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L'atteggiamento della Chiesa verso la sessualità

Nel documento Il ritorno dello gnosticismo (pdf) (pagine 72-77)

Poiché non c'è nulla di così "terrestre" o legato alla riproduzione degli uomini sulla Terra come la sessualità non è difficile capire perché gli gnostici, in larga parte, fecero tutto il possibile per interpretare le Sacre Scritture in modo antisessuale.

Molti hanno voluto vedere nella posizione innegabilmente misogina di una parte del pensiero cristiano ortodosso una influenza gnostica, a partire dall'apocrifo paolino I

Timoteo ("le donne stiano in silenzio e non esercitino autorità sugli uomini").

L'ideale della verginità non è originariamente un ideale cristiano. Il taumaturgo Apollonio di Tiana (I secolo d.C.), così riferisce il suo biografo Filostrato, ha fatto voto di castità e vi è stato fedele per tutta la vita. E lo scienziato Plinio il Vecchio, che perì durante l'eruzione del Vesuvio del 79 d.C., loda come esemplare l'elefante che si accoppia soltanto ogni due anni (Naturalis historia 8,5). Plinio si riferisce qui al modello ideale, dominante al suo tempo. Presso i teologi cristiani e nella letteratura cristiana di edificazione il casto elefante di Plinio avrebbe goduto di grande e duratura fortuna. Così lo incontriamo nelle opere di Riccardo di San Vittore (morto nel 1173 circa), di Alano di Lilla (morto nel 1202), in una summa anonima del XIII secolo (Codex Latinus Monacensis 22233), nelle opere del domenicano Guglielmo Peraldo (morto prima del 1270). Il vescovo di Ginevra Francesco di Sales (morto nel 1622) cita l'elefante nell'opera di spiritualità Introduzione alla vita devota del 1609. E l'elefante è sempre portato a modello per gli sposi.

Francesco di Sales scrive: "E solo un goffo animale, e tuttavia il più dignitoso di questa terra e il più giudizioso [ ... ] non cambia la sua femmina e ama teneramente quella che ha scelto e con essa si accoppia tuttavia una volta ogni tre anni e ciò solo per cinque giorni, e stupisce che mentre si accoppia non si fa vedere; si mostra poi al sesto giorno, e subito si dirige verso il fiume, in cui egli lava tutto quanto il suo corpo, e non ritorna nel branco se non si è prima purificato. Non è questo un retto e giusto comportamento?" (3,39). L'esaltazione cristiana della castità ha spinto Francesco di Sales ad aggiungere un ulteriore anno di castità all'elefante di Plinio. Nell'autore latino si legge: "Per pudore non si accoppiano se non di nascosto [ ... ] lo fanno

soltanto ogni due anni e non più a lungo di cinque giorni, come viene riferito. Nel sesto si lavano nel fiume, e solo dopo essersi lavati tornano nel branco. Non conoscono adulterio"(Naturalis historia 8,5).

Troviamo di nuovo l'elefante nelle Storie di Anna Caterina Emmerich sulla vita di Gesù, scritte da Clemens von Brentano, libro venduto bene nelle librerie cattoliche e letto volentieri da certe persone pie; l'elefante è qui presente addirittura nella

predicazione di Gesù e compare in numerosi passi delle visioni; per esempio "Gesù parlò anche della grande corruzione della procreazione tra gli uomini e come dopo il concepimento bisogna contenersi; e a prova di quanto gli uomini per questo aspetto siano inferiori agli animali più nobili, citò la castità e l'astinenza degli elefanti" (dettato il 5 novembre 1820). La giovane coppia delle nozze di Cana ne resta

profondamente impressionata. "Alla conclusione del banchetto lo sposo avvicinò Gesù a tu per tu e umilmente parlò di come avesse sentito morire in sé ogni desiderio

