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Die Verwandlung

3.3. Die Verwandlung: metamorfosi, fiabe, streghe e animal

Nella cultura occidentale, il modello di partenza di tutti i racconti letterari che hanno al centro delle trasformazioni è senza dubbio costituito dalle Metamorfosi di Ovidio,39

opera che ha stimolato, soprattutto a partire dal XIX secolo, molte altre creazioni che vertono, appunto, su un “cambio di aspetto e identità”. Tra queste possiamo citare senz’altro il Frankenstein di Mary Shelley o anche la doppia figura di Dottor Jekyll e

37 Ivi, p. 49.

38 HARTMUT BINDER, Kafka. Der Schaffensprozess, Suhrkamp, Frankfurt am Main 1983, pp. 173-179. 39 PUBLIO OVIDIO NASONE, Le metamorfosi, BUR, Milano 1994.

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Mr. Hyde creata da Robert Louis Stevenson.40 Una caratteristica fondamentale di

questi due testi è il fatto che l’elemento “mostruoso” cade esattamente nel momento della presa di coscienza della trasformazione in un’altra creatura.

Per alcuni versi, Die Verwandlung presenta tuttavia alcune affinità anche con le metamorfosi tipiche delle fiabe. Se però facciamo un raffronto tra la vicenda narrata da Kafka e fiabe come quella del Principe ranocchio o di La bella e la bestia,

vediamo che, se nelle fiabe la partner femminile è responsabile della rimozione dell’incantesimo che costringe i “trasformati” nelle loro sembianze degeneri, in Die

Verwandlung la partner femminile (Grete) finisce addirittura per tradire Gregor. Anche

Cvetan Todorov menziona Kafka nella sua trattazione della Letteratura fantastica, definendo La metamorfosi una manifestazione successiva alla “morte” del genere,

quando l’elemento del fantastico viene sostituto da quello dell’«assurdo».41

A opporsi alla visione di Die Verwandlung come “fiaba moderna” è anche Benno von Wiese, che definisce il racconto «il più radicale della storia della scrittura narrativa in lignua tedesca», e aggiunge, riferendosi all’incipit: «Er ist nicht märchenhaft, weil er

gerade umgekehrt in der märchenhaften Einkleidung als das brutal Faktische des Anti-Märchens gemeint ist».42

Sempre in merito all’analisi del rapporto tra il rapporto kafkiano e la fiaba, Norbert Kassel riunisce i motivi fiabeschi nel concetto di «grottesco»:

Das “unmögliche” Ereignis der Verwandlung vermittelt so von sich aus den Eindruck des Möglichen und Wirklichen, es erscheint in der dichterischen Fiktivität als ein wirkliches “Unglück”, das im alltäglichen Leben einer Familie durchaus vorkommen könnte. Diesem Unglücksfall und seinem Opfer werden die mit dem Verwandelten zusammenlebende Familie und ihr Verhalten konfrontiert. Hervorgerufen durch das groteske Verwandlungsgeschehen werden die Konflikte familiären Zusammenlebens provoziert und Probleme des Mitmenschlichen mit Überschärfe deutlich gemacht. Es scheint uns das Wesen des Dichterisch-

40 A tal proposito cfr. GERHARD NEUMANN, Kafkas Verwandlungen, in: ALEIDA ASSMANN,JAN ASSMANN (a cura di),

Verwandlungen, Fink, München 2006, pp. 245-266.

41 TZVETAN TODOROV, La letteratura fantastica, Garzanti, Milano 2007, traduzione italiana di Elina Klersy

Imberciadori.

42 BENNO VON WIESE, Die deutsche Novelle von Goethe bis Kafka. Interpretationen. Bd. 2, Bagel, Düsseldorf 1962,

p. 324. “Non è fiabesco perché, al contrario, nel suo travestimento fiabesco, è inteso come la brutale realtà dell’anti-fiaba” (mia traduzione).

163 Grotesken in dieser Erzählung zu sein, Konstellationen des Unmöglichen oder

Unwahrscheinlichen zu schaffen, diese aber wie Gegebenheiten des Wirklichen und Gewöhnlichen zu behandeln, indem sie in einem Rahmen des Wirklichen (Familie) hineingestellt werden.

