• Non ci sono risultati.

Der Proceß: la colpa eterna La stesura del romanzo Der Proceß (le edizion

“Universo Kafka”

2.6 Le colonne del tempio kafkiano: Das Urteil, Der Proceß e Das Schloß.

2.6.2. Der Proceß: la colpa eterna La stesura del romanzo Der Proceß (le edizion

moderne presentano la grafia Der Prozeß) impegna Kafka per il periodo che va dall’agosto 1914 al gennaio 1915, in una fase piuttosto drammatica della sua esistenza in cui avverte in maniera ancora più marcata il senso di colpa. Uno degli eventi biografici che determina tale “panorama psicologico” è senz’altro lo

scioglimento del fidanzamento con Felice Bauer, poche settimane prima dell’inizio del lavoro al romanzo. Nei diari, il 23 luglio 1914, riferendosi alla rottura, Kafka parla, in maniera molto sibillina di «Gerichtshof im Hotel».56 Quattro giorni dopo, il 27 luglio,

definisce la lettera di congedo che scrive ai genitori «Ansprache vom Richtplatz».57

Su Kafka potrebbe avere influito la lettura, avvenuta negli anni immediatamente precedenti, del romanzo di Fëdor Dostoevskij Delitto e castigo. Un altro evento impossibile da trascurare, volendo considerare i fattori che possono aver agito

sull’idea del romanzo, è senza dubbio lo scoppio della Prima guerra mondiale.58

Der Proceß è senz’altro, insieme a Die Verwandlung, il testo di Kafka che più è

rimasto nell’immaginario collettivo: il romanzo viene pubblicato subito dopo la morte dell’autore da Max Brod, con la casa editrice Die Schmiede, e proprio in questa edizione, visto il carattere molto frammentario dei manoscritti relativi all’opera, Brod non inserisce alcuni capitoli (perché incompiuti), scelta su cui oggi ormai tutti gli studiosi dell’autore praghese si trovano in disaccordo. Nella seconda edizione (per i tipi della berlinese Schocken nel 1933), Brod aggiunge i capitoli mancanti. Il tentativo di ricostruzione della genesi esatta dei capitoli di Der Proceß ha impegnato per lungo tempo gli studiosi, e tra tutti soprattutto Malcolm Pasley.59

Com’è naturale che sia, le prime interpretazioni dell’opera rimangono ancorate

all’ambito biografico, tanto più che il protagonista porta il suggestivo nome di Josef K.

56 KAFKA, Tagebücher, cit., p. 297. “Il tribunale nell’albergo”, traduzione italiana di Ervino Pocar in Diari, op. cit.,

p. 457.

57 Ivi, p. 298. “Allocuzione dal patibolo”, traduzione italiana di Ervino Pocar in Diari, op. cit., p. 458.

58 Per approfondire il tema dell’influenza della Prima guerra mondiale sull’intera produzione letteraria di Kafka,

si veda il volume di BERND NEUMANN, Franz Kafka und der Große Krieg. Eine kulturhisstorische Chronik seines

Schreibens, Königshausen & Neumann, Würzburg 2014.

59 MALCOLM PASLEY, Wie der Roman enstand, in: HANS-DIETER ZIMMERMANN (a cura di), Nach erneuter Lektüre:

71

(in onore dell’imperatore, il nome Josef, all’epoca, veniva associato automaticamente al nome Franz). Walter Sokel vede nel romanzo una proiezione dell’interiorità

dell’autore e dell’ambiente in cui si trova a vivere,60 e soprattutto, com’era avvenuto

per le interpretazioni di Das Urteil, del conflitto tra padre e figlio.