carnale e volentieri avrebbe potuto vivere con la propria moglie nell'astinenza, se essa glielo avesse permesso, e anche la sposa, da sola, avvicinò Gesù e gli disse la stessa cosa, e Gesù chiamò entrambi e parlò con loro del matrimonio e della purezza gradita a Dio" (dettato il 2 gennaio 1822). A proposito della monaca Anna Caterina, morta nel 1824 dopo aver ricevuto le stigmate e le visioni, il giornale cattolico "Offertenzeitung" scrive nel settembre 1978: "Non esiste contrasto più stridente di quello che passa fra il godere di questo mondo da parte dei nostri contemporanei che non pregano, e

l'amore, le sofferenze e l'espiazione di questa seguace di Cristo che vive

completamente immersa in Dio". L'"Offertenzeitung" spera che "presto questa grande serva di Dio possa essere beatificata".

La valutazione negativa del piacere sessuale che domina nella Stoà e caratterizza i primi due secoli dopo Cristo viene ulteriormente rafforzata dall'irruzione del

pessimismo che, poco prima dell'era cristiana, era penetrato in Occidente

dall'Oriente, probabilmente dalla Persia, e si accingeva a diventare il più temibile concorrente del cristianesimo. Questo movimento, che si definì gnosi (conoscenza), credeva di aver riconosciuto la nullità e la malvagità di ogni essere; predicava

l'astensione dal matrimonio, dalla carne e dal vino. Già il Nuovo Testamento prende posizione contro la gnosi e il suo disprezzo per la vita. La prima lettera a Timoteo termina con la frase: "O Timoteo, [ ... ] evita le chiacchiere profane e le obiezioni della cosiddetta gnosi". Per gli gnostici il corpo è un cadavere dotato di sensibilità, il

sepolcro che ci si porta appresso; il mondo non ha origine da un Dio buono, ma da demoni; solo l'anima dell'uomo, cioè il suo vero essere, il suo io, viene come una

scintilla di luce da un altro mondo, un mondo di luce; essa fu fatta prigioniera da forze demoniache ed esiliata in questo mondo di tenebre; l'anima dell'uomo si trova cosi in un paese straniero, in territorio nemico, incatenata nell'oscura prigione del corpo; sedotta dallo strepito e dalle gioie del mondo, corre il pericolo di non ritrovare più la strada verso il Dio della luce da cui ha avuto origine; i demoni infatti cercano di stordirla, perché, senza la scintilla di luce, il mondo creato da loro ricade nel caos e nelle tenebre.

La gnosi rappresenta l'appassionata protesta contro l'idea che l'essere-nel-mondo sia buono. Essa è dominata da un profondo pessimismo, opposto alla visione della vita della tarda antichità. Certo era abituale presso i greci la svalutazione della materia - già Platone parla del corpo come carcere dell' anima(Gorgia) -, ma il cosmo (il cui etimo dice bellezza e ordine, vedi "cosmetica"] era una struttura omogenea e

ordinata, dal basso all'alto, senza frattura tra materia e spirito. La demonizzazione di ogni realtà corporea e materiale è sconosciuta prima dell'irruzione della gnosi. Questa irruzione della negatività fu tanto forte da trasformare l'antica visione della vita. Le ricerche sulla gnosi hanno invalidato la rappresentazione dell'antichità del classicismo tedesco. La filosofia neoplatonica (di grande importanza per Agostino), che si sviluppò nella prima metà del III secolo d.C. e fu caratteristica della fine del pensiero antico, è influenzata dalla gnosi nella sua comprensione della vita e nel suo atteggiamento nei confronti di essa. Plotino (morto nel 270), ispiratore del neoplatonismo, ha scritto sì un'opera contro gli gnostici, ma è pur sempre rimasto contagiato in larga misura dal pessimismo gnostico e dalla sua fuga dal mondo. "Sembrava vergognarsi di avere un corpo", scrive il suo biografo Porfirio (Vita di Plotino). Il neoplatonismo esigeva dai suoi seguaci una vita casta e ascetica. Pressappoco come nel caso del cattolicesimo: il neoplatonismo fu viziato dall'avversione gnostica per il corpo, pur avendo

inizialmente combattuto contro la gnosi.

