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“Universo Kafka”

2.5. Kafka: gli scritti “diversi”

Abbiamo rilevato nei paragrafi precedenti la predilezione di Kafka per la prosa tuttavia, oltre al componimento poetico già citato, troviamo annotata in un foglio di

29 Ivi, pp. 95-96 (traduzione italiana di Ervino Pocar in: -, Lettere a Felice, Mondadori, Milano 1974, p. 59). 30 KAFKA, Tagebücher, cit., p. 334. “Il Copperfield di Dickens (Il fochista, netta imitazione di Dickens, più ancora il

romanzo progettato)”, traduzione italiana di Ervino Pocar in Diari, op. cit., p. 573.

31 LEOPOLD VON SACHER-MASOCH, Venere in pelliccia, ES, Milano 2010.

32 ARTHUR HOLITSCHER, Amerika heute und morgen, Tredition, Hamburg 2012.

33 KAFKA, Tagebücher, cit., p. 344. “Seduto di nuovo a leggere «Náš Skautík». Ivan Ilič”, traduzione italiana di

Ervino Pocar in: -, Diari, op. cit., p. 588.

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calendario un’altra poesia risalente al 1909, che comunque testimonia il prevalere dell’interesse per la prosa: «Kleine Seele / springt im Tanze / legst in warme Luft den

Kopf / hebst die Füße aus glänzendem Grase / das der Wind in zarte Bewegung treibt».35 Dai pochissimi componimenti poetici che abbiamo (alcuni dei quali riportati

nelle lettere),36emerge con chiarezza la scelta di una versificazione libera, priva di

rima e di una rigida suddivisione in strofe.

Molte di queste poesie si trovano all’interno delle opere in prosa: troviamo ad esempio un componimento di tre versi nella prima stesura di Beschreibung eines

Kampfes, cinque versi in Ein Landarzt e altri brevissimi frammenti lirici in

Hochzeitsvorbereitungen auf dem Lande. Anche nell’inverno tra il 1917 e il 1918

Kafka scrive alcune poesie: la loro forma è ora più simile a quella degli aforismi. Il grande amore di Kafka per il teatro lo porta ad abbozzare anche la scrittura di un testo drammatico, che ritroviamo in uno degli Oktavhefte, incompiuto: il titolo scelto da Kafka era stato originariamente Der Mausoleumwächter, ma era diventato in seguito Der Gruftwächter. Il testo riprende alcuni temi presenti in Der Jäger

Gracchus, come il confine tra vita e morte e la percezione del tempo.37

Prima di passare ai più celebri testi in prosa dell’autore praghese, occorre far presente che la produzione kafkiana non comprende soltanto testi narrativi, ma anche lettere, diari e altre forme testuali quali l’aforisma e il trattato, senza contare i testi scritti per la sua attività professionale. Uno dei primi testi che sono arrivati a noi è appunto il breve trattato Rede über die jiddische Sprache, che in realtà è il testo di un discorso che Kafka tenne il 18 febbraio 1912 nel salone delle feste dello

«Jüdisches Rathaus», trascritto in stenografia da Elsa Taussig, moglie di Max Brod. Kafka sottolinea soprattutto la grande vicinanza tra yiddish e alto tedesco medio e l’importanza del «gergo», elemento vitale per lo sviluppo di una cultura popolare ebraica. Un altro brevissimo saggio, se così può essere definito, lo ritroviamo nei

Tagebücher il giorno di Natale del 1911: in questo caso Kafka, con un atteggiamento

molto moderno, affronta il problema della natura delle “letterature minori”, partendo

35 FRANZ KAFKA, Nachgelassene Schriften und Fragmente I, Fischer, Frankfurt am Main 1993, p. 181. 36 Si vedano, a titolo di esempio, la lettera a Oskar Pollak dell’8 novembre 1903 in FRANZ KAFKA, Briefe 1902-

1924, Fischer, Frankfurt am Main 1992, pp. 21 seg. e quella a Hedwig Weiler del 29 agosto 1907 nello stesso

volume, pp. 39 seg.

