Cosmicamente, i testi gnostici raffigurano gli intelletti degli eroi (Zoroastro, Marsane, ecc.) che lasciano i loro corpi e viaggiano verso l'alto attraverso i regni celesti, guidati e
istruiti da angeli o altri esseri superiori. Qui gli gnostici mutuano elementi
dall'apocalittica giudea, quale il secondo libro di Enoch che descrive appunto figure pie che sono guidate attraverso i cieli da uno o più angeli per avere infine la visione di dio stesso. Nel caso di Enoch la scrupolosità dell'eroe nel seguire la legge e nel rimanere fedele al dio di Israele lo rende degno dell'eccezionale ascesa e della visita dei cieli, ed egli ritorna dalla sua esperienza per esortare altri a vite pie e alla fedeltà a Dio. La combinazione di viaggio mistico platonico (si pensi al Sogno di Scipione descritto da Cicerone o alle estasi di Plotino) e apocalittica ebraica è un carattere peculiare del misticismo gnostico. Gli autori gnostici sostengono che l'intelletto umano ha la capacità di comprendere livelli sempre più elevati d'essere e che per innalzarsi alla visione di Dio è necessaria una rivelazione e una guida divina.
Nello Zostrianos l'eroe intraprende un percorso di studio e contemplazione e segue una serie di angeli che lo guidano in alto nei regni celesti. Zostriano stesso racconta che "per mezzo dell'intelletto" è stato capace di volgersi via dal mondo materiale, verso quello spirituale, e che questo ha comportato un programma di ascetismo, studio filosofico e insegnamento. Questo programma aiuta Zostriano a scorgere la banalità dell'ordinaria esistenza incarnata e a formulare domande circa la realtà più alta. A questo punto, l'"Angelo della conoscenza" gli appare e lo invita a passare attraverso i regni più bassi e ad ascendere al Pleroma. L'eroe abbandona il suo corpo fisico, entra in una nube luminosa e intraprende un complesso viaggio verso l'alto durante il quale parecchie figure divine gli offrono rivelazioni, è sottoposto a ripetuti battesimi e acquista una conoscenza dello stesso Spirito Invisibile.
L'avvento di un redentore e la rivelazione dall'alto non erano necessariamente in contrasto, nel pensiero gnostico, con tale misticismo, perché l'intelletto umano possiede la stessa struttura del Pleroma. La mente umana è una sorta di rappresentazione in miniatura degli eoni che sono stati emanati dalla divinità suprema, di cui spartiamo l'essenza spirituale, che in qualche modo, attraverso Iadalbaoth è passata dal Pleroma a noi. Per questa ragione gli Gnostici potevano anche contemplare Dio contemplando il proprio intelletto, come fa l'eroe de Lo Straniero. Lo Straniero, letteralmente: "quello di natura diversa" è un essere umano mitico, forse identificabile con quel Seth, che il racconto dei primi tempi considera "di altra discendenza", e cioè non dello stesso seme di Abele (Genesi5:3). Nel quarto secolo Epifanio sosteneva di conoscere sette cristiane (gli "Arcontici") che chiamavano Seth "lo Straniero". Quale che sia la sua precisa identificazione biblica, nell'opera sopra citata egli scrive al suo discepolo Messos (la cui etimologia è forse "uomo intermedio" o "intermediario") e descrive la sua ascesa mistica fino all'eone Barbelo e la serie di rivelazioni che a ricevuto dall'essere celeste Iouel. A differenza di Zostriano, lo Straniero non viene battezzato dagli Eoni, e le rivelazioni riguardano solo l'eone più alto, in particolare Barbelo. Quando lo Straniero raggiunge la vetta più alta della realtà, immediatamente al disotto dello Spirito Invisibile, Iouel conclude i suoi discorsi con la promessa che lo Straniero riceverà una rivelazione dell'Inconoscibile dopo un periodo di cento anni.