L'ascesi è estranea a tutto l'ebraismo fino all'irruzione della gnosi, come accade ad esempio nella setta di Qumran. Il mondo e la materia non sono cattivi. Trascendere la realtà terrena e negare la vita non è considerato dagli ebrei un'azione devota. Infatti la fedeltà dell'ebraismo a un unico Dio buono come creatore di ogni essere ha mitigato il pessimismo e il rifiuto del mondo dell'influsso gnostico sulla setta di Qumran.

Nell'ebraismo dell'Antico Testamento non c'è ombra di pessimismo sessuale. Tuttavia molti cattolici lo vedono ancorato già nell' Antico Testamento, e precisamente nel libro di Tobia, scritto. intorno al 200 a.C. ,Ad aver dato questo fondamento biblico all'ascesi sessuale è stata l'opera del padre della chiesa Girolamo (morto nel 419-20). Nella sua traduzione della Bibbia in latino (Vulgata), che la chiesa cattolica considera fino ad oggi traduzione autentica, manipolò il testo in funzione del suo ideale di verginità. Il dizionario cattolico Wetzer-Welte (1899) scrive che Tobia nella sua prima notte di nozze sfuggì alla morte "per la sua castità". Già sette mariti di sua moglie Sara, infatti, erano morti uno dopo l'altro nella prima notte di nozze, e anche per Tobia era

già stata scavata la fossa. Ma egli sopravvisse. Mentre nel testo originale sta scritto che la prima notte marito e moglie dormirono insieme, secondo Girolamo Tobia aspetta tre notti (più tardi chiamate •• le notti di Tobia") prima di unirsi a Sara. E quando, dopo tre notti di preghiera, le si avvicina, pronuncia le parole di Girolamo, non quelle ebraiche, quando prega in questi termini: "Ora, o Signore, tu sai che io prendo questa mia sorella in moglie non per lussuria ma per desiderio di una discendenza" (Tb. 8,7). Questa espressione manipolata di Tobia è stata citata fino ad oggi da tutti i teologi rigoristi per sostenere l'esclusività del fine procreativo del matrimonio. La frase originaria che Tobia cita da Genesi 2,18, "non è cosa buona che l'uomo resti solo", il monaco Girolamo la omette semplicemente per non confondere sull'esclusivo fine procreativo del matrimonio. Nelle più recenti traduzioni cattoliche della Bibbia le aggiunte e le omissioni di Girolamo sono state annullate. E sono ormai acqua passata i tempi in cui in Francia il vescovo di Amiens e il parroco di Abbeville pretendevano dai novelli sposi il pagamento di un permesso se non intendevano osservare le tre notti di Tobia, ma volevano avere rapporti sessuali già nella prima notte. Voltaire (morto nel 1778) vedeva peraltro una relazione tra la tassa per il vescovo di Amiens e il

cosiddetto ius primae noctis, prerogativa del signore feudale che, in occasione del matrimonio delle sue suddite, aveva il diritto di accoppiarsi per primo con loro nella prima notte di nozze. In effetti, tra l'astinenza per volontà di Dio del giovane sposo, come essa è descritta (dalla penna di Girolamo), l'astinenza del neomarito per il diritto prioritario del signore, come si manifesta nello ius primae noctis, e infine il tributo da versare al vescovo può esistere un nesso. L'idea è la stessa: il diritto della prima notte di nozze spetta in primo luogo al signore supremo, al dio signore. Per gli evangelici peraltro tutto il libro di Tobia, con o senza le notti di Tobia, non appartiene all'Antico Testamento, ma ai cosiddetti scritti apocrifi (non canonici).