L’evento “impossibile” della metamorfosi trasmette di suo l’impressione di qualcosa di possibile e reale, nel carattere fittizio della composizione letteraria appare come un vero “incidente” che potrebbe senz’altro capitare nella

quotidianità della vita familiare. Con questo incidente e con la sua vittima devono fare i conti la famiglia che con il trasformato vive e il suo modo di comportarsi. Chiamati alla ribalta dall’avvenimento grottesco della metamorfosi, i conflitti della convivenza familiare vengono amplificati fino all’eccesso, mentre si evidenziano i problemi nei rapporti interpersonali. L’essenza dell’elemento poetico-grottesco presente in questo racconto ci sembra essere quella di creare costellazioni dell’impossibile o dell’improbabile per poi trattarle tuttavia come eventi appartenenti al reale o al consueto, ponendoli in un contesto del reale (la famiglia).43

Un altro tema frequentemente citato in relazione a Die Verwandlung è la sua affinità

al romanzo di Fëdor Dostoevskij del 1846 Il sosia (Двойник).44 Anche nel romanzo

dello scrittore russo il protagonista Goljadkin si risveglia in una condizione molto spiacevole e, sulle prime, vuole ignorare la cosa e continuare a dormire. Anche qui il personaggio principale si ritrova sottoposto a numerosissime pressioni a causa della sua posizione modesta nella gerarchia del potere.

Altri due racconti che sono stati messi spesso in relazione con Die Verwandlung sono le novelle Il naso (Нос, 1836) e Il cappotto (Шинель, 1842) di Nikolaj Vasil’evič Gogol’, due satire in cui lo scrittore russo attacca la società del tempo. Nel Naso, in particolare, il protagonista è disperato per la perdita del suo naso, ma non viene mai messa in discussione la possibilità che un naso possa andarsene in giro da solo per la città.45

43 NORBERT KASSEL, Das Groteske bei Franz Kafka, Fink, München 1969, p. 169. Mia traduzione. 44 FËDOR DOSTOEVSKIJ, Il sosia, Garzanti, Milano 1999. Traduzione italiana di Pietro Zveteremich.

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Un ulteriore aspetto che è stato rilevato nella narrativa di Franz Kafka è l’elemento comico, o teatrale, influenzato dall’amore dello scrittore praghese per il teatro yiddish. Tuttavia paiono anche ricorrere motivi provenienti dalle opere di Wilhelm Busch

(1832-1908), come fa notare Astrid Lange-Kirchheim,46 che ravvisa un parallelo tra

l’immagine del «Maikäfer» e l’episodio di «Max und Moritz» in cui i due bambini catturano gli scarabei per metterli nel letto dello zio Fritz.47 La studiosa ha letto nello

scherzo dei coleotteri un attacco alla condizione di scapolo dello zio. A questo elemento si aggiunge anche il fatto che, nel 1868, Wilhelm Busch ha scritto una storia illustrata dal titolo Die Verwandlung, in cui una strega trasforma un ragazzino di nome Karl in un maiale. La grandissima fame di Karl spinge la mamma a buttarlo fuori di casa, al che la strega lo cattura con una canna da pesca che ha come esca una salsiccia. La vecchia, a questo punto, vuole squartare Karl e divorarlo insieme a

un «böser Mann». A salvare il piccolo Karl è la sorella Anna.48 È evidente che Busch

riprenda, nella sua storia, i motivi della fiaba Hänsel und Gretel dei fratelli Grimm ampliandoli con quelli della metamorfosi e del “cannibalismo”. La scelta del maiale per la trasformazione viene senz’altro dall’Odissea. Stupiscono le grandi affinità tra i personaggi delle due storie: potremmo infatti identificare Karl con Gregor Samsa, Anna con Grete, la strega e l’«uomo cattivo» con il signore e la signora Samsa. Un’ulteriore somiglianza è quella tra la Metamorfosi di Kafka e Die Fliege, un’altra storia illustrata in cui Wilhelm Busch descrive la morte di una mosca che finisce calpestata: «Und fröhlich sieht er das Insekt / Am Boden leblos ausgestreckt»; il disegno del piede che schiaccia la mosca è accompagnato dai versi: «Erquicklich ist

die Mittagsruh, / Nur kommt man oftmals nicht dazu».49

Prima di ricostruire in maniera quanto più sintetica possibile gli studi compiuti sui testi kafkiani dagli anni Venti a oggi, è il caso di puntualizzare, nello specifico, il significato dell’elemento animale, tanto centrale in Die Verwandlung, nell’opera dell’autore boemo.

46 ASTRID LANGE-KIRCHHEIM, Zur Präsenz von Wilhelm Buschs Bildergeschichten in Franz Kafkas Texten, in: CLAUDIA

LIEBRAND,FRANZISKA SCHÖSSLER (a cura di), Textverkehr. Kafka und die Tradition, Königshausen & Neumann, Würzburg 2004, pp. 161-204.

47 WILHELM BUSCH, Max und Moritz – Fünfter Streich: https://www.wilhelm-busch.de/werke/max-und-

moritz/alle-streiche/fuenfter-streich/, ultimo accesso 29 ottobre 2019.

48 Gutenberg.spiegel.de, WILHELM BUSCH, Die Verwandlung, https://gutenberg.spiegel.de/buch/die-

verwandlung-4162/1, ultimo accesso 29 ottobre 2019.