37 FRANZ KAFKA, Beschreibung eines Kampfes. Novellen, Skizzen, Aphorismen aus dem Nachlaß, Fischer, Frankfurt

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dalla cultura ebraica e dalla letteratura yiddish, per poi ampliare il discorso alle culture letterarie marginali. Kafka definisce la scrittura letteraria come «das

Tagebuchführen einer Nation».38

Un altro elemento impossibile da trascurare in un’analisi dell’opera dello scrittore boemo è la stretta correlazione tra i suoi testi “professionali” (dal 30 luglio 1908 Kafka trova impiego presso la “Arbeiter-Unfall-Versicherungs-Anstalt” di Praga, l’istituto di assicurazione contro gli infortuni sul lavoro del Regno di Boemia) e quelli letterari. Di Kafka ci restano molti testi, soprattutto relazioni di bilancio che l’autore redige alla fine dell’anno, oltre ad altri scritti in cui Kafka fornisce il suo parere da “esperto”. Non è sempre semplice orientarsi tra questi scritti, dato che alcuni sono firmati da Kafka stesso ma potrebbero non essere stati scritti da lui, mentre altri non sono firmati da

Kafka ma potrebbero essere frutto della sua penna.39 Con il passare degli anni,

Franz Kafka diviene sempre più esperto in materia di prevenzione degli infortuni ed è evidente la sua propensione a un rafforzamento delle misure di sicurezza negli ambienti lavorativi.

Inoltre, l’autore praghese ci ha lasciato quelli che vengono definiti dagli studiosi «aforismi», testi brevissimi editi, dopo alcune pubblicazioni parziali, per la prima volta nel 1931, in una raccolta a cura di Max Brod e Hans Joachim Schoeps intitolata

Betrachtungen über Sünde, Leid, Hoffnung und den wahren Weg40 oltre a una serie

intitolata Er,41 di cui fanno parte anche alcune annotazioni di diario, riprese anche in

Hochzeitsvorbereitungen auf dem Lande. Si tratta di riflessioni che nascono

soprattutto dal confronto con la vita e con la morte che Kafka ha dopo la diagnosi di tubercolosi: sono osservazioni che riguardano il mondo, l’etica e le crisi personali. A volte questi pensieri assumono forme linguistiche paradossali. L’ispirazione per gli aforismi (che in gran parte coincidono con il periodo che Kafka trascorre a Zürau, dalla sorella Ottla, tra l’autunno del 1917 e la primavera del 1918) viene senz’altro dalle letture del periodo, che comprendono la Bibbia, Tolstoj, Kierkegaard e

Schopenhauer.

38 FRANZ KAFKA, Tagebücher 1910-1923, Fischer, Frankfurt am Main 1993, pp. 151-156. “Gli appunti di diario di

una nazione”, trad. it. di Ervino Pocar in Diari, op. cit., p. 281.

39 MONIKA SCHMITZ-EMANS, Franz Kafka: Epoche – Werk – Wirkung, C.H. Beck, München 2010, pp. 65-66. 40 FRANZ KAFKA, Hochzeitsvorbereitungen auf dem Lande, op. cit., pp. 30-40.

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Tra l’ottobre 1917 e il febbraio 1918, a Zürau, Kafka scrive le prime meditazioni, che entreranno poi nel terzo e nel quarto Oktavheft. Successivamente, tra l’estate e l’autunno del 1920, dopo la rottura con Milena Jesénska, rivede parte di questi testi inserendoli in un fascicolo di fogli numerati: proprio questo verrà poi pubblicato, in un ordine che verrà deciso principalmente da Max Brod (ferventissimo fautore dell’idea di Kafka scrittore di ispirazione religiosa), con il titolo Betrachtungen über Sünde,

Leid, Hoffnung und den wahren Weg.

Gli aforismi della cosiddetta serie Er nascono invece attorno a metà del 1920, in relazione ai diari: sono i mesi della relazione di Kafka con Julie Wohryzek. Il titolo segnala una presa di distanza da parte dell’autore, sebbene per la maggior parte i testi siano simili a quelli della raccolta precedente, fatta eccezione per una maggiore attenzione alla tematica sociale.

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