solo con un pervertimento ha partecipato alla creazione del mondo materiale

Il matrimonio, per gli Gnostici, non è il simbolo dell'unione di Cristo e della chiesa, ma dell'anima con il Pleroma

Mentre la Chiesa cristiana ortodossa è strutturata rigidamente in modo gerarchico, in conseguenza della successione apostolica dei Vescovi, che hanno preminenza sugli altri cristiani, la comunità degli gnostici è una comunità fluida di uguali, tutti illuminati dalla conoscenza personale e non dipendenti da una autorità esterna. Questa indipendenza giunge, come si vedrà altrove, a forme estreme di antinomismo o rigetto della Legge.

Il punto di vista degli gnostici sulla salvezza è senza dubbio più vicino (anche se con significative differenze) alla posizione protestante sulla predestinazione che a quello cristiano ortodosso. Come già detto, alcune correnti gnostiche sembrano addirittura avere un concetto etnico di salvezza, destinata ad una sola delle razze che si sono originate dopo il diluvio.

Il credo gnostico è esoterico: l'interpretazione gnostica dei Vangeli canonici e dell'Antico Testamento è una interpretazione segreta, mentre il cristianesimo

ortodosso enfatizza la accessibilità a tutti del messaggio del Cristo il quale, se parla in parabole, lo fa per manifestare e spiegare il suo messaggio.

La dignità dell'anima, secondo gli gnostici, è quella del più alto Pleroma. L'anima umana ha rango divino. Nell'ismailismo è addirittura la terza intelligenza emanata dalla divinità inconoscibile

Gli gnostici enfatizzano una teologia apofatica o negativa: Dio è inconoscibile, la parola umana può solo dichiarare ciò che egli non è. La divinità con cui entrare in un rapporto personale, che si concede all'adorazione è (ad esempio per gli Ismailiti) la prima emanazione dell'Uno Inconoscibile.

La dottrina del Logos e la figura della Sapienza nelle Sacre Scritture

Nel documento Il ritorno dello gnosticismo (pdf) (pagine 62-66)

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