49 Cfr. WILHELM BUSCH, Die Fliege, YouTube: https://www.youtube.com/watch?v=E_-pOWYj0Es, ultimo accesso

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Gli animali di Kafka sono figure ambigue, che talora assumono sembianze

antropomorfe e hanno la stessa capacità comunicativa degli esseri umani (come in

Ein Bericht für eine Akademie, Forschung eines Hundes o Josefine, die Sängerin),

altre volte sono strani “incroci” tra specie diverse (come in Eine Kreuzung), sono composti da elementi organici e inorganici (come Odradek in Die Sorge des

Hausvaters) o sono veri e propri oggetti ma hanno ragionamenti umani (come le

palline in Blumfeld). Nella totalità dei casi, secondo Wilhelm Emrich, gli animali di

Kafka rappresentano un elemento di «incomprensibilità» e «indisponibilità»,50

mentre Karlheinz Fingerhut sostiene che l’animale, nell’opera di Kafka, non abbia mai

una sua volontà, ma rispecchi sempre l’elemento umano.51 Walter H. Sokel, inoltre,

interpreta le figure animali presenti nell’opera dello scrittore praghese come espressione della vita interiore dell’autore stesso, quindi come immagini autobiografiche riflesse.52

Le figure di animali create da Kafka sono state lette in maniera diversificata tra loro, inoltre vengono considerate spesso delle illustrazioni dell’«es» o del «super-io». In particolare, nel suo racconto più celebre, volendo considerare la figura animale come «espressione di qualcosa», l’insetto in cui Gregor si trasforma è stato interpretato in cinque modi diversi: nel primo, la metamorfosi rappresenta il desiderio spasmodico di uscire dall’ambiente opprimente della famiglia, posizione sostenuta soprattutto da Peter Beicken;53 nel secondo, la trasformazione in insetto rispecchia il senso di

solitudine, e qui i termini utilizzati per definire tale solitudine cambiano: Mechthild

Curtius e Marthe Robert parlano di «Einsamkeit»,54 Norbert Oellers di

«Verlassenheit»,55 mentre Karlheinz Fingerhut usa il termine «Vereinzelung»;56 nel

terzo approccio, la trasformazione di Gregor esprimerebbe la sua ribellione all’ambiente, come affermato da Thomas Anz, mentre per Gerhard Kurz tale ribellione è rivolta all’opportunismo e all’utilitarismo della famiglia che sfrutta il suo

50 WILHELM EMRICH, Franz Kafka. Das Baugesetz seiner Dichtung. Der mündige Mensch jenseits von Nihilismus

und Tradition, Athenaion, Bonn/Frankfurt am Main 1958, pp. 108 segg.

51 KARLHEINZ FINGERHUT, Die Funktion der Tierfiguren im Werke Franz Kafkas. Offene Erzählgerüste und

Figurenspiele, Bouvier, Bonn 1969.

52 WALTER H.SOKEL, Franz Kafka. Tragik und Ironie, Langen-Müller, München 1964, p. 88.

53 A tal proposito cfr. PETER U.BEICKEN, Franz Kafka. Leben und Werk, Klett, Stuttgart 1991 (in particolare p. 74). 54 MECHTHILD CURTIUS, Manifestationen der Einsamkeit bei Kafka, in “Linguistik und Literaturwissenschaft” 6, Heft

21: Literaturpsychologie (1976), pp. 26-44; MATHE ROBERT, Solo come Kafka, Editori Riuniti, Roma 1982 (tit. orig.

Seul comme Franz Kafka, Calmann-Lévy, Paris 1969).

55 NORBERT OELLERS, Die Bestrafung der Söhne. Zu Kafkas Erzählungen «Das Urteil», «Der Heizer» und «Die

Verwandlung», in “Zeitschrift für deutsche Philologie” 97, Sonderheft (1978), pp. 70-87.

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lavoro;57 la quarta interpretazione, proposta da Gert Nagel e di nuovo da Peter

Beicken, è quella per cui la metamorfosi di Gregor simboleggia la sua fuga dal mondo o, soprattutto per Beicken, la pena da scontare per aver fallito nella vita;58

infine, un’ulteriore tendenza interpretativa vede la metamorfosi come espressione della stigmatizzazione da parte della società (Elias Canetti) e della sua messa al bando dalla comunità (Walter H. Sokel parla di «Verbannung», Johannes Pfeiffer di

«Aussonderung»).59

Un’annotazione importante, da questo punto di vista, è quella di Karlheinz Fingerhut, per cui la possibilità di «allegorizzare» e considerare un evento inspiegabile come «segno da interpretare» è in realtà soltanto in mano al lettore, dato che per il

protagonista del racconto la metamorfosi non è un «segno» ma una «realtà esperita» («erfahrene Realität»). Pertanto tutti gli approcci che si propongono di leggere la trasformazione del protagonista come metafora di qualcos’altro non sono che un

meccanismo difensivo con cui il lettore reagisce al turbamento provocato dal testo.60

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