Dopo il rinvenimento, nel 1947, dei manoscritti di Qumran sul Mar Morto, possiamo farci un'idea più precisa di questa setta che viveva nel deserto ai tempi di Gesù e che era nota fin dall'antichità col nome di esseni. L'influsso della gnosi e della sua ascesi in campo sessuale, dì per sé estranea all'ebraismo, si manifesta chiaramente in questa setta. Non si tratta di una vera e propria comunità monastica (a questa comunità apparteneva infatti anche gente sposata), ma l'ampio cimitero a oriente di Qumran dimostra che i membri a pieno diritto e più influenti erano monaci. La disposizione delle tombe testimonia la superiorità dei non sposati e l'inferiorità delle donne e dei bambini. L'insediamento fu totalmente distrutto dai romani nel 68 d.C.

L'idea ebraica di una creazione buona da parte di un Dio creatore buono fu

pesantemente compromessa dall'influsso gnostico. Secondo Qumran il mondo è regno di Satana. Un simile modo di esprimersi lo si riscontra anche nel vangelo di Giovanni. Malgrado tutte le polemiche contro la gnosi, l'influsso gnostico è infatti significativo anche nel Nuovo Testamento, senza che in esso e nella setta ebraica di Qumran l'idea ebraica di un unico Dio buono venga meno.

Della setta di Qumran (gli esseni) lo storico ebreo Giuseppe Flavio (morto nel 100 d.C. circa) scrive: gli esseni, "giudei di nascita [ ... ] si astengono dai piaceri come da un male e praticano la temperanza come una virtù. Disprezzano il matrimonio, adottano perciò i figli degli altri quando sono ancora malleabili allo studio [ ... ], si difendono dalla lascivia delle donne perché sono convinti che nessuna di esse rimanga fedele a uno solo [ ... ]. Né grida né bisticci disturbano la quiete della casa [ ... ]. Il silenzio che regna là dentro dà l'impressione a quelli che sono fuori di un mistero che merita timore. Questo silenzio è frutto di una sobrietà costante e dell'esercizio di prendere cibo e bevande solo nella misura necessaria [ ... ]. Sono fortemente persuasi che i corpi si corrompono e che non durano gli elementi di cui sono composti, mentre le anime

sono immortali e vivono per sempre [ ... ]; a riguardo delle anime pensano che esse discendano da un etere molto leggero [ ... ]; quando sono liberate dai ceppi della carne si sentono come rimesse in libertà da lunga prigionia e volano verso l'alto con grande gioia [ ... ]. Ma vi è anche un altro gruppo di esseni [ ... ] convinti che chi non si sposa è come se amputasse la parte principale della vita, la sua propagazione; essi ritengono anzi che se tutti la pensassero a quel modo', presto il genere umano scomparirebbe. Essi pertanto sottopongono le loro future spose a una prova che dura tre anni, e quando queste [ ... ] hanno dimostrato la loro fecondità, si conclude il matrimonio. Con la moglie rimasta incinta si astengono dall'avere rapporti sessuali,e da ciò si deduce che non si sono sposati per il piacere, ma per avere figli" (La guerra

giudaica II,8,2-13).

Mentre la setta di Qumran, per influsso gnostico non ebraico, rifiuta nettamente il matrimonio, troviamo in Filone di Alessandria, filosofo ebreo-greco e contemporaneo di Gesù, una sintesi del pensiero ebraico e greco. All'inizio dell'era cristiana questo ebreo colto getta un ponte fra il mondo ebraico e quello greco, fra la fede ebraica e la filosofia greca e tenta, sotto il forte influsso dei filosofi greci, di rendere comprensibile la Bibbia ebraica ai contemporanei non ebrei. E questa mescolanza ebreo-greca (soprattutto stoica) dà l'impressione che Filone sia già il primo padre della chiesa cristiana, almeno per quanto riguarda la concezione del matrimonio. Egli rimane però ebreo nel senso che non accetta l'ideale della verginità che andava sviluppandosi nel primo cristianesimo.