Senza scoraggiarsi, lo Straniero trascorre il secolo successivo a prepararsi attraverso un lavoro di progresso interiore e il suo sforzo è ricompensato quando è rapito fuori dal suo corpo e portato in un "luogo sacro", dove può scorgere gli esseri eterni e gli eoni di cui Iouel gli aveva parlato cento anni prima. Questi esseri lo istruiscono su come
praticare una forma di ascesa mistica che deve essere stata più realizzabile di un viaggio celeste per un concreto Gnostico del secondo o terzo secolo. Lo Straniero
impara a volgersi alla sua interiorità e a contemplare in sequenza le strutture della sua mente attraverso stadi sempre più astratti di "ritiro" interiore. Una allusione a tale pratica è fatta in Zostrianos, dove si afferma che la persona salvata può "ritirarsi
all'interno. Perché una tale persona diviene dio e ha rifugio in Dio". Gli esseri umani possono realizzarlo perché nell'intelletto umano sopravvive ancora qualche impronta o traccia dell'atto iniziale di auto-conoscenza da parte dello Spirito Invisibile, che
produsse l'emanazione del Pleroma. Praticando questa autocontemplazione lo Straniero ottiene la conoscenza degli aspetti dell'eone Barbelo (beatitudine, vitalità, realtà)
comprendendo se stesso "come realmente sono". Egli scopre Barbelo come "colui che esisteva in me". Riceve una visione dello Spirito Invisibile in un rapimento improvviso simile a quello del Simposio platonico, ma il suo desiderio di capire o afferrare la natura del dio supremo è soddisfatto da un discorso che descrive con completezza la natura inconoscibile di tale divinità. Alla fine, lo Straniero apprende che lo Spirito Invisibile si comprende non comprendendolo. Un essere eterno gli dice: "non tentare di
comprenderlo, perché è impossibile. Piuttosto, se attraverso la luce del pensiero ti avvenisse di capire, questo sarebbe non-comprenderlo". Da ultimo, lo Straniero si eleva alla conoscenza divina attraversando il proprio intelletto, e riceve la gnosi del dio supremo come dono.
Il resoconto dell'ascesa di Marsane, nell'opera dello stesso nome è molto frammentario. Come Zostriano e lo Straniero, Marsane ascende per mezzo di eoni come Barbelo ad una visione ineffabile (non-discorsiva) della divinità suprema. Avendo ottenuto la gnosi, Marsane ne fa partecipi altri Gnostici spiritualmente evoluti: "Perché sono io che ho contemplato colui che ha vera esistenza… Nono ho cessato di parlare dell'Auto- originato, perché non vi sia ignoranza dell'intera cosa". Riferimenti a "sigilli",
"lavaggi", "purificazioni" suggeriscono, anche qui, che il rituale del battesimo facilita l'ascesa, ma Marsane va oltre il battesimo, suggerendo che l'astrologia e lo studio e la pronuncia di segni alfabetici prepara la persona alla contemplazione e l'ascesa. L'opera potrebbe anche riferirsi all'uso rituale di immagini fatte di cera e pietre preziose. Qui gli Gnostici appaiono integrare nella loro spiritualità la teurgia, che è una pratica rituale destinata a facilitare l'ascesa dell'animo umano verso la contemplazione del divino o a provocare la discesa di creature superiori per manifestarsi agli esseri umani. La teurgia divenne popolare tra gli intellettuali Neoplatonici alla fine del terzo e nel quarto secolo. Utilizzate dagli Gnostici, queste pratiche potevano facilitare la
contemplazione consentendo la conoscenza di strutture cosmiche e fornendo la capacità di manipolare le divinità che reggono il cosmo.
E' improbabile che uno gnostico del secondo o terzo secolo fosse realmente riuscito ad anticipare in vita un viaggio per i regni celesti del Pleroma guidato da esseri eterni, ma i resoconti di Zostriano, Marsane e dello Straniero erano d'aiuto nella recezione della gnosi in molti modi. Anzitutto, gli Gnostici potevano ottenere una conoscenza teorica avanzata degli eoni del Pleroma, incluso Barbelo, attraverso le rivelazioni dettagliate che questi eroi leggendari ricevevano dalle loro guide angeliche e ciò che essi
riportavano di aver visto. Che tali rivelazioni venissero da ascese celesti e da fonti divine andava a supporto delle loro posizioni religiose. In secondo luogo, gli scritti citati forniscono indicazioni circa pratiche fondamentali che potevano preparare un
individuo per esperienze mistiche e rivelazioni di natura superiore, pratiche che includevano studio e ascetismo, e Marsane incoraggia la pratica teurgica per gli Gnostici più progrediti. Da ultimo, Zostriano e Marsane suggeriscono che il battesimo gnostico era uno strumento di conoscenza di dio e lo Straniero descriva un metodo di raccoglimento interiore e di contemplazione che può condurre alla conoscenza e persino ad una visione diretta dello Spirito Invisibile. I testi della mitologia gnostica
mostravano come la conoscenza umana del divino era stata perduta ma che rimaneva possibile per gli esseri umani, a dispetto della opposizione demoniaca, e Zostriano, Marsane e lo Straniero descrivevano come gli Gnostici potevano sperimentare il divino
qui ed ora.