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The Trial di Orson Welles Il primo adattamento di un testo kafkiano degno d

Sulle spalle del gigante: i “kafkiani” dopo Kafka

3.1. Kafka sullo schermo

3.1.1. The Trial di Orson Welles Il primo adattamento di un testo kafkiano degno d

nota è senza meno quello di Der Proceß in The Trial (1962) di Orson Welles,

un’opera memorabile tanto per la storia del cinema quanto per la ricezione di Kafka in generale.

Orson Welles si era fatto notare per la prima volta nel 1941, con il film Citizen Kane (Quarto potere), in cui aveva ripreso molti elementi in contrasto con la tradizione del teatro naturalista del periodo, riallacciandosi anche alla tradizione cinematografica dell’Espressionismo tedesco. In un’intervista rilasciata nello stesso anno di uscita del film nelle sale, Orson Welles aveva dichiarato:

It’s a film inspired by the book, in which my collaborator and partner is Kafka. That may sound like a pompous thing to say, but I’m afraid that it does remain a Welles film and although I have tried to be faithful to what I take to be the spirit of

12 Per approfondire si veda ENRICO CAROCCI, Per un cinema minore. «Rapporti di classe», in: SAMPAOLO, Kafka:

103 Kafka, the novel was written in the early twenties, and this is now 1962, and

we’ve made the film in 1962, and I’ve tried to make it my film because I think that it will have more validity if it’s mine.

È un film ispirato al libro, in cui il mio assistente e socio è Kafka. Potrebbe sembrare una cosa un po’ presuntuosa da dire, ma temo che rimarrà un film di Welles e pur avendo tentato di essere fedele a quello che ritengo essere lo spirito di Kafka, il romanzo è stato scritto nei primi anni Venti, mentre ora siamo nel 1962, e il film lo abbiamo fatto nel 1962, e io ho tentato di farlo diventare un mio film perché credo che abbia più peso come mio film.13

Nel Processo di Welles, i personaggi e le vicende restano quelle dell’originale, ma sullo sfondo c’è la Guerra fredda e l’atmosfera del romanzo si tinge di noir, tra computer e allusioni alla guerra nucleare. Un’altra variabile “alterata” rispetto

all’originale sta nel fatto che The Trial è palesemente un film girato dopo Auschwitz, in cui compaiono prigionieri con cartellini attorno al collo su cui si legge un numero e Josef K. (interpretato da Anthony Perkins) viene “giustiziato” in una sorta di campo provvisorio vuoto. In The Trial, addirittura Josef K. si rifiuta di prendere il coltello che i suoi due carnefici gli porgono perché si tolga la vita da sé e cerca di scagliare verso di loro i candelotti di dinamite accesi che quelli, alla fine, gli lanciano. Per Orson Welles, il Processo non può che terminare così.

Orson Welles rilegge vari aspetti, tra cui quello dell’umorismo, che nel film è sempre oscuro e quasi paranoide, in contrasto con quello sottile di Kafka. L’importanza di

The Trial è senz’altro quello di indicare una lettura di Kafka all’indomani della

Seconda guerra mondiale.

La modifica più rilevante del regista al testo originale, più volte contestata dai critici, consiste nel “riposizionamento” della parabola raccontata dal prete, Vor dem Gesetz, che Welles sfrutta come “cornice” al proprio progetto narrativo. Diciotto illustrazioni accompagnano il racconto della storia da parte di Welles, voce fuori campo, una

13 Wellesnet.com, Orson Welles on “The Trial”, https://www.wellesnet.com/trial%20bbc%20interview.htm,

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dopo l’altra, come diapositive. La voce e lo stacco su Anthony Perkins che dorme ci dicono che è tutto un sogno del protagonista.

La scelta di anteporre Vor dem Gesetz al resto del romanzo costituisce comunque un tentativo di razionalizzazione, un intervento “manipolatorio” del regista allo scopo di mitigare il carattere enigmatico del testo. In realtà Orson Welles non sembra mai, da “traduttore cinematografico”, interessato a riportare sullo schermo la lingua kafkiana, quanto a sottomettere quest’ultima alla sua “sintassi filmica”. Ma il regista lo dichiara apertamente quando, durante un’intervista, gli chiedono se non si senta in difficoltà a modificare un capolavoro:

Not at all, because film is quite a different medium. Film should not be a fully illustrated, all talking, all moving version of a printed work, but should be itself, a thing of itself. […] So no, I have no compunction about changing a book. If you take a serious view of filmmaking, you have to consider that films are not an illustration or an interpretation of a work, but quite as worthwhile as the original.

Per niente, perché il cinema è un mezzo molto diverso. Un film non deve essere una versione totalmente illustrata, dialogata, in movimento dell’opera stampata, ma deve essere quello che è, un prodotto di ciò che è. […] Per cui no, non ho scrupoli a modificare un libro. Se hai una concezione seria del fare cinema, devi considerare che i film non sono un’illustrazione né un’interpretazione di un’opera, ma hanno la stessa dignità dell’originale.14

La critica statunitense e britannica non fu molto morbida con Welles, e non accolse bene la cupezza del tono morale sottostante al film né uno Josef K. “eroe

wellesiano”. Inoltre i recensori non perdonano al regista il fatto di aver eliminato l’allegorica morte «come un cane» del protagonista per mano dei due aguzzini trasformando Josef K. in una sorta di guerriero ribelle.

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