Secondo Filone, l'egiziano Giuseppe dice alla moglie di Putifar che lo tenta: "Noi discendenti degli ebrei abbiamo particolari costumi e leggi. Noi, concluso il

matrimonio, ci presentiamo casti a vergini caste e ci proponiamo come scopo non il piacere carnale, ma la procreazione di figli legittimi" (Su Giuseppe 9,43). Nella sua spiegazione della legge mosaica sull'adulterio, Filone parla di "uomini lussuriosi, che nella loro passione esuberante praticano un rapporto sessuale troppo libidinoso non con altre donne ma con le proprie mogli" (Sulle leggi particolari 3,2,9). Filone ritiene che il rapporto sessuale nel matrimonio debba avvenire solo in vista della

procreazione, non del piacere sessuale. Egli elogia perciò la poligamia di Abramo, perché questa era, cosi pensa Filone, determinata non dal desiderio del piacere ma dalla volontà di Abramo di aumentare la sua discendenza. Nella convinzione che il senso e lo scopo del matrimonio sia soltanto la procreazione, Filone fa poi un ulteriore passo rispetto ai greci e agli ebrei prima di lui: se qualcuno conosce la sterilità della donna da un precedente matrimonio di lei e ciononostante la sposa, allora "egli ara una terra magra e pietrosa", lo fa soltanto per l'appetito sessuale e ciò è da

condannare. Qualora la sterilità della donna si rivelasse una volta concluso il

matrimonio, sarebbe però scusabile se l'uomo non ripudiasse la propria moglie. Le ul- time vestigia di questa concezione del matrimonio quale comunità per la procreazione furono abolite dal diritto canonico cattolico solo nel 1977: neppure per l'uomo è più indispensabile la capacità di generare; perché un matrimonio sia considerato valido è necessaria soltanto la capacità di avere rapporti.

Filone condanna duramente la contraccezione: "Coloro che nell' accoppiamento provocano la dispersione del seme sono senza ombra di dubbio nemici della

natura" (Sulle leggi particolari 3,36). E per la sterilità del loro atto sessuale condanna duramente anche gli omosessuali: "Come un cattivo contadino, l'omosessuale fa restare una terra fertile infruttifera e si affatica con terre da cui non si aspetta alcun frutto". Filone, che riguardo a molti problemi pensava come i greci, nella sua

avversione all'omosessualità è completamente ebreo: "Contro questi uomini si deve procedere in maniera spietata secondo la prescrizione della Legge; un effeminato che

falsifica il conio della natura deve essere senz'altro ucciso e non deve restare in vita né un sol giorno né una sola ora perché disonora se stesso, la sua famiglia, la sua patria e tutto il genere umano [ ... ] perché segue il piacere contro natura e da parte sua mira a spopolare completamente le città [ ... ] quando disperde il proprio seme" (Sulle leggi

particolari 3,37-42).

Teologia apofatica

Esiste una corrente di pensiero apofatico nel cristianesimo ortodosso, rilevabile in opere antiche molto diffuse, come La Nube dell'Inconoscenza così come nelle opere di mistici moderni come San Giovanni della Croce. Questo concorda pienamente con il punto di vista, che gli Gnostici spartiscono con i Neoplatonici, sulla inconoscibilità assoluta della divinità suprema

Molta parte della dottrina cristiana è apofatica nella sua essenza. La teologia ortodossa si è chiarita e determinata in moltissimi casi seguendo la "via media" contrassegnata dagli estremi delle eresie. Sembra quasi di sentire l'avvertimento indiano "neti! neti!" "non questo! non quello!". Non a caso il filosofo talvolta è

irritato e insoddisfatto di questo modo di procedere. Guido de Ruggiero, nell'esporre il pensiero tridentino ironizza sulla "inconsistenza" di una linea di pensiero più attenta a distinguersi e a non-determinarsi nelle forme dell'eresia (in quel caso protestante) che ad approdare a formulazioni positive.

Nel documento Il ritorno dello gnosticismo (pdf) (pagine 72-77)

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