Elias Canetti sostiene invece che tutto il romanzo rifletta il rapporto di Kafka con Felice Bauer, tanto da intitolare il saggio che mette in relazione Il processo con il carteggio tra lo scrittore boemo e la donna Der andere Prozeß. Kafkas Briefe an

Felice.61

Parallelamente a queste letture, tuttavia, nel 1933 Max Brod pubblica un articolo in cui interpreta la scena iniziale del romanzo come la prefigurazione dell’«entrata in

scena di un uomo delle SS», lodando Kafka per la sua «forza profetica»,62 il che dà

vita a un nuovo filone interpretativo che intende l’opera kafkiana come anticipatrice del terrore nazista. Proprio a questo discorso si riallaccia Hannah Arendt che, nel saggio The Jew as Pariah del 1944, definisce le opere letterarie di Kafka come rappresentazione del destino degli ebrei in generale, e dell’Olocausto in particolare.63

Soprattutto alla vigilia e durante la Seconda guerra mondiale, sarà notevole la tendenza a identificare l’apparato del terrore nazista con l’atmosfera di Der Proceß, in particolare in Francia.

A partire dagli anni Settanta, si afferma una lettura del romanzo come opera di critica sociale, di ispirazione prevalentemente filosofica: uno dei maggiori esponenti è infatti Theodor Adorno, il quale vede nel processo kafkiano la violenza dello stato e

dell’autorità ai danni del singolo individuo.64

Sempre Max Brod, vero e proprio “motore” della ricezione di Kafka nei Paesi di lingua tedesca e oltre, si fa portavoce di un’interpretazione in chiave religiosa del Processo: il tribunale rappresenta «una delle due manifestazioni della divinità», l’aspetto

punitivo (oltre a quello della misericordia tematizzato, secondo Brod, in Das Schloß). Nel 1937 Brod paragona Josef K. alla figura di Giobbe nel Vecchio Testamento, che

60 WALTER H.SOKEL, The programme of K.’s Court. Oedipal and Existential Meanings of «The Trial», in: FRANZ KUNA

(a cura di), On Kafka, Barnes & Noble, London 1976, pp. 1-21.

61 ELIAS CANETTI, Der andere Prozeß. Kafkas Briefe an Felice, Hanser, München 1969 (trad. it. L’altro processo. Le

lettere di Kafka a Felice, Guanda, Milano 2015).

62 MAX BROD, Eine Vision Franz Kafkas, in “Selbstwehr”, 24 novembre 1933. 63 HANNAH ARENDT, The Jew as Pariah, Grove Press, New York 1978.

64 THEODOR W.ADORNO, Aufzeichnungen zu Kafka, in: -, Kulturkritik und Gesellschaft I, Bd. 10, Fischer, Frankfurt

72

se la prende con Dio per l’ingiusto trattamento che subisce. Max Brod interpreta quindi Der Proceß come lo scontro con Dio da parte di Kafka, che l’amico descrive ormai quasi come un profeta. Questo filone di interpretazione subisce una

trasformazione subito dopo la Seconda guerra mondiale e il romanzo si arricchisce di immagini derivanti dal trauma del nazionalsocialismo e del conflitto, soprattutto per

quanto concerne la tematizzazione «della colpa e del senso di colpa».65

Un’altra sfera culturale toccata dalla voce di Kafka in Der Proceß è quella rappresentata al meglio da Albert Camus che, nel 1942, interpreta in chiave esistenzialista il romanzo (oltre che Das Schloß), nel contesto dell’occupazione tedesca della Francia. Il Processo viene utilizzato da Camus per descrivere

l’assurdità dell’esistenza moderna, il «mito di Sisifo», e Josef K. è l’everyman, l’uomo qualunque.

Un discorso a parte merita la “parabola” Vor dem Gesetz (Davanti alla legge), inclusa nel capitolo IX di Der Proceß, pubblicata già nel 1915 su “Selbstwehr” e quindi

inserita, nel 1919, nella raccolta Ein Landarzt. Il “pretesto” per introdurre questo “testo nel testo” all’interno del romanzo è la situazione seguente: Josef K. attende nella cattedrale un cliente per fargliela visitare, ma questi non si presenta: mentre sta per andarsene, incontra un prete che conosce il suo nome e che rivela di fare parte anche lui del tribunale, al che gli narra questa parabola precisando che essa è uno degli scritti che introducono alla legge. Siamo di nuovo di fronte a un testo che costringe il lettore a farsi interprete. Di nuovo torna forte il tema dell’autorità: al guardiano basta la propria parola per impedire l’ingresso all’uomo di campagna.

Outline

Documenti correlati